In quel momento mi accorsi che dietro il rivestimento c’era qualcosa. Era un pezzetto di carta ripiegato più volte: una lettera, scritta con calligrafia convulsa. L’inchiostro era sbiadito, le macchie di umidità avevano cancellato alcune parole. Ebbi una fitta al cuore.
«Quella barca l’ha comprata un tizio della Germania Est» disse. «Ne è passato di tempo, qualche anno dopo la riunificazione.»
«Sì, ma ora è mia» gli spiegai, fingendo di non essermi accorta del lieve disprezzo con cui aveva pronunciato le parole “un tizio della Germania Est”.
Nuovamente ho scelto un libro in base all’ambientazione, grazie al mare che in me crea sempre un’attrazione magnetica, qualunque ne sia la latitudine: qui ci affacciamo sulle coste del Baltico e l’ambientazione si srotola tra Amburgo, Rügen e Sassnitz, luoghi meravigliosi della Germania del nord, di un fascino terribile, sferzati dai venti gelidi marini eppure in grado di regalare, durante la bella stagione, un sole inaspettato.
Qui incontriamo Annabel che, con la compagnia della dolcissima figlia Leonie, sta cercando di ricostruirsi una vita dopo un periodo lacerato dai dolori di un passato mai dimenticato e di un matrimonio fallito miseramente e proprio nel momento in cui mette nuove radici le cose sembrano cambiare completamente, iniziando a volgere per il meglio; il tutto parte dalla “Rosa delle tempeste”, imbarcazione male in arnese che nel corso della sua lunga vita è stata utilizzata quale peschereccio, quale dragamine ma, soprattutto, per aiutare nella fuga i tedeschi della DDR verso il benestante Ovest e verso la libertà.
Alla base della vita di Annabel c’è una storia ancora non chiarita legata agli eventi precedenti la caduta del muro e continuamente si imbatte in episodi ancorati alla situazione politica dell’epoca che ha segnato tutti coloro i quali rivestono una posizione significativa nel testo: da Christian, che diverrà suo socio in affari nell’acquisto dell’imbarcazione, al gestore di uno dei principali alberghi della zona, all’ex capitano della “Rosa delle tempeste”, tutti indissolubilmente legati alle violenze perpetrate dalla Stasi nell’epoca antecedente l’unificazione tedesca.
I tratti storici sono appena delineati, tuttavia nell’armonia di un romanzo scorrevole e arioso è chiaro l’atteggiamento repressivo e i relativi danni causati dall’operato del MfS (Ministerium für Staatssicherheit, comunemente conosciuto quale Stasi), a prescindere da valutazioni ideologiche o politicizzate che qui non trovano fortunatamente spazio: è un romanzo, fine a se stesso, ma che trova fondamento in ciò che ha veramente rappresentato per il popolo tedesco un periodo buio della storia e che magari il lettore può avere l’occasione di approfondire un po’ per propria cultura personale.
Colpisce come, tra le pagine, l’autrice abbia voluto evidenziare una sorta di emarginazione e di atteggiamento sprezzante, da parte degli abitanti tedeschi dell’ovest, rispetto a quelli dell’ex Germania filosovietica, quali fossero dei diversi, degli emarginati a causa della loro povertà.
In queste pagine c’è lo spazio per il riscatto, per un equilibrio ritrovato, per la volontà di rinascita, per il perdono, per la volontà di abbandonare il rancore a favore di una giustizia dei sentimenti pur senza dimenticare ciò che è stato e i torti subiti, le vite rovinate e perdute.
Ancora una volta ho scelto un romanzo dei sentimenti, senza un vuoto dietro ma con un’ambientazione ben precisa e radicata nella storia dei popoli, raccontata in modo non pesante ma efficace e situata in un contesto geografico affascinante, un’opera in cui alla fine la vera protagonista è la “Rosa delle tempeste”, ma in cui l’elemento umano è evidente nella prosa pacata narrante i sentimenti in maniera molto intima e privata pur nella loro devastante potenza.
14 Comments
Laura e Sara Pancetta Bistrot
4 Marzo 2016 at 19:41Questo romanzo si preannuncia davvero interessante Tati, grazie per la tua accurata presentazione!! Le ambientazioni nordiche ci affascinano sempre tanto!
Ti auguriamo un meraviglioso weekend, un abbraccio grande <3
Tatiana Bruni
5 Marzo 2016 at 20:08Ammetto di averlo divorato, nonostante gli assidui lettori di questa scrittrice lo abbiano trovato sottotono rispetto alla sua media qualitativa: per il mio carattere invece si è rivelato essere perfetto proprio perchè i sentimenti protagonisti di queste pagine sono narrati un po’ in sordina e in maniera molto riservata e ciò aderisce perfettamente al mio modo di essere.
Un abbraccio pancettine belle 🙂
Stravagaria
7 Marzo 2016 at 11:20L’ambientazione è interessante e il fatto che i sentimenti non prevarichino potrebbe essere la chiave giusta per non farne uno dei soliti romanzi in rosa 🙂 buona giornata Tatiana!
Tatiana Bruni
9 Marzo 2016 at 14:45E’ vero, è diverso dai soliti romanzi rosa che, detto tra noi, possono andar bene per un momento di relax ma che alla fine ti lasciano ben poco… qui il senso di soddisfazione all’ultima pagina mi è rimasto, altrimenti non avrei postato nulla in merito. Secondo me vale la pena provarlo!
Un bacio 🙂
zia Consu
7 Marzo 2016 at 18:25Mi piace il messaggio di rinascita che trasmette questa lettura. Sicuramente non è libro che sceglierei ma ho letto con piacere la tua recensione 🙂
Un abbraccio Tati, spero tu stia bene <3
Tatiana Bruni
9 Marzo 2016 at 14:45I libri sono molto soggettivi e io solitamente li scelgo ad istinto: ancora una volta non ho sbagliato e ne sono rimasta soddisfatta! Non è un periodo in cui mi possa permettere letture impegnative, sono troppo stanca mentalmente per affrontare altri sforzi gratuiti 🙂 e questo è stato un buon compromesso per non scadere nella letteratura banale e di bassa qualità.
Un abbraccio!
Francesca P.
8 Marzo 2016 at 12:50Anche oggi fisso la copertina. E mi perdo un po’. Negli strati blu del cielo, fino alla tonalità più profonda. Nello spazio e nell’aria aperta che ci sono, davanti a lei. Nel suo stringersi, per il freddo, andando in faccia al vento senza fermarsi. Nel colore dei suoi capelli, che spicca su tutto. Nel pavimento scrostato, perfetto anche per un set di foto… 🙂
Tatiana Bruni
9 Marzo 2016 at 14:52Lo sapevo che ti saresti persa in riva al mare con lo sguardo perso sino a dove il cielo incontra la superficie dell’acqua, sino a dove il blu digrada verso il grigio e avresti affrontato con me il vento salmastro! E ci saremmo fermate in cima al molo prendendoci per mano per non rischiare di cadere nell’acqua, sfidando il gelo invernale e programmando un set fotografico su quelle bellissime assi erose dalle intemperie, vero? 🙂
Un abbraccio!
Laura
9 Marzo 2016 at 10:39L’ambientazione per me conta molto in un libro. Gli dà carattere, rende più reali i personaggi e aiuta il lettore a crearsi un’immagine mentale di ciò che legge.
Mi piacciono le tue letture, libro dopo libro capisco che abbiamo gusti molto affini!
Un bacione
Tatiana Bruni
9 Marzo 2016 at 14:53Hai scelto le parole che avrei usato io: l’ambientazione dà carattere ai personaggi! Verissimo, per me l’ambientazione è un supporto fondamentale ad una storia ben congegnata, è la spina dorsale che caratterizza una trama altrimenti insipida e, sì, sono certa che lo amerai quanto l’ho amato io!
Un bacio a te 🙂
ipasticciditerry
9 Marzo 2016 at 16:02Che te lo dico a fare? Romanzo molto interessante. Alla fine io e te abbiamo gusti simili. Alla fine sai che ho quasi finito Canale Mussolini, parte seconda? Nààà pallaaaaa!! Speravo migliorasse e quindi sono andata avanti ma è praticamente un libro storico, sulla seconda guerra mondiale. Parla proprio degli anni a cavallo della fine della guerra. Certo, ci sono gli stessi personaggi del primo ma non mi ha appassionato per niente. La prossima lettura la sceglierò più soft … devo spurgarmi! Grazie della bella recensione e per i libri, sei un tesoro. A presto
Tatiana Bruni
11 Marzo 2016 at 12:13Sono curiosa di sapere cosa ne penserai dopo averlo letto, proprio perché i nostri gusti sono simili… e infatti io a quel mattone lì non mi ci avvicino nemmeno! 🙂 Detesto le ambientazioni belliche, sono letteralmente allergica a quel periodo storico e comunque fatico a leggere romanzi collocati in un contesto che si ponga troppo nel passato, ma è tipico del mio carattere visto che guardo sempre al contemporaneo e piuttosto avanti che indietro 😉
Quindi vai con questo bel libro di ampio respiro….
Un bacio!
patalice
11 Marzo 2016 at 21:20c’è forza e rinascita in queste parole, quindi potrebbe essere un’ottima lettura…
Tatiana Bruni
12 Marzo 2016 at 17:35Sì, hai scelto la parola giusta: rinascita. Ce n’è tanta e cresce in maniera esponenziale ogni giorno che viene vissuto tra le pagine, in maniera quasi impercettibile e dolcissima 🙂
Un abbraccio!