Quella che vi racconto oggi è stata una giornata meravigliosa: il mio amore per l’acqua è noto, ma poter navigare dopo tante giornate di sole intenso e aria torrida è stato un sollievo apprezzatissimo! Prima di raggiungere le prossime tappe nel calore assurdo che ci ha accompagnati giorno dopo giorno, abbiamo trovato una piccola compagnia di navigazione a gestione familiare, diretta da una donna fantastica, Nataša, prima capitana fluviale serba, che ci ha accompagnati a bordo della sua barchetta a motore a visitare le Porte di Ferro, la Tabula Traiana e la statua del re Decebalo.
Salpiamo da un piccolo molo in mezzo al bosco e, dopo una breve navigazione, raggiungiamo le Porte di Ferro, il punto in cui le acque del Danubio sono più profonde ma il passaggio risulta essere più stretto e che non sono altro che una stretta gola tra la Serbia e la Romania; esse segnano il passaggio dai Carpazi meridionali ai Balcani e alimentano anche due centrali idroelettriche grazie ad un canale artificiale. In realtà le gole presenti sono molteplici, tuttavia quella che abbiamo attraversato è la principale, la Grande Kazan (kazan significa letteralmente “calderone”), ed è il punto i cui il fiume si restringe a 150 m. e raggiunge la profondità di 53 m.
Dalle Porte di Ferro raggiungiamo la Tabula Traiana, sulla riva opposta dl Danubio, in terra rumena, che per quasi duemila anni ha scrutato il corso del Danubio in attesa del ritorno di Decebalo, fino al 2004, anno in cui è stata inaugurata la gigantesca effige del vecchio re, scolpita nella roccia quasi di fronte alla stele, voluta e quasi interamente finanziata dall’imprenditore ed accademico rumeno Dragan, tant’è che, alla base della stele, leggiamo “Decebalus rex – Dragan fecit”.
Il blocco della Tabula Traiana, nel corso degli anni sessanta, è stato sollevato di quasi 50 metri per salvarlo dall’innalzamento del livello del fiume a seguito della costruzione della diga di Djerdap (e delle due centrali idroelettriche, di conseguenza); la stessa attenzione non si è potuta invece riservare all’isola di Ada Kaleh, situata davanti alla diga ed ex enclave turca, che è stata completamente sommersa dalle acque del Danubio insieme alla sua fortezza, alla moschea e al dedalo di vicoli e di antichi caffè.
Ma due cenni storici stavolta sono dovuti per meglio comprendere l’importanza del luogo: nella prima campagna militare contro i Daci, Traiano sconfigge Decebalo ma la capitale, Sarmizegetusa, è salva, pertanto il regno dei Daci non capitola e ciò porta ad un breve armistizio. Traiano usa la breve pausa per rafforzare il limes del Danubio e per preparare una seconda campagna contro gli avversari, tra cui vi sarà la costruzione di un ponte sul fiume a collegamento tra la fortezza di Pontes in Mesia Superiore con quella di Drobeta in Dacia, al fine di entrare nel territorio nemico con maggiore facilità. Degno di nota il fatto che il ponte venne progettato dall’architetto Apollodoro di Damasco, lo stesso che realizzò il foro di Traiano a Roma.
Mi fermo qui con le noiosissime tracce storiche, ma utili a comprendere l’astio tra Traiano e Decebalo: quello che a noi interessa in questo momento è la risalita lungo un tratto meraviglioso di questo imponente fiume che del resto attraversa mezza Europa. Il suo corso, navigando lungo la via di Traiano, attraversa il parco nazionale di Djerdap e le sue gole, dove i Carpazi e i Balcani collidono, dove Sipska Klisura, Mali Kazan e Veliki Kazan presentano delle pareti a strapiombo che si restringono fino a 150 m., il punto più stretto del Danubio, poi si naviga verso Gospodin Vir, punto di massima profondità del fiume con i suoi 82m., e infine Golubac. Si tratta di acque difficilmente navigabili, specie nell’antichità quando il corso, non ancora modificato dall’opera dell’uomo, erano molto turbolente e ricche di rapide, di gorghi e vortici pericolosissimi e che pure venivano quotidianamente affrontati da dei navigatori di rara maestria.
Volevo parlarvi anche di Lepenski Vir, magnifica area archeologica, ma il post è già molto lungo, del resto non poteva essere diverso visto il mio viscerale amore per l’acqua e per la navigazione: vi ho fornito le informazioni avute da Nataša, che ci ha allietati di un’ottima visita guidata in lingua inglese e che mi sono limitata a riportarvi con qualche limatura dettata dagli appunti presi la sera stessa e da qualche informazione reperita on line in quanto ero carente sui dati numerici relativi al Danubio, per mia dimenticanza.
Ci rivediamo al parco archeologico!
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