Dopo la lettura di qualche libro vi riporto alla penultima tappa in questo paese meraviglioso, tappa che ho vissuto di più grazie ad una guida caratterialmente diversa da quella che ci ha accompagnati lungo il Nilo, quella più tecnica, assolutamente perfetta, questa più spiccia ma che ci ha permesso di vivere la città, di respirarne gli odori, di assaggiare un po’ di vita di strada.
Il Cairo è una città caotica al limite della follia, impossibile attraversare la strada, non esiste alcuna regola nella guida dei veicoli, tra macchine che cambiano corsia in continuazione senza freccia alcuna ma costantemente sul freno e sul clacson, tra i “tuktuk” guidati incoscientemente da ragazzini, tra taxi collettivi che (almeno quelli) sono autorizzati a circolare solo su alcune arterie urbane, nel caos della polvere, della povertà degli edifici diroccati e i bambini nudi che dormono sui marciapiedi, tra cani randagi e desolazione ovunque. Il Cairo va vissuto.
La prima visita che ci aspetta è sacrosanta: il Museo Egizio, il massimo museo di antichità egiziane nonostante attualmente sia in atto una parziale traslazione verso il Museo di Giza, allo scopo di riunire un po’ alla volta tutta la ricchezza archeologica in un unico sito, ma che ad oggi conta ancora più di 120.000 reperti visibili oltre a quelli ancora conservati nei magazzini. Esso risale al 1858, quando il primo nucleo venne aperto grazie alle collezioni dell’archeologo Auguste Mariette, allo scopo di fermare la selvaggia esportazione dei manufatti. Lo spazio ben presto si rivelò insufficiente e l’inondazione del Nilo avvenuta nel 1878 peggiorò la situazione, tant’è che nel 1891 il museo venne spostato all’interno del palazzo di Isma’il Pascià a Giza, chiamato “Palazzo di Giza”, edificio comunque non idoneo allo scopo, finchè fu bandito un concorso per la realizzazione dell’attuale museo, che sorse ad opera dell’architetto francese Marcel Dourgnon e degli italiani Giuseppe Garozzo e Francesco Zaffrani.
Il museo venne inaugurato nel 1902 dando vita ad un magnifico edificio neoclassico, dalle mura rosa salmone, che si erge tra le palme di piazza Tahrir, nel cuore della città, e decorato dagli altorilievi del francese Ferdinand Faivre; esso all’interno presenta due piani ordinati per cronologia e aree tematiche: vi lascio qualche scatto, nulla di più perchè va visitato e non lasciato a mere fotografie dall’aspetto sterile ed insignificante. Se, come me, avete amato il Museo Egizio di Torino, visitatelo e non ve ne pentirete.
Al Cairo ci sarebbe molto da visitare, ma purtroppo il tempo che abbiamo non è sufficiente per spaziare su tutto ciò che vorremmo, quindi facciamo una volata al Quartiere Copto, piccolo e stupendo! Esso sorge nella Cairo antica e offre al visitatore, accedendo da una scalinata a scendere, la visita della Chiesa Sospesa e di quella di San Giorgio, che incontriamo passeggiando lungo l’antica via delle botteghe di librai antiquari, pur se attualmente numericamente ridotti. A dire il vero il quartiere è incantevole, un gioiellino pulitissimo che offre innumerevoli mete degne di visita, ma purtroppo il tempo tiratissimo a disposizione ci impone una necessaria limitazione a quanto ho sopra citato.
La Chiesa Sospesa (Al-Kanisa al-Mu’allaqa) rappresenta la chiesa principale della Cairo Copta, è una delle più antiche, situata nella zona meridionale della Cairo Vecchia e il suo nome deriva proprio dalla posizione strategica in cima alla porta meridionale della Fortezza di Babilonia, ma la particolarità che colpisce il visitatore è proprio la sua architettura che mixa perfettamente lo stile copto e quello islamico, tra cupole, campanili e sculture lignee. Si ritiene, inoltre, che essa sorga sul sito di un antico tempio romano, accrescendone quindi l’importanza spirituale; l’interno è bello da togliere il fiato, con il pulpito marmoreo e le pareti divisorie intarsiate nell’avorio (giuro: sono stata lì dieci minuti buoni a bocca spalancata), le vetrate incredibili… tutto è spettacolare! Inoltre l’edificio ospita diversi manufatti, tra cui i resti di un martire cristiano del IV secolo ed una collezione di manoscritti copti.
Ho citato la posizione della chiesa in relazione alla Fortezza Romana di Babilonia, ma vediamo qualche cenno storico: ovviamente essa rappresenta una testimonianza della potenza dell’Impero Romano, venne costruita nel IV secolo ad opera dell’imperatore Diocleziano a scopo difensivo, posizionata strategicamente all’incrocio delle principali rotte commerciali, con mura alte sino a 12 metri ed estremamente imponente con le due torri, una per ogni angolo, ed una porta centrale, il tutto a proteggere caserme, magazzini ed edifici. Si noti che tuttora la città ospita gruppi religiosi di varia fede e in perfetta convivenza.
La Chiesa di San Giorgio è un altro esempio di rara bellezza, unico esempio di chiesa rotonda in città, costruita in cima alla Torre Romana e collegata al Monastero di San Giorgio, e costituisce un noto punto di riferimento cristiano in quanto la Sacra Famiglia passò e risiedette in essa nel corso della fuga in Egitto, grazie alla presenza di un pozzo d’acqua, ancora oggi potabile, sotto la chiesa e che ne permise la sopravvivenza. Essa subì gravi danni a causa di un incendio, tuttavia il restauro del 1904 l’ha riportata al suo splendore e vi garantisco essere magnifica.
Nell’ultima tappa (sempre che un post sia sufficiente) vi porterò a spasso per le vie del Cairo e ammireremo la piana di Giza, con l’intenzione di condividere anche alcune impressioni in merito a questo incredibile paese… a tra pochi giorni, che poi vi devo raccontare di un altro viaggio la cui narrazione ancora aspetta i miei tempi (lunghissimi)!