E’ sabato mattina, dopo giorni di freddo c’è nuovamente un bel sole quasi estivo che mi sveglia al mattino, mi alzo con calma perché sono da sola, non devo andare al lavoro, ho solo l’impegno di farmi un giretto con le cagnette, le quali però hanno appena conquistato il letto e non dimostrano di avere tutta questa fretta di lasciare l’improvvisa comodità 🙂
Mi aggiro per la cucina cercando qualcosa di buono da sgranocchiare a colazione, a dire il vero ho una fame da lupi ma mi rendo conto di avere pochissime fette biscottate e pochissima voglia di andare a riacquistarle; in fondo alla dispensa c’è ancora una buona scorta di farina, in frigo ho del burro bavarese che è la fine del mondo, il lievito c’è, ci sono pure il latte, le uova e il miele… nel frattempo inizia a delinearsi l’idea di farmele da sola…
Inizio a preparare tutto, a pesare ed impastare: non volevo iniziare a sporcare già ad inizio giornata quindi ho usato il bimby, ma se siete dei fortunati proprietari di planetaria usatela, farete in un attimo!
Ho avuto poi pochissimo tempo, la (mia) lievitazione è durata una vita (tra un impegno e l’altro), ma in effetti ne sarebbe bastata molto meno, certo è che sono venute spettacolari, un po’ più dure di quelle industriali ma dal delicato sentore di burro, spettacolari con un velo di confettura ma buone anche così, da sgranocchiare al naturale.
Riscaldare leggermente il latte insieme al lievito e al miele finchè questo non si sarà sciolto, poi versare il tutto nella ciotola della farina ed iniziare ad impastare.
Una volta amalgamato il tutto unire anche le uova, una alla volta finchè non verranno ben incorporate, poi aggiungere anche il burro morbido a pezzetti e il sale.
Trasferire l'impasto in due stampi da plumcake rivestititi da carta forno bagnata e strizzata e lasciar lievitare, coperti da uno canovaccio, per almeno due ore.
Infornare in forno preriscaldato a 180° per almeno 25 minuti: controllate la cottura in base al forno, io ho iniziato con il forno statico per poi mettere anche la ventilazione in quanto l'impasto era troppo morbido.
Sfornare e lasciar raffreddare, poi togliere l'impasto dagli stampi ed affettare con molta attenzione, mantenendo uno spessore costante (regolatevi in base alle consuete fette biscottate).
Infornare nuovamente su una leccarda, a 200 gradi, per almeno 10 minuti o finchè le fette biscottate non saranno dorate.
I miei tempi di cottura sono stati un po' più lunghi e sempre a forno ventilato, motivo per cui nell'intro ho scritto 45 minuti, ma regolatevi sempre in base al vostro forno.
Io le conservo nei sacchetti richiudibili (quelli con la zip, per intenderci), ma se disponete di un vaso in vetro o di una scatola metallica abbastanza grandi usateli perché saranno perfetti.
Questa è una di quelle ricette che o si amano o si odiano, dipende dal grado di dolcezza che accompagna i gusti del proprio palato: io sono per il dolce zuccherosissimo, quello che stanca molte persone ma che io amo alla follia, io che sono tipa da marzapane e marron glacé.
E’ un dessert tutto sommato conosciuto eppure ben pochi si avventurano a prepararlo in casa, ne esistono innumerevoli varianti come diverse tra di loro sono le origini di questa meraviglia dal sapore un po’ mediorientale, le ricette annoverano provenienze turche (forse questa è l’origine più accreditata), albanesi, greche, macedoni, ma nella mia terra è molto conosciuto in quanto siamo la porta dell’est, confinanti con la Slovenia e vicinissimi alla Croazia, insomma qui con la Baklava si familiarizza alla grande 🙂
Ho avuto l’occasione di provare questo meraviglioso Mielbio Limone della Rigoni di Asiago e mi è sembrato perfetto per variare un po’ la ricetta tradizionale: l’aroma di limone si sposa perfettamente con il gusto tipicamente mediterraneo di questo dessert riuscendo a smorzarne un po’ la dolcezza e rendendola meno stucchevole.
Per prima cosa tritare la frutta secca, non troppo finemente (io uso il mortaio, sentirete che profumo!) e metterla da parte, nel frattempo fondere il burro e usarlo per spennellare una teglia da forno.
Dividere la pasta fillo in pezzi adatti ad essere inseriti nella teglia, stendervi uno strato e spennellarla abbondantemente con il burro, poi ripetere l'operazione con un altro strato sino ad arrivare a quattro fogli.
Versarvi metà dello zucchero mescolato con metà della frutta secca e della cannella e ripetere l'operazione dei quattro strati di pasta fillo imburrata, per terminare con lo zucchero, la cannella e la frutta secca rimanente (abbondate pure, la frutta secca appena uscita dal forno è paradisiaca).
Terminare con la pasta fillo che resta, ritagliare nella forma desiderata (tradizionalmente si ritagliano dei piccoli rombi) ed infornare a 160° per circa 35 minuti, poi alzare la temperatura a 200 gradi per ancora 10-15 minuti.
Ora procedere con la preparazione dello sciroppo, che andrà realizzato portando l'acqua ad ebollizione ed aggiungendovi lo zucchero, il miele e il succo di limone; lasciar raffreddare lo sciroppo e versarlo sul dolce appena sfornato.
Se lasciato una notte a riposo il risultato sarà divino! Io però non ho resistito e l'ho addentato ancora caldo... 😉
Recipe Notes
Essendo un dolce antico e tradizionale presente in molte culture balcaniche le versioni sono molteplici quindi non troverete mai un’unica verità relativamente ad ingredienti e dosi. Questa rispecchia il mio gusto personale ma sentitevi liberi di apportare tutte le modifiche che il vostro gusto vi suggerirà.
Appoggiare la pasta fillo in una teglia rivestita di carta forno.
Spennellare con abbondante burro fuso ciascun strato di pasta fillo.
Tritare le noci e i pistacchi insieme con lo zucchero e la cannella utilizzando un mortaio.
Stendere metà del composto sul quarto foglio di pasta fillo.
Ricoprire con altri quattro strati imburrati.
Terminare con una generosa spolverata di frutta secca tritata con zucchero e cannella prima di infornare.
Un pomeriggio rubato ad una settimana piena ed impegnativa, fuori si gela, tra gli alberi che circondano casa la bora soffia impetuosa, la pioggia scende gelata e a secchi, ho voglia di un momento di tranquillità, di qualcosa di morbido, dolce e profumato: rientro dal lavoro con una stanchezza mentale di quelle feroci, infreddolita, mi infilo una felpona e un leggin morbido ed inizio a smanettare in dispensa per vedere cosa c’è rimasto. Trovo dell’uva che a mia madre non è piaciuta e che io ho portato a casa con l’intenzione di riciclarla poiché il cibo non si butta mai, ma si valorizza come meglio risulta possibile, rammento una ricetta rifatta da Elena sul suo blog (santa donna!) di una torta con l’uva fragola che solo a vederla mi era venuta voglia di mollare tutto e di “addivanarmi” con the, copertina e dolcetto (insomma, una di quelle cose un po’ porchette e libidinosissime).
L’uva in questione è una banalissima uva nera che tendeva a marcire se non veniva consumata in tempi rapidi, un po’ scialba, quelle cose che al supermercato arrivano direttamente dal frigorifero, ma oramai era entrata in casa e non esiste proprio che si butti! Sono riuscita a travestirla in maniera egregia, inserendola tra gli ingredienti di una torta spettacolare, facile, burrosa, golosissima… ed è diventata l’uva migliore che potessi mai utilizzare!
Montare a lungo le uova con il burro fuso, poi unire l'uovo e il latte continuando a sbattere; aggiungere il sale e la vaniglia e, da ultimo, la farina con il lievito.
Versare metà impasto nello stampo oleato ed infarinato, versarvi un po' di acini d'uva tagliati a metà e poi ricoprire con dell'altro impasto; spolverizzare con lo zucchero ed infornare in forno preriscaldato a 175° statico per 10 minuti, poi abbassare a 160° e cuocere per altri 50 minuti circa.
Per farmi ritornare in cucina ci è voluta una pausa forzata a causa dell’influenza ed una promessa ad un amico: c’è poco da fare, tra impegni pressanti e questo caldo continuo io di chiudermi nella mia minuscola cucina proprio non ne ho voglia, con qualche senso di colpa dopo essermi sentita dire da mio figlio “quando ancora mamma cucinava…”, pur avendo la coscienza a posto con la consapevolezza che la mia vita è cambiata perchè quando due genitori anziani dipendono totalmente da te ti annienti, arrivi la sera che al massimo metti una bistecca sulla piastra e condisci due foglie di insalata.
Giorni fa un amico mi ha fatto un favore immenso e lo so che i miei dolci li apprezza, quindi ho pensato di provare questa frolla montata, tratta da una ricetta di Pierre Hermes che da tempo avevo stampato e messo da parte, certa che sarebbe stato un successo, tant’è che sulla fiducia ho raddoppiato le dosi da subito: mica posso portare un vassoio di biscotti in regalo davanti agli occhi golosi di marito e figlio, vero? (E dei cani…sì… pure loro hanno apprezzato)
E’ una ricetta perfetta, sono buonissimi con il the, a colazione o quando vi pare perchè non deludono mai!
Montare il burro a pomata con il sale e la vaniglia, poi aggiungere anche lo zucchero a velo, sino ad ottenere un composto omogeneo e liscio; aggiungervi l'albume continuando a mescolare sino a completo assorbimento e, da ultimo, unirvi la farina setacciata. Mescolare sino ad avere un composto perfettamente liscio e privo di grumi.
Versare a cucchiaiate il composto nella sac-a-poche o, come ho fatto io, nella sparabiscotti (vista la mia nota incapacità di usare la sac-a-poche) e stendere l'impasto nella forma desiderata sulla placca del forno, non imburrata nè coperta con la carta forno (semplicissimo) ed infornare a 180°. Io ho puntato 15' di cottura, ma dopo il 10-12' iniziate a controllare poichè i biscotti devono dorarsi ma non tostarsi troppo e la cottura scappa che è un attimo!
Io li amo al naturale ma potete intingerli nel cioccolato fuso e ricoprirli di codette colorate.
Ci sono giorni in cui riesco a prendere la vita con più calma, in cui riesco ad affacciarmi al balcone e a respirare a fondo l’aria che il bosco dinanzi casa mi regala, ci sono giorni come questo in cui la neve scende turbinando con delle raffiche di bora gelida, in cui la notte scende nel freddo più totale mentre ci si gode il tepore di una coperta e lì fuori il vento ulula.
Ci sono giorni in cui a mattina ti svegli, finalmente con calma, e trovi la “sofficità”, un manto bianco a ricoprire i susini selvatici, i rovi di more, le acacie e i maestosi sambuchi: ieri erano bianchi di fiori e oggi gelati di neve… la sofficità sui rami, che sia di delicati petali o di neve tardiva, ma sempre uno spettacolo!
La sofficità è un atteggiamento, è uno stato d’animo, è una forma mentis che aiuta a respirare profondamente e con calma, che serve a vivere meglio, senza ansie nè nevrosi, che regala una sensazione di leggerezza, di morbidezza e di dolcezza, che permette di vivere ogni momento con il sorriso sulle labbra e di godere delle piccole gioie che la vita ti regala quando meno te lo aspetti.
Dovrebbero riconoscerla come termine salvavita la “sofficità”, magari affiancarla all’oramai “trendyssimo” termine hygge, perchè sa un po’ di infanzia, un po’ di luce, di tepore, di rilassamento, di “star bene”…
Oggi la sofficità l’ho portata in casa con un meraviglioso profumo vanigliato e burroso che, uscendo dal forno, ha regalato il sorriso a tutta la famiglia: la sofficità di una torta paradiso.
q.b.zucchero a veloper decorare (io zucchero Decora che tiene l'umidità senza sciogliersi)
Istruzioni
Per prima cosa separare i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve con un pizzico di sale, mentre i tuorli andranno montati con o zucchero sino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
Setacciare la farina, l'amido ed il lievito ed aggiungerli gradatamente ai tuorli, alternando con il burro sciolto nel latte caldo, mescolare lentamente per non smontare il tutto , unire gli aromi e alla fine gli albumi a neve, mescolando piano e dal basso verso l'altro con una spatola.
Ungere ed infarinare uno stampo a cerniera, versarvi l'impasto ed infornare in forno statico a 160° per 50', successivamente alzare a 175° per altri 30 minuti.
Lasciar raffreddare, togliere dallo stampo e spolverizzare con zucchero a velo.
Laddove spira più tagliente il vento, e alto si leva il mare e non lievi sono i pericoli da superare, mi sento a mio agio. (Friedrich Nietzsche)
La mia città è spazzata dalla bora, la neve scende impietosa, le strade si ricoprono di pack, il molo Audace è ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio formatosi dagli spruzzi del mare in tempesta sferzato da un vento implacabile, le grandi navi rientrano in porto con l’aiuto dei rimorchiatori, i cassonetti della spazzatura sono scoperchiati e scorrono liberi sulla carreggiata, di scooter parcheggiati lungo le strade non ce ne sono più, tutti rovinosamente stesi a terra come le tessere di un domino impazzito.
La mia città è fredda d’inverno, molto fredda nonostante la presenza del mare, è la porta dell’est ed è schiaffeggiata da feroci venti balcanici, violenti e gelidi, che ti strappano le viscere quando decidono di scatenarsi senza riserve rovesciando qualsiasi ostacolo trovino sul loro cammino; questo inverno sino a pochi giorni fa è stato stranamente caldo e piovoso e ora, alle porte della primavera e con gli alberi già in fiore, si è aizzato con ferocia e violenza perchè questa è casa sua, la casa della bora, la casa di quel burjan che proviene direttamente dalla steppa siberiana, cui noi siamo abituati, che sin da piccoli ci accompagna prima a scuola, poi al lavoro e che per nessun motivo al mondo riesce a fermarci.
Sin da bambini apprendiamo a camminare controvento, mai ci sogneremmo di cercare un appiglio poichè abbiamo l’equilibrio nel Dna, amiamo la nostra bora impetuosa e freddissima che spesso ci regala i cieli più azzurri che si possano immaginare e che talora ci gela la città, quella bora al cui contatto il nostro mare sembra un porto sul Baltico, quella bora che ci fa sentire vivi, che regala energia, che è energia della natura allo stato puro.
In tanto freddo ho avuto voglia di accendere il forno sprigionando dei profumi diversi e rievocativi di un’atmosfera mediorientale, che sanno di rosa e di pistacchio, che sanno di caldo in questa stagione gelida e mentre il mercurio segna sette gradi sotto lo zero io sforno pasticcini che evocano paesi caldi mentre ascolto note di mare con accenti tribali (video) e con tanta voglia di stendermi al sole.
Sbattere bene lo zucchero con il burro a pomata, aggiungere l'uovo, la farina e l'aroma alla rosa, amalgamare bene e lasciare a riposo dieci minuti.
Nel frattempo preparare la sparabiscotti con il disco prescelto e procedere "sparando" l'impasto sulla leccarda del forno non unta nè ricoperta da carta forno; infornare i forno preriscaldato a 180° per circa 10 minuti estraendo i biscotti prima che scuriscano e togliendoli dalla leccarda solo quando si saranno raffreddati. Decorarli a piacere.
Il primo post del nuovo blog è un po’ come il primo quadro che appendi in una casetta nuova, fresca di vernice, ancora con qualche lavoretto in sospeso, quelli che poi con il tempo riesci a terminare, ma senza fretta, vivendola giorno dopo giorno: oggi il blog è così, è online da pochissime ore e i piccoli particolari da aggiustare ci sono, ma essendo io una smanettona senza particolari conoscenze tecniche e informatiche abbiate pazienza, ce ne vorrà di tempo e di tentativi per arrivarci. E’ un po’ come quando fai dei piccoli lavori in casa, quelle cose amatoriali, con un tocco di bricolage, che vanno avanti più grazie alla fantasia che alle competenze dovute, ma l’importante per me oggi è essere di nuovo qui con voi.
Questo è l’inizio di una nuova vita virtuale, non più ospite del dominio di IFood perché volevo volare da sola, non perché ci siano stati dei problemi personale, ma ho colto l’occasione per uscire da un qualcosa che non mi apparteneva più molto, ma grazie al quale ho appreso tante cose, sono uscita da quella che è stata un po’ la mia scuola di blog e di fotografia, dove mi sono fatta coraggio per decidere di aprire un dominio tutto mio: in questi anni ho conosciuto persone splendide che fortunatamente non ho perduto, ma ho trovato anche qualche episodio spiacevole e manipolato a mio sfavore, ma passo oltre e guardo avanti che il mio tempo è troppo prezioso per perderlo in discussioni sterili. Insomma, ne esco diplomata! 🙂
Ora affronto un percorso tutto mio, realizzato anche grazie al contributo di alcune ragazze che mi hanno supportata al cento per cento colmando le mie carenze tecniche e aiutandomi con una generosità commovente, ho letto di molti motivi di risentimento da e verso la piattaforma che ci ha ospitate per quattro lunghi anni (Quattro? Così hanno scritto, io non ho verificato perché ci stavo bene e il tempo mi è volato!), io personalmente non ho nulla da recriminare, è stata un’occasione di crescita che mi ha portata ad essere ciò che sono oggi ed è grazie a questo bagaglio di esperienza che ho deciso di provarci. Un po’ come quando vieni da anni di affitto e decidi di acquistare un monolocale… 🙂
Festeggio con un plumcake semplice, un po’ rustico, com’è nella mia natura sempre molto hygge, un dolcetto da condividere con voi tra quattro chiacchiere e la consueta tazza di the, una cosa veloce da preparare poiché, purtroppo, di problemi ne ho ancora parecchi e il tempo libero è poco. Ma non demordo e cerco di ritagliarmi i miei spazi, imprescindibili, a costo di dover fissare dei paletti tra me e il resto: un momento di respiro lontana dal mondo mi appartiene di diritto e oggi lo voglio condividere con voi.
NdR: Questa ricetta trae origine, anche se con alcune modifiche, da quella di una torta pubblicata in passato da Francesca sul portale IFood.
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Plumcake con le noci al profumo di whiskey
Tempo di preparazione
10mins
Tempo di cottura
40mins
Porzioni
Ingredienti
150g.farina00 (io stavolta ho usato 1/4 di farina 00 e 3/4 di manitoba)
110g.zuccherosemolato (più un paio di cucchiai per la superficie)
Si tratta di una preparazione velocissima per la quale è sufficiente uno sbattitore oppure un robot da cucina: versare lo zucchero (con il pizzico di sale) e il burro ammorbidito (basta un minuto al microonde alla temperatura minima, se come me lo avete dimenticato nel frigorifero), sbattere bene, unire le uova e continuare a sbattere, aggiungervi la farina con il lievito, setacciati, continuando a mescolare.
A questo punto unire le noci spezzettate grossolanamente con le mani e i bicchierini di whiskey e mescolare ancora un po'.
Ungere lo stampo da plumcake, infarinarlo e versarvi il tutto, zuccherare un po' la superficie e poi infornare a 180° per circa 40 minuti, controllando la cottura con lo stecchino.
A piacere è possibile aggiungere qualche gheriglio di noce in superficie, prima della cottura, per conferire una nota croccante al plumcake.
Siete arrivati in prossimità del Natale nel panico più totale? Perfetto, anch’io!
Tra parentesi: la mia mamma è stata malissimo e ancora oggi non è ritornata a casa, quindi corro come una pazza aiutando il mio papà e correndo da lei ogni giorno, cui si aggiunge la gestione di casa mia, la mia famiglia e un lavoro a tempo pieno… e anche una bellissima novità ma ne parlerò nel prossimo post!
Quindi abbiate pietà e scusatemi… oggi però sono qui perchè tra le bellissime cose che di recente sono entrate nella mia cucina (tutte di Decora), ci sono anche questi stampi per dei bellissimi pandorini mignon che, decorati o spolverizzati di zucchero a velo, costituiscono anche dei perfetti regalini dell’ultimo minuto.
Sia chiaro: niente pasta madre, niente complicazioni, niente tempi biblici, solo una mescolatina e degli ottimi stampini per infornare!
Pronti per il Natale last minute?
Preparare un preimpasto sciogliendo nel latte tiepido il lievito secco e mescolando con 50 g. di farina 00; lasciar riposare al caldo per 30 minuti (io uso il vano del microonde e lievita alla perfezione).
Trascorsi i 30 minuti, impastare il burro a pezzetti con lo zucchero, la scorza del limone e, una volta amalgamato il tutto, aggiungere anche l'uovo e il resto della farina e reimpastare.
Chiudere il tutto in un contenitore ermetico, riporre una notte nel frigorifero (sul ripiano meno freddo) e non pensarci più fino all'indomani.
Il mattino seguente estrarre l'impasto e lasciarlo ambientare, poi staccare dei pezzetti da 60 grammi l'uno, farne delle palline e sistemarle negli stampini precedentemente oleati; riporre nuovamente nel microonde al calduccio fino a lievitazione completata (dovranno raddoppiare).
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 20/30 minuti.
Per la glassa
Mescolare a freddo lo zucchero a velo con il the matcha, versare lentamente l'acqua calda continuando a mescolare con una frusta: semplice e rapidissimo! Versare sui pandorini e decorare a piacere.
Una torta morbidissima, assolutamente da libidine, grassoccia e cioccolatosa: ovviamente l’autrice non poteva che essere lei, Nigella Lawson, l’adorabile pasticciona che sforna da sempre piatti goduriosi ed ipercalorici.
La propongo perchè il Natale si avvicina e per una volta sono riuscita a mettermi al passo con i tempi, io che di solito posto panzanelle a capodanno e struffoli a ferragosto (confesso di averla fatta anche a settembre), la propongo perchè è facilissima, perchè esce perfetta a chiunque, perchè in casa mia appena impiattata è stato un assalto ed un susseguirsi di bis, la propongo perchè è una coccola unica e confesso di averla mangiata anch’io, che non amo il cioccolato, in periodo di dieta.
Insomma, la propongo perchè è un’esperienza che nella vita va provata 🙂
Fondere il burro in una pentola a fondo spesso mescolando con un mestolo di legno e, non appena sciolto, spezzettarvi il cioccolato continuando a mescolare; appena sciolto tutto aggiungere lo zucchero con il sale, le uova leggermente sbattute, la confettura la farina, setacciandola, con il lievito.
Versare in uno stampo imburrato ed infarinato e cuocere in forno a 180° per 50 minuti.
Prima di impiattare fare la consueta prova stecchino.
Non scrivo da tanto tempo nonostante avessi promesso di ripassare su queste pagine con maggior frequenza e costanza, ma l’estate è stata caldissima e faticosa, in più mi è uscita una stanchezza antica, quella di un anno di lavoro, di stress, di preoccupazioni e di delusioni e il fisico ha iniziato a cedere: ritornavo dal lavoro e mi stendevo sul divano sotto il climatizzatore boccheggiante mentre le uniche energie residue le dedicavo al mare, ad ore e ore di nuoto. Ho avuto una sorta di repulsione per tutto quanto attinesse al web, io che sono una computer dipendente, l’unico residuo di elettronica cui ho permesso la sopravvivenza è stato il Kindle, fidato amico di letture costanti in ogni momento della giornata. Ho cucinato poco, pochissimo, non mi sono impegnata nel creare alcuna ricetta particolare, nè nel provare nuovi accostamenti, proprio il minimo per la sopravvivenza.
Oggi piove a dirotto, ogni tanto spunta il sole, un sole umido e strano che tinteggia di rosso un cielo meraviglioso di tutti i colori, dipinto da nubi cariche di acqua, il tasso di umidità è alle stelle, l’aria è pesantissima e finalmente sono riuscita a dedicare una giornata a me stessa: in casa ci siamo io e la pelosetta mentre il marito lavora e il figlio si gode il penultimo giorno di vacanza prima dell’inizio della scuola.
In queste ultime settimane ho messo l’anima a riordinare, a buttare tutto il possibile e finalmente riesco a trovare tutto anche in cucina, nonostante le sue dimensioni ridottissime che mi costringono alle manovre più assurde e, guarda caso, mi sono trovata tra le mani un mazzo di lavanda regalatami da mio marito e che avevo lasciato a seccare in un angolo.
L’ho usata per preparare una brocca di the verde aromatizzato alla lavanda e anche dei biscottini, dei deliziosi frollini perfetti per accompagnarne una tazza e per avere una merenda che ci regali ancora un tocco di freschezza estiva.
Il burro che ho usato questa volta è stato fatto in casa: avevo della panna da montare non zuccherata e prossima alla scadenza, quindi è bastato continuare la sbattitura dopo averla montata per ottenere del buonissimo burro. L’ho rassodato nel frigorifero e poi passato nel freezer per non “bruciare” la frolla; nel caso è ottimo il burro bavarese.
Macinare la buccia del limone con i fiori di lavanda, aggiungere il resto degli ingredienti e impastare con il mixer o la planetaria molto velocemente; lasciare l'impasto, avvolto nella pellicola, nel frigorifero per almeno un'ora, stendere con il mattarello sulla spianatoia infarinata fino ad ottenere una sfoglia non troppo sottile, tagliare nelle forme desiderate ed infornate a 170° per circa minuti.
Conservare in una scatola di latta.
Recipe Notes
Per il the verde aromatizzato alla lavanda ho versato due tazze di acqua nel bollitore, al sibilo ho versato l'acqua in una brocca di vetro, ho aggiunto due filtri di the verde lasciandoveli immersi per 5 minuti. Ho aspettato che il the si raffreddi e poi vi ho aggiunto due cucchiai di fiori freschi di lavanda macerati con il pestello (usando un filtro da the); ho riposto la brocca nel frigorifero per ottenere una bevanda salutare e rinfrescante.
Se proprio non ce la fate, sono ammessi due cucchiaini di miele.