“Vischiosa appiccicosa appiccica appiccicaticcia lana lacerata bagnata, avvolta intorno alle ferite, cuce la cute squarciata mentre cammini, raschio la mano guantata contro il muro. Mattoni rossi ruvidi rompono la lana. Rompono la pelle. Pelle rossa ruvida. Tiro via il guanto di pelo dalle dita con una smorfia, mentre i fili strappati si aggrappano ai fili sulle nocche. È buio. Il sangue è nero. Secco. Crepa crepitio crepitante. L’odore di grasso bruciato mi intasa le narici. Avvicino le dita alla faccia e tolgo l’unto. Si attacca alla lingua, striscia in bocca, slitta sui denti, sulle guance, gocciola in gola. Vomito. Il vomito è rosa al chiaro di luna. Polposo. Crasso.”
Ecco un libro breve, di sole 114 pagine, che ho letto in un pomeriggio… e onestamente non so veramente da che parte iniziare. Diciamo che mi era stato consigliato, diciamo anche che non ne ho salvato nemmeno un capoverso, ma siccome potrebbe trattarsi di una valutazione meramente soggettiva io ve ne parlo, poi vedete voi.
La protagonista è Peach, una ragazza vegetariana che già nelle prime pagine viene aggredita da un uomo fatto di salsicce, tant’è che riesce a ferirla sino a farla rincasare con il sangue che le scende dalle gambe, costringendola ad una sutura fai da te e al tentativo, fallimentare, di proseguire la propria vita ignorando l’accaduto.
Purtroppo l’uomo fatto di salsicce continuerà a perseguitarla perturbando la sua vita in famiglia, nonostante l’amorevole presenza di due genitori carnivori, di un fratellino fatto di gelatina e cosparso di zucchero a velo e di un fidanzato, Green.
L’odore di carne bruciata continuerà a perseguitare Peach lungo tutta la narrazione, nel mentre, a seguito dell’episodio di violenza, vede trasformare anche il proprio corpo. Nel caso in cui foste interessati alla lettura non proseguo oltre per non incorrere in spoiler, tuttavia mi sento di dire che la prosa è ritmica, percussiva, cruda e viscerale, come l’esempio riportato all’inizio del post, in una continua contrapposizione tra bene e male, violenza e redenzione. Particolare sicuramente, a volte forte, ma non mi è piaciuto, non salvo nulla, anche se l’idea è certamente originale, ma io amo la vera letteratura, quella ricca di verbi e di consecutio, di aggettivi, di tutti quegli arricchimenti stilistici tipici della lingua italiana. Bocciato.
Se tuttavia voleste provarci vi lascio il consueto link La carne
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