Ricette di questo tipo nascono nei ricordi di me bambina che correva tra i campi coltivati dai nonni, che aveva paura delle galline della nonna (sì, erano proprio proprietà della nonna, che acquistava i pulcini e poi le cresceva… sotto lo sguardo truce del nonno che le aveva in antipatia), che non capiva perchè non venissero mai seminati i fiori, ma i fiori non servivano al sostentamento della famiglia, mica si mangiano i fiori… anche se io avrei da ridire qualcosa in merito, ma con il senno di poi ragiono in maniera diversa.
Queste ricette nascono dalla mia attuale ricerca di ciò che era e non è più, di quando, sino a due anni fa, andavo a passeggio dietro casa mia con la piccola Yoghi e, nel mentre la piccoletta pascolava e annusava tutti gli angolini, io raccoglievo la malva, il finocchietto selvatico, la melissa, la menta, le gemme di luppolo e tutto ciò che trovavo.
Tutto ciò non c’è più, un giorno sono venute le ruspe e hanno deciso di darla vinta al cemento, ancora una volta, perchè non hanno capito niente… e hanno iniziato a disboscare per realizzare un parcheggio esteticamente ineccepibile in cui ci stanno dieci automobili dove prima ce ne stavano trenta… l’intelligenza umana è anche questa!
Ricordo lo sguardo del signor Fiore, un dolce vecchietto che viveva nelle case popolari, ma che amava la terra più di se stesso, tanto da realizzare un piccolo paradiso in poca terra brulla… era bello il giardinetto del signor Fiore, tant’è che lo rammento guardare le ruspe con le lacrime agli occhi, mentre veniva divelto anche il piccolo albero di fico, quello che tanto faticosamente era riuscito ad impiantare, retto con amore da alcuni bastoncini di legno intagliati dalle mani di questo vecchietto eccezionale.
Il bosco davanti casa c’è ancora, la Yoghi se n’è andata portandomi la dolce Bubu a risanarmi il cuore lacerato dalla sua perdita, il signor Fiore non l’ho più incontrato perchè non ho il coraggio di passeggiare in un parcheggio di cemento e ricordare lo scempio che c’è stato, ma le ricette che utilizzano i prodotti della terra, quelli più semplici ed economici, riuscendo a trasformarli in qualcosa di speciale, come sempre sa fare Libera, mi affascinano e mi fanno rammaricare di non poter avere un orticello tutto mio.
Qualche giorno fa, gironzolando tra le scaffalature del supermercato sotto casa, nel banco frigo li ho visti… nemmeno il mio organizzatissimo fruttivendolo di fiducia li ha mai…. i topinambur!!!
Memore del fatto che la mia amica Libera nel suo blog avesse proposto svariate proposte con questo semisconosciuto ingrediente, li ho acquistati senza indugio e ho provato immediatamente questa ricetta, che ripropongo con pochissime varianti e che ho portato a termine in pochi minuti.
Ho pelato ed affettato 500 gr. di topinambur e una cipolla rossa, che sono stati poi adagiati in una terrina in coccio ben oleata e successivamente posti nel forno a microoonde per 4 minuti e alla massima potenza; nel frattempo ho sbattuto 3 uova con poco sale, due generose cucchiate di parmigiano, due cucchiaiate tra basilico, origano e prezzemolo e circa 3 cucchiate di latte di riso; solo alla fine ho aggiunto un vasetto di pisellini sgocciolati e mescolato il tutto.
Nel frattempo ho estratto dal forno la terrina e ho versato anche l’impasto a base di uova, mescolando bene e rimettendo nel forno per altri 12 minuti, sempre alla massima potenza: Libera nella sua versione era riuscita a ridurre la cottura a 4 minuti, ma innanzitutto lei aveva usato del burro anzichè l’olio (che aumenta la conduzione di calore) e certamente aveva affettato i tuberi con più cura rispetto a me (in effetti i miei erano un po’ spessi).
Solo alla fine ho inserito il grill per 2 minuti in maniera tale da migliorare l’estetica di questo sformatino delizioso: il topinambur è un tubero strano, di colore violaceo e bitorzoluto, che cresce spontaneo vicino ai fossati donando dei bei fiori gialli che mai farebbero pensare alla loro natura infestante e assolutamente predominante sulle altre specie vegetali… eppure, una volta cotto, sprigiona un sapore intenso di cuore di carciofo, se mangiato crudo e condito con sale e olio è delicatissimo e se ne può ricavare anche un’ottima farina priva di glutine. Insomma,un prodotto ottimo e a buon prezzo, sicuramente da rivalutare!
Riepilogo degli ingredienti:
500 gr. di topinambur
1 cipolla rossa
3 uova
2 cucchiai di parmigiano
2 cucchiai tra basilico, origano e prezzemolo
3 cucchiai di latte di riso
sale q.b.
olio evo per ungere la teglia
Bubu, la mia compagna di passeggiate.