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Dolci e desserts

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Una Sacher Torte per un uomo speciale (e santo subito)

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A te che appena mi hai vista non ti sei più voluto allontanare, a te che mi hai voluta a tutti i costi, senza se e senza ma, a te che sei andato contro il mondo intero pur di avermi al tuo fianco, a te che hai sopportato ed esaudito ogni mio desiderio, a te che ogni giorno lo trasformi in una scoperta, che riesci a stupirmi in ogni istante, che ti metti a ridere anche se ti mando a quel paese perchè lo sai che comunque faccio le cose di testa mia e continuo a ripeterti che quello che mi può dare degli ordini deve ancora nascere.

A te che mi hai sempre sostenuta, nelle difficoltà fisiche, economiche e morali, a te che dopo turni di lavoro massacranti la sera lavavi i pavimenti mentre io facevo crescere dentro di me il nostro bimbo senza potermi reggere in piedi, a te che sei stato un super papà mentre io durante la notte preparavo gli ultimi esami, a te che nei periodi economicamente più bui hai fatto l’impossibile per noi, a te che sei talmente aperto e tollerante da ascoltare i miei sproloqui ideologici pur collocandoti agli antipodi rispetto al mio pensiero costantemente anticlericale.

A te che sopporti i miei malumori, il mio pessimo carattere e il tenerti testa in ogni discussione, il mio impormi senza mai mollare anche dinanzi all’evidenza, a te che continui a brontolare perchè lascio il frigorifero aperto, a te che apri le finestre mentre io le chiudo infilandomi sotto una montagna di coperte, a te che alzi il volume dello stereo mentre io lo abbasso infastidita, a te che guardi film demenziali mentre io guarderei solo pellicole d’autore, a te che sei così diverso da me perchè tanto lo so che ami i formaggi di malga mentre io vivrei di pecorini e ti strafogheresti di tutto il cioccolato che a me non piace 🙂

A te che piaccio tutta ciccia e che mi ostacoli la dieta in tutti i modi, a te che continui a gasarti solo per essere (leggermente 😉 ) più giovane di me, a te che di inglese non capisci una cippa e in vacanza mi mandi avanti ridendo della mia timidezza, a te che sei un gran chiacchierone ma che comprendi i miei silenzi, a te che sei un festaiolo eppure hai accettato di sposare una solitaria, a te che alla fine sei sempre orgoglioso di ciò che sono anche se mi chiami “cotechino” e che dopo diciotto anni volati in fretta ancora mi regali i fiori, a te… buon compleanno amore!

Con amore, gratitudine e con la tua torta preferita 🙂

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Ingredienti per la base:

6 uova

160 g. di zucchero

160 g. di burro

160 g. di farina

200 g. di cioccolato fondente

200 g. di confettura di albicocche

1 pizzico di sale

1 bustina di lievito per dolci

Ingredienti per la glassa:

200 g. di cioccolato fondente

2 cucchiaini di zucchero a velo vanigliato

acqua q.b.

latte q.b. (a piacere)

Procedimento per la base:

In una boule sciogliere a bagnomaria il burro, il cioccolato fondente e metà dello zucchero; nel frattempo separare gli albumi dai tuorli e montarli a neve ferma con un pizzico di sale, aggiungendo poi lo zucchero rimanente.

Quando la crema si sarà sciolta grazie al bagnomaria lasciarla a raffreddare senza che però solidifichi e, nel frattempo, sbattere grossolanamente i tuorli, che andranno incorporati alla crema raffreddata utilizzando lo sbattitore elettrico; a questo punto aggiungere gli albumi a neve utilizzando una spatola e mescolando, con molta delicatezza, dal basso verso l’alto.

Aggiungere anche la farina setacciata insieme al lievito, sempre mescolando con la spatola e versando poca farina per volta in maniera tale da amalgamare il tutto alla perfezione.

Imburrare ed infarinare uno stampo a cerniera da 24 cm, versarvi l’impasto e cuocere a 150°C., forno  statico, per un’ora e un quarto, controllando la cottura con la consueta prova stecchino.

A base raffreddata tagliarla a metà con un filo e spalmare l’interno con della confettura di albicocche (se è troppo densa riscaldatela con un goccio d’acqua, ma se vi becco a cambiarla con un altro gusto vi insulto in qualsiasi lingua vietata), spolverizzare con un po’ di cacao amaro e richiudere con il disco superiore, poi procedere con la glassatura.

Procedimento per la glassa:

Innanzitutto spalmare tutta la superficie della torta con dell’altra confettura (la minaccia vale ancora 🙂 ) e, a parte, sciogliete il cioccolato fondente con dell’acqua (io ho aggiunto anche un po’ di latte perchè aiuta a stemperare il fondente), ma sempre tenendo d’occhio la densità della glassa, per la quale purtroppo non c’è una regola che batta l’esperienza; appena la glassa sarà pronta aggiungervi due cucchiai di zucchero a velo setacciato.

A questo punto appoggiare la torta su una gratella appoggiata su di un piatto e iniziare la glassatura versando  piano il cioccolato e lavorando molto velocemente in quanto solidifica presto: è la fase peggiore, rassegnatevi, perchè il cioccolato colerà da tutte le parti 🙁

Soluzioni? Io non ne ho ancora trovate a parte lo sfogo di imprecare in aramaico… (infatti l’estetica lascia a desiderare, ma aspettate di addentarla 🙂 )

Ora lasciate raffreddare circa 45 minuti e poi godevi questa bomba calorica! Ovviamente con un bel ciuffo di panna montata… come da tradizione viennese 🙂 (Per i viennesi dell’epoca la torta risultava troppo asciutta e quindi la panna era d’obbligo per mandarla giù meglio…)

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Infatti (giusto per tediarvi con un po’ di storia):

Una delicatezza principesca
Vienna nell’anno 1832. La leggenda narra di Franz Sacher, giovane apprendista cuoco alla corte del Principe Metternich, che a causa dell’improvvisa malattia del capo cuoco dovette improvvisare un dessert speciale per alcuni ospiti di riguardo… Lui creò una delicata torta al cioccolato con la farcitura di marmellata di albicocche leggermente speziata e ricoperta con una ricca glassa di cioccolato. Il gradimento degli ospiti si rivelò stravolgente. In breve tempo il dolce, chiamato appunto Original Sacher-Torte, divenne famoso e richiesto in tutti i casati nobilari e alle feste dell’alta società europea. (Informazioni tratte dal web).

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A te uno dei brani più dolci ed intensi mai sentiti…

Dolci e desserts

Crostoli triestini ed è di nuovo Carnevale

Capiamoci, detesto il Carnevale, non l’ho mai amato, tranne la volta in cui salii su un treno e dopo due ore mi ritrovai in una Venezia da sogno, un angolo di mondo rimasto fermo agli sfarzi settecenteschi, dove i volti nascosti dietro immobili ed enigmatiche maschere variopinte di sprecavano.

Ero infagottata dentro un bellissimo abito di Pierrot, cucito dalla mia mamma, maschera che ho sempre amato, coperta da uno spesso strato di cerone bianco e con una lacrimuccia glitterata, un po’ agitata perchè raffreddatissima e con il timore di non riuscire a soffiarmi il naso 🙂

La soddisfazione però fu immensa poichè, proprio a me tra un esercito di costumi meravigliosi, un fotografo mi chiese il permesso di scattare una fotografia… a me, ad un piccolo Pierrot tra tante dame dagli abiti di raso e broccato e cavalieri in calzamaglia e tunica di velluto!

Per il resto il Carnevale ancora oggi mi coglie di sorpresa perchè non so mai quando arriva e in pochi giorni vengo invasa di richieste di dolci, perfetto per me che odio friggere, ma tant’è… mica posso cuocere al vapore in questo periodo vero?

Le richieste della mia mamma sono sempre le stesse: i crostoli! Che poi li si chiami chiacchiere, frappe, cenci… sempre loro sono, delicati e scrocchiarelli!

Non potevo non prepararglieli, lei ora non ce la fa più ma con quel bellissimo abito da Pierrot se li è guadagnati per la vita 🙂

La ricetta è tratta da “La cucina triestina” di Maria Stelvio (cioè il nostro testo sacro per non perdere le tradizioni locali), pur se con qualche leggerissima variazione e con il raddoppio delle quantità previste (mica vorrete morire di fame?).

Ingredienti:

 100 g. di burro

80 g. di zucchero

latte q.b.

un pizzico di sale

500 g. di farina

3 uova

3 cucchiai di rhum

qualche goccia di o.e. di limone o buccia grattugiata

olio di girasole per friggere

Procedimento:

Sciogliere il burro e aggiungere gli altri ingredienti lavorando in modo da ottenere un impasto morbido ma lavorabile senza fatica (io impasto sempre a macchina, se ne avete la possibilità fatelo), poi stenderlo sulla spianatoia infarinata e ripassarlo con il mattarello sino ad ottenere una sfoglia molto sottile, avendo sempre cura di usare la farina necessaria a non fare attaccare il tutto al mattarello; tagliare i crostoli con la rotellina seghettata praticando un’incisione al centro sia per migliorare il risultato in cottura che per abbellirli, poi friggerli in olio ben caldo e abbondante. In brevissimo tempo saranno dorati: sgocciolarli e lasciarli su carta assorbente per farli asciugare dall’olio in eccesso. Prima di servirli spolverizzarli di zucchero a velo vanigliato… e il giorno dopo saranno ancora più croccanti!

Conserve/ Dolci e desserts

Confettura di cachi vaniglia e pepe rosa (e la gentilezza di un’amica)

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Ci sono delle persone che con la loro semplicità ti incantano, che dentro di sé hanno una magia da regalare a piene mani, che spendono una parola gentile con tutti e che postano ricette lineari, senza grosse complicazioni, delle volte quasi scontate ma che in mano loro divengono magia, mentre talora giocano con gli ingredienti, provando accostamenti quasi impensabili che alla fine si fondono in una delicatezza magistrale solleticando appena il palato.

Lei è una di queste persone gentili, che si affacciano nel web in silenzio e senza sensazionalismi, con la raffinatezza della semplicità, con la luminosità dei suoi scatti che ti fanno sentire la freschezza della primavera anche nelle giornate più plumbee e questa volta ho voluto davvero provare una delle sue ricette, complice un sacchetto di cachi che non maturavano appieno senza sciuparsi ed una manciata di pepe rosa che ancora colorava il fondo di un vasetto nella mia dispensa.

Ne è uscita una confettura delicata, non stucchevole grazie alla ridotta quantità di zucchero, ma con un piglio deciso a seguito della presenza del pepe rosa, nonostante le sue note lievi: l’ho stesa sul pane, sulla crostata e sui formaggi e non mi ha mai delusa!

Grazie Francesca per aver condiviso questa delicatezza da gourmet!

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Ingredienti (mi sono permessa qualche leggera variazione):

750 g. di cachi vaniglia sbucciati

150 g. di zucchero

1 mela sbucciata

1 limone (succo)

mezza arancia (succo)

q.b. pepe rosa

Procedimento:

Pelare i cachi e tagliarli a pezzi, togliere i semi, metterli in una casseruola aggiungendo anche il resto degli ingredienti tranne il pepe, mettendo a sobbollire per il tempo necessario ad addensare la confettura (a me sono serviti 50 minuti); quando la frutta inizia a sfaldarsi frullare con il minipimer e solo dopo aggiungere il pepe rosa, in maniera tale che rimanga intero a colorare il tutto e a rilasciare lentamente il proprio sapore.

Non appena la confettura si è addensata fare la consueta prova piattino e travasare nei vasetti sterilizzati, capovolgendoli per creare il sottovuoto. In pochi giorni il pepe rosa conferirà un tocco particolare e sarà piacevolissimo da sgranocchiare!

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Dolci e desserts

Il dolce perfetto: crostatine al limone con la crema Maskarponev

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Quando penso al dolce perfetto so che dev’essere una coccola con la consistenza perfetta, con una base burrosa che mi accarezzi il palato e ricco di una crema goduriosa del colore del sole perché le mie giornate invernali iniziano sempre con tanta fatica e sapere di poterle affrontare con pigrizia e sognando il colore dell’estate mi regala un sorriso.

Queste crostatine sono state farcite con la Maskarponev, una crema tipica slovena molto diffusa nella mia zona e dall’intenso sapore di limone: che c’è di meglio per sognare il mare e il sole che lo illumina?

Tempo di preparazione: 30 minuti

Tempo di cottura: 30 minuti

Tempo totale: 60 minuti

Difficoltà: bassa

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Ingredienti (per una teglia da crostata oppure per sei mini porzioni):

Per la base:

240 g. di farina 00

135 g. di zucchero semolato

1 uovo

1 tuorlo d’uovo

130 g. di burro

Per la crema:

3 tuorli

120 g. di zucchero semolato

135 g. di burro

3 limoni

Per la decorazione:

qualche fettina di limone tagliata sottile

q.b. di zucchero ed acqua per caramellare

Istruzioni:

  1. Impastare la farina con lo zucchero e il burro tagliato a cubetti;
  2. Aggiungere l’uovo intero e il tuorlo;
  3. Impastare velocemente e stendere immediatamente e senza lasciar raffreddare;
  4. Stendere la frolla e cuocerla, rivestita di carta forno cosparsa di fagioli per non farla gonfiare, per circa 15 minuti in forno preriscaldato a 180° C.;
  5. Nel frattempo preparare la crema mescolando con una frusta le uova intere, i tuorli, lo zucchero, la scorza esterna grattugiata dei limoni e il loro succo;
  6. Aggiungervi il burro a pomata e sbattere ancora energicamente;
  7. Non appena intiepidita versarvi la crema e infornare nuovamente per ulteriori 15 minuti;
  8. Guarnire con fettine di limone caramellate in poca acqua e zucchero lasciando rapprendere lo sciroppo a fuoco lento in un padellino antiaderente finchè non brunisce;
  9. Sognare un agrumeto affacciato sul mare…..

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Dolci e desserts

In preparazione per l’Avvento

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Anche stamani mi sono svegliata letteralmente in mezzo alle nuvole, una nebbia da tagliare con l’accetta, un’umidità da far paura, con i vetri delle finestre che gocciolano, un proliferare (di nuovo…) di muffa sulle pareti della camera (problema da risolvere quanto prima), la strada davanti casa che mette tristezza solo ad affacciarsi al balcone, tutto lucido d’acqua, rivoli che scendono lungo il selciato, le foglie schiacciate nelle pozze… persino il bosco sembra triste, gli alberi con le fronde abbattute sotto questa nebbia schiacciante che sta penetrando ovunque, nei muri, nelle ossa, nell’anima. Bisogna infornare un dolcetto, assolutamente, è una questione di sopravvivenza della specie.

In queste giornate forzatamente casalinghe sto approfittando per risistemare la casa (impresa epica) e nello scartabellamento della cucina ho trovato (oltre ad un quintale di polvere 🙂 ) un sacco di bellissimi libricini che usavo all’epoca in cui non avevo internet per la ricerca di idee e ricette.

Tra questi ho rinvenuto un libretto molto carino sui dolci tedeschi delle feste e, in particolar modo, la ricetta di un dolce tradizionale viennese dell’Avvento: non ho potuto riprodurlo fedelmente per mancanza di ingredienti visto che ancora non sono uscita a fare la spesa, ma il risultato è stato epico (come l’ha definito mio figlio)!

Ho ottenuto un consistenza dolce, ricca e morbida, con uno strato di glassa colorata e agrumata a stemperare la dolcezza dell’impasto e lo scrocchiare delle scorzette di arancia caramellate sotto i denti completa il tutto in maniera superba!

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Ingredienti per l’impasto:

160 g. di zucchero

75 g. di cioccolato fondente + 1 cucchiaio di cacao amaro

70 g. di burro

50 g. di noci sgusciate

60 g. di farina di frumento

4 uova

1 cucchiaino e mezzo di lievito per dolci

un pizzico di sale

Ingredienti per la glassa:

150 g. di zucchero a velo

2 cucchiai di succo d’arancia

1 cucchiaio di succo di limone

2-3 cucchiai di alchermes

Ingredienti per decorare:

buccia d’arancia caramellata a pezzettini

Procedimento:

Frullare il burro morbido insieme con lo zucchero, il cioccolato ed il cacao, sino ad ottenere un composto omogeneo. A parte montare gli albumi a neve ferma con un pizzico di sale e mettere da parte. Unire i tuorli con l’impasto appena preparato, aggiungendovi anche la farina e il lievito, mescolare ancora e, solo alla fine, aggiungere delicatamente gli albumi affinchè l’impasto non smonti.

Imburrare uno stampo da plumcake ed infornare nel forno preriscaldato cuocendo a 180° per circa 40 minuti.

A questo punto, nel mentre se ne attende il raffreddamento, viene preparata la glassa, sciogliendo lo zucchero a velo nel succo degli agrumi con l’alchermes in un padellino antiaderente e a fuoco basso poichè si scioglie subito e utilizzarla colandola sul dolce raffreddato e sformato.

Ora sarà possibile caramellare velocemente le scorzette di arancia e decorare il nostro dolcetto dell’Avvento (ho aggiunto qualche pezzettino di colatura della glassa perchè è golosissima e ha un bel colore)!

Le foto sono state scattate in condizioni di luce pietosa, ma finchè la nebbia non se ne va non ci sono speranze….

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Dolci e desserts

Una coconut milk cake per riscaldarsi

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Fuori la nebbia è feroce, ti gela le ossa, non posso uscire da casa a causa di una tosse tenace, non mi posso scatenare nei lavori domestici pena delle crisi da portarmi alle lacrime, mi godo un po’ il calore della mia casa, sul divano con libro e plaid… il che non mi dispiace affatto per qualche giorno 🙂

Questa sera ho acceso le candele profumate e finalmente ho deciso di imparare a scattare le foto anche con la luce artificiale, senza flash perchè il risultato è pessimo, solo utilizzando lo scatto manuale (questo sconosciuto): sono ai primi esperimenti, senza props per non complicarmi troppo la vita che tra ISO, diaframma, scelta della luce per non scombinare i bianchi, ancora troppo difficili da bilanciare per un’imbranata come me, è già molto complesso.

Non potevo attendere la luce del giorno perchè la torta sarebbe terminata, poi il giorno chi lo vede tra i banchi di nebbia? Questa sera mio marito rientra molto tardi dal lavoro, troppo per una cena tradizionale, quindi la coccola mi sembrava d’obbligo e allora, aperta la dispensa, mi sono trovata davanti una lattina di latte di cocco, golosità che di solito abbino ai piatti a base di carne, ma che stavolta si è tuffata in un dolcetto dal sapore di casa!

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Ingredienti:

2 uova

160 g. di latte di cocco

alcuni semi di vaniglia

200 g. di farina 00

200 g. di zucchero semolato

un pizzico di sale

2/3 cucchiaini di lievito per dolci

75 g. di burro morbido

zucchero a velo per spolverizzare

Procedimento:

Nella planetaria (o dove volete) sbattere le uova intere, a lungo, con 50 g. di latte di cocco e, successivamente, versare il resto del latte insieme con il burro, i semi di vaniglia e il pizzico di sale; mescolare ancora per tre minuti sino ad ottenere un composto amalgamato e chiaro. Poi aggiungere lo zucchero, la farina e il lievito e mescolare ancora un po’, poi imburrare una tortiera quadrata di circa 20×20 (o rotonda con 20 cm di diametro) e cuocere in forno a 180 gradi per circa 40 minuti.

E’ di una bontà indescrivibile….

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Autoproduzione/ Conserve/ Dolci e desserts

Al calore del fuoco (confettura di zucca, mele e cannella)

L’autunno piano piano, spingendo dolcemente, è riuscito ad allontanare l’estate, la mia stagione del cuore, quella pigra al sole cocente, quella del mare sempre e comunque, quella passionale ed infuocata al tramonto, per trovarmi spiazzata ed impreparata dinanzi al giacchino che ben presto ha lasciato posto al cappotto, alle zucche e ai cavoli sui banchi dei mercati, al termometro che la mattina mi gela i pensieri al primo sguardo, alla ricerca dell’acqua calda anche per lavarmi i denti, alla copertina la sera sul divano perchè sono peggio di Linus.

L’autunno è amato da molti perchè è mite, ma qui al nord inizia già a stringere la morsa, ad entrarti nelle ossa quando alle sei del mattino sei costretto a lasciare il piumone ed essere già pienamente operativo con gli occhi pieni di sonno a cercare il primo caffè della giornata, quando ti affacci alla finestra  e il cielo è grigio e ghiaccio, quando la bora sferza gli alberi dinanzi casa e le foglie, ad una ad una, iniziano a ricoprire il terreno come un manto dorato.

L’autunno però è anche il profumo della legna al fuoco, del calore dei caminetti,del fascino di una tazza di vin brulè al rientro da una giornata faticosa, del piacere di una doccia bollente che ti accoglie nel suo abbraccio confortevole, delle domeniche mattina che trascorrono lente tra una stiracchiata sotto le coperte e un libro sul divano, intervallate solo da poche uscite nelle scarse  ore di luce appena tiepida a fare un po’ di scorta di sole per tutta la settimana.

Alla fine anche l’autunno ha i suoi momenti di lentezza e di pigrizia come quelli che ci dona l’estate, una pigrizia maggiormente rigenerante perchè faticosamente conquistata da giornate più pesanti, fredde, imbottite in abiti ingombranti dai quali io vorrei uscire sognando isole dell’Egeo, una pigrizia per me difficile da combattere perchè i primi freddi mi gelano i pensieri, le emozioni, i desideri… l’unica reazione conseguente al freddo che mi penetra ovunque è entrare in cucina, dove c’è luce, ci sono profumi e consistenze a stimolarmi, dove c’è il calore del fuoco, dove posso iniziare a mescolare, annusare, assaggiare e creare, fuggendo all’inverno incombente e immaginando solo colori caldi ed intensi come il sole, dove posso sopravvivere sognando già il mio mare estivo che mi attende per una nuova stagione a scaldarmi il cuore.

Confettura di zucca, mele e cannella

Ingredienti:

500 g. di polpa di zucca

200 g, di mela al netto degli scarti

250 g. di zucchero di canna

1 limone

due cucchiai di cannella in polvere

Procedimento:

Premesso che per cuocere le confetture potete utilizzare il metodo Ferber, che ho già sperimentato su queste pagine (qui), questa volta ho preferito adottare la tradizionale cottura a fuoco lento, in vista dei tempi lunghi necessari alla zucca per ammorbidirsi: l’ho tagliata in pezzettini molto piccoli e volendo potete anche aiutarvi con pochi colpi di frullatore, dopodichè l’ho unita alle mele a cubetti, al limone e allo zucchero, facendo sobbollire per il tempo necessario all’addensamento. Solitamente parto dall’idea di proseguire la cottura a bassa temperatura per tre ore, ma alla fine controllo sempre in corso d’opera poichè la varietà del prodotto usato fa cambiare completamente le carte in tavola! Le mele possono essere più o meno acquose, lo stesso vale per la zucca, quindi io questa volta l’ho cotta per pochissimo tempo, in realtà meno di un’ora visto che già il tutto era addensato, limitandomi ad aggiungere la cannella solo all’ultimo istante.

Nel mentre la confettura sobbolle sterilizzare i vasetti, che andranno poi riempiti sino all’orlo, chiusi bene e capovolti sino a completo raffreddamento.

Il risultato è molto particolare: non dolcissima nel senso che non è zuccherina, ma con la dolcezza delicata della zucca e mitigata dall’asprezza della mela… vale la pena provarla!

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Questo scatto appartiene a mio figlio che, munito di cavalletto, si è impegnato per aiutarmi… citazione dovuta!

Antipasti e stuzzichini/ Dolci e desserts/ Economiche

“Chifeleti”, dolcezza dell’infanzia

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Pochissime righe per riproporre un’altra delle ricette della mia infanzia: questa era la mia merenda “lussuosa”, quella che la mamma mi regalava grazie all’avanzo di impasto degli gnocchi (qui quelli con le susine).

Spesso la merenda la preparava il papà, una fetta di pane cosparsa di sale, olio e origano e poi subito infornata per qualche minuto, se mi andava bene c’erano le “schnitte”, pane ammollato nel latte zuccherato e fritte (magari uno di questi giorni le facciamo insieme), talora qualche “palačinka” avanzata dalla cena golosissima della sera precedente, ma i “chifeleti” erano proprio il massimo, mangiati caldi e morbidissimi, con il sapore della pasta di patate che andava a fondersi con il dolce dello zucchero a velo… un’estasi! Peccato che li trovassi in cucina solo quando la mamma faceva avanzare un pezzettino di impasto degli gnocchi: è incredibile come questi ricordi rimangano impressi nella mente e spesso mi chiedo se anche a mio figlio rimarranno questi frammenti di infanzia profumati nel suo cuore goloso!

Eh, qui c’è poco da dire…  si lavora l’impasto a rotolini per poterne fare la forma che vedete nella foto, con le estremità incurvate, e si friggono nell’olio di semi bollente (mai usare quello di oliva perchè ne coprirebbe il sapore); una volta assorbito l’olio in eccesso spolverizzare con dello zucchero a velo e mangiarli caldi… sono deliziosi!

E’ una merenda povera, ma quanto più sana rispetto a merendine e creme spalmabili?

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Dolci e desserts/ Economiche

La buona scuola inizia dalla merenda: saccottini di mela

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Mio figlio ha ricominciato la scuola, finalmente è arrivato alla prima superiore ed è felice: la scelta è stata tutta sua con il mio totale appoggio perchè sta frequentando l’istituto tecnico industriale, quello cui miravo io all’epoca ma venni osteggiata dai miei genitori. Le ore di frequenza sono tante e non è molto vicino a casa, quindi quando termina alle due la fame è moltissima visto che ci mette un’ora per rincasare con gli autobus… so che vorrebbe un mezzo di trasporto tutto suo, ma ancora non me la sento, è troppo piccolo per buttarlo nel mezzo del traffico infernale di  ogni giorno, ho sinceramente paura nonostante mi renda conto che non potrò tirare il freno ancora per molto visto che è dall’età di tre anni che viaggia in scooter con me.

Non lo voglio appesantire con merende eccessive e piene di grassi, quindi gli preparo per ciascuno dei due riposi un tramezzino a base di verdura con pochissimo formaggio e prosciutto, ma arrivare sino alle tre (per personale esperienza lavorativa) è durissimo quindi, visto che è ghiotto di mele, ecco una chicca dolce che me lo tenga in piedi sino a casa.

Premetto che la macchina fotografica mi si è guastata e quindi le immagini sono state scattate con il cellulare, con la qualità che ne consegue.

Ingredienti per la pasta brisè:

250 g. di farina 0

100 g. di burro bavarese

1 pizzico di sale

70 g. di acqua fredda

Ingredienti per il ripieno:

4 mele piccole

zucchero q.b.

cannella q.b.

Procedimento:

Impastare velocemente tutti gli ingredienti, possibilmente con l’aiuto di una planetaria, poi richiudere in un canovaccio e riporre in frigorifero per almeno un quarto d’ora.

Nel frattempo preparare una dadolata con le mele e cuocerle in padella per pochi minuti con un paio di cucchiai d’acqua, lo zucchero e la cannella.

Stendere dei pezzi di impasto e porvi su un lato un paio di cucchiai di ripieno, sigillare bene il fagottino e spennellarlo con un po’ di latte; preriscaldare il forno e cuocere 20 minuti a 180° ventilato, estrarre dal forno non appena il colore è dorato.

Dolci e desserts/ Light

Sogni che rotolano nel profumo di rosa

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Sono ritornata a poter vivere appieno i miei momenti, a sapere che ci sono finalmente anch’io, mi sono riappropriata dei miei spazi in un modo che nemmeno conoscevo più: la scuola è finita, un anno da incubo, mio figlio finalmente si prepara per le superiori, è rifiorito ed ha acquistato la propria autonomia, è circondato da pochi amici fidati e quando rincaso non so se lui sta da qualche compagno o se mi ritrovo la casa invasa da adolescenti. Non è un problema, sono bravi ragazzi e l’importante è lasciare sempre qualcosa di fresco e commestibile nel frigorifero, per il resto si arrangiano da soli, sono responsabili e se si discostano dalla routine quotidiana mi tempestano di messaggini!

Trascorro le mie bellissime giornate coccolando la casa che tanto amo, guardando il marito con occhi diversi, stiracchiandomi in riva al mare come una lucertola al sole, nuotando come se non ci fosse un domani mentre i pesci mi guizzano intorno e mi fanno sorridere, leggendo romanzi uno dietro l’altro e assaporandone le pagine rilassanti che narrano di luoghi lontani, di profumi esotici e di sapori delicati, dolcissimi ed intensi.

Rincaso nel tardo pomeriggio con la pelle calda che ancora profuma di sale, mi stendo sul balcone in compagnia delle cagnoline e delle piante di basilico godendo della fresca brezza del bosco… sono pause meritate dopo un inverno lungo, logorante, faticoso come non mai, denso di preoccupazioni e con i nervi tesi come le corde di un violino… ecco i miei momenti di pace che mi fanno godere il presente e che, ancora una volta, mi confermano che vivere è la cosa più bella!

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Ingredienti:

savoiardi q.b. per la base

300 g. di ricotta

estratto di rosa a piacere

acqua di rose a piacere

pistacchi di Bronte (una manciata)

farina di pistacchi di Bronte (2 o 3 cucchiaini da the)

rosolio q.b. per la bagna

Procedimento:

Spezzettare i savoiardi in maniera tale da ricoprire il fondo dei bicchieri, versarvi del rosolio e, nel mentre i biscotti si ammorbidiscono, mescolare la ricotta con un po’ di acqua di rose e dell’essenza, sino ad ottenere una crema morbida.

Stendere la crema di ricotta sulla base di savoiardi inzuppati e poi spolverizzare con la farina di pistacchio, alternando un paio di volte biscotti e crema, ultimando la preparazione con una spolverata di farina di pistacchio e con qualche pistacchio intero.

L’idea iniziale era quella di preparare una crema di ricotta ricca di uova e zucchero, ma viste le temperature elevate e la voglia di leggerezza ho provato questa versione più semplice e profumata 🙂 E’ un dessert da servire fresco ed è delicatissimo….

 

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