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Dall’orto alla dispensa

Autoproduzione/ Conserve/ Dolci e desserts

Al calore del fuoco (confettura di zucca, mele e cannella)

L’autunno piano piano, spingendo dolcemente, è riuscito ad allontanare l’estate, la mia stagione del cuore, quella pigra al sole cocente, quella del mare sempre e comunque, quella passionale ed infuocata al tramonto, per trovarmi spiazzata ed impreparata dinanzi al giacchino che ben presto ha lasciato posto al cappotto, alle zucche e ai cavoli sui banchi dei mercati, al termometro che la mattina mi gela i pensieri al primo sguardo, alla ricerca dell’acqua calda anche per lavarmi i denti, alla copertina la sera sul divano perchè sono peggio di Linus.

L’autunno è amato da molti perchè è mite, ma qui al nord inizia già a stringere la morsa, ad entrarti nelle ossa quando alle sei del mattino sei costretto a lasciare il piumone ed essere già pienamente operativo con gli occhi pieni di sonno a cercare il primo caffè della giornata, quando ti affacci alla finestra  e il cielo è grigio e ghiaccio, quando la bora sferza gli alberi dinanzi casa e le foglie, ad una ad una, iniziano a ricoprire il terreno come un manto dorato.

L’autunno però è anche il profumo della legna al fuoco, del calore dei caminetti,del fascino di una tazza di vin brulè al rientro da una giornata faticosa, del piacere di una doccia bollente che ti accoglie nel suo abbraccio confortevole, delle domeniche mattina che trascorrono lente tra una stiracchiata sotto le coperte e un libro sul divano, intervallate solo da poche uscite nelle scarse  ore di luce appena tiepida a fare un po’ di scorta di sole per tutta la settimana.

Alla fine anche l’autunno ha i suoi momenti di lentezza e di pigrizia come quelli che ci dona l’estate, una pigrizia maggiormente rigenerante perchè faticosamente conquistata da giornate più pesanti, fredde, imbottite in abiti ingombranti dai quali io vorrei uscire sognando isole dell’Egeo, una pigrizia per me difficile da combattere perchè i primi freddi mi gelano i pensieri, le emozioni, i desideri… l’unica reazione conseguente al freddo che mi penetra ovunque è entrare in cucina, dove c’è luce, ci sono profumi e consistenze a stimolarmi, dove c’è il calore del fuoco, dove posso iniziare a mescolare, annusare, assaggiare e creare, fuggendo all’inverno incombente e immaginando solo colori caldi ed intensi come il sole, dove posso sopravvivere sognando già il mio mare estivo che mi attende per una nuova stagione a scaldarmi il cuore.

Confettura di zucca, mele e cannella

Ingredienti:

500 g. di polpa di zucca

200 g, di mela al netto degli scarti

250 g. di zucchero di canna

1 limone

due cucchiai di cannella in polvere

Procedimento:

Premesso che per cuocere le confetture potete utilizzare il metodo Ferber, che ho già sperimentato su queste pagine (qui), questa volta ho preferito adottare la tradizionale cottura a fuoco lento, in vista dei tempi lunghi necessari alla zucca per ammorbidirsi: l’ho tagliata in pezzettini molto piccoli e volendo potete anche aiutarvi con pochi colpi di frullatore, dopodichè l’ho unita alle mele a cubetti, al limone e allo zucchero, facendo sobbollire per il tempo necessario all’addensamento. Solitamente parto dall’idea di proseguire la cottura a bassa temperatura per tre ore, ma alla fine controllo sempre in corso d’opera poichè la varietà del prodotto usato fa cambiare completamente le carte in tavola! Le mele possono essere più o meno acquose, lo stesso vale per la zucca, quindi io questa volta l’ho cotta per pochissimo tempo, in realtà meno di un’ora visto che già il tutto era addensato, limitandomi ad aggiungere la cannella solo all’ultimo istante.

Nel mentre la confettura sobbolle sterilizzare i vasetti, che andranno poi riempiti sino all’orlo, chiusi bene e capovolti sino a completo raffreddamento.

Il risultato è molto particolare: non dolcissima nel senso che non è zuccherina, ma con la dolcezza delicata della zucca e mitigata dall’asprezza della mela… vale la pena provarla!

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Questo scatto appartiene a mio figlio che, munito di cavalletto, si è impegnato per aiutarmi… citazione dovuta!

Ricette vegetariane/ Salse e sughi

Le ultime zucchine e un pesto alternativo

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Finalmente il giorno della partenza tanto atteso si sta avvicinando, con quel tocco di ansia perché il ritorno a casa coinciderà con il ritorno a scuola, e la mia stanchezza sta toccando il massimo storico: mai più farò l’estate tutta tirata senza un solo giorno di ferie, questa è una regola che mi sono imposta perché ho lavorato come una matta sostituendo colleghi e senza mai un aiuto, perché ho avuto dei cari amici in visita e mi sono trovata bloccata tra casa e ufficio, perché è passato a trovarmi anche un provvidenziale mal di denti a scombinarmi i piani, perché ho trascorso giornate dense di preoccupazioni a causa della salute della mamma.

Sono riuscita a trascorrere un solo fine settimana lontana da casa, due giorni meravigliosi a Oberdrauburg, in Austria, del quale mi sono rimasti un ricordo incantevole e qualche scatto fatto da mio figlio, tre tra tutti che mi hanno incantata e che lascio anche qui…. perché Federico ci tiene davvero e anche a me piacciono proprio tanto!

Prima della partenza voglio far fuori un po’ di zucchine, sia mai che il frigorifero del camper non faccia problemi come sempre e mi tocchi vederle appassire… è un pesto alternativo che mi permetterà di godermi uno strascico d’estate mediterranea anche nell’atmosfera nordica che ci accoglierà a breve… Berlino arriviamo!!! E noi ci si vede un po’ più in là……

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Ingredienti:

350 g. di zucchine (2 zucchine grosse)

90 g. di parmigiano (se avete del pecorino ben venga…)

250 g. di olio evo

75 g. di mandorle pelate

1 spicchio grosso di aglio

basilico q.b. (io qui ci vado un po’ pesante… lo adoro!)

sale q.b.

Procedimento:

Per prima cosa ho pelato le mandorle tuffandole per pochi minuti in acqua bollente, poi le ho tritate e messe da parte insieme al formaggio grattugiato, ho tritato le zucchine a crudo e le ho lasciate un po’ a colare per togliere un po’ dell’acqua che inevitabilmente rilasciano, alla fine ho riunito tutti gli ingredienti nel boccale del Bimby (o del frullatore) e ho macinato tutto insieme, non troppo finemente perché amo sentire sotto i denti un po’ di consistenza.

Ho versato tutto nei vasetti e messo nel congelatore perché se ci si mette il formaggio da subito c’è sempre il rischio di fermentazione (mi accadde anni fa… da allora congelo il pesto non destinato ad un consumo immediato).

Un pesto alternativo ed economico anche se (non me ne vogliano i liguri) non potrebbe definirsi con tale nome, ma delicatissimo anche se spalmato su una fetta di pane casereccio.

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Antipasti e stuzzichini/ Economiche/ Ricette vegetariane

Il rosmarino dell’estate

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Le giornate si avvicendano già torride segnando un giugno come da anni non ne vivevo, l’aria in casa è pesantissima e i ventilatori solo in parte riescono a muoverla regalando un sollievo lieve e fugace, il mare è a pochi minuti di casa ma gli esami di mio figlio incombono sulla mia serenità come un branco di avvoltoi e il suo profumo rimane il protagonista dei miei desideri più reconditi mentre, giorno dopo giorno, incoraggio lui e anche me stessa con la consapevolezza che manca ancora pochissimo alla libertà.

L’estate è la mia stagione, quella che sento a pelle anche se mi toglie la voglia di faticare in cucina, di stare ai fornelli con il sudore che mi scorre lungo la schiena, che mi incolla i capelli alla fronte, che mi regala la sensazione di camminare a piedi nudi sentendo il tepore della terra sotto di me, che mi fa sentire il contatto con la madre di tutte le cose; l’estate è la mia pelle che si abbronza a dei livelli incredibili, che scorre morbida sotto l’olio di oliva che ogni giorno spalmo dopo averla lasciata a cuocere al sole senza pietà, a seccare alla salsedine sino a sentirne il profumo sugli abiti; l’estate è il sole che stinge i miei capelli scurissimi, è il mare che me li arriccia e li rende indomabili, è il profumo delle acacie e del sambuco, è l’odore penetrante del rosmarino e della salvia, è la stagione dei piatti freddi, vegetali e ricchi dei colori che la natura ci regala.

Oggi il cielo vira dall’azzurro più intenso al grigio plumbeo e tra un tuono ed un acquazzone riesco a tirare un sospiro di sollievo grazie alla brezza che alita dalle finestre spalancate sul bosco, un soffio di pace che alleggerisce queste giornate pesanti e di stanchezza da sfinimento, un respiro che mi fa tornare in cucina per chiudere in un vasetto tutto il profumo del rosmarino.

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Ingredienti:

una scatola di fagioli cannellini

una cipolla

un pizzico di sale

olio q.b.

aceto di mele q.b.

una manciata di foglie di salvia e una di aghi di rosmarino (freschi)

Procedimento:

far appassire la cipolla in poco olio, poi aggiungere gli altri ingredienti e frullare tutto insieme sino ad avere una crema perfettamente amalgamata; spalmata sul pane fresco o sulle bruschette è imbattibile…. tanto semplice e quasi banale quanto gustosa e perfetta per le giornate bollenti che ci aspettano! E per alleggerire anche i periodi più pesanti….

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Autoproduzione/ Bimby/ Conserve/ Dolci e desserts/ Economiche

Una gelatina che profuma di Natale!

IMG_2293-001Ci ho pensato oggi, all’ultimo momento per regalarne qualche vasetto, ma non avevo il tempo per poter seguire i fornelli con la cura necessaria ad evitare qualche disastro, quindi io la propongo con il Bimby per comodità, ma sappiate che un frullatore ed un pentolino saranno sufficienti (e un mestolo in mano per evitare i disastri che io temevo)!

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Ingredienti:

arance (io tre grosse)

zucchero semolato (io 300 g. per pareggiare il peso netto del succo dell’agrume)

Procedimento:

ho pelato a vivo le arance avendo cura di conservare la buccia esterna (che io tolgo con il pelapatate… è comodissimo), metterle nel boccale e frullarle a vel. 5 per 15 secondi.

Cuocere 10 min. a 100° a vel.1, passare il succo con un colino, poi aggiungere lo zucchero (pari peso rispetto al succo rimasto) e riprendere la cottura per un’ora, temp. Varoma (senza coperchio dosatore), vel. 1.

Invasare dopo aver precedentemente sterilizzato i vasetti e capovolgere: a me ne è uscito un vasetto della marmellata pieno.

Sarà un pensierino natalizio molto gradito e, soprattutto, è splendida spalmata sul pecorino stagionato!

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Autoproduzione/ Conserve

Bonjour Alsace!

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Che però, detto tra noi, le confetture mi hanno sempre incantata e mi hanno fatta sentire a casa: il profumo del caramello che inondava casa mia nelle giornate in cui la mia mamma si prendeva la “giornata libera” da qualsiasi altri impegno perchè si sa che gli spignattamenti richiedono tempo e dedizione!

Eppure mi chiedevo com’è che Nonna Papera riuscisse a sfornare in continuazione delle crostate e dei barattoloni di marmellata, considerando la velocità con la quale Ciccio se le sbafava e, nel contempo, anche ad occuparsi dell’orto.

Ci doveva proprio essere un metodo marmellatoso a me sconosciuto che non richiedesse lavori mostruosi  come le cinquecento ore di cottura messe in atto in casa mia, con conseguente prova del piattino che al cemento armato gli faceva un baffo, ma che in compenso si sarebbe conservata sino al battesimo dei pronipoti senza mezzo grammo di muffa o rischi di botulino (che, a quanto pare, all’epoca nemmeno esisteva.. 🙂 ).

Poi un giorno, in un angolino del web già all’avanguardia, lessi qualcosa circa una preparazione alquanto alternativa, successivamente associata a quello che in effetti è il cosiddetto “metodo Ferber”, dal nome di Christine Ferber, una genialissima alsaziana di Strasburgo che ha avuto l’ardire di aprire una splendida bottega in perfetto stile “Chocolat” e che, pur tenendo dei prezzi a peso d’oro, lavora moltissimo! A Strasburgo ci sono stata qualche anno fa, ma ovviamente chi la conosceva quella che viene chiamata “la fata marmellata”?

A questo punto bisognava assolutamente rimediare e… sì… un tocco di bacchetta magica e mi sono trasformata in Nonna Papera! Il tutto complice un magnifico mazzo di lavanda che una collega mi ha gentilmente regalato, direttamente dal proprio orticello!

Ho raccattato la frutta che avevo nel frigorifero, un chilo tra pesche noci e quello che rimaneva di un popone, ho pelato il tutto e l’ho tagliato a cubetti (non buttate le bucce delle pesche, io le ho frullate con il latte e ne è uscita una merenda squisita), poi vi ho aggiunto lo zucchero, la buccia di un limone grattugiata, il relativo succo e un paio di cucchiaiate di fiori di lavanda chiusi in una garza pulitissima, per poi lasciare il tutto nel frigorifero per almeno un’ora… io ce l’ho lasciata sino a sera perchè nel mezzo dovevo sbrigare delle commissioni, quindi ho ottenuto parecchio succo.

Successivamente ho versato tutto in una pentola, portato a bollore (e spento subito la fiamma)  e, una volta raffreddato, rimesso nel frigorifero per tutta la notte coprendo bene il contenitore per evitare di contaminare gli odori dei vari alimenti; l’indomani ho filtrato bene il succo e tolto la garza con i fiori di lavanda, versato nuovamente nella pentola e cotto per un ulteriore quarto d’ora, successivamente ho aggiunto la  frutta e ho fatto sobbollire il tutto sino ad addensamento avvenuto. Nel caso in cui venga utilizzato il rapporto frutta-zucchero 1:1 il tempo di cottura sarà veramente ridotto, ma io di zucchero ne ho usato poco perchè non amo molto il sapore dolce… comunque sia la prova piattino non mente mai! Poco prima di invasare ho aggiunto anche mezzo cucchiaino di cardamomo in polvere… dona davvero quel tocco particolare in più!

Con la marinatura la morbidezza dei pezzetti di frutta è garantita, tuttavia io ho dato una brevissima frullata con il minipimer, solo per ridurne la dimensione (altrimenti mio figlio non me la mangia)!

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Ingredienti:

1 kg. tra pesche noci e popone (o baciro o melone cantalupo… per il nome regolatevi in base alla vostra zona di provenienza)

500 g. di zucchero di canna o muscovado (io ho usato quello semolato per una questione economica)

succo e buccia di un limone grosso

mezzo cucchiaino di  cardamomo in polvere

un paio di cucchiai di fiori di lavanda

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Primi/ Ricette vegetariane/ Salse e sughi

Il verde più bello

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Mi affaccio al balcone e c’è il bosco, tanto vicino che lo posso toccare, è di un verde vivo perchè è vero che la pioggia rende i verdi più intensi, grosse gocce stanno scendendo da un cielo plumbeo, tuona, l’acqua scende a catinelle, soffia una brezzolina gelida.

Lo stesso bosco che a primavera inoltrata mi apre il cuore quando guardo il suo verde, quando mi siedo e fisso incantata quel quadrato di prato che sorge a poco più di un metro dalla mia mano, sembra una distesa infinita e con la fantasia sto passeggiando in quota, su una cresta dolomitica, dove il verde è lo stesso, vivo e incontaminato.

L’estate è turchese come il mare e verde come i monti, questa è la mia idea dei colori ideali… la voglia di partire talvolta è tanta, ma amo la mia casa, il mio nido, specie ora che l’ho un po’ rivisitato lavorandoci molto e scovando dei complementi vintage, giocando con pochi soldi e tanta fantasia, allora la mia passeggiata dolomitica la faccio a pochi metri da casa, sempre accompagnata da Bubu e Polly, e la campagna la vivo raccogliendo bruscandoli, che dopo la pioggia spuntano in un’esplosione di gemme e il verde più bello lo metto nel piatto.

Questa ricetta la preparava la mia mamma quand’ero una ragazzina, lasciando i bruscandoli sbollentati nel piatto, mescolati alla pasta, ma in casa mia vivono due omini che apprezzerebbero il verde solo se si trattasse di Nutella colorata, quindi ho dovuto frullare il tutto e preparare una cremina, ma il sapore è rimasto lo stesso, con una gradevole punta di amarognolo nel piatto mitigata dalla dolcezza della panna!

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Ingredienti:

un mazzolino di bruscandoli (gemme di luppolo selvatico)

qualche cucchiaio di panna da cucina

sale q.b.

una manciata di pinoli tostati (circa 15 g.)

400 g. di linguine

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Procedimento:

Sbollentare per pochi minuti i bruscandoli in poca acqua salata in modo da togliere l’eccesso di amarognolo, poi frullarli con il minipimer utilizzando un cucchiaio di acqua di cottura, mescolare poi la crema ottenuta con un po’ di panna da cucina e condire la pasta. Servire immediatamente la pasta cosparsa di pinoli leggermente tostati.

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Bimby/ Insalate

Sembrava solo una carota

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Da circa un anno non solo sto sostenendo una lotta senza pari con la bilancia, ma sono arrivata a trascorrere le ultime settimane con lo stomaco a pezzi e un’irritabilità da isteria, finchè ho avuto un’illuminazione: è tutta colpa del frumento! E l’ho tolto, reintrodotto, ritolto…ed era lui, solo lui il responsabile del mio nervosismo (e io che incolpavo l’ufficio….), quindi sono iniziati gli esperimenti per stare meglio, senza annoiarmi, senza vivere di banali insalate… e senza trovarmi sempre a lavorare tanto per ottenere l’insalata sfiziosa, raffinata e pretenziosa, senza ottenere per forza il rustico artificiale, senza affettare, tritare, lavare, centrifugare e perdere un’ora solo per una terrina di verdura.

Ho aperto il frigorifero e c’erano due bellissime carote, di quelle arancione vivo, freschissime, dolci e croccanti, quindi le ho lavate e le ho messe a pezzettoni nel boccale del Bimby (ma basta un robot qualsiasi, non mi stancherò mai di precisarlo), ho aggiunto l’olio, il prezzemolo, lo sciroppo di balsamico, il sale e il pepe e ho tritato tutto per 30 secondi a vel.4; è una non-ricetta, ma la propongo a  tutte voi che rincorrete la prova costume senza spendere follie in alimenti esotici e a prezzo d’oro, senza lavorare troppo, ma senza cadere nella banalità.

Il dolce croccante della carota, il profumo unico del balsamico, la dolcezza del prezzemolo appena colto e…. io ci ho messo qualche filetto di alice sott’olio, un concentrato di carattere, di personalità, un tocco un più che non mi ha fatto rimpiangere la mancanza del carboidrato, che mi ha evitato un altro mal di stomaco senza perdere il gusto di mangiare… e dire che sembrava solo una carota!

Ho trascorso la serata acciambellata sul divano, da sola (che bello ogni tanto), senza marito, nè figlio, nè cani… con la ciotola di carote guardando “Paris-Manhattan”, delizia estetica e romantica, mai banale come le mie carote, dai toni espressivi e personali come la mia insalata… provate e, se amate la verdura, non ve ne pentirete!

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Ingredienti:

2 carote medie

un ciuffo di prezzemolo fresco

due cucchiai di olio evo

2 cucchiaini di sciroppo di balsamico

sale e pepe q.b.

4-5 alici sotto’olio (facoltativo)

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Dopo tanto tempo ritorno con un po’ di musica… a quest’ora della sera, in totale solitudine, ci sta proprio bene!

Autoproduzione/ Conserve

Andando per campi… sciroppo di sambuco

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Nei primi anni in cui uscivo con il moroso (sempre lui, oramai mio marito), ogni tanto il poveraccio cedeva e mi faceva contenta con una bella giornata di trekking dolomitico: all’epoca ero magrissima e molto allenata, quindi lo facevo morire di fatica… ma mai come la volta in cui mi portò a fare il giro delle Tre Cime di Lavaredo, una camminata che è uno spettacolo, consigliata però su due giorni con il classico pernottamento al Rifugio Locatelli; quella volta, purtroppo, scese tanta di quella pioggia che fummo costretti a ripiegare su un alberghetto di paese per poi fare l’intero giro in giornata… un massacro! Al Locatelli però ci arrivammo ugualmente e una coppia di ragazzi ci consigliarono lo strudel di mele e un bel bicchiere di sciroppo di sambuco, che ancora non conoscevo… lo strudel si scioglieva in bocca, molto diverso dallo strudel tipico della mia zona e lo sciroppo era qualcosa di divinamente squisito….

Successivamente ho scoperto che questo magnifico elisir, leggermente dolce, acidulo e rinfrescante era semplicemente dello sciroppo di sambuco preparato abitualmente dai valligiani, essendo la zona ricca di alberi profumatissimi… ora sono anni che lo preparo e ogni qualvolta lo offro a qualcuno ne rimane colpito per il perfetto equilibrio che si crea tra il profumo intenso dei fiori, quasi mielato, e il fresco acidulo del limone.

I fiori vanno raccolti in zone distanti dal traffico poichè non vanno lavati, altrimenti le infiorescenze si rovinano, e vanno posti in un recipiente insieme all’acqua e ai limoni tagliati a pezzetti (io li divido in quarti) e lasciati macerare  al sole, coperti da un foglio di alluminio, per tre giorni, rimescolando il tutto una volta al giorno per evitare che le parti esposte all’aria ammuffiscano; il terzo giorno si filtra tutto in una pentola, strizzando bene i fiori e i pezzetti di limone, si aggiunge lo zucchero, lo si fa sciogliere mescolando e si porta ad ebbollizione, tenendo la pentola coperta.

A questo punto si travasa: se lo volete conservare utilizzate le bottiglie della salsa di pomodoro, ben lavate e sterilizzate, che poi andrete a capovolgere come si fa con i vasi di marmellata, mentre per l’uso immediato va bene qualsiasi bottiglia, che però andrà conservata nel frigorifero.

Al momento di servire, lo sciroppo andrà diluito con acqua ghiacciata e dell’altro succo di limone, ottenendo una bevanda fresca e dissetante d’estate, ottima per curare la tosse d’inverno, con l’aggiunta di un po’ di Prosecco è un ottimo aperitivo e sappiate che si sposa divinamente con lo strudel di mele!

Riepilogo degli ingredienti:

15 infiorescenze di sambuco

4 limoni

1,5 l. di acqua

1,5 Kg. di zucchero

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Insalate/ Un po' del mio mondo

La vita inizia a fiorire….

La mia insalata ricciolina, appena un momento prima di finire nel piatto.

La mia insalata ricciolina, appena un momento prima di finire nel piatto.

Oggi finalmente qualcosa inizia a girare, dopo un periodo di forti tensioni a causa di tanti piccoli intoppi sovrapposti… è vero, è proprio primavera, è rinascita… sono ritornata dal lavoro e ho trovato mio figlio finalmente sorridente con due bei voti e il libretto sul quale apporre la firma di una mamma orgogliosa e paga dei tanti pomeriggi spesi con lui sui libri, con la speranza che finalmente lo scoglio del passaggio alla scuola media sia stato superato, con l’obiettivo di andare al di là degli ostacoli elevati da un personale docente talvolta privo di ogni minima comprensione.

Sono rincasata con la speranza di riprendere in mano questo angolino di web trascurato da troppo tempo, tiranneggiato da adempimenti più urgenti e pressanti, con la certezza di farcela a pubblicare la ricetta per la partecipazione ad un contest, almeno all’ultimo giorno… con la speranza di pubblicare un po’ dei vari premietti che le amiche bloggers ogni tanto mi donano, che mi fanno tanto piacere perchè mi piace giocare, ma riesco a colpevolizzarmi quando non ce la faccio a tenere il passo…

Sono rincasata, ho aperto il terrazzo e ho trovato tutto questo bene della natura, cresciuto in due giorni senza che nemmeno me ne rendessi conto: è vero che ho curato le semine con tutte gli accorgimenti bio di cui ero capace, riciclando foglie di the verde e fondi di caffè, ma mai avrei pensato che mentre mi dannavo su vertenze e ricorsi le mie piantine stessero lavorando per strapparmi un sorriso, quello della soddisfazione, lo stesso che mi ha regalato mio figlio oggi!

Prezzemolo

Prezzemolo

Spinaci, ravanelli e zucchine ancora in arrivo

Spinaci, ravanelli, lattuga ricciolina e zucchine ancora in arrivo

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Conserve/ Dolci e desserts

Mousse speziata con gli scarti di mela

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Ricordate il succo di frutta alla mela di qualche tempo fa? Vi dissi di non buttare le bucce e i torsoli e che vi avrei spiegato il perchè di ciò… spero vivamente li abbiate surgelati perchè in effetti ci ho messo un po’ di tempo… 🙂

L’operazione è semplicissima: ponete in una pentola gli scarti delle mele, con l’unica eccezione dei semini (proviamo ad interrarli?) e dei piccioli (chi fa il compost li può riutilizzare…eh, qui non si butta proprio nulla!), aggiungete dello zucchero di canna, della cannella in polvere, un po’ di zenzero in polvere e un pizzico di chiodi garofano in polvere, spruzzate il succo di un limone e cuocete a fiamma vivace per 2 o 3 minuti, una frullatina di minipimer e la mousse è pronta!

Io la porto al lavoro, chiusa in un barattolo di marmellata, per merenda… è deliziosa anche fredda!

Sappiate però che ho provato a congelare il vasetto già pronto e anche a fare il sottovuoto, come per le marmellate, e il risultato non mi ha delusa, quindi con poco si possono avere delle merende sempre pronte, sane e gustose.

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Riepilogo degli ingredienti:

scarti di mela (bucce e torsoli privati dei semini)

zucchero di canna

cannella, zenzero e chiodi garofano (tutti in polvere)

succo di limone

E’ da un po’ che non ci ascoltiamo un po’ di musica… ci state? E’ un brano che a me trasmette sempre una passione immensa….

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