Già mi sento professionale….
Ancora non ci credo di avercela fatta, di esser riuscita ad andarci nonostante la mia “vita spericolata” che puntualmente riesce ad ingarbugliarmi le giornate: a dire il vero un po’ ci avevo rinunciato, ma la caparbietà di Cristina ha fatto sì che questa volta ci fossi anch’io (mi ha presa alla sprovvista, siamo onesti 🙂 )!
Sabato 10 ottobre, otto del mattino e si parte alla volta di Trivignano, piccolo borgo della campagna friulana, in compagnia di Cristina, organizzatrice della spedizione, di Barbara e di Gabriella… e poi ci sono anch’io, ancora travolta dai dubbi e dal (piccolo) senso di colpa per aver lasciato a casa da solo un figlio quasi-ammalato con la gastroenterite: quaranta minuti dopo siamo a destinazione, pronte e gasate per la visita al Molino Moras, da me già conosciuto in precedenza grazie al punto vendita di Trieste Unsaccomoras, ma che qui devo dire che ha dato il meglio di sé grazie ad una egregia introduzione in merito alle varietà di grano e alle relative proprietà organolettiche, cui è seguita la visita all’antico molino per poter toccare con mano quella che sino a quel momento era solo mera teoria. Oltretutto l’intervento del “lievitista” (eh sì… per tutte quelle che, come la sottoscritta, impastavano un po’ a casaccio, è stato uno shock sapere che esiste tale figura professionale) Giovanni Gandino mi ha resa edotta su aspetti chimici di tutta la faccenda che mi hanno letteralmente fatta cadere dal pero!
Ho avuto modo di apprendere molte nozioni in merito alla farina, che naturalmente io non distinguevo più di tanto non andando molto al di là della solita divisione tra grano tenero, grano duro e Manitoba, il tutto arricchito dalla mia ammirazione per una professionalità che ho apprezzato molto, grazie all’attenzione dimostrata dall’azienda per le caratteristiche del prodotto iniziale, che deve entrare in produzione in condizioni di umidità e di percentuale di sali minerali assolutamente ottimali e vista la poca serietà che negli ultimi anni aleggia nella produzione globale non è certo di poco conto: qui ci sono innanzitutto persone e solo successivamente piccoli imprenditori, pertanto il prodotto finale risulta essere assolutamente d’eccellenza e di altissima qualità! Posso dire anche la mia? Un aspetto che solitamente sfugge, ma io ho fatto una prova: il peso! Ho pesato un chilo di farina Moras e il risultato lordo era di 1200 g., esattamente la farina al netto più la tara della confezione, oltre al fatto che la farina rende al 100% nell’impasto. La farina della grande distribuzione, pesata al lordo, risultava pari a 980 g., tolta la tara restano 960-970 g. al massimo di prodotto, che nell’impasto non rende altrettanto, tant’è che per ottenere il mio pane quotidiano con una ricetta che prevede 500 g. di farina ne devo usare almeno 550 per non ottenere una pappa. E allora io premio la qualità ma anche l’onestà! E questa è gente che lavora sodo con onestà e trasparenza.
Inizia il tour…
Inizia l’apprendimento…
Ed ecco il risultato finale!
Il processo produttivo è altamente meccanizzato
Un giretto nei magazzini…
Si passa all’aspetto pratico…
e alle prime ghiottonerie!
Questo è anche un anno particolarmente importante per il Molino
Dopo la visita dello stabilimento di Trivignano, intervallato da una sacra e gustosa merenda accompagnata dalle tisane “Coccola Tè” dell’azienda Ferri dal 1905 (e voi non immaginate il profumo di vaniglia…), c’è stato il trasferimento a Percoto, dove è situata l’azienda Dentesano, produttrice di ottimi insaccati realizzati a livello artigianale e con attenta e precisa cura nella scelta della materia prima e delle relative procedure di lavorazione, come ci è stato dato modo di testare nel corso dell’aperitivo offerto al nutrito gruppo di bloggers affamate e del successivo pranzo, tenutisi ambedue presso un casolare che era la fine del mondo! Il tutto è stato innaffiato dai vini della azienda Masùt da Rive: uno spettacolo! E non sono una persona che si accontenta di poco, da degna nipote di viticoltore, e giuro che un Sauvignon così non l’avevo mai bevuto prima….
La presentazione dell’azienda
E del menu che ci attende (la fame inizia a farsi sentire)
Il “viaggio” nel mondo degli insaccati inizia dalla produzione dei würstel
Qui è una cosa “da sbavo”… mi sarei seduta sotto quei prosciutti e avrebbero dovuto portarmi via con la forza bruta… slurp!
I magazzini non sono da meno…
Lo splendido scenario che ci ha ospitate per il momento più conviviale
Inizia il momento godurioso: cotto caldo in crosta con il kren
Avvicinandoci timorosi all’abbeveramento
…per gustare un Sauvignon fruttato che era la fine del mondo!
Ecco i produttori di cotanta bontà…
Passiamo al salame Nonno Angelo in punta di coltello?
Meglio se accompagnato da un po’ di focaccia…
C’è chi ci prova e mi conquista il cuore per la sua dolcezza (le mie pupe, al ritorno a casa, mi faranno la radiografia completa)
Questi li memorizzo!
Il pranzo è stato un momento di convivialità memorabile grazie alla simpatie delle bloggers e dalla semplicità dei titolari delle aziende: gente semplice, lavoratrice, abituata al lavoro in famiglia e al rapporto con la campagna con tutte le sue possibili variabili e difficoltà, persone molto alla mano e di un’umanità raramente rinvenibile in coloro i quali si trovano ai vertici aziendali.
Abbiamo avuto modo di assaggiare l’anatra all’arancia, splendido affettato accompagnato dai panini, anch’essi all’arancia, realizzati dal nostro mago del lievito con i prodotti del molino, il prosciutto di coniglio al tartufo (carne splendida!) con crackers di amaranto, il salame Nonno Angelo in punta di coltello accompagnato da una focaccia genovese, il prosciutto cotto in crosta con del buonissimo kren (rafano) grattugiato, tipico delle nostre zone e delicatamente adagiato su un crostino di filone e, tra i bocconcini caldi, lo stinco alla birra, accompagnato da deliziose patate (e meravigliosi grissini)… delicatissimo! Naturalmente per ogni piatto siamo stati coccolati con i relativi vini in maniera tale da esaltare i sapori grazie agli abbinamenti migliori: ho già scagliato una freccia in favore del Sauvignon, il bianco più buono mai bevuto, ma il bianco friulano non è stato da meno, per non tralasciare il Pinot nero, corposo al punto giusto, perfetto per gli insaccati ma non troppo “duro”.
Iniziamo il pranzo con l’anatra all’arancia e il profumatissimo pane agrumato abbinato
Eccolo… il panino all’arancia, una sciccheria!
Prosciutto di coniglio al tartufo e crackers all’amaranto
No…dico…pure bellissimo da vedere!
Per accompagnare lo stinco alla birra
E per sgranchirsi un po’ le gambe si fa un giro ad ammirare la cucina
Bella eh?
E volgendo gli occhi al cielo… uno splendore!
Prima di arrivare al momento del dessert, arricchito dai tipici dolci delle nostre zone a base di mele e frutta secca offerte dal Panificio Pasticceria Tondon, c’è stato un altro intervento regalatoci dal Maestro di Arte Bianca Giuseppe Gandino che, oltretutto, è di una simpatia travolgente e ci ha fatte sbellicare dalle risate, oltre ad averci insegnato qualcosa sulla pasta madre, argomento per me abbastanza oscuro da sempre visto che da anni riesco a far morire qualsiasi lievito madre prima ancora di farlo diventare adulto… sia questa la volta buona che ce la farò?
Le foto scattate sono state più di cento e la scelta per la pubblicazione è stata molto dura: ve ne offro un po’… spero rendano bene l’idea della gioia provata nel corso della giornata!
Potevo non abbracciarmelo un po’? PS: mio marito ha visto la foto ululando “e questo chi è?”
Posso solo dire un grazie di cuore a Molino Moras, Salumificio Dentesano, QBquantobasta (goloso mensile che ha collaborato per l’organizzazione dell’evento), Masut da Rive, Ferri dal 1905, Panificio Pasticceria Tondon e al Maestro Gandino per la bellissima giornata e per i preziosi insegnamenti!