Ultimamente pubblico davvero poco nonostante abbia la speranza di iniziare a recuperare ora che le feste si avvicinano e che la voglia di preparare qualcosa di goloso si fa sentire! Che poi non è che io non cucini, anzi, ma mi sto occupando molto della casa e del caos accumulato in questi ultimi anni, sto modificando molti complementi di arredo e tutto ciò assorbe la gran parte del mio tempo libero.
Oggi è stata un’altra giornata di smart working e mai come oggi lavorare da casa mi è risultato gradevole: la bora soffia con raffiche che toccano i centro chilometri orari, scende una pioggia gelata mista a nevischio, la stradina che porta a casa mia non ha un bell’aspetto e onestamente ho lavorato meglio standomene rintanata in casa.
Purtroppo casa mia è molto fredda (sì, sto valutando l’idea di un camino elettrico almeno per la stanza in cui lavoro), quindi che c’è di meglio che accendere il forno per stemperare un po’ l’aria gelida? Avevo l’intenzione già da giorni di impastare qualche bella frolla speziata, così squisitamente festiva, ma senza appesantirla troppo con valanghe di burro, oggi ho provato a farla con l’olio e tanto profumo di inverno e l’ho usata per comporre queste stelline di Natale, semplici ma che fanno tanta aria di festa, per accompagnare una tazza di the caldo, di cioccolata, di cappuccino, quello che volete ma che vi possa riscaldare le mani!
Versare nella ciotola (o nel mixer) le due farine, lo zucchero con il sale, le spezie e l'uovo, iniziare a mescolare e poi aggiungere anche l'olio, amalgamare bene fino ad ottenere un composto sodo e liscio.
Lasciarlo in frigorifero fino a che non si rassoda un po' per poterlo lavorare meglio, poi stenderlo delicatamente sulla spianatoia infarinata con il mattarello, evitando di assottigliare troppo la frolla, poi iniziare a formare i biscotti utilizzando una formina a stella ed una più piccola per ricavare il foro centrale.
Versare un po' di confettura, alternando i gusti, sulla parte inferiore del biscotto e poi ricoprire con la parte forata al centro, far aderire bene e appoggiare i biscotti sulla carta forno.
Prima di infornare lasciare i biscotti in frigorifero per almeno altri dieci minuti per mantenere al meglio il decoro, poi infornarli in forno preriscadato a 180° per circa 10-15 minuti, controllando la cottura visto che ogni forno è un mondo a sè (e io che l'ho appena cambiato ne so qualcosa).
Vanno estratti non appena leggermente dorati ma ancora morbidi poichè raffreddando tendono ad indurire.
E’ trascorso molto tempo dal mio ultimo passaggio qui, lo so, ma ho fatto dei lavori di ristrutturazione in casa che mi impedivano di lavorare serenamente in una cucina piena di disordine e in perenne lotta contro l’inevitabile sporcizia dovuta al passaggio continuo degli operai.
Poi finalmente, terminati i lavori e ripulita la casa a fondo, avevo già gli ingredienti pronti e mi si è guastato il forno… l’ho prontamente ordinato la sera stessa, dopo pochi giorni mi viene consegnato, lo sostituiamo senza non poche difficoltà viste le ridottissime misure della mia cucina e… l’imprevisto! La maniglia del forno non permette l’apertura della lavastoviglie 🙁
Non ci è rimasta altra soluzione che sostituire la maniglia con quella del forno guasto per ottenere una soluzione quasi accettabile: ora la lavastoviglie si apre, a stento, ma si apre.
Ed eccoci finalmente qui con la sospiratissima ricetta e con la speranza di riprendere a pubblicare.
So di essermela appuntata dopo averla letta su un blog, non rammento dove ovviamente, ma se riesco a recuperare la fonte la citerò non appena possibile, so solo che è meravigliosa, rapidissima, con pochissimi ingredienti e dal risultato strepitoso! Se siete golosi fatela, altrimenti fatela ugualmente perchè un pasticcino ogni tanto è gradito a tutti? Quanto si conservano i dolcetti? Non lo so, impossibile resistere a mangiarli tutti quasi subito…
Pesare il burro e lasciarlo a temperatura ambiente, poi lavorarlo insieme al formaggio, allo zucchero e al pizzico di sale usando lo sbattitore elettrico, fino ad ottenere un composto morbido e spumoso.
Continuando ad usare le fruste a bassa velocità, unire la farina un po' alla volta sino ad amalgamarla completamente, poi coprire la ciotola con della pellicola e mettere tutto nel frigorifero sino a completo raffreddamento (io ho lasciato tutto al fresco per una notte intera).
Una volta raffreddato, il composto sarà lavorabile, quindi preparare velocemente delle palline senza riscaldarle troppo tra le mani altrimenti diverrà nuovamente appiccicoso, vista l'elevata percentuale di burro presente tra gli ingredienti.
Schiacciare leggermente le palline, praticarvi un incavo nel mezzo e versarvi un po' di confettura.
A questo punto ponetele in forno preriscaldato a 190 gradi per circa 10-13 minuti: anche se appena sfornati i pasticcini risulteranno ancora morbidi non preoccupatevi poichè diverranno più sodi raffreddando.
Serviteli con una buona tazza di the o un cappuccio pieno di schiuma, sono deliziosi e si sciolgono in bocca!
Lentezza. E’ il timbro distintivo di questa estate. L’ho voluta questa lentezza dopo anni a scapicollarmi senza riuscire nemmeno a prender fiato. Ne avevo già accennato nel post precedente e sto riuscendo a mantenerla anche se ogni tanto qualcuno ci prova ad incastrarmi 🙂 (ma io tengo duro!), soprattutto mi sono organizzata in maniera diversa il mio tempo, ho annullato più impegni inutili che potevo, ho acquistato molti prodotti per la casa in stock in maniera tale da non correre a fare la spesa ogni settimana, a parte lo stretto necessario. Ho allontanato le persone negative (a parte un papà rompiscatole che però non posso cacciare 🙂 ), mi sto prendendo cura di me stessa, molto più di allora, mi sto volendo bene, mi sto regalando tanta attività fisica, sto dimenticando la pigrizia di un anno fa (addirittura mio figlio mi stra trascinando in palestra!). Mi godo nuotate lunghissime, passeggiate in mezzo al verde, mi stendo tra i fiori dei balconi dopo pranzi tranquilli e curati, mi coccolo le cagnette allineandomi ai loro ritmi rilassanti.
E’ la lentezza del post precedente, ma mi sto “specializzando”, tant’è che non sopporto più alcuna costrizione, non mi va più di correre o di inanellare un impegno dietro l’altro, è questa la vita che voglio vivere, è quanto mi ha insegnato questo periodo di rieducazione forzata.
La cheesecake è sempre stata la mia “bestia nera”, in realtà non so nemmeno io il perché, ma si tratta di una preparazione che, in qualsiasi versione, mi ha sempre spaventata, anche se senza colla di pesce come questa. Potevo non provarci ora che ho più tempo libero? E’ una versione da pic nic, messa insieme alla bell’e meglio senza alcuna ricetta, nè programmazione, e con ciò che avevo in casa. Ma il risultato mi ha stupita, potrebbe stupire anche voi, per un pic nic, un aperitivo, un antipasto. La mia porzione è molto abbondante, potrebbe andar bene per due vasetti più piccoli, perfetti per un aperitivo… diciamo che per me è stato un pasto vero e proprio ma, insomma, dovevo assaggiarla bene prima di proporla, no?
Tritare grossolanamente le fette biscottate con l'iuto di un mattarello e ripassarle in padella per tostare le briciole.
Nel frattempo sciogliere il burro, poi mescolarlo alle briciole e versare il tutto sul fondo del barattolo premendo per compattare quella che sarà la base della cheesecake.
Iniziare a stemperare il formaggio con un po' di latte (dosi puramente a piacere, io ho utilizzato mezza confezione di gorgonzola), poi unire lo yoghurt e sciogliere il tutto in un pentolino, a fuoco lento, continuando a mescolare per evitare che si formino grumi.
Se non avete lo yoghurt greco va bene anche quello classico, bianco e intero, e potrete addensare la crema con un po' di maizena o di altro amido.
In attesa che la crema al formaggio si raffreddi, mettete il vasetto nel frigorifero per far rassodare la base croccante, poi, una volta raffreddata la crema versatela a formare un altro strato nel vasetto e riponete nuovamente nel frigorifero.
Una volta raffreddato il tutto procedete con il terzo strato, che sarà formato da qualche cucchiaiata di confettura Fiordifrutta Rigoni di Asiago alle pere e riponete in frigorifero sino al momento di servire.
Nella vita ci sono delle fasi, talora lunghissime, in cui vivi a mille all’ora e non riesci a frenare nemmeno a mettercela tutta, momenti in cui vieni fagocitato dagli eventi e il tuo tempo se lo prendono gli altri e allora ogni istante che si riesce a catturare per sè diviene un piccolo tesoro da tenere custodito tra le mani, stretto al cuore per difenderlo a qualsiasi costo.
Sono periodi di vita buia come la notte, momenti senza luna nè stelle in cui brancoli nel buio più pesto, e ciascun spiraglio di luce lo afferri come il più preziosi dei tesori, quando vivi con l’affanno, sempre, di giorno e di notte e poi, all’improvviso, il mondo inizia a girare dalla parte giusta.
Cambia tutto, prima c’è un timido inizio, poi una conferma, poi ti si spalanca una nuova realtà fatta di ritmi lenti, umani, tranquilli, fatta di momenti per te stesso, per la lettura di un libro, per affacciarti alla natura, per sederti a guardare il mare… e sai che, qualunque cosa accada, non ci vorrai più rinunciare.
Sei consapevole del fatto che i tuoi ritmi rimarranno pressochè gli stessi poichè hai assaggiato la libertà di assaporare la vita, di respirare a fondo, di non farti pressare da ciò che la società vorrebbe importi per il proprio tornaconto, hai imparato a dire di no, a mettere dei paletti che diventano muri invalicabili, che te stesso viene per primo.
Sto vivendo la mia stagione preferita, l’estate, senza orari imposti, godendo della calma del mare se e quando mi va, sto vivendo nell’ordine, nella tranquillità, con il lusso di potermi concedere una colazione all’aperto, a piedi nudi in mezzo ai fiori, sto vivendo al meglio e facendo del bene a me stessa, oggi inizio con un momento goloso senza zuccheri (già c’è il burro a dare sapore e regalare qualche caloria 🙂 )… voi potete aggiungerli se vi va, ma io questa colazione me la sono goduta così, con dei biscottini delicatissimi alla ricotta e ripieni di confettura al naturale, iniziando una bellissima giornata al meglio sotto il sole di giugno!
Post in collaborazione con Rigoni di Asiago, confettura utilizzata Fiordifrutta Ciliegie Rigoni di Asiago.
Prima di iniziare controllate che la ricotta sia sufficientemente asciutta e, in caso contrario, versatela in un colino per far scendere un po' di acqua al fine di non inzuppare troppo l'impasto, poi trasferitela in una ciotola insieme al burro fuso e iniziate a lavorarla con le fruste elettriche, poi unite anche la farina cui avrete aggiungo il lievito, mescolate ancora un po' con le fruste a bassa velocità e poi terminate di impastare con le mani per compattare il tutto.
A questo punto coprite la ciotola con la pellicola e lasciate a riposo in frigorifero per almeno trenta minuti.
Trascorso il tempo di riposo riprendere l'impasto e stenderlo delicatamente con il mattarello ad uno spessore di circa 2-4 mm. a massimo, poi ritagliare dei rettangoli e stendervi al centro un cucchiaino di confettura Fiordifrutta Ciliegie Rigoni di Asiago (è senza zucchero, quindi ho cercato di mantenere lo standard light che cercavo).
Richiudere ogni rettangolo in modo da formare dei saccottini ed infornarli a 180° in forno preriscaldato, per circa 20 minuti.
Spolverate con una pioggia di zucchero a velo e serviteli: deliziosi con il the o in qualunque occasione in cui vi prenda voglia di una golosità e non vogliate esagerare con le calorie 🙂
Ci ho pensato un po’ prima di pubblicare una ricetta che nella mia terra è conosciuta quasi come il pane, ma qui siamo austroungarici e magari tanto testo non fa, quindi poi ho valutato che il nostro paese è lungo lungo e arriva quasi ad accarezzare l’Africa, dove forse risulta sconosciuto o quasi.
Lo Schmarren nasce come piatto povero, della cucina contadina, molto nutriente in quanto composto da latte, uova, farina e strutto, tutti ingredienti di malga e facilmente reperibili, è tipico della zona altoatesina come di quella austriaca ed infatti l’etimologia del nome trae origine dal termine Schmer (strutto) o da schmieren (spalmare).
Sembra che lo Schmarren sia stato già presente sulle tavole contadine a partire dal 600, tuttavia l’origine del Kaiserschmarren pare risalga all’impero di Franz Josef, quindi parliamo del periodo intercorrente tra il 1830 e il 1916, nonostante la sua origine sia controversa.
Infatti c’è chi sostiene che a Franz Josef, nel corso di una battuta di caccia nel Salzkammergut sia stato servito un Holzfällerschmarren (omelette dei boscaioli) arricchita dall’uva passa, ma anche che, prima di divenire un Kaiserschmarren questa omelette sia stata una Kaiserinschmarren in quanto servita all’imperatrice Sissi che però, nota per la sua attenzione alla linea, l’avesse rifiutata devolvendola a Franz Josef (decisamente una migliore forchetta).
La terza ipotesi, che io personalmente preferisco, è quella che vede un cuoco di corte un po’ pasticcione che, al momento di estrarre lo Schmarren dalla padella, fece un gran caos distruggendolo, pertanto il piatto venne servito ugualmente mascherandolo con l’uva passa, la confettura di ribes e tanto zucchero a velo… e l’imperatore se ne innamorò!
Ad oggi è un dessert sempre presente sulle tavole austriache e sudtirolesi e riveste spesso il ruolo di apprezzatissima merenda nei rifugi alpini, dove io molti anni fa l’ho conosciuto.
Oggi ve lo ripropongo, dopo queste poche note storiche, grazie ad una ottima confettura Fiordifrutta Mirtilli Rossi di Bosco Rigoni di Asiago (lo so, non è di ribes, ma vi assicuro che regge il paragone senza rimpianti).
q.b.confettura di ribesio Fiordifrutta Mirtilli Rossi di Bosco Rigoni di Asiago
Istruzioni
Sbattere con una frusta l'uovo e lo zucchero (semolato e vanigliato), aggiungendo gradualmente il latte e la farina e continuando a mescolare per non formare grumi, poi unire il sale e il rhum.
Mettere da parte l'impasto e iniziare a riscaldare i burro in una padella, poi versarlo cospargendolo di uvetta e cuocere a fiamma bassa coperto, a metà cottura girare lo Schmarren e proseguire a fiamma bassa anche sull'altro lato, sempre tenendo la padella coperta.
Prima di spegnere la fiamma cospargere con un po' di zucchero e lasciar caramellare.
Non è necessario prestare molta cura nel rigirare l'omelette in quanto andrà comunque servita a pezzettoni, cosparsa di confettura e di abbondante zucchero a velo.
Va consumata calda.
Recipe Notes
Nel caso preferiate delle altre confetture o composte la scelta è ampia, la ricetta è molto versatile, tant'è che in passato l'ho realizzata anche con miele, noci e cannella.
Manco da più di un mese, dopo il tour de force di Natale ne avevo bisogno, non ho mangiato dolci né ne ho cucinati a parte qualche specifica richiesta da parte di mio papà, che da bravo goloso non può rimanere senza il suo dolcetto settimanale; è stata un’assenza non programmata ma sentita, volevo stare lontana dal web e fare altro, ho mille progetti in sospeso e almeno in piccola parte andavano chiusi, volevo tirare un bel respiro profondo e prendere fiato.
Ci sono riuscita in minima parte, mi sono ritrovata a dover concludere moltissimi arretrati, il tutto da combinare con le ore di lavoro e con una stanchezza antica, ma sono riuscita comunque a mollare un po’ la presa e ad allentare lo stress, il tutto migliorato dalla stagione che sta volgendo al meglio, le ore di luce sono aumentate e per forza anche la mia energia è migliorata.
Sono stanca dell’inverno, sono stanca del freddo, sono stanca di correre sempre con l’affanno di non riuscire a fare tutto e di farlo sempre al buio, ho bisogno di luce, di sole e di aria tiepida, ho bisogno di dormire, di stendermi ogni tanto a non fare nulla, di pensare un po’ alla mia casa e a terminare dei lavori che vanno fatti.
Il primo passo l’ho fatto riavvicinandomi alla cucina con l’intenzione di rifare qualcosa di buono, di coccolare tutta la famiglia, approfittando del fatto che siamo nel periodo di Carnevale e quindi ho iniziato a friggere chiacchiere, ciambelle e frittelle, con gran gioia di tutti: è stato il primo passo che mi ha riavvicinata al comfort food e alla voglia di rimettermi ai fornelli per mettere in tavola qualcosa di più rispetto ad un pasto semplice ed essenziale.
Oggi voglio portare nel piatto qualcosa di goloso ma che sia più sano rispetto ai ricchi dolci che caratterizzano il periodo carnevalesco, che storicamente è caratterizzato dall’abbondanza e dall’abbandono di ogni regola; ho voluto riprendere in mano una frolla, l’impasto sano per eccellenza e che da anni oramai preparo usando l’olio al posto del burro, questa volta ho provato ad impastare con l’olio extra vergine di oliva approfittando del recente acquisto di un olio molto delicato della mia zona, ritirato personalmente dal produttore, delizioso e dolcissimo.
E ho provato anche ad arrotolare l’impasto, quasi fosse uno strudel, proprio perché, contrariamente al solito, mi è venuto molto liscio ed elastico… è stato un esperimento. Riuscitissimo.
Se lavorate l'impasto a mano spargete la farina sulla spianatoia, disponetela a fontana e aggiungete un po' alla volta tutti gli ingredienti, lavorando velocemente e poi lasciandola riposare nel frigorifero, avvolta in nella pellicola, per almeno mezzora.
Se invece ne avete la possibilità utilizzate un robot da cucina ed impastate tutti gli ingredienti senza sporcare nulla, poi, come specificato sopra, mettete l'impasto a riposo al fresco.
Una volta raffreddato, stendete l'impasto su un foglio di carta forno, spalmate un velo di nocciolata bianca, poi passate alla confettura ed infine arricchite il tutto con delle noci tritate grossolanamente.
Arrotolate la frolla e infornate in forno preriscaldato a 180°, modalità ventilata se possibile, e cuocete fino a doratura (circa 30 minuti a seconda del forno).
Servire spolverizzato di zucchero a velo.
Recipe Notes
Le mie uova erano piccole, motivo per cui ne ho usate due intere anziché un uovo intero più un tuorlo come consueto per la frolla; inoltre ho aggiunto un dito d'acqua in quanto l'impasto rimaneva molto asciutto, sempre a causa delle dimensioni ridotte delle uova utilizzate.
Ci sono periodi in cui hai voglia di fare mille cose ma il tempo non ti basta mai, che cerchi di organizzarti al meglio le giornate ma per quanto ti affanni qualcosa rimane sempre indietro, il caos si accumula e, almeno per quanto mi riguarda, il disordine mi manda in confusione, non lo sopporto, mi mette un’ansia da paura!
Se poi a questi periodi di aggiunge anche la sfiga nera siamo a posto: premetto che in questi ultimi mesi in casa si è guastato tutto, ma proprio tutto, non da ultimo il frigorifero, fermo da un mese in attesa della sostituzione in garanzia, motivo per cui non ho più pubblicato nulla: è difficile cucinare quando gli ingredienti più vicini sono sigillati in scatole ermetiche sul balcone di casa e quelli più lontani sono nel congelatore in garage, come è complicato gestirsi in una cuna giù minuscola di suo e che ora sembra un magazzino tra pezzi di frigorifero sparsi a terra e parti di laminato appoggiati alle pareti.
Però da qualche settimana ho dei prodotti meravigliosi in dispensa e non potevo continuare a rimandare, ho preso fiato qualche giorno godendo almeno di un piccolo viaggio di quattro giorni tra i mercatini dell’Avvento di Norimberga e Rothemburg, luoghi in cui avevo desiderio di ritornare a distanza di anni (con relative mille difficoltà, per non smentirsi, in quanto siamo riusciti a riparare il camper la sera prima della partenza quando le speranze stavano svanendo), per poi ripartire con tutta la mia solita grinta, il frigorifero ancora guasto e… uno specchietto retrovisore in meno sulla macchina, regalo di ieri sera di mio figlio (in prossimità di dare l’esame per la patente)! Mai smentire un periodo di sfiga. Potrebbe andar peggio.
Mi dispiace per la qualità delle foto ma è sempre buio e, come se non bastasse, ieri sera mi si è guastata la reflex (tanto per confermare la situazione del periodo)…
Post in collaborazione con Rigoni di Asiago di cui ho usato i seguenti prodotti:
Stendere la farina sulla spianatoia e aggiungervi il burro freddo a pezzetti, lavorando velocemente con le dita per non "bruciare" l'impasto, esattamente come nel caso della frolla, aggiungendo circa due cucchiai di acqua fredda e il sale; ovviamente l'impasto può essere lavorato velocemente anche con un mixer o con la planetaria (io ho usato il Bimby).
Formare una palla, ricoprirla con la pellicola e lasciarla a riposo nel frigorifero per almeno un'ora.
Estrarla dal frigorifero, appoggiarla tra due fogli di carta forno e stenderla con il mattarello, poi utilizzarla per foderare degli stampini precedentemente spennellati d'olio, punzecchiarla con i rebbi di una forchetta e iniziare la cottura come fareste con la frolla, cioè coperta con una manciata di legumi secchi, in maniera tale da non farla gonfiare.
Io ho cotto le formine di pasta brisée per circa 20 minuti a 200 gradi in modalità ventilato, ma come non mi stancherò mai di ripetere… controllate la cottura in base al vostro forno! Non devono scurirsi, ma solo arrivare a doratura, per poter poi togliere la carta forno e i legumi e procedere con la seconda parte della ricetta.
Per la farcitura
Lo so, non ho indicato le dosi, ma qui si va davvero a piacere e a gusto personale: l'estate scorsa avevo realizzato la ricetta con i fichi freschi, neri e dolcissimi, quindi avendo in casa la confettura Fiordifrutta Rigoni di Asiago che è totalmente priva di zuccheri aggiunti ho potuto replicarla anche in assenza di frutta fresca. Per il resto ho usato il formaggio erborinato perché dona equilibrio al dolcezza dei fichi e una fetta di prosciutto crudo arrotolata, il tutto arricchito da qualche goccia di Mielbio miele di fiori Rigoni di Asiago (ne basta poco!) che si sposa perfettamente con l'aroma intenso del timo fresco (anche qui andateci piano). Decorate con un rametto di timo fresco.
Recipe Notes
Ho provato a rifarle, in un momento di fretta, con della pasta briséè pronta e vi assicuro che la bontà non ne risente.
Sto attraversando un periodo strano, dopo un’infinità di preoccupazioni passate e vissute oltre ogni limite di tollerabilità umanamente possibile tutto mi scivola addosso, ogni qualvolta mio figlio prende un votaccio nemmeno mi scompongo, sono cosciente di avere dinanzi a me circa 1400 pagine da studiare per un concorso inerente alla mia professione ma non mi agito proprio, ogni qualvolta mio padre si inventa un nuovo malanno gli rispondo che passerà, in sostanza continuo a cucinare fregandomene un po’ del resto e tenendo la casa pulita ed accogliente, accendendo candele profumate e bruciatori… è come se dopo la tempesta che ho vissuto con la malattia di mia madre nulla mi toccasse più di tanto…
Sicuramente nel corso della settimana corro come una trottola tra lavoro, spesa, studio ed impegni familiari, ma nel fine settimana mi alzo tardi e giro per la casa a passi felpati, ancora in pigiama indugio nel gustarmi una colazione tranquilla, lunga, calma… io e solo il silenzio fuori dalla finestra, il balcone che guarda il bosco, l’aria ancora tiepida, le cagnette che reclamano un paio di snacks spingendomi con il naso finchè non cedo alle loro richieste.
Ancora davanti alla tazzina del caffè sistemo sul cellulare la lista spesa in maniera tale da non dimenticare nulla, lista che mano a mano che la dispensa si svuota provvedo a stilare, ma il sabato punto all’essenziale per non massacrarmi di pesi, allora l’idea prende forma, mi rendo conto di aver terminato la farina integrale e so di avere appuntato la ricetta dei testaroli, mi aveva colpita, devo averla letta non so dove ma mi sembrava perfetta per un piatto gustoso e veloce, con quel tocco un po’ rustico che si sposa bene con il dolce della frutta.
Ho una confettura Fiordifrutta mandarino e curcuma Rigoni di Asiago, una cosa strepitosa che volevo valorizzare al meglio, ottima con i sapori dolci, ma vuoi mettere l’accoppiata dolce-salato? Estasi allo stato puro poiché la confettura viene esaltata al massimo livello. Proviamoci. A me è piaciuto tanto.
Versare le farine in una ciotola capiente, aggiungervi un cucchiaio raso di cacao amaro, unirvi il sale e l'acqua, un po' alla volta e mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi.
Lasciare la pastella a riposo in luogo fresco per almeno trenta minuti.
Trascorso il tempo di riposo, ungere leggermente una padella antiaderente e versarvi una mestolata di pastella, in maniera da ottenere una crepe abbastanza spessa (dai 2 ai 4 mm.), cuocerla per bene su ambo i lati (circa un paio di minuti a lato) e poi proseguire sino a terminare l'impasto.
Tagliare le crepe, una volta fredde, a rombi regolari e, dopo aver portato ad ebollizione una pentola d'acqua, aggiungervi un pizzico di sale e tuffarvi i testaroli, facendoli cuocere per un paio di minuti.
Scolarli e impiattarli, condendoli con qualche cucchiaiata di confettura al mandarino e curcuma Rigoni di Asiago (eventualmente ammorbidita con un po' di acqua di cottura) e cospargendoli con una manciata di noci tritate grossolanamente tra le mani.
Da qualche settimana ho smesso di fare colazione all’aperto, sul balcone, ma a dire il vero quest’anno di colazioni così ne ho fatte ben poche, del resto è stata un’estate strana e, lo ribadisco, un’estate molto fuori dagli schemi. Sto risalendo la china dopo anni di stress e di dolore, inizio a pensare al domani e a sorridere e allora mi godo anche i piccoli momenti, quelli di cui mi sono privata rinunciando alle mie colazioni all’aria aperta a favore di bocconi veloci, stanchi e nervosi.
Le mie mattine in settimana iniziano molto presto mentre per la casa mi aggiro come uno zombie con addosso solo una maglietta abbondante, mentre a piedi nudi ed occhi chiusi riempio di coccole (e di snack 🙂 ) le cagnette, iniziando la giornata molto a fatica perché la stanchezza antica si fa ancora sentire…
In quell’ora del mattino mi accorgo che l’aria è cambiata, che ogni giorno c’è un brivido in più, che nonostante vada ancora a nuotare in mare ogni tanto c’è la voglia di qualcosa di caldo e confortante, qualcosa da gustare in famiglia con le finestre chiuse; c’è voglia del boccone che ti riscalda l’anima, quello che ti regala il piacere della preparazione, che ti profuma l’ingresso appena apri la porta e che ti accoglie in un caldo abbraccio.
Non sono solita cuocere la carne, a parte la bistecca al volo che in casa viene richiesta a gran voce dal marito, non che non mi piaccia ma faccio parte di quella categoria che vivrebbe di vegetali per non far danno al mondo animale, però ogni tanto mi trovo a soprassedere per regalare un sorriso ai coinquilini golosi, quindi per questa volta che carne sia!
Tagliare sottile la cipolla, imbiondirla nell'olio e poi appoggiarvi la carne, girandola su tutti i lati in maniera tale da sigillarla e mantenere all'interno di essa i succhi, assicurandone quindi la morbidezza, insaporire con le erbe aromatiche, regolando di sale e pepe, sfumare con i vino, poi coprire la casseruola con un coperchio assicurandosi che non bruci e aggiungendo, a necessità, dell'acqua, il tutto sino a cottura ultimata (ci vorrà circa un'ora e mezza).
Una volta terminata la cottura estrarre la carne e, appena fredda, tagliarla in grosse fette che verranno adagiate su di un piatto da portata e procedere a preparare la salsa di accompagnamento.
Questa verrà realizzata aggiungendo un cucchiaino di confettura Fiordifrutta ai mirtilli rossi di bosco Rigoni di Asiago ad ogni due cucchiai di fondo di cottura, preventivamente frullato con il minipimer e tolte le erbe aromatiche, unitamente ad un paio di gocce di salsa Worcestershire.
Una volta riscaldata la salsa ed amalgamata bene versarla sulle fette di arrosto, che verranno servite ben calde ed accompagnate da un buon bicchiere di vino rosso robusto.
Ritorno dopo il periodo più buio della mia vita, ancora molto provata da una stanchezza antica ma piena di voglia di riprendermi: sarà una risalita lenta ma non ha importanza, nessuno mi rincorre e delle volte nella vita vi sono delle fasi che si concludono e ne iniziano delle nuove.
Ho trascorso un’estate che mi è scivolata tra le mani, privata della gioia che ogni anno mi portano le ore di mare, un’estate che è stata di dolore, di angoscia, di rassegnazione, un’estate che tra episodi di maltempo e problemi familiari mi ha lasciato ben poche ore di serenità.
Mi sento un po’ defraudata della stagione che più amo soprattutto perché sento l’autunno avvicinarsi a grandi passi, nonostante faccia ancora molto caldo, ma la luce è diversa, la superficie del mare è increspata sotto una lieve brezza settembrina, le ore di luce stanno lasciando spazio al buio autunnale e la mia cucina ne risente: preparo ancora insalate fredde di pasta o di cereali, ma la mia consueta iperproduzione di gelato sta drasticamente calando, nonostante le proteste dei golosi di casa!
Ho voluto fare un esperimento: di fatto è un gelato furbissimo da realizzare senza gelatiera, ma la mia era ancora a portata di mano quindi l’ho utilizzata. Gli ingredienti sono pochissimi. Il must è dato dalla presenza della confettura Fiordifrutta Rigoni di Asiago (è priva di zuccheri aggiunti, tuttavia per mio gusto non ho voluto aggiungere altro zucchero al gelato per mantenerne la delicatezza). E poi non mi si venga a dire che il gelato alla frutta lo si fa solo d’estate 🙂
Frullare la confettura (tenendo da parte circa 20 grammi per la decorazione) con il latte e l'estratto di vaniglia e mettere da parte; nel frattempo montare la panna freddissima ed unirla al composto precedentemente frullato, mescolando delicatamente affinché non smonti, utilizzando una spatola e con movimenti dal basso verso l'alto.
Versare in una ciotola e lasciare a riposo in freezer per qualche ora, avendo cura di mescolare il tutto ogni mezzora circa, affinché il composto rimanga morbido e senza cristalli di ghiaccio; prima di servire mantecare bene con un cucchiaio.
Se avete la gelatiera utilizzatela per la consueta mezzora circa, sino ad ottenere un bel gelato denso e cremoso.
Una volta versato nelle coppette decorare con la confettura avanzata, versata a cucchiaini, e terminare il tutto con alcuni lamponi freschi e con delle foglioline di menta.