Ho pensato a lungo se parlarvi di questo libro o meno, è stato un romanzo difficile, molto faticoso, strutturato in maniera astrusa e complessa, però è scritto in maniera magistrale, le parole si fondono nelle storie, in quelli che paiono semplici racconti, delle volte apparentemente senza nè capo nè coda, ma che alla fine confluiscono in un unicum di tutto rispetto.
Cerco di andare con ordine perchè la struttura, a mio avviso, non è scontato venga compresa immediatamente, almeno io ho faticato ad entrare in quest’ottica.
Il romanzo è suddiviso in quattro sezioni, così come la struttura morfologica degli alberi: radici, tronco, chioma e semi.
Nella prima parte, quella dedicata alle radici, si sviluppano le premesse che portano alla comprensione di ogni personaggio, iniziando dalla famiglia Hoel che, nell’Iowa, vede sopravvivere un unico castagno a seguito della decimazione di tutti i castagneti della zona, arbusto che incarna il simbolo di quattro generazioni e che vedrà dipanarsi un’infinità di avvenimenti attorno a sè.
Lasciamo gli Hoel per incontrare Winston Ma, cinese americano, e le sue tre figlie, tutti legati alla figura di un gelso e alla potenza del simbolismo culturale delle origini.
La famiglia Appich decide invece di piantare un albero per ogni bambino nato, diversificando il tipo di pianta a seconda del nascituro, decidendo delle volte inconsciamente dell’indole futura e della sorte del predestinato: in tutto ciò si evidenzia la figura di Adam, affetto da un disturbo dello spettro autistico e appassionato di entomologia, rappresentato da un acero e che, dopo un’adolescenza complicata, trova la propria strada anche grazie all’estrema sensibilità che lo contraddistingue.
Ray Brinkman e Dorothy Cazaly, uniti da un rapporto professionale, estendono la loro frequentazione alla sfera privata, nonostante i freni posti da lei, spaventata dal senso di possesso intrinsecamente legato ad una relazione stabile ma che, alla fine, lascia il posto ad un’unione duratura che vede nascere un albero per ogni anno di vita coniugale.
Incontriamo Douglas Pavlicek che, dopo aver superato un duro esperimento carcerario, si arruola nella US Air Force e subisce l’abbattimento del proprio velivolo: viene salvato dai rami di un albero di baniano e gli si apre la vista sulla consapevolezza del deforestamento. Da qui inizia la seconda parte della sua vita, interamente dedicata al rimboschimento, nonostante sia cosciente che la sua fatica sia solo una goccia nell’oceano.
Neelay Mehta è un giovane affascinato dall’informatica sino all’ossessione il quale, a seguito della caduta da un albero, subisce un infortunio invalidante che però non lo fermerà nel suo percorso di approfondimento della materia che lo appassiona, fino a creare un videogioco immersivo che coinvolge i giocatori in un mondo virtuale, anch’esso ispirato dalla visione degli alberi del campus universitario in cui vive.
Patricia Westerford è una ricercatrice in ambito botanico e scopre che gli alberi comunicano ed interagiscono per il tramite di sostanze chimiche, scoperte inizialmente accolte e successivamente ridicolizzate dal mondo accademico, con la conseguenza di portarla a ritirarsi nei boschi, nonostante nel mentre la sua ricerca sia stata riabilitata.
Olivia Vandergriff frequenta il college quando viene accidentalmente fulminata e il suo cuore si ferma…
E arriviamo alla seconda parte, quella del tronco, in cui il cuore di Olivia si riavvia dopo novanta secondi di blackout completo, percependo creature di luce che la inducono a lasciare gli studi per unirsi agli attivisti ambientali che stanno tentando di salvare le sequoie californiane; lungo il proprio percorso incontrerà Nick Hoel iniziando quindi a dare un senso logico alle storie spezzettate della prima parte dell’opera, anche perchè nel frattempo il gruppo di volontari crescerà ulteriormente.
Nello svilupparsi dell’intrico del romanzo tutti i protagonisti della prima parte troveranno la propria strada, intimamente legata agli alberi, svolgendo il proprio futuro tra successi personali e dolori immensi. La difesa dell’ambiente prosegue nonostante alcune iniziative lacunose ed infruttuose atte a fermare il disboscamento e che inducono il gruppo ad abbandonare i metodi pacifici a favore di atti di ecoterrorismo, durante i quali c’è chi paga tale esecrabile scelta con la propria vita.
Nella parte dedicata alla chioma, ciascuno dei protagonisti, abbandonate le azioni violente poc’anzi descritte, ritorna alla propria professione e ai propri studi, intricando però ulteriormente la trama e le vicende degli stessi, come ogni chioma fitta che svetti verso il cielo.
Siamo arrivati ai semi, sezione in cui si estrinsecano gli atti finali delle vite intrecciatisi sino a qui, chi nella buona sorte e chi nel dolore, che non riporto per ovvii motivi nel caso in cui qualcuno sia sopravvissuto fino a questo punto della mia descrizione e che, nonostante tutto, abbia ancora la curiosità di leggere questo libro stranissimo, oltretutto vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa nel 2019.
Sicuramente la tematica è assolutamente originale nonostante la struttura a mio avviso complicatissima e in merito alla quale porto il massimo rispetto per le innegabili capacità dell’autore; può sembrare un testo ruffiano in un momento in cui il tema ambientale fa parte del trend attuale (dal quale mi discosto nettamente avendo sempre rispettato tutti gli esseri viventi e non viventi per mia educazione personale e in cui non mi ci ritrovo per scelta politica del momento storico in cui siamo collocati), ma lo trovo interessante anche in merito al punto di vista di antropocentrismo che viene adeguatamente analizzato e sviluppato.
Una riflessione mi è rimasta tatuata nel cuore: “Se si vuole conoscere i segreti della Natura, bisogna praticare più umanità”.
A conclusione di tutto ciò, nonostante la fatica iniziale, posso dire con ragionevole certezza che si tratta di un’opera immensa e di un inno d’amore alla letteratura: se la amate al pari di me la apprezzerete.
4 Comments
ipasticciditerry
12 Dicembre 2022 at 8:42Credo sia un libro da leggere con molta attenzione e non la sera prima di addormentarsi, come faccio durante l’anno. Deve essere un libro che potrei leggere in vacanza, quando attacco un libro e non mi stacco fino all’ultima pagina. Sai che mi fido dei tuoi consigli letterali. Quindi grazie e a presto.
Tatiana
14 Dicembre 2022 at 1:39Hai colto nel segno, è un libro da leggere con molta attenzione, soprattutto perché i passaggi da interiorizzare sono frequenti, vi sono esplicitati dei concetti a mio avviso interessantissimi, è proprio un libro che insegna. Ed è impegnativo, molto impegnativo.
Un bacio e grazie per la fiducia accordatami 😃
saltandoinpadella
12 Dicembre 2022 at 12:44concordo con Terry, mi sa che questo sia un libro che richiede concentrazione. Però devo dire che mi intriga questa sua struttura sicuramente non scontata
Tatiana
14 Dicembre 2022 at 1:46Eh si, è proprio un tomo “bello peso”, poco più di 600 pagine, a mio avviso un lavoro immenso, un capolavoro letterario, ma alcune parti sarebbero davvero da leggere e rileggere fino a farle proprie, si riflette parecchio! Poi ammetto di essere una persona molto mentale, quindi sarà difficile che qui si possano trovare dei romanzi da spiaggia 😂