Quest’estate ne ho avute tante in casa, buonissime e rigorosamente acquistate dal contadino, saporitissime rispetto a quei concentrati d’acqua del supermercato.
Le ho utilizzate per la parmigiana, per dei meravigliosi pesti freschissimi, per delle semplici preparazioni trifolate, tagliate sottili e grigliate, marinate con aglio, olio e limone… insomma mi sono sfogata!
Me n’erano rimaste alcune che stavano un po’ appassendo e ho provato a farne degli gnocchi, complici delle meravigliose patate rosse appena raccolte… il risultato? Degli gnocchi delicatissimi che ho condito con del buon burro bavarese aromatizzato con la salvia freschissima… e per questa volta sono riuscita a far mangiare le zucchine anche al marito!
Grattugiare le zucchine e rosolarle nel tegame con l'olio per insaporirle, poi versarle in un colino e lasciarle sgocciolare.
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Nel frattempo tagliare le patate a cubetti e cuocerle a vapore per 20 minuti; a questo punto unire le patate cotte e le zucchine e frullare il tutto, poi versare in una terrina capiente ed unire la farina, l'uovo ed il parmigiano.
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Dopo aver impastato bene trasferire il composto su di una spianatoia ben infarinata ed iniziare a lavorare, aggiungendo dell'altra farina se necessario.
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Prelevare dei pezzi di impasto, farne dei filoni e ricavarne gli gnocchi.
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Cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata estraendoli con una schiumarola non appena questi vengano a galla.
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Condirli a piacere (con burro e salvia sono ottimi).
Nel condividere con voi la torta salate con le melanzane vi avevo promesso un’altra ricetta velocissima, una di quelle da infornare senza grandi sbattimenti e di tenere da parte per un pasto estivo fresco e gradevole.
Purtroppo ho pensato bene di stare male e di peggiorare i miei già cronici ritardi… ho trascorso tre giorni e tre notti che mi sembrava di dover partorire, il tutto condito dalla leggerezza di un medico di base incompetente e menefreghista, finchè, per farla breve, sono stata operata d’urgenza e solo ora inizio a riprendere in mano i vecchi post che ovviamente vi proporrò a ritmi strettissimi poichè ho necessità di recuperare anche delle collaborazioni pendenti.
Se avete ancora qualche zucchina raminga nel cassetto del frigorifero potete sfruttarla al meglio!
Affettare finemente le zucchine e versarle in una ciotola (oppure in un sacchetto) con una manciata di farina e ripassarle velocemente affinchè non perdano troppa acqua in cottura.
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Ungere una teglia con un po' d'olio e stendervi uno strato di zucchine, poi proseguire con una dadolata di mozzarella, una grattugiata di parmigiano, un filo d'olio e qualche fogliolina di menta fresca.
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Successivamente ripetere l'operazione fino a terminare gli ingredienti; volendo si può terminare con un po' di pangrattato per una gratinata finale ma io non lo uso mai in quanto preferisco terminare con il parmigiano.
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Infornare in forno preriscaldato a 180 gradi per circa mezzora... ed ecco un altro piatto da servire al volo, senza previa cottura delle zucchine, e se usate una teglia da forno in ceramica potete inserirla direttamente in frigorifero o nel congelatore e poi portarla direttamente in tavola!
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Perfetto per una cena al volo da avere già pronta, per un aperitivo grazie alla possibilità di farne delle monoporzioni o semplicemente per avere una scorta di cibo sano e gustoso!
Nella vita ci sono delle fasi, talora lunghissime, in cui vivi a mille all’ora e non riesci a frenare nemmeno a mettercela tutta, momenti in cui vieni fagocitato dagli eventi e il tuo tempo se lo prendono gli altri e allora ogni istante che si riesce a catturare per sè diviene un piccolo tesoro da tenere custodito tra le mani, stretto al cuore per difenderlo a qualsiasi costo.
Sono periodi di vita buia come la notte, momenti senza luna nè stelle in cui brancoli nel buio più pesto, e ciascun spiraglio di luce lo afferri come il più preziosi dei tesori, quando vivi con l’affanno, sempre, di giorno e di notte e poi, all’improvviso, il mondo inizia a girare dalla parte giusta.
Cambia tutto, prima c’è un timido inizio, poi una conferma, poi ti si spalanca una nuova realtà fatta di ritmi lenti, umani, tranquilli, fatta di momenti per te stesso, per la lettura di un libro, per affacciarti alla natura, per sederti a guardare il mare… e sai che, qualunque cosa accada, non ci vorrai più rinunciare.
Sei consapevole del fatto che i tuoi ritmi rimarranno pressochè gli stessi poichè hai assaggiato la libertà di assaporare la vita, di respirare a fondo, di non farti pressare da ciò che la società vorrebbe importi per il proprio tornaconto, hai imparato a dire di no, a mettere dei paletti che diventano muri invalicabili, che te stesso viene per primo.
Sto vivendo la mia stagione preferita, l’estate, senza orari imposti, godendo della calma del mare se e quando mi va, sto vivendo nell’ordine, nella tranquillità, con il lusso di potermi concedere una colazione all’aperto, a piedi nudi in mezzo ai fiori, sto vivendo al meglio e facendo del bene a me stessa, oggi inizio con un momento goloso senza zuccheri (già c’è il burro a dare sapore e regalare qualche caloria 🙂 )… voi potete aggiungerli se vi va, ma io questa colazione me la sono goduta così, con dei biscottini delicatissimi alla ricotta e ripieni di confettura al naturale, iniziando una bellissima giornata al meglio sotto il sole di giugno!
Post in collaborazione con Rigoni di Asiago, confettura utilizzata Fiordifrutta Ciliegie Rigoni di Asiago.
Prima di iniziare controllate che la ricotta sia sufficientemente asciutta e, in caso contrario, versatela in un colino per far scendere un po' di acqua al fine di non inzuppare troppo l'impasto, poi trasferitela in una ciotola insieme al burro fuso e iniziate a lavorarla con le fruste elettriche, poi unite anche la farina cui avrete aggiungo il lievito, mescolate ancora un po' con le fruste a bassa velocità e poi terminate di impastare con le mani per compattare il tutto.
A questo punto coprite la ciotola con la pellicola e lasciate a riposo in frigorifero per almeno trenta minuti.
Trascorso il tempo di riposo riprendere l'impasto e stenderlo delicatamente con il mattarello ad uno spessore di circa 2-4 mm. a massimo, poi ritagliare dei rettangoli e stendervi al centro un cucchiaino di confettura Fiordifrutta Ciliegie Rigoni di Asiago (è senza zucchero, quindi ho cercato di mantenere lo standard light che cercavo).
Richiudere ogni rettangolo in modo da formare dei saccottini ed infornarli a 180° in forno preriscaldato, per circa 20 minuti.
Spolverate con una pioggia di zucchero a velo e serviteli: deliziosi con il the o in qualunque occasione in cui vi prenda voglia di una golosità e non vogliate esagerare con le calorie 🙂
Oggi mi affaccio a questo angolino del web con una proposta più light rispetto alle focaccine del fine settimana: in realtà ho una voglia di un cornetto, di un pezzetto di torta, di una crostata che manco ve la immaginate ma i chili stanno scendendo, il metabolismo piano piano sta ritornando in sesto e mi sento decisamente meglio, quindi qualche sgarro (piccolo) ci sta ogni tanto ma non posso esagerare e devo rientrare in carreggiata.
Uno dei punti cardine per la riuscita di un percorso disintossicante è la varietà in cucina, l’appagamento dei sensi e del palato in particolare, scelta comunque complicata se si lavora tutto il giorno e si hanno anche dei carichi familiari, ma con un po’ di organizzazione tutto è possibile.
Amo il pesce fresco, oltretutto fortemente consigliato in qualsiasi dieta mediterranea, tuttavia mi è molto complicato acquistarlo spesso visti i miei orari di lavoro: ogni tanto ne faccio scorta, me lo faccio pulire e lo congelo, ma in questo caso ho trovato al supermercato delle magnifiche aringhe sotto sale, splendide, come quelle matjes che tanto ho amato durante i miei viaggi al nord e che gustavo nei panini del NordSee.
Le ho volute utilizzare, previo dissalamento, in una insalata light, fresca grazie alla mela ma saporita per la presenza della cipolla rossa di Tropea, voi metteteci anche una patata al vapore, ci sta tutta, che io ho dovuto omettere per ovvii motivi dietetici!
Per prima cosa è necessario dissalare i filetti altrimenti risulteranno immangiabili, lasciandoli già dalla sera prima in una terrina contenente acqua e latte, chiusa bene e conservata nel frigorifero.
L'indomani i filetti saranno finalmente commestibili e sarà sufficiente tagliarli a pezzettoni mescolandoli in una terrina con degli spicchi sottili di mela (io non tolgo la buccia), la patata cotta al vapore e tagliata a cubetti (che io non ho messo) e delle striscioline di cipolla rossa di Tropea.
A parte emulsionare bene un po' di senape con dell'olio, un pizzico di sale e un goccio di aceto balsamico e utilizzare la vinaigrette per condire l'insalata.
Che abbiate usato o meno anche la patata avrete un piatto completo, freschissimo e molto gustoso, perfettamente detox per la primavera e ottimo per le prime giornate calde!
Buon appetito!
Domenica di (quasi) relax, finalmente è arrivata! Questa settimana l’ho attesa con ansia, con una stanchezza profonda, reduce dalle nottate ad aspettare mio figlio che, con le sue scorribande carnevalesche, mi ha fatto dormire sì e no quattro ore a notte, tanto lui era in vacanza (ma io no e alle sei la sveglia ha continuato a squillare ogni tragico giorno).
Ieri ho recuperato un po’ di forze, ma stamani comunque il mio corpo si rifiutava di collaborare, avevo un dolore alla muscolatura conseguente a poche ore di sonno e tante camminate, alla fine la reazione è stata quella di rimettermi in movimento con una passeggiata leggera stamani ed una tosta nel pomeriggio, ma si sa che i cani sono i migliori amici della nutrizionista e che quando si presentano all’uscio scondinzolanti non si trova il cuore di deluderli.
E’ stato comunque un pomeriggio che mi ha fatta sentire bene, provo una stanchezza sana, quella di una persona che finalmente sta rimettendo in movimento ogni muscolo del proprio corpo, che inizia a sentirsi più leggera e che ogni fine settimana investe una bella somma in verdure sane, gustose e lontane anni luce da filiere industriali.
Questa volta mio marito, che non ama il pesce, mi ha pensata portandomi un regalo un meraviglioso trancio di salmone, perfetto per il menu settimanale che devo seguire ma che, in tutta onestà, inizia a risultarmi un po’ noioso.
Avevo le meravigliose arance siciliane acquistate al mercato, potevo non sperimentare? Anzi, questa la passo alla nutrizionista, magari può rendere il menu più vario 🙂
Tagliare tre fette sottili di arancia, complete di buccia, ed adagiarle sul fondo di una padella, appoggiarvi sopra il trancio di salmone completo di pelle in quanto questa aiuta a non far sfaldare la carne in cottura ed inoltre risulta più semplice toglierla dalla carne cotta.
Spolverizzate sul salmone un pizzico di sale fino, un cucchiaino circa di pepe rosa appena schiacciato nel mortaio ed un giro d'olio (circa un cucchiaio), coprire e cuocere a fuoco medio per pochi minuti, controllando la cottura.
A metà cottura girare il salmone con delicatezza per non romperlo, spremere quel che resta dell'arancia, mescolarvi un cucchiaio di farina con un po' d'acqua (ottenere circa un bicchiere di parte liquida) e versare il tutto sul salmone. Coprire nuovamente e portare a termine la cottura.
Impiattare, togliendo la pelle al salmone, e aggiungere dei grani di pepe rosa che regaleranno un tocco di croccantezza ad ogni boccone; decorare con una fettina di arancia.
Non mi faccio viva dai primi mesi dell’estate, lo so, ma avevo bisogno di un periodo di stacco totale, provata da un caldo infernale, dagli oramai ricorrenti problemi con i genitori anziani, stanca morta da non reggermi in piedi, da crollare sul divano all’ora di cena per poi non riuscire a dormire a causa della troppa stanchezza.
Mi sono dedicata a me stessa, ho spento il pc, ho trascorso più tempo possibile al mare, ho nuotato per ore ogni giorno, ho bevuto litri e litri di acqua e ho curato l’alimentazione come non mai, ho voluto iniziare un percorso che mi aiutasse a riprendere la forma perduta a causa dell’eccessivo stress e delle preoccupazioni, ho chiuso completamente porte di stanze che non mi appartenevano più, ho lasciato fuori maleducazione e cattiveria, ho deciso che la mia strada dev’essere questa, un blog indipendente, aperto a delle collaborazioni perché sono sempre stimolanti, ma con la libertà di decidere da sola quali passi intraprendere, quando e se pubblicare.
Ho trascorso due settimane in Francia, una vacanza bellissima e a mia misura che mi ha ricaricata, il tutto documentato in una quantità esagerata di scatti, molti ancora da sistemare e che prima o poi vedranno la luce anche su queste pagine, ma con calma perché sto avendo una vita molto complicata e faticosa…
Oggi la proposta è semplice, sperimentata dopo aver visto questo post, incuriosita dal sapore mediorientale di questa ricetta, sicuramente perfetta per il regime alimentare che sto seguendo: c’è chi la trova favolosa, da far esplodere le papille gustative, e penso che ciò sia legato sia alla qualità della melanzana scelta, sia a quello del sommacco, purtroppo di non facile reperibilità in Italia. Quello utilizzato nella ricetta dalla quale ho tratto gli ingredienti è a base di melograno essiccato, sicuramente più acidulo, mentre io ho usato il classico sommacco libanese, che già di suo è complicato da trovare. Il sapore, anche a causa della pessima qualità della melanzana da supermercato, sicuramente ne ha risentito: sperimentate, ma solo se avete le melanzane dell’orto e cercate di trovare un buon sommacco, fresco e saporito, altrimenti lasciate perdere.
Il caprino a me non piace, ma qui ci va, ci va proprio perché il connubio di sapori che si ottiene è perfettamente equilibrato, con la sapidità del formaggio, l’amarognolo dell’ortaggio e l’asprigno del sommacco. E’ la perfezione. Se gli ingredienti sono perfetti (i miei non lo erano).
Lavare bene le melanzane e disporle in una teglia intere e con il picciolo, nel frattempo portare il forno a 190° ed infornare per 45-60 minuti (io ho usato la modalità ventilata), in maniera tale che la polpa si cuocia al vapore grazie alla buccia.
Poi tagliarle a metà e condirle con sale, pepe ed olio, disporvi qualche cucchiaiata di caprino, del sommacco ed ancora un giro d'olio.
Servirle ancora calde.
Questo è un piatto da bistrot, quello che ogni giorno immagino sorga nella mia cucina e che, ora che la stagione mi permette si sfruttare anche lo spazio aperto dei balconi, mi sembra più reale che mai!
La ricetta non è mia, ma di Elena, e mi è piaciuta talmente tanto da farmi arrabbiare in quanto nella mia città non riuscivo a trovare gli agretti: a dire il vero nemmeno li conoscevo, ma quel colore così vivido unito alla mia passione per la cucina vegetariana ha fatto sì che me ne innamorassi e che inaspettatamente in un ipermercato lontanissimo da casa li vedessi. Con il dubbio ovviamente: saranno questi? O no? Il nome loro assegnato dall’ipermercato non l’avevo mai sentito (e manco me lo ricordo), ma ho ben pensato di attivare il marito per una ricerca lampo su Google mentre io li accarezzavo con lo sguardo, ammirata da cotanta beltà (sì, sono scema, ridete pure)!
Erano loro! Gli agretti, barbe di frate o come caspita li chiamavano loro, ma il tempo di realizzare di averli finalmente trovati ed ero già con il sacchetto in mano: un mazzolino, poi due… facciamo tre… dai… in barba all’avarizia!
Ed eccoli qua: favolosi in questa ricetta, con la loro freschezza insaporita dall’acciuga (che fa la differenza), dal piccante del peperoncino, con la delicata sapidità del feta e con la sempre perfetta presenza del nostro ottimo olio extra vergine di oliva… un connubio perfettamente equilibrato, un pasto al volo che non appesantisce, un aperitivo, un antipasto, una semplice merenda sanissima, perfetto sempre! Anche nel mio bistrot 🙂
Portare l'acqua ad ebollizione, salarla e versarvi gli agretti precedentemente puliti dalle radici e ben lavati, cuocere per dieci minuti: premetto che vanno cotti proprio nell'acqua in maniera da far perdere quel sentore di erba selvatica che, se eccessivo, disturba il palato, quindi non al vapore nè in padella con poca acqua.
Colarli dall'acqua in eccesso e ripassarli per pochi minuti in una padella in cui si sarà fatto insaporire l'olio con uno spicchio d'aglio, un peperoncino ed un filetto di acciuga spezzettato.
Nel frattempo abbrustolire leggermente un paio di fette di pane casereccio, versarvi gli agretti e sbriciolarvi della feta: ottimo come pasto saporito e veloce oppure per un aperitivo sicuramente più salutare che quello che può essere un sacchetto di patatine!
Manco da tanto, da troppo tempo: giugno è volato nella mia totale assenza, lontana dal blog ma anche dal web, tra pensieri pesanti, mancanza di connessione, appartamento ancora sottosopra dopo la ristrutturazione e, tutto sommato, zero voglia di scrivere e di interagire.
Mi sono presa i miei tempi, ho rispettato la mia necessità di staccare, ho dormito, mi sono affidata completamente alle mani altrui affrontando ogni minuto passivamente, senza pensare, senza faticare, solo respirando a fondo, con calma… solo vivendo.
Oggi, primo giorno in cui il blog si presenta con u nuovo abito, vi lascio uno sfogliabile, una ricetta regalatami da un pescatore l’estate scorsa, vi dedico qualche fotogramma… leggetelo, godetevelo con calma e prima o poi ci rivedremo per qualche altra pagina completamente estiva.
Buona lettura!
Da molti anni sogno “il viaggio”, quello nel profondo nord, quello che avevamo già programmato ma che poi, a seguito di cause contingenti, è saltato… ed è da allora che penso e ripenso al “mio” grande nord, quello con le alci, il legno di betulla, le felci e le immense distese incontaminate di natura, quello in cui l’uomo incontra la terra e la terra dona all’uomo, nel massimo rispetto reciproco.
Immagino i ghiacci perenni, immagino il mare plumbeo dalle temperature proibitive eppure così ricco di merluzzi, salmoni ed aringhe, immagino un pescatore che lancia la lenza dopo aver praticato un foro nel ghiaccio, solo nel nulla, immagino il coraggio di uscire con i pescherecci finchè la bella stagione lo consente, immagino il pesce steso sugli essiccatoi ad ogni angolo di strada. Immagino le balene, immenso spettacolo della natura, immagino l’aurora boreale e la sua magia, ne immagino i sapori intensi della cucina, gli accostamenti agrodolci, il pesce ovunque, le verdure di stagione che sempre abbondano in tavola, i condimenti grassi e sostanziosi.
E ispirandomi a ciò ho portato la cena in tavola, con un occhio alla dieta e l’altro ad un tocco saporito e sfizioso!
Tagliare il cavolfiore a pezzi grossolani, lasciando anche qualche foglia esterna, lo stesso fare con la zucca lasciando anche la buccia e togliendo i semi (che userò in seguito, una volta essiccati, in quanto sono ottimi e commestibili), foderare una teglia con della carta forno, deporvi le verdure e cuocere a 180° per 40 minuti (ho impostato la cottura ventilata).
Nel frattempo tostare in padella i semi di zucca, coprendoli con un coperchio in quanto scoppiettano, poi aggiungerli alla panna acida e al succo di lime, frullando il tutto: si otterrà una deliziosa salsa profumatissima e dal sapore tipico del seme tostato, perfetta per intingervi le verdure arrostite e (per alleggerire l'apporto calorico) ne basta davvero poca!
E dopo tanto tempo ritorno anche con un po’ di musica…
Vi ho lasciati nell’ultimo post circondati da fiori appena invasati e da progetti idilliaci per un balconcino arredato come un bistrot all’aperto… e invece continua a piovere senza ritegno, con l’umidità che ti entra nelle ossa e congelando anche i sentimenti più ottimistici. Il riscaldamento oramai è solo un vago ricordo e nel mio nuovo ufficio si gela da paura, non ci sono nemmeno le tende e vedere tutto quel grigiore dalla finestra è assolutamente deprimente, ma si sa che io ho sempre la mia risorsa inaspettata: la fantasia! Quando non lavoro a contatto con il pubblico mi chiudo nel mio angolino, metto un magnifico sfondo estivo sul desktop, musica di sottofondo dal cellulare e lavoro serenamente nemmeno il mare fosse pronto ad aspettarmi nel pomeriggio 🙂
E magari anche a casa, con un pizzico di immaginazione in cucina, si riesce a sentire un po’ il profumo della stagione calda e di quel Mediterraneo che ho sempre nel cuore, quello dei limoni, degli ulivi e del prezzemolo fresco, degli aromi che si sprigionano sotto il sole cocente di mezzogiorno quando anche un semplice giardino profuma intensamente di rosmarino.
Ogni ricetta alla fine mi riporta ai dei ricordi, che incredibilmente si riallacciano sempre alla cucina e anche questa volta mi sono ritrovata all’estate di due anni fa, nell’ampio cortile del castello di Milazzo, a camminare su un selciato polveroso, l’aria secca ed immobile, un sole che ti toglieva la ragione e tanto, tantissimo profumo di rosmarino, di un’intensità che non pensavo potesse esistere, circondati da cespugli ovunque e, al di là di essi, una distesa d’acqua che più turchese di così non l’avrei immaginata… e rammento il sollievo quando, dopo la visita al castello, finalmente riuscii a raggiungere l’agognata spiaggia e l’acqua cristallina (la spiaggia un po’ meno, ma alla fine rimangono i ricordi belli, no?).
Ecco, ora sono spiritualmente pronta a proporre un piatto estivo, velocissimo, dal sapore fresco ed agrumato e assolutamente light! Per non avere il solito petto di pollo.
Ingredienti (parecchio ad occhio):
un petto di pollo
un limone grosso o uno e mezzo se piccoli (buccia e succo)
un pizzico di sale aromatizzato (a piacere, se ricco di rosmarino è gradevolissimo)
olio evo q.b.
un cucchiaio di farina
prezzemolo tritato q.b.
Procedimento:
Riscaldare un po’ d’olio in una padella ed adagiarvi il petto di pollo, salare leggermente e rigirare sino a completa doratura, poi aggiungervi la buccia del limone utilizzando la sola parte esterna (con il pelapatate è un attimo) tagliata a pezzettini e spremervi anche il succo (abbondate pure che male non fate). A fine cottura versarvi una bella manciata di prezzemolo e un cucchiaio di farina per addensare il rimanente succo di limone.
E poi non dite che i piatti light sono noiosi o complicati da preparare! 🙂