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Arte, storia ed architettura

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Un altro sabato da foodblogger alla scoperta delle eccellenze friulane

Già mi sento professionale....

Già mi sento professionale….

Ancora non ci credo di avercela fatta, di esser riuscita ad andarci nonostante la mia “vita spericolata” che puntualmente riesce ad ingarbugliarmi le giornate: a dire il vero un po’ ci avevo rinunciato, ma la caparbietà di Cristina ha fatto sì che questa volta ci fossi anch’io (mi ha presa alla sprovvista, siamo onesti 🙂 )!

Sabato 10 ottobre, otto del mattino e si parte alla volta di Trivignano, piccolo borgo della campagna friulana, in compagnia di Cristina, organizzatrice della spedizione, di Barbara e di Gabriella… e poi ci sono anch’io, ancora travolta dai dubbi e dal (piccolo) senso di colpa per aver lasciato a casa da solo un figlio quasi-ammalato con la gastroenterite: quaranta minuti dopo siamo a destinazione, pronte e gasate per la visita al Molino Moras, da me già conosciuto in precedenza grazie al punto vendita di Trieste Unsaccomoras, ma che qui devo dire che ha dato il meglio di sé grazie ad una egregia introduzione in merito alle varietà di grano e alle relative proprietà organolettiche, cui è seguita la visita all’antico molino per poter toccare con mano quella che sino a quel momento era solo mera teoria. Oltretutto l’intervento del “lievitista” (eh sì… per tutte quelle che, come la sottoscritta, impastavano un po’ a casaccio, è stato uno shock sapere che esiste tale figura professionale) Giovanni Gandino mi ha resa edotta su aspetti chimici di tutta la faccenda che mi hanno letteralmente fatta cadere dal pero!

Ho avuto modo di apprendere molte nozioni in merito alla farina, che naturalmente io non distinguevo più di tanto non andando molto al di là della solita divisione tra grano tenero, grano duro e Manitoba, il tutto arricchito dalla mia ammirazione per una professionalità che ho apprezzato molto, grazie all’attenzione dimostrata dall’azienda per le caratteristiche del prodotto iniziale, che deve entrare in produzione in condizioni di umidità e di percentuale di sali minerali assolutamente ottimali e vista la poca serietà che negli ultimi anni aleggia nella produzione globale non è certo di poco conto: qui ci sono innanzitutto persone e solo successivamente piccoli imprenditori, pertanto il prodotto finale risulta essere assolutamente d’eccellenza e di altissima qualità! Posso dire anche la mia? Un aspetto che solitamente sfugge, ma io ho fatto una prova: il peso! Ho pesato un chilo di farina Moras e il risultato lordo era di 1200 g., esattamente la farina al netto più la tara della confezione, oltre al fatto che la farina rende al 100% nell’impasto. La farina della grande distribuzione, pesata al lordo, risultava pari a 980 g., tolta la tara restano 960-970 g. al massimo di prodotto, che nell’impasto non rende altrettanto, tant’è che per ottenere il mio pane quotidiano con una ricetta che prevede 500 g. di farina ne devo usare almeno 550 per non ottenere una pappa. E allora io premio la qualità ma anche l’onestà! E questa è gente che lavora sodo con onestà e trasparenza.

 

Inizia il tour...

Inizia il tour…

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Inizia l’apprendimento…

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Ed ecco il risultato finale!

Ed ecco il risultato finale!

 

Il processo produttivo è altamente meccanizzato

Il processo produttivo è altamente meccanizzato

 

Un giretto nei magazzini...

Un giretto nei magazzini…

 

Si passa all'aspetto pratico...

Si passa all’aspetto pratico…

 

e alle prime ghiottonerie!

e alle prime ghiottonerie!

 

Questo è anche un anno particolarmente importante per il Molino

Questo è anche un anno particolarmente importante per il Molino

 

Dopo la visita dello stabilimento di Trivignano, intervallato da una sacra e gustosa merenda accompagnata dalle tisane “Coccola Tè” dell’azienda Ferri dal 1905 (e voi non immaginate il profumo di vaniglia…),  c’è stato il trasferimento a Percoto, dove è situata l’azienda Dentesano, produttrice di ottimi insaccati realizzati a livello artigianale e con attenta e precisa cura nella scelta della materia prima e delle relative procedure di lavorazione, come ci è stato dato modo di testare nel corso dell’aperitivo offerto al nutrito gruppo di bloggers affamate e del successivo pranzo, tenutisi ambedue presso un casolare che era la fine del mondo! Il tutto è stato innaffiato dai vini della azienda Masùt da Rive: uno spettacolo! E non sono una persona che si accontenta di poco, da degna nipote di viticoltore, e giuro che un Sauvignon così non l’avevo mai bevuto prima….

La presentazione dell'azienda

La presentazione dell’azienda

 

E del menu che ci attende (la fame inizia a farsi sentire)

E del menu che ci attende (la fame inizia a farsi sentire)

 

Il "viaggio" nel mondo degli insaccati inizia dalla produzione dei wuerstel

Il “viaggio” nel mondo degli insaccati inizia dalla produzione dei würstel

 

Qui è una cosa "da sbavo"... mi sarei seduta sotto quei prosciutti e avrebbero dovuto portarmi via con la forza bruta... slurp!

Qui è una cosa “da sbavo”… mi sarei seduta sotto quei prosciutti e avrebbero dovuto portarmi via con la forza bruta… slurp!

 

I magazzini non sono da meno...

I magazzini non sono da meno…

 

Lo splendido scenario che ci ha ospitate per il momento più conviviale

Lo splendido scenario che ci ha ospitate per il momento più conviviale

 

Inizia il momento godurioso: cotto caldo in crosta con il kren

Inizia il momento godurioso: cotto caldo in crosta con il kren

 

Avvicinandoci timorosi all'abbeveramento

Avvicinandoci timorosi all’abbeveramento

 

...per gustare un Sauvignon fruttato che era la fine del mondo!

…per gustare un Sauvignon fruttato che era la fine del mondo!

 

Ecco i produttori di cotanta bontà...

Ecco i produttori di cotanta bontà…

 

Passiamo al salame "punta di coltello"?

Passiamo al salame Nonno Angelo in punta di coltello?

 

Meglio se accompagnato da un po' di focaccia...

Meglio se accompagnato da un po’ di focaccia…

 

C'è chi ci prova e mi conquista il cuore per la sua dolcezza (le mie pupe, al ritorno a casa, mi faranno la radiografia completa)

C’è chi ci prova e mi conquista il cuore per la sua dolcezza (le mie pupe, al ritorno a casa, mi faranno la radiografia completa)

 

Questi li memorizzo!

Questi li memorizzo!

 

Il pranzo è stato un momento di convivialità memorabile grazie alla simpatie delle bloggers e dalla semplicità dei titolari delle aziende: gente semplice, lavoratrice, abituata al lavoro in famiglia e al rapporto con la campagna con tutte le sue possibili variabili e difficoltà, persone molto alla mano e di un’umanità raramente rinvenibile in coloro i quali si trovano ai vertici aziendali.

Abbiamo avuto modo di assaggiare l’anatra all’arancia, splendido affettato accompagnato dai panini, anch’essi all’arancia, realizzati dal nostro mago del lievito con i prodotti del molino, il prosciutto di coniglio al tartufo (carne splendida!) con crackers di amaranto, il salame Nonno Angelo in punta di coltello accompagnato da una focaccia genovese, il prosciutto cotto in crosta con del buonissimo kren (rafano) grattugiato, tipico delle nostre zone e delicatamente adagiato su un crostino di filone e, tra i bocconcini caldi, lo stinco alla birra, accompagnato da deliziose patate (e meravigliosi grissini)… delicatissimo! Naturalmente per ogni piatto siamo stati coccolati con i relativi vini in maniera tale da esaltare i sapori grazie agli abbinamenti migliori: ho già scagliato una freccia in favore del Sauvignon, il bianco più buono mai bevuto, ma il bianco friulano non è stato da meno, per non tralasciare il Pinot nero, corposo al punto giusto, perfetto per gli insaccati ma non troppo “duro”.

Iniziamo il pranzo con l'anatra all'arancia e il profumatissimo pane agrumato abbinato

Iniziamo il pranzo con l’anatra all’arancia e il profumatissimo pane agrumato abbinato

 

Eccolo... panino all'arancia, una sciccheria!

Eccolo… il panino all’arancia, una sciccheria!

 

Coniglio e crackers all'amaranto

Prosciutto di coniglio al tartufo e crackers all’amaranto

 

No...dico...pure bellissimo da vedere!

No…dico…pure bellissimo da vedere!

 

Per accompagnare lo stinco alla birra

Per accompagnare lo stinco alla birra

 

E per sgranchirsi un po' le gambe si fa un giro ad ammirare la cucina

E per sgranchirsi un po’ le gambe si fa un giro ad ammirare la cucina

 

Bella eh?

Bella eh?

 

E volgendo gli occhi al cielo... uno splendore!

E volgendo gli occhi al cielo… uno splendore!

 

Prima di arrivare al momento del dessert, arricchito dai tipici dolci delle nostre zone a base di mele e frutta secca offerte dal Panificio Pasticceria Tondon,  c’è stato un altro intervento regalatoci dal Maestro di Arte Bianca Giuseppe Gandino che, oltretutto, è di una simpatia travolgente e ci ha fatte sbellicare dalle risate, oltre ad averci insegnato qualcosa sulla pasta madre, argomento per me abbastanza oscuro da sempre visto che da anni riesco a far morire qualsiasi lievito madre prima ancora di farlo diventare adulto… sia questa la volta buona che ce la farò?

Le foto scattate sono state più di cento e la scelta per la pubblicazione è stata molto dura: ve ne offro un po’… spero rendano bene l’idea della gioia provata nel corso della giornata!

Potevo non abbracciarmelo un po'? PS: mio marito ha visto la foto ululando "e questo chi è?"

Potevo non abbracciarmelo un po’? PS: mio marito ha visto la foto ululando “e questo chi è?”

 

Posso solo dire un grazie di cuore a Molino Moras, Salumificio Dentesano, QBquantobasta (goloso mensile che ha collaborato per l’organizzazione dell’evento), Masut da RiveFerri dal 1905, Panificio Pasticceria Tondon e al Maestro Gandino per la bellissima giornata e per i preziosi insegnamenti!

 

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Un sabato al Caffè San Marco

Gli interni del Caffè San Marco

Gli interni del Caffè San Marco

Sabato 3 ottobre, un sabato qualunque, come al solito costellato dai consueti impegni: spesa, pulizie di casa, cani a passeggio… poi casualmente do un’occhiata all’app di Facebook sul telefonino e, grazie ad un post di Cristina, vengo a sapere che Jessica è in visita nella nostra città: la mia prima reazione è una sonora protesta perchè anch’io voglio conoscere la “napoletana che viene da Seattle” e, detto fatto, complice mio figlio che si è eclissato a casa di un amico, il marito al lavoro, i miei genitori che non hanno combinato altri danni, i cani che sono democratici rinunciando al giretto lungo e Jessica che è molto disponibile… ci incontriamo davanti allo storico Caffè San Marco, all’interno del quale è in procinto di svolgersi una visita guidata (premesso, scovata da Jessica… perchè gli “indigeni” come la sottoscritta queste cose col cavolo che le sanno 🙂 !).

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Il caffè e i libri…

E insomma…. ne è uscito un pomeriggio bello, divertente, rilassante, pieno i chiacchiere nemmeno ci conoscessimo da un decennio, perchè lei è così, semplice, solare, verace ed esplosiva! Una forza della natura, accompagnata da Matteo, simpatico quanto lei e che mi hanno fatta sbellicare dalle risate… un incontro che a pelle è andato alla grande e io ad istinto non ho mai sbagliato!

Ho avuto modo così di sapere che lo storico Caffè San Marco nacque nel 1914 quale sala da biliardo e che venne parzialmente convertito in caffè per intrattenere le mogli dei relativi frequentatori, pur essendone proibita la tazzina alle donne (che però bevevano la cioccolata e forse tanto male non andava….), per divenire poi negli anni com’è ora… o quasi visto che due anni fa è stata nuovamente convertita un’ala del caffè al fine di poter ospitare alcune presentazioni letterarie, con conseguente vendita di volumi stampati. Del resto i suoi tavolini sono sempre stati occupati dagli intellettuali della città, quali Umberto Saba, James Joyce, Italo Svevo e Giani Stuparich, abitudine ancora portata avanti da molti studenti che su quei tavolini scribacchiano riempiendo quaderni di appunti o ripetendo intere lezioni di esame.

Libri, libri e ancora libri!

Libri, libri e ancora libri!

Alla descrizione del contesto ambientale e storico si è accompagnata anche una dettagliata spiegazione in merito al caffè, alle miscele usate e scelte personalmente dallo storico locale sino alla tostatura che viene effettuata in perfetta autonomia presso l’unica torrefazione di Trieste che ancora funziona a legna: in questo modo si ottiene un caffè al 90% arabica e 10% robusta intriso dell’aroma del legno e delle sue resine, un caffè “da conversazione” come è stato definito e come abbiamo avuto modo di assaggiare, una bevanda che non disturba il sonno nemmeno se gustata a pomeriggio inoltrato.

Il caffè all'origine

Il caffè all’origine

Il caffè verde

Il caffè verde

Chicchi crudi e tostati a confronto

Chicchi crudi e tostati a confronto

Il prodotto finale

Il prodotto finale

Di notevole interesse è la macchina che viene usata per riempire la tazzina, in quanto l’acqua scende a caduta verticale e non viene portata in orizzontale come in tutte le macchine espresso che vengono usate abitualmente: mi astengo dai dettagli tecnici perchè non sarei in grado di dare delle spiegazioni dettagliate e corrette, ma già l’aspetto estetico è notevole!

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Il nostro pomeriggio insieme non si è esaurito con il tour del caffè, ma si è prolungato in tutto relax ad un tavolino del San Marco dove abbiamo assaggiato una prelibatezza, tipica delle nostre zone, che Jessica non conosceva: un calice di Hugo, cocktail a base di sciroppo di fiori di sambuco, Prosecco, acqua minerale frizzante, lime e foglie di menta… che l’ha conquistata! Insomma, un altro punto a favore di Trieste… tant’è che penso per lei i nostri simboli d’ora in poi saranno piazza dell’Unità, affacciata sul mare, e lo Hugo 🙂

Lo Hugo

Lo Hugo

Torna ancora a trovarci Jess, con la tua travolgente simpatia… questa volta è stato un incontro improvvisato in mezzora (con tanto di foto scattate al cellulare perchè nella fretta ho dimenticato anche la  reflex), ma per la prossima volta lo Hugo ce lo organizziamo con cura!

Jess, a sinistra, ed io... l'incontro è stato talmente frettoloso che le foto sono state scattate tutte con il cellulare!

Jess, a sinistra, ed io… l’incontro più repentino della storia delle Bloggalline!

Arte, storia ed architettura

Il vento del mare del nord

Sono trascorsi un po’ di giorni dal mio rientro dalle vacanze e solo ora ho scaricato le fotografie perché nel frattempo la reflex ha avuto un problema e dovrà passare dal tecnico per una visitina 🙁

Gli scatti sono stati tantissimi perché questa volta mio figlio si è impadronito della mia fidata macchinetta (che il guasto sia un caso?) e ha scattato a ripetizione come un giapponesino, riuscendo a riempire 2 GB di schedina in due settimane!

Del resto la vacanza l’ha scelta lui e io ho accettato, mio malgrado, ben sapendo che scarpinare nella polvere cittadina non è certamente né riposante né tantomeno rilassante: la prima tappa è stata Cesky Krumlov, delizioso borgo boemo sulle rive della Moldava, dove ho assistito ad una fervente attività natatoria sulle sue acque, godendomi la città sorseggiando una deliziosa birra ghiacciata su un pontile galleggiante.

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Cesky Krumlov

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Cesky Krumlov e la Moldava

Cesky Krumlov, un piccolo gioiello sulle rive della Moldava

Cesky Krumlov, un piccolo gioiello sulle rive della Moldava

Successivamente ci siamo spostati a Berlino (e tralascio Dresda perchè la ricordavo più bella e invece è sporca e trascurata), metropoli più gradevole da vivere più che da visitare, nonostante la ricchezza delle proposte, forse perché già l’avevo vista in maniera molto approfondita, forse perché tutto riporta ad eventi storici legati alla dominazione nazista, che personalmente non apprezzo molto, forse perché alla fine detesto le grandi città; comunque sia a Berlino ho visto di tutto, dal tipo che con 40° girava vestito da orso bruno al signore (?) che passeggiava tranquillamente a sedere scoperto con la musica a palla… e il bello è che lì si può, nessuno si scandalizza né obietta alcunché e ciò mi piace da morire! In compenso nessuno sgarra perché alla prima cavolata che fai ti ritrovi in guai seri e ciò dimostra che il rispetto della libertà altrui può convivere tranquillamente con quello per le regole: stupendo!

Finalmente al Pergamon! Queste ceramiche me le sarei portate a casa subito....

Finalmente al Pergamon! Queste ceramiche me le sarei portate a casa subito….

Lo Zwinger (Dresda)

Lo Zwinger (Dresda)

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I giardini interni dello Zwinger

Il trasferimento successivo è stato ad Amburgo, meravigliosa città sull’Elba, un porto che è una città nella città: facendo il giro del porto in barca, due ore in tutto, ci si rende conto della sua enormità e del relativo indotto realizzato su un fiume! E’ una cosa di proporzioni mostruose, un fermento silenzioso e continuo di merci a livelli epici, nonostante tutto ciò riesca a convivere con i canali sparsi lungo la città a lambire le fondamenta dei palazzi, con delle spiagge estese e organizzatissime, con un porticciolo da diporto che è una chicca: trovarsi alle 11 del mattino a sorseggiare una magnifica birra fredda (sì, in Germania si può, anzi… si deve!) sul ponte di prua di un battello è un’esperienza deliziosa ed una soddisfazione impagabile, mentre il sole scalda come non mai e l’Elba luccica ondeggiando sotto lo scafo di motoscafi e barche a vela.

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Il porto di Amburgo

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Ancora la meravigliosa Amburgo

La tappa seguente è stata una piacevole sorpresa, un piccolo borgo nell’estremo nord tedesco, dove sarei rimasta un giorno in più se non fosse stato che il tempo era davvero bizzarro e ciò ha scoraggiato i miei fastidiosi coinquilini: Laboe, una frazione di Kiel, nello Schleswig-Holstein, completamente estesa sul lungomare, con una fila lunghissima di cottage bianchi su un lato e la spiaggia sull’altro, ventosa e colorata dalle vele multicolori dei ragazzi che praticano il kitesurf con una maestria tale che mi sono seduta sulla sabbia a guardarli mentre le cagnette erano libere di scorrazzare inseguendo il frangersi delle onde, senza nessuno che avesse da obiettare grazie alla splendida mentalità nordica di grande rispetto verso chiunque e di grande educazione ed etica.

Bellissimo quel momento in cui, coperta da una felpa pesante e da un megafoulard, mi sono goduta il vento del nord, ridendo delle evoluzioni dei kitesurfers e immaginando mondi lontani nello scrutare il lembo di terra danese che avevo di fronte, stupendo vedere Bubu che, pur nemica dell’acqua, correva con le zampette a mollo per portare a riva i sassi bagnati e regalarli a Polly: mi sono sentita viva come non mai contemplando quel cielo che virava dal sole cocente al temporale in pochi secondi, respirando quel vento sferzante freddo e tanto pulito nonostante la sabbia circostante che talora si sollevava formando delle dune nel mezzo della poca vegetazione e dei licheni.

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Laboe (Kiel): Bubu a caccia di sassi da portare alla sorella

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Il meraviglioso mare del nord

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Le due sorelline finalmente libere dai rispettivi guinzagli!

Il ritorno è stato costellato dalla visita a Sachsenhausen, che già avevo avuto modo di conoscere molti anni fa, ma presso cui siamo ritornati su richiesta di mio figlio il quale, dopo aver studiato il nazismo a scuola, giustamente voleva toccare con mano ciò che rimane della disperazione dei lager, pur avendone visto già più di uno; è seguito Buchenwald (con una capatina nella vicina e deliziosa Weimar), che nemmeno io conoscevo, almeno per completare un po’ la mia cultura in merito, iniziata anni fa nella mia città, unico centro italiano ad avere un campo di prigionia (la Risiera di San Sabba) e culminata pochi anni fa con Auschwitz-Birkenau. Conoscere la storia per comprendere il presente. Sante parole.

E piano piano siamo rientrati a casa, con un giorno di anticipo perché il budget era finito, ma è stato meglio così perché due giorni dopo è iniziata la scuola, un ambiente nuovo per mio figlio, un passo importante per lui che nei tre anni di scuola media ha sofferto tanto in un ambiente di pessima qualità che sembrava una caserma. E rimane il sogno, per l’anno venturo, di vedere ancora il mare, quello che io amo tanto, quello dei borghi di pescatori e dalle case bianche e blu, quel Mediterraneo che fa parte di me e senza il quale vivo male.

Il castello di Torgau

Il castello di Torgau

Il castello e l'Elba sullo sfondo

Il castello e l’Elba sullo sfondo

 

 

Arte, storia ed architettura/ Un po' del mio mondo

Il mondo perfetto

L'estasi di un'appassionata di cucina qui ha trovato l'apoteosi (e anche il cioccolato di Modica)

L’estasi di un’appassionata di cucina qui ha trovato l’apoteosi (e anche il cioccolato di Modica)

E’ quello in cui sei felice ogni mattina anche se il sole si nasconde e decidi che puoi sfruttare al meglio la giornata visitando il museo della tua città che ancora non hai visto, se anche piove e non puoi andare al mare va bene ugualmente, puoi stenderti sul divano e coccolarti con un libro, se il tempo cambia ogni pochi minuti puoi sistemare il balcone, riordinare l’orticello e rendere la casa più bella, se ti senti riposato puoi metterti in cucina e creare qualche meraviglia dal nulla, reinventandoti i pasti con il poco che c’è e organizzandoti la settimana di lavoro riempiendo il congelatore.

C’è chi si lamenta di questa estate bizzarra e molto norvegese, ma io me la sono goduta al meglio, ho finalmente reso la casa più abitabile e quando me la posso godere con un libro in mano mi sembra di rilassarmi in un albergo a cinque stelle, adoro alzarmi con calma la domenica, stiracchiarmi come un gatto e passeggiare a piedi nudi sul parquet riscaldato dal sole, sedermi sul balcone con una tazza di caffè in mano e guardare il bosco, gli alberi sovrastati da un cielo bellissimo pieno di nuvoloni variopinti che rotolando si rincorrono, le foglie cariche di pioggia che sembrano ancora più verdi e profumate.

C’è chi si agita se non può uscire, c’è chi in casa propria non riesce a starci, mentre per me le cose più importanti sono la casa e la borsa, enorme e strapiena, che mi accompagna ovunque, perché per me è sempre stato come portare un pezzetto di casa con me e tuffarmici dentro durante le interminabili ore lavorative e trovarvi dentro ogni bene di conforto, tenerla accanto a me sulla scrivania…beh, è davvero come essere un po’ nel salotto di casa mia!

Il mondo perfetto è avere un paio d’ore di tempo e riempire la casa dei profumi della cucina per poi sentire il cuore che scoppia di gioia nel vedere la famiglia che rientra sorridendo con le narici solleticate dall’aroma del pane nel forno, quando mio figlio mi corre incontro abbracciandomi e inondandomi di una fiume di parole confuse che rotolano incespicando una sull’altra per la fretta di farmi sapere proprio tutto in un minuto solo, quando mio marito aspetta pazientemente che termini il momento furioso del piccolo per raccontarmi la sua giornata, quando mi siedo rassegnata alla confusione e ascolto tutti, con le cagnoline che si arrampicano addosso a tutti esaltate dal profumo del cibo quasi pronto.

E’ bello anche quando si riesce a mettere insieme qualche giorno libero e scappare lontano, in un clima di complicità nonostante spesso si parta con quattro soldi in tasca, facendo letteralmente le capriole quando si parla del “viaggio dell’anno”, quello accuratamente scelto e preparato con la massima attenzione e costantemente a votazione unanime, quello che piano piano cerco di condividere con voi.

Mi rendo conto che sto pubblicando con moltissima lentezza, ma il non avere ancora un portatile tutto mio mi causa non poche difficoltà, comunque queste foto le avevo preparate pochi giorni fa cercando almeno di marchiarle con dei programmini estemporanei che non richiedano dei download, visto che sto usando un computer che non è il mio; godetevi anche questi scatti nel mentre io torno in cucina perché vorrei replicare una delle meraviglie che ho conosciuto nel corso di questo viaggio.

Taormina, un gioiello proteso a picco sul mare

Taormina, un gioiello proteso a picco sul mare

E' stata la tappa più bella in assoluto

E’ stata la tappa più bella in assoluto

Lo gnomo che è riuscito a trascinare un'intera famiglia fin quaggiù...

Lo gnomo che è riuscito a trascinare un’intera famiglia fin quaggiù…

E qui sono rimasta definitivamente folgorata....

E qui sono rimasta definitivamente folgorata….

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Arte, storia ed architettura/ Un po' del mio mondo

Ho pazienza solo per l’amore

“Non ho pazienza per alcune cose, non perché sia diventata arrogante, semplicemente perché sono arrivata a un punto della mia vita in cui non mi piace più perdere tempo con ciò che mi dispiace o ferisce.
Non ho pazienza per il cinismo, critiche eccessive e richieste di qualsiasi natura. Ho perso la voglia di compiacere chi non mi aggrada, di amare chi non mi ama e di sorridere a chi non mi sorride. 
Non dedico più un minuto a chi mente o vuole manipolare.
Ho deciso di non convivere più con la presunzione, l’ipocrisia, la disonestà e le lodi a buon mercato.
Non tollero l’erudizione selettiva e l’arroganza accademica. 
Non mi adeguo più al provincialismo e ai pettegolezzi. Non sopporto conflitti e confronti.
Credo in un mondo di opposti, per questo evito le persone rigide e inflessibili. 
Nell’amicizia non mi piace la mancanza di lealtà e il tradimento.
Non mi accompagno con chi non sappia elogiare o incoraggiare.
I sensazionalismi mi annoiano e ho difficoltà ad accettare coloro a cui non piacciono gli animali.
Soprattutto, non ho nessuna pazienza per chi non merita la mia pazienza.”

Meryl Streep

 

Eppure, nonostante la pazienza sia latitante, ho trascorso l’ultima settimana con l’amica di sempre, quella perduta trent’anni fa e da poco ritrovata, quella che mi ha invaso la casa con i bagagli e il cuore con l’affetto che non ha mai perduto nelle sue peregrinazioni e nelle difficoltà che ha incontrato lungo il cammino: una settimana faticosa a gestire lei e il suo caro figliolo, ad accogliere anche il figlio maggiore appena ha trovato due giorni per raggiungerci, tutti strizzati in una casa che proprio grande non è: ho cucinato tanto, tantissimo, ho parlato molto, moltissimo… e ancora una volta ho capito che davvero non ho più tolleranza alcuna per chi manipola le persone, per chi sfrutta una donna per poi lasciarla da sola a crescere dei figli, senza un lavoro e con una casa che cade a pezzi, facendole la guerra e rovinandole l’esistenza.

Lei ora è ripartita mentre la sto aiutando a ritornare a casa, casa sua, la nostra città, chissà se ci riusciremo con l’unione di cuori che ci ha sempre contraddistinte, come quando avevamo quindici anni e ci divertivamo con nulla, quando contavamo gli spiccioli per un gelato al mare… ci spero davvero perché lei è dolcissima e già mi manca….

Appena lei è uscita ho incontrato un’altra cara ragazza, che conoscevo appena, in grosse difficoltà con il compagno e che si è trovata in mezzo alla strada, senza soldi né biglietto di ritorno a casa, sola in compagnia del suo cane e dei bagagli… potevo lasciarla nei guai? Ovviamente no, non me la sono proprio sentita, quindi (grazie alla collaborazione di un marito splendido) ce l’abbiamo fatta anche questa volta. E di nuovo posso ribadire di aver ricevuto più soddisfazione dall’amore che mi hanno regalato queste due persone rispetto ai rapporti fatui ed evanescenti con chi del mio tempo non merita nemmeno un minuto, con chi parla molto eppure non ti lascia nulla nel cuore, con chi ti elogia solo per mera convenienza: in pochi giorni ho ritrovato un’amica che credevo perduta e ne ho incontrata un’altra, ho imparato di più asciugando le sue lacrime che non ascoltando finti discorsi accademici e l’abbraccio che mi ha regalato ieri sera è valso più di mille parole.

Sono stanca, molto stanca…ma felice!

E ora finalmente riesco a condividere qualche scatto delle mie vacanze: mi sono fatta attendere, lo so, ma ne è valsa la pena investire il mio tempo regalando un pezzo del mio cuore perché la valanga di amore che ho ricevuto è stata incredibile, perché stringere lei in lacrime e faticare per non versarne altrettante è stata dura, ma so di aver fatto la scelta giusta e che la rifarei mille volte ancora!

Le foto che ho scattato sono moltissime, quindi inizio con quanto più mi ha colpito: i pescatori di Sciacca, perchè il legame che ho con il mare è indissolubile!

Le ceramiche erano un sogno

Le ceramiche erano un sogno

Specie se incorniciate dai colori del tramonto

Specie se incorniciate dai colori del tramonto

12)Sciacca,visita della cittadina,granita col pan caldo e acquisto pesse direttamente dai pescadori (39)

Quando siamo arrivati scendeva una sera meravigliosa…

L'indomani mattina  abbiamo atteso il rientro dei pescatori

L’indomani mattina abbiamo atteso il rientro dei pescatori

12)Sciacca,visita della cittadina,granita col pan caldo e acquisto pesse direttamente dai pescadori (59)

Abbiamo fatto scorta di pesce freschissimo

12)Sciacca,visita della cittadina,granita col pan caldo e acquisto pesse direttamente dai pescadori (54)

Abbiamo riempito il congelatore del camper

Per poi fare colazione con pane caldo e granita al limone..

Per poi fare colazione con pane caldo e granita al limone..

Il signor Aurelio, artigiano della granita, che ci ha fatti rincasare con una bella scorta di limoni

Il signor Aurelio, artigiano della granita, che ci ha fatti rincasare con una bella scorta di limoni

Arte, storia ed architettura/ Un po' del mio mondo

Sono ritornata… con il turchese nel cuore!

Sospesi tra mare e cielo

Sospesi tra mare e cielo

E’ trascorsa già una settimana dal mio rientro, ma mi sono trovata catapultata subito nel lavoro, tantissimo lavoro, e ciò non mi ha dato la possibilità di metabolizzare il rientro, cosa di cui ho sempre assoluto bisogno prima di poter scrivere… devo riflettere, sentire il pensiero dentro di me… e poi le parole iniziano a fluire come acqua in piena…

La malinconia del ritorno...

La malinconia del ritorno…

Nella notte tra venerdì e sabato scorso sono sbarcata a Trieste, la mia città, stanca dopo un tragitto via mare troppo lungo, essendo partiti da Patrasso e avendo trascorso la maggior parte del tempo in cabina a causa del forte maltempo che ci ha accompagnati  per buona parte del viaggio… una sofferenza dopo tre settimane sospese tra cielo e mare, tre settimane vissute all’insegna di tutte le sfumature di colore, dal blu intenso al turchese più profondo, tre settimane caldissime, ventose, secche… il clima che più amo al mondo!

Solo fiori e mare!

Solo fiori e mare!

Sono partita per la Grecia con la fermissima intenzione di visitare alcune isole, tra cui Santorini, che era il mio sogno di sempre: purtroppo abbiamo dovuto rinunciare poichè i traghetti, a causa della pesante crisi che ha colpito il paese, sono stati interamente privatizzati, con conseguenti prezzi proebitivi… ci sono stati chiesti 440 euro per Santorini!!! I traghetti partivano vuoti, ovviamente… un altro aspetto che mi ha creato dei problemi è stato il fare la spesa, la comunissima spesa alimentare… prezzi da paura! Sia nelle botteghe di paese che negli ipermercati… ci siamo salvati grazie ai Carrefour, ma mi sono chiesta come questo dignitosissimo popolo riesca a mangiare a questi prezzi e con gli stipendi tagliati sensibilmente. La situazione, sino a poco tempo fa florida, che permetteva al turista di cenare allegramente in una trattoria sul mare, ora è completamente rovesciata: i prezzi sono molto elevati, anche se la qualità che ho trovato nel cibo è stata ottima, però non ho potuto cenare che due sole volte e già mi è pesato sul bilancio. In compenso ho trascorso delle bellissime serate sulle coste del Peloponneso a sorseggiare bicchieri di Ouzo ghiacciato e ascoltando lo sciabordio del mare, nella pace più assoluta e lontana anni luce dal caos della città.

Dopo una lunga nuotata...

Dopo una lunga nuotata…

Un momento di fresco... mi sono innamorata i queste bottiglie!

… un momento di fresco… mi sono innamorata i queste bottiglie!

Il turchese è ovunque...

Il turchese è ovunque…

... nel mare...

… nel mare…

... nel cielo cocente di mezzogiorno...

… nel cielo cocente di mezzogiorno…

... oltre il faro... adoro i fari!

… oltre il faro… adoro i fari!

E la prossima volta... isole aspettatemi!

E la prossima volta… isole aspettatemi!

Il terzo problema che ho riscontrato è stata la “recentissima” tolleranza zero nei confronti dei camper, in riferimento ai quali spesso non viene ammessa nemmeno la sosta, al pari di qualsiasi altro veicolo… le amministrazioni comunali hanno stabilito che la sosta equivale al campeggio e ciò ci ha portato a spendere una somma considerevole per i campeggi, soldi che ovviamente abbiamo dovuto levare dal fondo destinato ad altri obiettivi!

Posso dire però di aver trovato un popolo meraviglioso, gentile, onesto e generoso, un popolo che dona quel poco che ha, gente semplice, povera, gente di mare che ha scavato con le mani per toglierci da una sabbiola nella quale ci eravamo impantanati e che ha avuto molte difficoltà nell’accettare almeno un paio di birre in segno di gratitudine.

Non avendo potuto visitare le isole mi sono mancate le spiagge belle, quelle che abbiamo incontrato non erano proprio granchè, però la bellezza estrema del mare che le bagnava ci ha ripagati, nonostante tutto… come giustamente ha osservato mio marito un mare così ce l’abbiamo attaccato a casa, in Croazia, ma l’aspetto selvaggio delle calette scoperte per me è stato impagabile, è una natura diversa, più vera e più viva!

Il percorso seguito nelle tre settimane di “vagabondaggio” ci hanno portato a dei siti archeologici meravigliosi: l’emozione delle tombe di Agamennone e di Clitennestra, il brivido della Porta dei Leoni, la meraviglia dello stadio di Olimpia, l’incredibile bellezza di Mystras, antica città bizantina, patrimonio dell’Unesco, sulla cui collina ci siamo faticosamente arrampicati sotto il sole cocente delle ore di punta (tutti i siti archeologici chiudono alle 15.00, anzichè alle 20,00, a causa della crisi nazionale che ha portato al taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici), essendo però ricompensati dalla deliziosa accoglienza delle suore ricamatrici che ancora vivono all’interno del monastero situato sulla sommità del colle e che ci hanno accolto con delle profumatissime caramelle al garofano di loro produzione.

Ci sarebbe tanto, tantissimo da scrivere, ma preferisco lasciare che queste poche immagini parlino per me e del mio desiderio di ritornare in questo mondo bianco e turchese dove la bellezza non riesce ad offuscare le concrete ed evidenti difficoltà di un popolo lontano anni luce da una modernità forse auspicata, ma che vive dignitosamente e serenamente a contatto con la purezza di una natura ancora incontaminata.

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Arte, storia ed architettura/ Un po' del mio mondo

Una gitarella nella mia città: Castello e Cattedrale di San Giusto

Il bellissimo piazzale sul quale si ergono il Castello e la Cattedrale

Il bellissimo piazzale sul quale si ergono il Castello e la Cattedrale

La Cattedrale vista dalle finestre del Castello

La Cattedrale vista dalle finestre del Castello

Una domenica strana: un alternarsi continuo di sole cocente e di gelide nubi nere, perfetto per una passeggiata primaverile senza grosse pretese e senza schiattare dal caldo… usciamo da casa tutti insieme, il maritino, il figliolo, la cagnetta ed io, senza saper bene dove andare a parare: tutti in sella allo scooter e via! Il marito con il figliolo al seguito perchè andare con il papà è più divertente (e certo… corre lui, mica è una lumachina come la mamma…), il cane comodamente alloggiato nel proprio borsone morbido, appoggiato sulla pedana! E io, per una volta, da sola e rilassata sul mio “dueruote”!

Parcheggiamo in centro e iniziamo la scarpinata, lungo le vie del centro storico (e meno male che ho optato per leggins e ballerine!), per raggiungere la sommità del colle di San Giusto, dove svetta la nostra cattedrale e il bellissimo, omonimo, castello: Federico non c’è mai stato e io non ricordo molto di quanto vidi anni fa… se poi si aggiunge che anche la cagnolina è ammessa all’interno della struttura fortificata… perchè no?

Mikez e Jakez

Mikez e Jakez

Sono rimasta incantata e senza parole… ho scoperto nuove stanze aperte, un castello curatissimo e stupendo, ma andiamo per gradi e iniziamo con un po’ di storia…

Splendidi particolari degli interni

Splendidi particolari degli interni

Premetto che in storia sono parecchio somarella, ma amando l’arte riesco un po’ ad arrampicarmi sugli specchi, nota pratica sportiva molto utile non solo a scuola, ma anche per descrivere la genesi e l’evoluzione di questo magnifico sito che domina tutta Trieste: il tutto trae origine nel periodo che va dalla fine dell’età del Bronzo sino a tutta l’età del Ferro, quindi siamo intorno al 1000 c.C., epoca in cui un castelliere occupa la cime del colle,  in posizione chiaramente strategica per il controllo del terreno circostante, tralalatro circondato dal mare e, quindi , maggiormente a rischio di invasione.

Meravigliose sedute lignee completamente intagliate

Meravigliose sedute lignee completamente intagliate

E’ proprio da questo abitato fortificato che, all’inizio del primo millennio a.C., nasce il centro abitato di Tergestum, termine la cui etimologia trova fondamento dal vocabolo “Terg”, di radice indoeuropea, che significa “mercato” e dal tipico suffisso veneto “este”, che equivale  a “città”: la parte storica tuttora più valorizzata allo stato attuale è però quella, risalente alla prima metà del II secolo a.C., epoca in cui i Romani si impadronirono della città stabilendo il centro della loro vita sulla cima del colle, fondandovi una colonia militare e dando origine agli edifici più rappresentativi della città romana, tra cui il Tempio Capitolino, dedicato alla triade capitolina, con i monumentali Propilei, i cui resti ancora sono visibili sotto il basamento del campanile della cattedrale di San Giusto. Ricordiamo ancora la Basilica Civile, di epoca successiva (siamo già intorno al 133 d.C.), vastissima, biabdisata, sede del consiglio del municipium, tribunale nonchè luogo di riunione e, stupenda ancor oggi, la piazza del foro: i resti di questi ultimi sono stati riportati alla luce  negli anni ’30 e sono posti magnificamente in evidenza alla base del castello.

Particolare del soffitto

Particolare del soffitto

Splendido camino piastrellato

Splendido camino piastrellato

Il castello, così come lo conosciamo oggi, fu costruito in circa due secoli, tra il 1470 e il 1630: all’ingresso ci accolgono gli originali di Mikez e Jakez (Michele e Giacomo, nomi riferiti, sembra, a due famosi giudici della città), i due automi, modellati nel giugno del 1985 da Fausto Asteo, le cui copie ancora oggi battono le ore sul Palazzo Comunale, mentre all’interno vi si possono ammirare la Casa del Capitano, che ospita il Civico Museo del Castello, ricco di armi e di splendidi cassapanche lignee (me ne sarei portata volentieri una a casa… 🙂 ), bellissimo è il camminamento di ronda che permette di ammirare tutto il Golfo di Trieste e, nelle giornate di migliore visibilità, di intravedere Grado e Venezia alla propria destra e l’Istria alla sinistra e… girandosi appena un po’, di ammirare, alle proprie spalle, le catene montuose delle Giulie e della Slovenia, spesso ancora imbiancate!

Il camminamento di ronda

Il camminamento di ronda

Scendendo dal camminamento di ronda si percorrono i bastioni, tra cui il neorestaurato Bastione Lalio, che ci porta al Lapidario Triestino, sede espositiva di steli, epitaffi e stupendi mosaici di epoca romana, rinvenuti nei vari scavi posti in essere nel corso degli anni nella mia città e, sino a pochi anni fa, esposti all’aperto dell’Orto Lapidario, in balìa degli eventi atmosferici; l’ingresso al Lapidario è alquanto suggestivo poichè ci si immerge completamente nei sotterranei del castello, in tutta la loro atmosfera…

Suggestivo ingresso del Lapidario

Suggestivo ingresso del Lapidario

Splendidi mosaici ritrovati nella zona di Barcola, zona di ville romane signorili

Splendidi mosaici ritrovati nella zona di Barcola, zona di ville romane signorili

Di ritorno dal Lapidario si dà un’ultima occhiata al Bastione Fiorito e al cortile interno, di lontano uso militare e sul quale ancora campeggia un enorme circolo indicante il luogo ove sorgeva la santabarbara, ma attualmente utilizzato per gli spettacoli che da decenni vengono ospitati dalle strutture del castello: ricordo ancora che mia madre mi raccontava spesso delle sue serate estive ad ammirare gli spettacoli musicali organizzati sul Bastione Fiorito!

Particolare di un bastione

Particolare di un bastione

Delle volte si cerca di uscire di casa percorrendo decine di chilometri, spesso inutilmente, perchè dopo la visita al colle di San Giusto siamo scesi lungo le suggestive viuzze della “cittàvecchia”, come qui viene chiamato il centro storico, per raggiungere la parte moderna della città e… un meritatissimo gelatone!

Una splendida domenica di una famiglia di turisti nella propria città!

La Cattedrale di San Giusto con lo splendido rosone

La Cattedrale di San Giusto con lo splendido rosone

Ancora un particolare degli splendidi arredi

Ancora un particolare degli splendidi arredi

Questo baule ligneo intagliato me lo sarei portato volentieri a casa!

Questo baule ligneo intagliato me lo sarei portato volentieri a casa!

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