Nella mia vita ho sempre avuto una confusione mentale atipica perchè sono veloce, organizzata, sintetica, pratica eppure ho un sentimentalismo di fondo che mi porta ad attaccarmi a qualsiasi oggetto che per me rappresenti qualcosa, oggetto che nel tempo si fossilizza in qualche angolo della casa e che non mi permette di avere l’ordine che amo tanto; adoro le case calde e minimaliste, il che sembra un paradosso, ma per minimalismo intendo la presenza di pochi oggetti, ma belli, che permettano di respirare in ampi spazi scevri da qualsiasi ridondanza… invece la mia casa, nel giro di pochi anni, è diventata un caos terribile abitato anche da un collezionista onnivoro, qual’è mio marito, e da un figliolo che pare stia seguendo le orme caotiche di ambedue in genitori messi insieme!
La settimana scorsa è scattato qualcosa, ho iniziato con metodo a separare gli oggetti che non utilizzo in vari contenitori, quelli da buttare, quelli da regalare, quelli ibridi che mi mettono in crisi… e ho iniziato a vedere la luce! Forte di ciò mio marito mi ha seguita a ruota e improvvisamente gli spazi hanno iniziato a moltiplicarsi, l’aria a riempire le stanze, la luce ad illuminare i miei sorrisi!
Nella mia vita non sono mai riuscita a fare il pane, se non con la macchina apposita perchè, pur lievitato alla perfezione, usciva dal forno come un mattone di argilla… poi è scattato qualcosa, specie ora che non ho il forno, e ci ho provato utilizzando il fornetto Versilia, quello che il mio prozio produsse nella sua fabbrica di pentole di Tunisi e che è arrivato indenne sino a casa mia, tramandato di generazione in generazione.
La voglia di provare è scatta nel momento stesso in cui decidevo di recarmi ad acquistare il forno nuovo, purtroppo elettrico perchè rassegnata all’impossibilità di riparare o di sostituire il mio bellissimo forno a gas… eppure volevo provarci subito con questo pane di lunga preparazione, che va curato e coccolato, che richiede tempo e dedizione, ma l’attesa e la pazienza sono state premiate: fragrante all’esterno, morbidissimo all’interno, perfetto per la colazione e con un sapore che nessuna macchina del pane potrà mai eguagliare.
Non uso la pasta madre perchè sino ad oggi non mi ha dato buoni risultati, quindi ho preparato la biga e l’ho lasciata riposare sino all’indomani, quando l’ho impastata con il resto degli ingredienti e ho atteso ancora una notte prima di stendere l’impasto e di arrotolarlo, come fosse un salsicciotto, per poterlo adagiare agevolmente nel fornetto preventivamente oleato ed infarinato, cuocendo sulla fiamma media a fuoco vivace per un’ora.
Il risultato è stato questo pane, lievitato alla perfezione grazie al rispetto dei tempi lunghi, povero di lievito di birra e quindi privo del suo tipico sapore pungente, perfetto per la colazione (la confettura è questa), adatto anche allo stomaco più delicato, a quello che non tollera molti prodotti da forno, come nel mio caso.
Ingredienti:
per la biga: 100 g. di farina, 50 g. di acqua, mezza bustina di lievito di birra liofilizzato (io uso quello della Lidl);
per l’impasto: 450 g. di farina, 250 g. di acqua, un cucchiaino raso di sale, 30 g. di olio evo.
PS: prima di arrivare alla pubblicazione sono rincasata e ho trovato il mio bellissimo piatto di cristallo in mille pezzi sul pavimento e del pane nemmeno una briciola… Bubu ha negato ogni responsabilità, Polly pure ma a lei si è allungato il naso, oltre ad essere stata scoperta in flagranza di reato con il canovaccio che copriva il pane tra i denti! Quindi le foto pubblicate sono le sole rimastemi….