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Autoproduzione

Autoproduzione/ Bevande

Latte di mandorle

2013-07-019

Gli esperimenti anti-lattosio continuano e stavolta sono abbastanza soddisfatta: nel mentre attendo che il calore si plachi un po’ mi dedico a tutto quanto richieda poca cottura, se non addirittura nulla!

Ho dato una sbollentata alle mandorle per poterle pelare agevolmente e le ho messe in un contenitore con dell’acqua, ho aggiunto un pizzico di sale e una cucchiaiata di zucchero di canna, ho frullato con il minipimer molto bene perchè non mi andava di filtrare il latte ottenuto: alla fine, nonostante sia certa della sua provenienza di sintesi, ma mi piace sentire i sapori decisi, ho aggiunto anche un po’ di aroma mandorla… insomma, alla salute ci tengo, ma non sono fissata nè con il biologico, nè con il vegan, nè con nessun’altra idea assolutistica in merito al cibo! Io il sapore di mandorla lo voglio percepire!

A dire il vero il liquido ottenuto andrebbe filtrato più volte con una garza e lo scarto di filtratura (l’okara) è ottimo da aggiungere ai dolci, tralaltro lo si può agevolmente congelare, ma a me piace sentire tra i denti quei piccolissimi frammenti di mandorla, soprattutto perchè lo bevo a colazione con i cereali, quindi un po’ più denso è gradevole.

Stavolta sono decisamente soddisfatta del risultato e mi sento ripagata di aver consultato una marea di blog (che ringrazio in blocco…) per cercare la soluzione migliore… penso di averne aperti almeno una ventina e le molteplici versioni, pur simili tra loro, mi hanno messa un po’ in crisi! Naturalmente gli esperimenti continuano….

2013-07-18 15.13.19

Ingredienti: 

100 g. di mandorle

1 litro d’acqua

1 pizzico di sale

1 cucchiaio di zucchero di canna

aroma rhum (o mandorla)… solo per i golosi!

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Autoproduzione/ Conserve/ Dolci e desserts

Lemon curd, una golosità estiva!

2013-07-13 12.48.46

Quest’estate è strana, instabile, si passa dal sole cocente alla pioggia, alla bora… ti prepari per il mare e in pochi minuti ti ritrovi costretto a cambiare i tuoi programmi, così com’è stato oggi, giornata in cui si è andati dal sole alle nubi, per poi cambiare mille volte di seguito… e ce ne siamo andati in centro!

Non ero convinta, pensavo di ritrovarmi in un centro città spopolato a favore della costa, a causa del caldo e della crisi economica che, comunque, si sente pesantemente… e invece ho trovato le strade affollatissime, piene di artisti di strada, di voglia di vivere la bella stagione, voglia di panini all’aperto e di aperitivi, complice anche l’affollamento degli “apprendisti marinai” della nave scuola statunitense appena approdata nel nostro porto.

Questa è la vita che mi sono goduta, mi è dispiaciuto quando siamo rincasati, amo questa vita lenta dell’estate, il poter spilluccare qualcosa in giro, tutti insieme in armonia, con marito, figliolo e cagnetta, sono momenti deliziosi che adoro, mi sembrano un regalo dopo l’affanno dell’inverno, è un po’ come essere in vacanza in compagnia della mia città e del mio mare!

Al ritorno mi sono goduta ancora un momento rilassante in cucina, a preparare questa crema deliziosa, che d’estate è gradevolissima sia nei dolci che sul pane, ma io me la mangio a cucchiaiate quando ho voglia di coccolarmi un po’!

Il lemon curd l’ho scoperto qualche anno fa e l’avevo già postato sul blog che poi mi è stato cancellato, quindi lo volevo proprio rifare!

In un pentolino ho versato l’uovo intero e i tuorli e mescolati con una frusta, a fuoco medio, insieme con lo zucchero e il succo di limone; solo a cottura quasi ultimata  ho aggiunto il burro, mescolato ancora un po’ e… finito!!! La cosa più semplice del mondo con pochi minuti di cottura e senza soffrire sui fornelli….

Ora me la sto mangiando a cucchiaiate appena estratta dal frigorifero…. deliziosa!

Ingredienti:

1 uovo intero + 4 tuorli

100 g.  di zucchero

40 ml. di limone

15 g. di burro di ottima qualità (io uso quello bavarese) 

Piazza Unità d'Italia al tramonto, mentre il sole si tuffava nel mare

Piazza Unità d’Italia al tramonto, mentre il sole si tuffava nel mare

Tramonto sulle rive di fronte a piazza Unità

Tramonto sulle rive di fronte a piazza Unità

La nave scuola che ci ha fatto visita

La nave scuola che ci ha fatto visita

Quanto amo questo mare... qui è dove facciamo il bagno!

Quanto amo questo mare… qui è dove facciamo il bagno!

Il Canale di Ponterosso, braccio di mare che lambisce il centro città, in notturna

Il Canale di Ponterosso, braccio di mare che lambisce il centro città, in notturna

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Autoproduzione/ Bevande/ Ricette vegetariane

Latte di riso (alla faccia dei prezzi folli del supermercato)

2013-07-07 12.36.51

Possibile che chi è intollerante a qualche alimento debba spendere il triplo per la spesa?

Prima di partire per le vacanze ho fatto un po’ di scorta di latte di riso, almeno il minimo per tirare avanti qualche giorno e per poter fare colazione senza incorrere in una colite da lattosio, ma…. mi sono resa conto, nell’acquistare più confezioni, seppure al discount, della botta di soldi che mi è partita! Considerando che un litro lo consumo in tre giorni mi è sembrato un po’ eccessivo, quindi non mi sono data per vinta e ho iniziato i miei esperimenti per prepararmelo da sola.

Ho versato in una pentola a pressione 50 gr. di riso originario, ho aggiunto 1 litro d’acqua e un pizzico di sale: dal sibilo ho proseguito la cottura per dieci minuti, poi ho frullato il tutto con il minipimer, ho aggiunto tre cucchiai di zucchero di canna e ho risolto il problema, così… semplicemente e in barba ai prezzi proebitivi imposti dal commercio! Il latte così ottenuto va filtrato prima di imbottigliarlo, finchè non si arriva ad avere un liquido abbastanza “pulito”, quindi anche più di una volta, se necessario.

Diciamo che il sapore è molto diverso da quello acquistabile sui banchi del supermercato (nella preparazione industriale vengono aggiunti alcuni enzimi che apportano delle migliorie organolettiche al prodotto) e, volendo modificare un po’ il risultato, può essere utile aggiungere un paio di cucchiai di olio di semi ed, eventualmente, un po’ di estratto di vaniglia o della cannella, ma sono tutti esperimenti personali e da porre in atto a proprio gusto; personalmente il mio prossimo obiettivo è quello di provare la ricetta con l’utilizzo del riso basmati, nella speranza di migliorare il risultato! Comunque sia, se anche non vi piace da bere, è un’ottima soluzione per cucinare evitando il latte vaccino… ed è sempre un bel risparmio!

Io di solito riciclo le bottiglie di salsa di pomodoro in quanto sono perfette per conservarvi i succhi di frutta e anche questa volta si sono rivelate utilissime…. sicuramente ho meno spese e meno pesi da portare a casa!

Riepilogo degli ingredienti:

50 g. di riso originario

1 l. di acqua

1 pizzico di sale grosso

3 cucchiai di zucchero di canna

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Autoproduzione/ Un po' del mio mondo

Il calore ritrovato

2013-05-28 20.13.18

Eravamo in un prato della Val San Nicolò, una delle più belle località della Val di Fassa, ero seduta in mezzo all’erba con il mio piccolo Federico, che ancora non camminava, l’avevamo fatto scendere un po’ dallo zaino per farlo sgranchire (e  per far riposare le spalle del papà) e lui tentava di sgambettare con le sue primissime pedulette arancioni, era un amore!

Yoghi, la nostra prima cagnetta, della quale sono ancora follemente innamorata anche se non c’è più, correva felice nei prati con le sue zampette corte ad una velocità folle, seguendo chissà quali tracce in un ambiente completamente incontaminato, si allontanava sempre più, ma io avevo fiducia in lei e sapevo che sarebbe ritornata da noi.

In quel periodo ho avuto sempre fiducia in tutto, la mia fede nella famiglia era incrollabile, nessuno avrebbe mai potuto convincermi che prima o poi qualche problema si sarebbe presentato: insieme abbiamo superato difficoltà di ogni tipo, mi era stato detto che quando sorgono problemi economici anche la famiglia crolla, invece noi li abbiamo affrontati più uniti che mai!

Questa è stata l’immagine che mi ha sempre sostenuta, anche nei momenti bui, anche quando il mondo mi è crollato addosso… questa è stata l’immagine che mi ha salvata perchè mentre mi stavo perdendo è a ciò che ho pensato e, mentre mi scendevano le lacrime di nostalgia e di dolore e nonostante ci fosse chi mi diceva che oramai era una realtà perduta che mai sarebbe ritornata, sapevo che era quella la mia vita e che la rivolevo a tutti i costi perchè, se così non fosse stato, l’avrei rimpianta per sempre.

Ho faticato a risolvere molti problemi, purtroppo ho dovuto allontanare tutti coloro i quali hanno interferito negativamente nella mia vita, alcuni tagli sono stati molto dolorosi, ma posso dire che quel quadretto è di nuovo presente, che sono serena e felice, anche se il dolore che mi è stato inferto rimarrà sempre presente dentro di me e ancora riemerge…

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E’ stato un processo lungo, molto lungo, ma l’ho portato a termine grazie all’amore di cui sono sempre stata circondata e che la mia famiglia ha elargito a piene mani e la prova l’ho avuta quando mi sono ritrovata a cucire questi cuoricini: sono sempre stata affascinata da cuori ed orsacchiotti, sono le immagini che mi attirano da sempre, e questi li ho realizzati con delle campionature di stoffa che mi vennero date gratuitamente e che mi dispiaceva buttare poichè sono dei tessuti davvero bellissimi… li ho ritagliati, all’interno ho inserito dei piccoli pezzi di felpa  ripiegata e poi ho ricucito il tutto con del filato di lana con punti a vista, semplici e romantici!

E’ la dimostrazione che ho nuovamente dell’amore da donare…

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Autoproduzione/ Conserve

Andando per campi… sciroppo di sambuco

2013-05-20 19.13.47

Nei primi anni in cui uscivo con il moroso (sempre lui, oramai mio marito), ogni tanto il poveraccio cedeva e mi faceva contenta con una bella giornata di trekking dolomitico: all’epoca ero magrissima e molto allenata, quindi lo facevo morire di fatica… ma mai come la volta in cui mi portò a fare il giro delle Tre Cime di Lavaredo, una camminata che è uno spettacolo, consigliata però su due giorni con il classico pernottamento al Rifugio Locatelli; quella volta, purtroppo, scese tanta di quella pioggia che fummo costretti a ripiegare su un alberghetto di paese per poi fare l’intero giro in giornata… un massacro! Al Locatelli però ci arrivammo ugualmente e una coppia di ragazzi ci consigliarono lo strudel di mele e un bel bicchiere di sciroppo di sambuco, che ancora non conoscevo… lo strudel si scioglieva in bocca, molto diverso dallo strudel tipico della mia zona e lo sciroppo era qualcosa di divinamente squisito….

Successivamente ho scoperto che questo magnifico elisir, leggermente dolce, acidulo e rinfrescante era semplicemente dello sciroppo di sambuco preparato abitualmente dai valligiani, essendo la zona ricca di alberi profumatissimi… ora sono anni che lo preparo e ogni qualvolta lo offro a qualcuno ne rimane colpito per il perfetto equilibrio che si crea tra il profumo intenso dei fiori, quasi mielato, e il fresco acidulo del limone.

I fiori vanno raccolti in zone distanti dal traffico poichè non vanno lavati, altrimenti le infiorescenze si rovinano, e vanno posti in un recipiente insieme all’acqua e ai limoni tagliati a pezzetti (io li divido in quarti) e lasciati macerare  al sole, coperti da un foglio di alluminio, per tre giorni, rimescolando il tutto una volta al giorno per evitare che le parti esposte all’aria ammuffiscano; il terzo giorno si filtra tutto in una pentola, strizzando bene i fiori e i pezzetti di limone, si aggiunge lo zucchero, lo si fa sciogliere mescolando e si porta ad ebbollizione, tenendo la pentola coperta.

A questo punto si travasa: se lo volete conservare utilizzate le bottiglie della salsa di pomodoro, ben lavate e sterilizzate, che poi andrete a capovolgere come si fa con i vasi di marmellata, mentre per l’uso immediato va bene qualsiasi bottiglia, che però andrà conservata nel frigorifero.

Al momento di servire, lo sciroppo andrà diluito con acqua ghiacciata e dell’altro succo di limone, ottenendo una bevanda fresca e dissetante d’estate, ottima per curare la tosse d’inverno, con l’aggiunta di un po’ di Prosecco è un ottimo aperitivo e sappiate che si sposa divinamente con lo strudel di mele!

Riepilogo degli ingredienti:

15 infiorescenze di sambuco

4 limoni

1,5 l. di acqua

1,5 Kg. di zucchero

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Autoproduzione

Un’idea velocissima di riciclo: le spugnette per i piatti!

2013-05-14 15.52.18

Dalle mie protratte pause ed assenze oramai l’avrete capito che sto attraversando un periodo pienissimo di impegni e di stress, cosa che mi dispiace moltissimo perchè amo stare con voi e scambiare quattro chiacchiere, ma l’anno scolastico volge oramai al termine e non voglio perdere d’occhio il discolo che ha appena recuperato un po’ di votacci, al lavoro è un delirio poichè mi è stata levata la collega che collaborava con me e sto letteralmente scoppiando… la sera rincaso e a malapena riesco a mettere insieme un cena passabile, quindi non me ne vogliate…. al ritorno dalle vacanze spero di portarvi una ventata di mare con qualche scatto pieno di ricordi e magari un bel reportage!

Nel frattempo posto questa idea: nulla di che, ma ho messo insieme queste spugnette mentre seguivo mio figlio con i compiti, sono di realizzazione velocissima, non richiedono particolare precisione e costituiscono pur sempre un risparmio, anche se minimo: in questi ultimi mesi sto lavorando come una pazza perchè i licenziamenti aumentano ogni giorno che passa e mi si spezza il cuore nel vedere tante persone che, seppur dignitosamente, si presentano da me con gli occhi gonfi di pianto… allora penso che anche un minimo gesto di risparmio possa costituire un piccolo passo, un aiuto per chi non ce la fa, per chi conta i centesimi anche per le cose più banali, per quelle che ai più sembrano scontate.

Ci sono stati dei periodi in cui ho contato anch’io i centesimi perchè era appena trascorso un mese più pesante degli altri, so che accadrà ancora, ma qui ci sono delle persone che vivono tale realtà come una quotidianeità dalla quale non riescono a scappare e quindi continuerò sempre a dire di non buttare nulla, di aguzzare la fantasia e di ricrearsi la vita, anche con poco… non è la soluzione, ma ogni piccolo passo è un aiuto in attesa di risorgere!

Ho conservato per qualche tempo le retine dei limoni, delle arance, degli scalogni e delle patate (quest’ultime sono le più rigide e ruvide, perfette per la pulizia delle pentole), le ho ritagliate con cura e le ho cucite insieme in maniera tale che non sfilaccino, creando dei cuscinetti: all’interno ho inserito quelle più ruvide e corpose, all’esterno quelle più morbide, in maniera tale che nel lavaggio più difficile sia sufficiente premere un po’ la spugnetta per avere un effetto abrasivo più marcato.

Potete anche accostare i colori in modo da farne di più carine, magari sovrapposte e cucite insieme, ma io ho preferito dar corso alla praticità e via!

Non è molto, ma quanto costa una confezione di spugnette al discount? Più di un euro, almeno da me…. e con un euro e mezzo, facendo un calcolo veloce e impreciso, acquisto tre chili di farina… e allora anche queste piccole idee possono aiutare noi nel risparmio e la natura che avrà qualche retina di plastica  in meno da smaltire!

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Autoproduzione

Tanta voglia di primavera… iniziamo con la lavanda?

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Visto il freddo e il maltempo che iniziano a stancarmi, l’umidità che oramai sento nelle ossa da mesi, il continuo ripulire i terrazzi dal fango nella speranza che sia la volta buona… finisce che trascorro decine di minuti a guardare e riguardare foto bucoliche e invoglianti, foto che mi fanno bramare giardini fioriti, prati verdi e the all’aperto, indubbiamente dei ritagli di vita molto shabby, ma perchè non iniziare almeno con un po’ di profumo di lavanda? Così rasserenante, così delicata, di un viola che mi fa impazzire, assolutamente perfetto anche per chi, come me, detesta questo colore….

Non è una ricetta vera e propria perchè in questo periodo non riesco a dedicarmi alla cucina come vorrei (ma chi l’ha mai detto che questo debba essere un blog di sole ricette?), ma un’idea, frutto di svariati esperimenti con lo zucchero, che ho provato ad aromatizzare con i limoni, le arance, con un mix di cannella, pimento, rhum, zenzero e chiodi garofano, con il rosmarino… ma questo è quello che mi è riuscito meglio, quello più particolare, raffinato, perfetto per una tisana, per un pasticcino un po’ diverso dal solito…

Questi scatti mi hanno riportata all’estate in cui, al ritorno dalla Normandia, mi sono fatta un brevissimo passaggio in Provenza, me la sono goduta pochissimo e intendo ritornarci, ma ho serbato il ricordo nel profumo di questa saponetta arricchita da fiori essiccati di lavanda.

Vi lascio con questo profumo pieno di freschezza e con l’idea per quello che può essere un regalino simpatico da fare all’amica del cuore, quella che, come me, riesce a sciogliersi davanti ad una ceramica retrò finemente decorata, davanti ad un rusticissimo mazzo di lavanda o ad una delicata tazza di the dolce come questo zucchero…

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Per il procedimento è sufficiente disporre in un barattolo di vetro, alternativamente, dello  zucchero e dei fiorellini di lavanda, chiudere e attendere… il tempo vi ricompenserà.

Autoproduzione/ Un po' del mio mondo

Buon compleanno mamma!

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Alberelli per la mia mamma

25 febbario 1932: a Trieste nasceva una grande donna, una biondina con gli occhi verdi che ha trascorso l’infanzia correndo felice per i boschi con cugine e amiche, che, una volta cresciuta, è riuscita a divertirsi grazie al fratello maggiore che la “copriva”, che ha fatto la fame durante la guerra, che ha saputo trarre il meglio dalla terra e dal piccolo allevamento a disposizione della propria famiglia, che ha imparato presto a cucire andando “a bottega” da uno zio, che grazie a ciò andava nelle “balere” sempre elegantissima, sfoggiando abiti che lei stessa cuciva utilizzando gli scapoli di stoffa che i negozi svendevano, sempre alta e slanciata perchè non ingrassava lei che si faceva ogni giorno chilometri a piedi, che quotidianamente saliva e scendeva la collina sulla quale viveva e lo faceva due, tre volte in una giornata…

Ora è una donna anziana, di acciacchi ne ha tanti e ogni qualvolta faccio le ferie estive, quelle lunghe, parto con l’angoscia di lasciare i miei genitori da soli, senza alcun aiuto… è una donna generosa, ancora oggi mi aiuta come può, lei che mi ha sempre accudito il figliolo quand’era molto piccolo, lei che ogni tanto passa qualche soldino, lei che mi fa la spesa quando ci sono le offerte perchè all’uscita dall’ufficio non troverei più nulla… lei che mi ha sostenuta quando volevo studiare e mi scontravo con mio padre che mi voleva ad apprendere un mestiere, magari sposata ad un bravo operaio, mentre io volevo di più dalla vita, perchè lo sapevo di avere un cervello funzionante, perchè sapevo di avere una possibilità!

Da lei ho imparato il valore del sacrificio, da lei ho imparato ad essere una brava mamma per il mio bambino, da lei ho imparato che anche un regalo fatto con le proprie mani viene apprezzato al pari, se non di più, di uno acquistato… se fatto con il cuore, perchè non sono i soldi a fare la differenza, quelli servono solo a vivere più tranquilli… e io per lei ancora una volta sono ricorsa ai “gessetti profumati” per realizzare un profumatore da armadio.

Il procedimento è quello che utilizzai qui, però questa volta il gesso è stato versato in alcuni stampini a forma di alberello, che, una volta asciutti e rifiniti con della carta abrasiva, sono stati incollati con la colla a caldo ad una treccia realizzata con nastri di scarto: avevo dei nastri in raso, come ben si vede dal retro del lavoro, che ho intrecciato con un altro nastro in organza e il tutto è stato poi abbellito con della rafia colorata e dei fiorellini recuperati da una vecchia bomboniera… anche questa volta il retro dei gessetti è stato intriso di olio essenziale, ho utilizzato quello di cannella, delizioso!

2013-02-15 18.55.31

Il profumatore terminato

Il retro del lavoro

Il retro del lavoro

Appeso alla parete

Appeso alla parete

 

Il risultato è carino, anche se dalle foto non rende al meglio, ma risulta simpatico anche se appeso alla parete e quindi come mero elemento decorativo… e accompagnato ad una piantina è stato il regalo più apprezzato del mondo!

Auguri mamma!

Autoproduzione/ Ricette vegetariane

Polpette di patate e cicoria (ma l’olio esausto non si butta…)

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Qualche giorno fa Maddalena ha proposto una ricetta molto particolare a base di patate e ortiche, dalla quale ho tratto spunto per realizzare questa cenetta economica e deliziosa… le polpette con patate e cicoria!

Ho bollito le patate intere in acqua salata, poi le ho pelate e schiacciate con i rebbi della forchetta, mentre in un’altra pentola ho lessato la cicoria, che è stata strizzata e tagliuzzata bene una volta fredda; successivamente il tutto è stato impastato assieme a della farina, un po’ di sale, del parmigiano grattugiato e un pizzico di cannella… tutto qua!

Con le mani inumidite ho preparato delle polpettine da friggere in un po’ di olio evo… vanno mangiate belle calde e servite su un letto di cavoli cappucci grattugiati e conditi con sale, pepe e olio sono deliziose!

Le ho accompagnate con una birra leggera, ma saporita: perfetta una Pils come una Lager, ma secondo me anche servite con un boccale di buona birra rossa non sono affatto male!

Riepilogo degli ingredienti (io però ho fatto tutto ad occhio come al solito):

400 gr. di patate

400 gr. di verdura

40 gr. di farina

2/3 cucchiai di grana

sale e cannella q.b.

olio evo per la cottura

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Una volta terminata la frittura io sono solita lasciar raffreddare l’olio e conservarlo, filtrato, in una bottiglia, sino ad averne un chilo, da riutilizzare per ottenere del buon sapone da bucato (e, detto onestamente, anche sulla pelle è delicatissimo): il procedimento è sempre lo stesso, però l’olio che utilizzo quasi sempre è quello di girasole, dal quale ottengo un sapone più morbido e più lungo nella solidificazione… in questo modo non inquino le falde acquifere e non sono costretta a raccoglierlo per portarlo ai centri di raccolta e, cosa non da poco, non acquisto più detersivi per il bucato in quanto questo funziona benissimo, sia grattugiato e versato nel cestello della lavatrice, sia sciolto nell’acqua ed utilizzato allo stesso modo.

A mio avviso vale la pena provare perchè il procedimento è semplicissimo, porta via poco tempo e dà tanta soddisfazione… non pensate che l’odore di fritto permanga poichè la reazione con la soda caustica lo riporta a dei livelli ottimali! Questo è l’ultimo che ho preparato, utilizzando i contenitori dello stracchino…

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Questa invece è la musica che ascoltavo nel mentre “impolpettavo”…. troppo bella per non condividerla con voi…

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Autoproduzione

Gessetti profumati per una persona speciale!

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Il 21 gennaio è stato il compleanno di una collega, un’amica… una tipa che talora mi fa arrabbiare, innervosire, spazientire e, purtroppo per lei, non gliele mando a dire (e quando mai io sono diplomatica?), eppure ogni anno arrivo tardissimo… lei mi offre il caffè, il dolcino e tace, tace perchè lei vive in silenzio, in perfetta simbiosi con una valanga umana come la sottoscritta, tace finchè mi accorgo che il 21 gennaio è passato da circa 48 ore e allora mi arrabbio con lei perchè non me l’ha ricordato! Mica mi scordo del suo compleanno… però non riesco mai a rendermi conto di che giorno è, la mia concezione del tempo è molto relativa, dovrei incollarmi il calendario alla punta del naso e comunque so che guarderei oltre….

A questo punto è arrivata la solita amica precisissima che mi ha posto il consueto dilemma annuale: il regalo!!!! Problema terrificante, specie quando una si sente dire: “Pensaci tu che sei giovane…”, ma così riesce sempre a incastrami… quest’anno ho detto che proprio no, non ci vado a cercare il regalo perfetto perchè non lo trovo, perchè i negozi sfiziosi nella mia città non ci sono… e il regalo gliel’ho preparato io!!!

Lo so che lei ama i gessetti profumati, lo ha sempre detto, ma questa volta li ho fatti io, sono proprio a forma di cioccolatino, semplicissimi, non li ho voluti nemmeno colorare perchè mi piacciono bianchi, li ho profumati con l’olio di  arancio amaro, delicatissimi, come il vasetto che li contiene e che ho preparato appositamente per lei: è una bella signora che apprezza il valore di un oggetto fatto a mano e mettendoci il cuore, questo è quanto sono riuscita a donarle.

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Il gessetto è stato realizzato mescolando due parti di gesso fine con una parte d’acqua e utilizzando gli stampini in silicone; successivamente, a gesso asciutto, ho aggiunto alcune gocce di olio essenziale sul fondo della formina; la passamaneria è stata incollata a caldo… non serve altro, solo un po’ di pazienza, passione e fantasia!

E…come sempre….un po’ di musica…

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