Ho sempre amato la fotografia e sempre ho scattato fotogrammi su fotogrammi, in ogni occasione, anche quando il trend era la videocamera, quando tutti erano alle prese con i filmati, con le videocassette, i dvd… io no, sempre e solo impegnata a catturare il movimenti con lo scatto, in maniera più poetica ed artistica.
Non che sia mai stata tecnicamente avanzata, ma i risultati hanno sempre soddisfatto l’occhio artistico di chi qualcosa ne capisce, eppure volevo di più, innamorata come sono sempre stata di certi scatti che sembrano degli olii su tela, da far quasi concorrenza a Rembrandt o a Renoir, degli incanti, piccole chicche di chiaroscuri, giochi di luci ed ombre che mi hanno sempre incantata.
Amo i controluce (l’avevate capito dal titolo del blog, vero?) e mi riescono anche bene, ma ho sempre scattato ad istinto, forse un istinto buono, ma quando hai in mano una reflex ti vien da piangere al pensiero di non saperne sfruttarne appieno le potenzialità, quindi eccomi qui, presente in pole position al corso di Foodphotography tenuto da Monica e dallo studio Bordercross, due intensissimi giorni nel corso dei quali ho appreso moltissime nozioni, tra ISO, stop, aperture del diaframma e mille altre cose che mi hanno fatto comprendere come i pulsanti della reflex non siano meramente decorativi; ore a seguire maree di nozioni proiettate a parete, appunti scritti in maniera forsennata mentre la spalla sinistra mi doleva per la scomodità dello scrivere appollaiata su una sedia di fortuna, la destra rincorreva i fogli che scappavano dal notes, gli occhi che guizzavano dallo schermo con le proiezioni al quaderno, le difficoltà di mettere a fuoco (mie, mica della macchina fotografica) perché o ci vedo da vicino o da lontano, ma una terza mano per mettere e togliere gli occhiali non ce l’avevo…
E poi abbiamo provato a realizzare dei set, con l’aiuto creativo della dolcissima Monica e le nozioni tecniche di Stefano e Marko, umili insegnanti con un background di tutto rispetto, in un ambiente in cui ci siamo sentiti lontani anni luce dalla mera didattica o dal rapporto “io so tutto e tu non sai nulla”… ore volate nell’intento di apprendere quanto più possibile, specie per chi, come me, tecnicamente è messo male, ore faticose che i giorni seguenti ho sentito pesare sulle spalle già provate da giornate infernali, ma emozione pura e tanta soddisfazione nell’aver realizzato il mio primo scatto decente che per protagonista ha visto la fluffosa al limone e limoncello.
Tempo di preparazione | 10 minuti |
Tempo di cottura | 1 1/4 ore |
Porzioni |
1 stampo da 17,5 cm.
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- 150 g. farina
- 120 g. zucchero a velo
- 3 uova
- 1/2 bustina di lievito per dolci
- 1 pizzico di cremor tartaro
- 50 g. limoncello
- 40 g. acqua
- 75 g. olio di semi
- 1 limone (solo buccia grattugiata)
Ingredienti
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20 Comments
Monica
17 Novembre 2016 at 11:47Tatiana grazie, grazie di cuore.
Purtroppo condensare tante cose in due giorni non è stato facile, soprattutto con un gruppo così eterogeneo, ma sono felicissima di leggerti soddisfatta.
Come ti ho già detto, dopo il corso ci vuole tanto esercizio per mettere in pratica, è la via migliore per apprendere. Attendo i tuoi prossimi scatti (con il live view, ‘nuova’ scoperta!!!) e se hai bisogno sono e siamo a disposizione.
Un bacio grandissimo e grazie ancora per esserci stata con la tua super fluffy <3
Tatiana Bruni
17 Novembre 2016 at 12:29Monica cara, tu nemmeno sai quante cose io abbia appreso in quei due giorni! E’ vero che per me le nozioni erano tante, tantissime, ma fortunatamente ho una memoria non solo buonissima, ma anche “fotografica” (è proprio il caso di dirlo!), nel senso che memorizzo molto per immagini e per concetti ampi e olistici (dicono sia tipico dei mancini, ma comunque torna utile!), quindi tutto ciò che è stato fatto ce l’ho fisso nella memoria e lo vedo ancora dinanzi a me come fosse accaduto un’ora fa: con questi presupposti spero di poter portare a compimento i vostri insegnamenti nei prossimi scatti. E poi ho il caramello al burro salato che aspetta! Come ben sai purtroppo ora è il tempo che mi manca e la stanchezza mi sta uccidendo, ma mai demordere, soprattutto perché la pratica è tutto e non vedo l’ora di rimettermi in gioco 🙂
Grazie stella, grazie ancora! Di tutto.
Un bacio strapazzoso 🙂
Stravagaria
17 Novembre 2016 at 20:47Io ho sempre pensato che fotografare il cibo e i piatti sia enormemente difficile. Servirebbe anche a me un bel corso… (soprattutto per la bigiotteria) complimenti per foto e fluffosa!
Bacioni
Tatiana Bruni
18 Novembre 2016 at 13:12E’ vero, è difficile, perché il piatto ha un senso solo se ti regala il senso del gusto, quindi necessariamente lo scatto deve supplire a ciò che manca, ossia il profumo e il sapore: ci devi lavorare esaltandone i particolari con le luci e le ombre, esattamente come faresti nel dipingere un quadro. A me piace tanto dipingere e forse è per questo motivo che la fotografia mi attira, però i concetti simili tra le due forme d’arte vanno sviluppati con tecniche assolutamente diverse e quelle della fotografia sono difficili, a mio avviso, pertanto un corso come questo mi serviva proprio! Ora vediamo cosa riuscirò a fare provando e riprovando…
Un bacio 🙂
ipasticciditerry
18 Novembre 2016 at 16:28A parte il fatto che, come hai anche detto tu, l’istinto della foto giusta ce l’hai anche tu … a me le tue foto sono sempre piaciute. A parte questo, ritengo che un corso di questo tipo ti apra davvero la mente. Io ne ho fatto uno non prettamente legato al modo food blogger ma generico e ti assicuro che anche a me si è aperto un mondo. Però devi avere anche la macchina giusta perchè, per esempio, la digitale che avevo io prima di questa reflex, era molto limitante sotto ogni aspetto. Detto questo la tua fluffosa mi intriga molto e sarà la prossima che proverò. Un bacio tesoro e grazie!!
Tatiana Bruni
18 Novembre 2016 at 18:32E’ vero Terry che la macchina che hai è determinante, infatti avere una reflex e non saperla usare appieno è avvilente… ora inizierò a provare, anche se a dire il vero mi manca qualche ammennicolo abbastanza importante, ma vuoi mettere la soddisfazione di iniziare a farcela da sola? E poi si può migliorare ogni giorno, in seguito investire in ulteriori possibilità di formazione, insomma c’è una vita davanti per apprendere! Sia mai che io mi fermi, non l’ho mai fatto perchè la curiosità mi spinge sempre avanti.
Un bacio stella 🙂
Miss Fletcher
18 Novembre 2016 at 17:51Mamma mia, questa torta <3 Una meraviglia!
Concordo con Viv, fotografare i cibi è una cosa complicatissima, le tue foto sono sempre state belle però, un bacione Tatiana!
Tatiana Bruni
18 Novembre 2016 at 18:36Ciao bella Miss,
anche tu in fila per una bella fetta di fluffosa? Dai che ce n’è per tutte e per fare quattro chiacchiere mentre l’acqua per il the si riscalda 🙂
Verissimo, concordo anch’io sulla difficoltà, specie se sei costretto ad usare la luce naturale perchè per quella devi essere davvero bravo, ma io sono testardissima e prima o poi mi faccio un baffo anche delle luci sfavorevoli… l’importante è avere la tenacia di provare e l’umiltà di imparare dai propri errori. Che nessuno nasce maestro, no?
Un bacione a te!
Paola
21 Novembre 2016 at 21:27(Ri)eccomi qui, sulla scia del profumo di limoni e limoncello che hanno di casa, per me. Ed eccoti con occhi nuovi, con quei controluce, con il colore intenso di questa torta soffice. Non poteva che essere lei, il simbolo di queste amicizie belle che nascono e vanno oltre, che sia un caffè o un corso di fotografia. E chissà che, un giorno, anche qui ci si potrà vedere, intorno a un tavolo, a scegliere i prossimi profumi da mettere in una torta o a scegliere l’inquadratura maggiore, che abbia tanta di quella luce che mi piace. Ti abbraccio forte.
Tatiana Bruni
24 Novembre 2016 at 8:50E’ stato bello, emozionante di sicuro, perché in questa città ai confini dell’Italia, e che nemmeno tanto italiana non è, non accadono spesso occasioni del genere per riunirsi, date in cui non ci si limita ad un corso di fotografia ma che diventano anche un modo per conoscersi: ci si avvicina piano, quasi annusandosi, per poi arrivare ad un’atmosfera perfetta in cui si ha voglia di apprendere, di mettersi in gioco, in cui chi ha la conoscenza la condivide volentieri e chi non ce l’ha non si fa troppi scrupoli a chiedere. E’ stato un incontro di scambio, di dare e avere, un incontro con un’atmosfera gradevole, leggera, nonostante avessimo tutti una settimana lavorativa sulle spalle, ma ne è valsa davvero la pena. E ora cerco disperatamente il tempo libero, senza trovarlo, per mettere in pratica ciò che ho appreso, per ritrovare ancora una volta quei colori caldi, quelle luci morbide e quella sensazione di pace e di tranquillità. E che mi piacerebbe ritrovare di nuovo, incontrando altre persone e condividendo altri attimi di gioia.
Un abbraccio stretto stretto!
Melania
22 Novembre 2016 at 17:29Esco anch’io da poco da un corso intenso di due giorni. Corso dove si cerca di incamerare l’impossibile affinché non sfugga proprio nulla.
Quello di cui non mi ero resa conto era il post corso. Il trauma di chi vorrebbe far tutto subito e bene. Cosa ovviamente impossibile.
Devo dire che faccio le lotte, che non è semplice. Che scattare vuol dire spesso anche munirsi di pazienza. Ecco, saper aspettare è importante. E pian piano tutto arriva.
La tua fluffosa è del sapore che più preferisco. ☺️ Un abbraccio
Tatiana Bruni
24 Novembre 2016 at 8:56Infatti non vedo l’ora di riprovare, da sola, per vedere quanto io possa aver compreso: purtroppo ho dei tempi strettissimi e considerando che ancora non ho uno sfondo sul quale scattare chiaramente le cose si complicano perché quando non hai un briciolo di spazio per te stessa qualsiasi complicazione riesce a confonderti la vita e tutta l’organizzazione cade miseramente. Gli sfondi usati al corso erano magnifici, realizzati artigianalmente da un mio concittadino, ma per ora per le mie possibilità sono veramente troppo costosi quindi mi sa che dovrò inventarmi un’alternativa… Ecco, nel mio caso dovrò aspettare per lo sfondo!
La fluffosa era fantastica: il limoncello era perfettamente equilibrato e non lo sentivi, lo percepivi in maniera perfetta… sicuramente la rifarò!
Un bacio 🙂
Serena
30 Novembre 2016 at 14:07Come capisco l’impotenza di non saperne sfruttarne appieno le potenzialità della reflex ma vedrai che i risultati non tarderanno ad arrivare e già si vedono da questo scatto ben composto, la fluffosa non è un soggetto facile fa fotografare per cui bravissima e bella anche la torta 😉 un saluto
Tatiana Bruni
30 Novembre 2016 at 16:41Qui sono stata aiutata, ma ho capito quali sono i principi alla base della composizione dell’illuminazione e non sai la voglia che ho di pubblicare di nuovo, ma siccome sono fortunata ho pure preso un bel virus che mi ha bloccato il portatile (ora sono su un fisso che non è il mio), quindi finchè non lo porto in clinica non si pubblica più… 🙁 Ohi ohi ohi….
Un bacione!
ConUnPocoDiZucchero Elena
3 Dicembre 2016 at 8:05mi ricordo quando l’ahi pubblicata su facebook qst foto e mi ero ripromessa di passare da te. in ritardo come al solto, ma ci sono! che bello aver avuto la possibilità di andare al corso di Monica!! già qst immagine è bellissima! quanti regali di foto bellissime ci farai per questo natale? <3 un bacio grande a te !!!
Tatiana Bruni
9 Dicembre 2016 at 12:13A dire il vero ci spero tanto di farne di foto, ma sto attraversando un momento molto caotico dal punto di vista personale… insomma, prometto di mettercela tutta perché non voglio dimenticare nemmeno una virgola di ciò che ho imparato!
Un bacio a te e alla picci 🙂 !
Vale
6 Dicembre 2016 at 8:56un dolce che è sempre una garanzia! La preparerò proprio oggi per farcirla domani…sarà la torta della cresima del mio ragazzo giovedì 8 dicembre! ….che bella poi questa foto! Un abbraccio
Tatiana Bruni
9 Dicembre 2016 at 12:20Ciao, ti ho appena recuperata dallo spam (ma come si permette?)… e allora com’è andata con la tua fluffosa? Devo passare un po’ da te a vedere le tue ultime produzioni (ho un periodo che tiranno è dir poco e sto trascurando tutti, me per prima…), ma nel mentre mi sono goduta la visione del tuo aperitivo: una fetta di fluffa per una tartina? Ci stai?
Un bacione 🙂
Francesca P.
8 Dicembre 2016 at 20:22La fotografia è un mondo tutto da esplorare. Con combinazioni e strade infinite. Con direzioni che somigliano a dei rami, con nicchie e insenature dove lo stupore si ferma, in attesa di essere scoperto e immortalato. Da quando scatto, ho un terzo occhio che pulsa e si emoziona. Sono sicura che tutti noi, con esercizio, pazienza e voglia di imparare, possiamo fare dei passi importanti dentro questo mondo… e se a trainare è una torta soffice e profumata, che porta con sè una storia tutta da raccontare, beh, la gioia è ancora più forte, no? 🙂
Prendo una fetta, anzi due… che a dicembre la voglia di morbidezza aumenta, con i primi veri freddi e il Natale che bussa…
Tatiana Bruni
9 Dicembre 2016 at 12:16E’ vero, la fotografia è un mondo a sé e questo terzo occhio è da un po’ che lavora, però non riuscivo a trasporre negli scatti quanto io già vedevo chiaramente; è un aspetto che non voglio trascurare poiché da sempre sono innamorata della pittura, cosa che piano piano mi ha portata alla fotografia, solo che mentre con il pennello vado liscia come l’olio e tutto mi viene spontaneo, qui la faccenda si fa più complicata. Ora ciò che voglio è tempo… e magari anche qualche sfondo decente che ancora sto cercando 🙂
Intanto vado in cucina e poi vedrai che qualcosa ne esce…
Un bacio!