Preliminarmente avviso che non ho messo alcuna tempistica né porzioni ben definite in quanto trattasi di una zuppa contadina, di quelle che vengono messe insieme un po’ ad occhio, ci si mette quello che c’è ed infatti tradizionalmente si iniziava a sobbollire ciò che avanzava dell’orto già il venerdì sera per poi arrivare ad avere una zuppa sontuosa per il pranzo della domenica, quindi non vi create troppi problemi e iniziate con l’appassire gli odori nell’olio buono e poi ad aggiungervi le verdure cuocendole con il brodo, piano piano per ammorbidirle, senza fretta, tanto la ribollita va, per l’appunto, bollita e ribollita più volte. Non c’è una ricetta precisa da seguire, voi cuocetela dosando le verdure a piacere, con amore e senza mai far mancare il cavolo nero che, grazie alla sua dolcezza, fa la differenza.
Una volta preparata tostate un po’ le fette di pane raffermo e iniziate a stendere, a strati e meglio se in un coccio, verdure e pane spezzettato alla buona con le mani, cuocete ancora un pochino che se anche si appiccica sul fondo del coccio prende un po’ di sapore affumicato e delizioso! Aggiungete, all’occorrenza, del brodo caldo e servite bollente, avrete un piatto povero, saporito e conviviale.
I contadini ne sapevano parecchio di comfort food…