Come promesso ieri sera, rieccomi qui a farvi compagnia con un po’ di tappe interessantissime, del resto vi avevo anticipato che si sarebbe trattato di una giornata intensa, quindi se non vi siete spaventati già leggendo il titolo del post andiamo avanti!
La prima sosta l’abbiamo fatta a Saudarkrókur, scoperta per caso semplicemente fermandoci perché ci ispirava e ne è valsa davvero la pena in quanto ci siamo trovati davanti ad una bellissima spiaggia nera, ricoperta da sassolini vulcanici finissimi che conferiscono l’aspetto particolarissimo al paesaggio.
La seconda fermata è stata casuale quanto la prima ed è stata assolutamente meravigliosa: un borghetto rimasto fermo alle origini, con la possibilità di visitare anche l’interno di una casa dell’epoca, interamente costruita con fango ed erba essiccata… godetevi le foto perché il luogo è un incanto, un vero spaccato della società rurale dell’epoca.
Nel corso del nostro spostamento abbiamo fatto una pausa pranzo (in merito al cibo ne riparleremo) al lago di Ljiosavatn, molto carino ma purtroppo invaso ma sciami fittissimi di moscerini molesti che soggiornano a pelo d’acqua.
Ed eccoci a Godafoss… e qui inizia lo spettacolo! La cascata degli dei, così definita in quanto intorno all’anno mille Lögsögumadur Porgeir Ljósvetningagodi impose il Cristianesimo quale religione ufficiale in Islanda e, per sottolineare la propria conversione, gettò nella cascata le statue degli idoli pagani. Tuttavia si narra che già antecedentemente il nome della cascata fosse usato in quanto ritenuta sacra in onore degli dei Odino, Thor e Freyr.
Il luogo è magnifico, ce lo siamo goduti sotto un sole cocente che ci ha permesso di passeggiare con la sola maglietta e di godere dei primi segni dell’estate.
Arrivati a Masvatn ci siamo fermati lungo la strada per ammirarne il lago ghiacciato, uno dei primi segni che ci stavamo dirigendo verso uno dei punti più a nord del paese, dopo aver comunque già avvistato in lontananza le coste della Groenlandia.
Ed eccoci al lago di Myvatn, la destinazione finale della giornata odierna, zona assolutamente spettacolare che sorge in zona vulcanica, tant’è che dopo esserci fermati ad ammirarne le sponde, abbiamo cercato di approfondire la zona, scoprendo che l’attività vulcanica regala anche delle curiose fumarole e una distesa di affascinanti solfatare.
Seguendo le fumarole scopriamo un maestoso impianto di energia geotermica, che riscalda l’intera zona, adiacente alle pendici del vulcano di Leirhnjukur, peraltro ancora attivo, come dimostrato dal persistente odore sulfureo, dalla presenza dei fuochi di Krafla, da pozze di magma ribollente e da terra nerastra.
Le pozze sulfuree di Nàmafjall valgono davvero una visita: si passeggia su sentieri segnati tra vapori bollenti, pozze gorgoglianti e punti in cui la temperatura del terreno varia tra gli 80 e i 100 gradi.
L’Islanda è una terra magica, in equilibrio tra un mare gelato e un terreno bollente, è terra di fuochi e di balene, è una terra senza nulla ma che non ha bisogno d’acqua, non ha bisogno di fuoco, nè di energia, è una terra di cavalli dal manto lungo e meraviglioso, è una terra in cui l’uomo rispetta la terra e non la travalica, in cui le strade hanno lunghezze infinite in quanto seguono la morfologia del territorio, è una terra di rispettosa convivenza tra la natura e l’uomo.
2 Comments
Ipasticciditerry
7 Maggio 2023 at 7:51Che posto meraviglioso 🤩 Non credevo, sai? Grazie infinite e buona continuazione
Tatiana
7 Maggio 2023 at 20:44È un paese che mi ha sempre affascinata e ancora non posso crederci di essere qui, è davvero meraviglioso! Lontano mille anni luce dalle beghe italiane, qui tutto è semplice, nessuno rompe le scatole con regole assurde, negli alberghi (pensa un po’) si mangiano tutti i prodotti sfusi e le torte fatte in casa e la gente certamente non si intossica 🤣. L’unica regola che interiorizzi in tre secondi netti è l’assoluto rispetto per la natura, cosa che io approvo da sempre.