Mio figlio ne va matto come sempre, io non l’ho mai sopportato, mio marito lo gradisce se ce n’è in casa. Appunto: se ce n’è. Durante il periodo che abbiamo trascorso chiusi in casa tra malattie e quarantene c’è stata la “crisi del ketchup”, una crisi talmente pesante che nemmeno Wall Street nel ’29. .. togliere il ketchup a mio figlio è come toglierli l’aria, del resto da uno che lo spalma sul pane manco fosse la Nutella che c’è da aspettarsi?
Ed ecco un’altra delle mie genialate dovute al momento di acuta necessità: ci sarà il modo di farlo in casa, vero?
C’è. Eccome se c’è… ed è talmente buono che ho iniziato a mangiarlo pure io.
Vi lascio una ricettina facile facile e, per chi ha il Bimby, anche la versione da pigroni!
Il procedimento è semplicissimo poichè è sufficiente unire tutti gli ingredienti all'interno di una casseruola e cuocere, mescolando spesso, per 25-30 minuti, facendo attenzione al bollore per non inondare la cucina di salsa.
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Quando arriva alla densità desiderata spegnere il fornello e lasciar raffreddare.
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Io lo conservo in una bottiglia del ketchup riciclata e che lavo bene ad ogni preparazione.
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Procedimento velocissimo con il Bimby (oramai lo faccio sempre così per non sporcare la cucina):
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mettere nel boccale tutti gli ingredienti e cuocere per 20 minuti, 100 gradi, velocità 1;
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cuocere ancora 5 minuti, temperatura Varoma, velocità 1;
E un altro anno (di qualità discutibile) se n’è andato, da schifo così com’è iniziato: avevo faticato a prendere dei giorni di ferie, avevo dei problemi con la salute di papà ma sembrava tutto sotto controllo, avevo anche promesso casa a mio figlio affinchè potesse farci tranquillamente una festicciola di Capodanno con gli amici (vista l’impossibilità di accedere a qualsiasi sala se non sottostando ad odiosissimi controlli pseudo-sanitari, rifiutati per principio), insomma le condizioni perfette! Il camper era già pronto sotto casa, avevamo telefonato ad un’area di sosta in cui nessuno rompesse le scatole con pass di ogni tipo, la neve era tanta e… la mattina del 31 dicembre mio marito pensa bene di alzarsi con la febbre a 38 e mezzo!
Abbiamo rimpacchettato le nostre cose, rassegnandoci ad un capodanno da trascorrere all’interno del camper parcheggiato sotto casa per lasciare la casa ai ragazzi e ce ne siamo andati a dormire con la speranza di poter vivere un po’ più tranquilli l’anno a venire!
Quindi non mi rimane che sognare le vacanze estive tra i profumi del Mediterraneo, quelle affacciate sul mare che io amo tanto, tra ulivi, aranceti e profumo di limoni.
Io ne ho sempre tanti di limoni belli, quelli che mi faccio spedire dalla Sicilia, e questa volta mi sono buttata a farci la marmellata così almeno a colazione posso rivivere il sogno ogni mattina.
Serves: 1,5 kg. di marmellata Cooking Time: 1 ora circa
Ingredients
1 kg. di limoni con buccia edibile
45o g. di acqua
700 g. di zucchero semolato
Instructions
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Per prima cosa lavare bene i limoni, affettarli sottili, togliere tutti i semi e metterli a bagno per 24 ore, trascorse le quali verrà fatto un altro cambio dell'acqua in maniera tale da rendere gli agrumi più dolci; il giorno seguente togliere nuovamente l'acqua, colare bene i limoni e metterli un una pentola capiente insieme all'acqua e cuocerli a fuoco moderato per venti minuti.
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Trascorso i tempo necessario, unire lo zucchero e cuocere per altri venti minuti, sobbollendo e continuando a mescolare affinchè la marmellata non esca dalla pentola e non spruzzi lo zucchero ovunque (lasciate perdere le troppe precauzioni, io avevo la marmellata ovunque 🙂 ), poi iniziare a controllarne la densità, io ho proseguito la cottura per un altro quarto d'ora e comunque prima di spegnere il fuoco ho fatto la solita prova piattino.
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Sterilizzare i vasetti (io inserisco i vasi nel microonde e faccio andare 4 minuti alla massima potenza, mentre i coperchi li faccio bollire in poca acqua), travasare la marmellata, chiudere e capovolgere finchè non saranno freddi.
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Serve un po' di pazienza ma alla fine si tratta di una ricetta facile che regala grandi soddisfazioni, sentirete tutto il profumo di una terra bellissima ogni volta che aprirete un vasetto!
Quest’estate ne ho avute tante in casa, buonissime e rigorosamente acquistate dal contadino, saporitissime rispetto a quei concentrati d’acqua del supermercato.
Le ho utilizzate per la parmigiana, per dei meravigliosi pesti freschissimi, per delle semplici preparazioni trifolate, tagliate sottili e grigliate, marinate con aglio, olio e limone… insomma mi sono sfogata!
Me n’erano rimaste alcune che stavano un po’ appassendo e ho provato a farne degli gnocchi, complici delle meravigliose patate rosse appena raccolte… il risultato? Degli gnocchi delicatissimi che ho condito con del buon burro bavarese aromatizzato con la salvia freschissima… e per questa volta sono riuscita a far mangiare le zucchine anche al marito!
Grattugiare le zucchine e rosolarle nel tegame con l'olio per insaporirle, poi versarle in un colino e lasciarle sgocciolare.
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Nel frattempo tagliare le patate a cubetti e cuocerle a vapore per 20 minuti; a questo punto unire le patate cotte e le zucchine e frullare il tutto, poi versare in una terrina capiente ed unire la farina, l'uovo ed il parmigiano.
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Dopo aver impastato bene trasferire il composto su di una spianatoia ben infarinata ed iniziare a lavorare, aggiungendo dell'altra farina se necessario.
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Prelevare dei pezzi di impasto, farne dei filoni e ricavarne gli gnocchi.
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Cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata estraendoli con una schiumarola non appena questi vengano a galla.
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Condirli a piacere (con burro e salvia sono ottimi).
In questa estate calda e complicata, tra giornate a studiare, altre a lavorare da casa, poche trascorse in ufficio, tutto va organizzato al meglio e in maniera veloce per potersi ritagliare dei pomeriggi al mare e delle cene tranquille, fresche e gustose.
Personalmente sto facendo il possibile per godere delle nuotate finchè posso, nonostante l’acqua sia oramai fredda e appena il sole scende il brivido sia dietro l’angolo, ma fino all’ipotermia io non mollo che poi l’inverno sarà lungo come ogni anno, insomma passare dall’anguria alla zucca è un attimo, lasciarsi affascinare dalla copertina e il the caldo è una tentazione costante… invece voglio viverla fino in fondo questa estate, arricchendola di apericene sul balcone non appena possibile, senza stressarmi la sera dopo il mare.
In tutto questo ho adottato il sistema di sopportare il forno acceso per 30-40 minuti al giorno, la mattina presto, quando ancora si respira, e di metterci dentro di tutto, dalle torte salate, alle parmigiane, alle verdure condite con un filo d’olio… insomma un piccolo sacrificio che però mi permette di avere il pasti pronti per tutto il giorno, sani e soprattutto che si cuociono da soli mentre lavoro o studio.
Quindi ecco il primo risultato dei miei esperimenti estivi!
Stendere la pasta brisée sulla teglia, utilizzando la carta forno inclusa nella confezione, bucherellarla con i rebbi della forchetta e, nel frattempo, cuocete per pochi minuti, a fuoco vivace, una padellata di cipolla di Tropea affettata finemente e di melanzana a cubetti, con un velo d'olio extra vergine ed un pizzico di sale. Potete unirvi del timo o qualunque erba aromatica voi preferiate.
Una volta cotte le verdure versarle sulla pasta brisée, stenderle bene e ricoprirle con dell'uovo sbattuto mescolato alla panna da cucina e ad un pizzico di sale.
A piacere spolverizzare sulla superficie un po' di parmigiano o di pecorino grattugiati o in scaglie.
Piegare i bordi su se stessi ed infornare in forno preriscaldato, a 180 gradi, per circa 40 minuti.
Questa è una ricetta che risale ad ancor prima delle vacanze, quindi stiamo parlando di inizio giugno, ma non ce l’ho fatta a pubblicarla prima nè a stare un po’ in vostra compagnia: troppo caldo, una pigrizia infinita, una stanchezza cronica e un paio di fastidi che proprio non mi hanno fatta sentire in forma hanno fatto sì che la lasciassi in archivio e mi rifacessi vedere solo ora per proporvela.
Come sapete ho un balcone pieno di verde, molto del quale è dato da piante aromatiche (in realtà coltivo anche la lattuga e la rucola 🙂 ), ma spesso mi sfugge di mano e fiorisce prima che io riesca a togliere i boccioli per non indebolire la pianta e una di queste è stata l’erba cipollina: solo che di fiori me ne sono trovati proprio tantissimi e mi piangeva il cuore a buttarli, quindi ci ho provato, complice una ricottina ancora immacolata nel frigorifero. Diciamo che mi piaceva l’abbinamento dei colori 🙂 ma vuoi mettere la delicatezza della ricotta con l’aroma leggermente pungente di questi stupendi fiorellini viola?
Non solo l’esperimento è stato approvato all’unanimità, ma è piaciuto moltissimo, insomma ne abbiamo ricavato dei crostini da aperitivo deliziosi! Se ne avete sui vostri balconi o in giardino provate… è delicatissimo!
Utilizzare dei fiori di erba cipollina pulitissimi e tritarli insieme ai gherigli di noce: andrà bene un mortaio o un robot da cucina.
Unirvi poi l'olio extravergine di oliva fino ad ottenere una consistenza cremosa.
Alla fine aggiungere la ricotta, il sale e il pepe ed amalgamare bene; decorare con qualche fiorellino tenuto da parte.
E' ottima sul pane ma anche per condire una pasta (e non sta affatto male nemmeno accompagnata alla carne).
Continua a far freddo e a piovere ogni giorno: all’alba volano secchi d’acqua, poi nel pomeriggio di solito migliora per poi ritornare a casa a nuoto la sera… questo è il trend nella mia zona 🙂
Vabbè io ho da lavorare, ho da studiare per una progressione di carriera, insomma di tempo libero ne ho poco, però magari un po’ di sole sul balcone, spaparanzata in mezzo ai fiori, me lo godrei volentieri, anzi da quando abbiamo fatto parte dei lavori in casa ho anche la presa di corrente per il pc che mi consentirà di lavorare all’aperto sotto l’ombrellone 🙂
E invece piove talmente tanto che ancora non ho seminato il basilico, nè l’insalata oppure la rucola, nemmeno i girasoli… nulla, abbiamo solo torrenti quotidiani, ma ora che ho una cucina grande e comoda vado di biscotti!
In casa avevo pochissimi ingredienti, sono i procinto di fare la spesa, ma mi sono arrangiata alla grande!
Grattugiare la buccia del limone e spremerne il succo, poi mescolare bene ambedue con lo zucchero e l'uovo.
Successivamente unire l'olio e continuare a sbattere a velocità sostenuto per emulsionare il tutto.
A parte setacciare la farina, il lievito e il pizzico di sale, mescolare bene e poi unirli al composto liquido appena preparato.
Amalgamare bene e poi stendere a cucchiaiate sulla leccarda ricoperta di carta forno.
Preriscaldare il forno 180 gradi e mettervi a cuocere i biscotti per una decina di minuti, finchè inizieranno a dorare.
Staccarli dalla teglia appena intiepiditi e servirli spolverizzati di zucchero a velo.
Oramai quando ho voglia di un tocco di dolce oppure in prossimità dei fine settimana, quando la vita sociale diviene finalmente una realtà tangibile, preparo qualche dolcetto per tutti i golosi che passano da casa mia; sino a che avevo la cucina infilata in un buchetto di casa la sola idea di mettermi ad impastare qualcosa mi metteva l’ansia e ci pensavo già una settimana prima, però ora che ho finalmente tutto a portata di mano spesso realizzo ricette velocissime ma sempre gustose e d’impatto.
Qualche fine settimana fa mi sono trovata con pochissimo tempo a disposizione, pronta oramai a rinunciare al dolcetto, ma alla fine con cinque minuti di lavoro e dieci di cottura me la sono sbrigata alla grande e con un risultato ineccepibile! Sono dei dolcetti gonfi, soffici, quasi delle frittelle ma cotti al forno, con pochi grassi a parte la spennellata di burro (che potete sostituire con l’olio di semi senza alterarne la bontà) e la zuccherata finale (doverosa!)… vi assicuro che tempo dieci minuti e saranno divorati dal primo all’ultimo!
Sbattere bene le uova con lo zucchero e il pizzico di sale, unire il latte continuando a mescolare insieme all'estratto di vaniglia, poi unirvi la farina un po' alla volta e sbattere fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Ungere con del burro degli stampi da muffin e riempirli con il composto per circa 3/4 della loro capienza, poi infornare in forno già caldo a 180 gradi per circa 10-15 minuti, finchè i dolcetti non risulteranno gonfi e dorati.
Estrarli dal forno e dagli stampini, ungerli con del burro fuso e, finchè sono ancora caldi, ripassarli in abbondante zucchero semolato.
Ebbene sì, dopo anni e anni di prove infinite, impasti buttati, lacrime ed imprecazioni ci sono riuscita! Dopo aver utilizzato il lievito di birra secco (perchè di quello fresco non sopporto nemmeno l’odore), poi la pasta madre (lasciamo perdere: ho rischiato l’esaurimento nervoso), poi il lievito madre secco… niente da fare… ottenevo sempre degli impasti strepitosi e gonfi che, una volta in forno, cedevano miseramente ottenendo un pane pesante, umido, compatto, insomma proprio NO!
Poi gironzolando su YouTube mi sono imbattuta in questo canale in cui veniva spiegata molto bene questa ricetta e mi si è aperto un mondo di filoncini leggeri, un sogno! Dopo averne condiviso una foto su Facebook improvvisamente molti amici mi hanno confessato di aver avuto gli stessi problemi di panificazione quindi ecco che questa ricetta è divenuta la soluzione perfetta per i pasticcioni come la sottoscritta!
Iniziare la sera prima sciogliendo il lievito nell'acqua tiepida; a parte pesare la farina ed unirvi il sale e lo zucchero, poi aggiungervi l'acqua con il lievito mescolando con un mestolo, coprire con la pellicola e lasciare a riposo tutta la notte (io uso il vano del microonde come camera di lievitazione).
Il mattino seguente versare l'impasto su una spianatoia infarinata, fare poche pieghe ed ottenere una palla da appoggiare sulla spianatoia infarinata con le pieghe verso il basso, coprire con la ciotola utilizzata per impastare e lasciare a riposo altre due ore.
Riprendere l'impasto, formare quattro filoncini, trasferirli sulla teglia coperta di carta forno, spennellare la superficie con un po' di olio evo ed infornare in forno già caldo a 190° per circa 20 minuti.
Ci ho pensato un po’ prima di pubblicare una ricetta che nella mia terra è conosciuta quasi come il pane, ma qui siamo austroungarici e magari tanto testo non fa, quindi poi ho valutato che il nostro paese è lungo lungo e arriva quasi ad accarezzare l’Africa, dove forse risulta sconosciuto o quasi.
Lo Schmarren nasce come piatto povero, della cucina contadina, molto nutriente in quanto composto da latte, uova, farina e strutto, tutti ingredienti di malga e facilmente reperibili, è tipico della zona altoatesina come di quella austriaca ed infatti l’etimologia del nome trae origine dal termine Schmer (strutto) o da schmieren (spalmare).
Sembra che lo Schmarren sia stato già presente sulle tavole contadine a partire dal 600, tuttavia l’origine del Kaiserschmarren pare risalga all’impero di Franz Josef, quindi parliamo del periodo intercorrente tra il 1830 e il 1916, nonostante la sua origine sia controversa.
Infatti c’è chi sostiene che a Franz Josef, nel corso di una battuta di caccia nel Salzkammergut sia stato servito un Holzfällerschmarren (omelette dei boscaioli) arricchita dall’uva passa, ma anche che, prima di divenire un Kaiserschmarren questa omelette sia stata una Kaiserinschmarren in quanto servita all’imperatrice Sissi che però, nota per la sua attenzione alla linea, l’avesse rifiutata devolvendola a Franz Josef (decisamente una migliore forchetta).
La terza ipotesi, che io personalmente preferisco, è quella che vede un cuoco di corte un po’ pasticcione che, al momento di estrarre lo Schmarren dalla padella, fece un gran caos distruggendolo, pertanto il piatto venne servito ugualmente mascherandolo con l’uva passa, la confettura di ribes e tanto zucchero a velo… e l’imperatore se ne innamorò!
Ad oggi è un dessert sempre presente sulle tavole austriache e sudtirolesi e riveste spesso il ruolo di apprezzatissima merenda nei rifugi alpini, dove io molti anni fa l’ho conosciuto.
Oggi ve lo ripropongo, dopo queste poche note storiche, grazie ad una ottima confettura Fiordifrutta Mirtilli Rossi di Bosco Rigoni di Asiago (lo so, non è di ribes, ma vi assicuro che regge il paragone senza rimpianti).
q.b.confettura di ribesio Fiordifrutta Mirtilli Rossi di Bosco Rigoni di Asiago
Istruzioni
Sbattere con una frusta l'uovo e lo zucchero (semolato e vanigliato), aggiungendo gradualmente il latte e la farina e continuando a mescolare per non formare grumi, poi unire il sale e il rhum.
Mettere da parte l'impasto e iniziare a riscaldare i burro in una padella, poi versarlo cospargendolo di uvetta e cuocere a fiamma bassa coperto, a metà cottura girare lo Schmarren e proseguire a fiamma bassa anche sull'altro lato, sempre tenendo la padella coperta.
Prima di spegnere la fiamma cospargere con un po' di zucchero e lasciar caramellare.
Non è necessario prestare molta cura nel rigirare l'omelette in quanto andrà comunque servita a pezzettoni, cosparsa di confettura e di abbondante zucchero a velo.
Va consumata calda.
Recipe Notes
Nel caso preferiate delle altre confetture o composte la scelta è ampia, la ricetta è molto versatile, tant'è che in passato l'ho realizzata anche con miele, noci e cannella.
Oggi è il terzo lunedì in cui lavoro da casa: mi piace moltissimo, sono rilassata e lavoro alla grande! Sono più concentrata, subisco molte meno interruzioni con gran beneficio per la produttività: so che c’è chi sostiene con ferrea convinzione la necessità di vestirsi bene e di truccarsi anche se si lavora da remoto, ma io vado controcorrente e sono tranquillamente alla tastiera senza trucco, in leggins e felpa! Vi assicuro che la consueta tenuta da pinguino che mi accompagna in ufficio non mi manca nemmeno un po’ 🙂
Ora sto chiacchierando con voi mentre mi trovo in pausa pranzo, a dire il vero è una pausa cortissima ma fatta da casa è comunque un lusso: ho iniziato la connessione alle 8 mentre fuori ululava la bora, ultimamente ha toccato (e superato) i 100 km/h, ma stamani il cielo era plumbeo, ogni tanto scendeva qualche gocciolina di pioggia e quindi si è fatta strada prepotente la voglia di una coccola dolce e profumata, qualcosa da poter fare al volo tra una telefonata e l’altra.
Avevo in dispensa una confezione di semolino, acquistata durante l’inverno proprio perchè versatile e sempre gradito a tutti, ho la fortuna di avere il Bimby e quindi ecco qua un dessert delicatissimo e che si fa da solo: per chi utilizzasse la classica pentola nessun problema, sarà sufficiente avere la pazienza di mescolare il tutto per una decina di minuti.
- mettere nel boccale il latte e riscaldarlo 6 min, 100 gradi, vel. soft
- versare il semolino, lo zucchero, il pizzico di sale, l'aroma di rosa e il tuorlo, poi cuocere 8 min, 100 gradi, vel. 2
- versare nello stampo leggermente oleato
- lasciar riposare per almeno un paio d'ore
- servire al naturale, oppure cosparso di zucchero o con della salsa da dessert a piacere (consigliata la crema di pistacchio)
Preparazione sui fornelli:
Dopo aver riscaldato il latte, senza portarlo ad ebollizione, versare lentamente a pioggia lo zucchero, il pizzico di sale e il semolino, poi aggiungere il tuorlo continuando a mescolare con una frusta; da ultimo versare l'aroma e mescolare sino ad addensare il semolino.
Procedere come sopra.