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Dolci coccole

Bimby/ Dolci e desserts/ Light

Un giorno iniziò così

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C’era una volta una bimba paffuta, ma proprio cicciottella, perennemente derisa dagli altri bambini magri, quelli che quotidianamente si ingozzavano di nutella, patatine e caramelle, mentre lei mangiava chili di verdura, niente pasta perchè la odiava, pochissimo pane, eppure rimaneva sempre cicciotta: forse perchè il suo papà era convinto che lo sport facesse male e non le veniva mai data alcuna possibilità di cimentarsi in nulla.

Poi questa bimba crebbe e diventò una bella ragazza mora, alta e ancora un po’ burrosa, finchè un giorno decise di intraprendere la pallavolo (nonostante le obiezioni poco gentili sentite in casa…), per poi passare al ballo ed infine, grande amore della sua vita, al karate; questa ragazza divenne una donna molto bella e molto magra, in piena forma, che ogni fine settimana andava a sciare o a conquistare qualche vetta in ferrata, senza mai avere un minimo decadimento fisico.

Arrivò il giorno in cui conobbe lui, si sposarono dopo poco e, nel corso della luna di miele, si ritrovarono in tre: lei era convintissima di affrontare i successivi nove mesi nel relax e mantenendosi in forma, di diventare una di quelle mamme sprint che sembrano uscite da un film, invece iniziò a stare male e, da un guaio all’altro, il suo metabolismo decise di mettersi in sciopero. Dopo la bellezza di quasi dieci mesi nacque un bel maschietto e lei si ritrovò con trenta chili in più che, tra una dieta e l’altra, divennero ben presto quaranta.

Nel frattempo lei conobbe virtualmente una gran donna, una blogger che di chili ne perse il doppio di quelli che si ritrovava lei, un giorno commentò un suo post e lei la incoraggiò a faticare sulla cyclette, ma ancora nulla… nessun risultato… una tristezza infinita! Poi, sempre grazie a lei, alcuni giorni fa incappò in un video su YouTube e si rese conto di poter assaggiare un dessert splendido, semplicissimo, banalissimo, ma che dimostrava che si può dimagrire godendo anche di bocconcini golosi senza sensi di colpa.

Probabilmente molti di voi ne hanno già letto in proposito, ma io lo propongo lo stesso, perchè la mia voglia di poter indossare un tubino e delle decolletè dai tacchi a spillo ha trovato il suo perchè in questa coppa di (quasi) gelato alla banana, perchè come lei si promise un gelato raggiunto un determinato obiettivo, alla stessa maniera il mio attuale obiettivo è meno venti chili, per ora, e poi mi organizzerò per i restanti venti. E so che ce la farò.

Non ricetta banalissima e tremendamente squisita: mi sono organizzata acquistando una bella quantità di banane, tagliando ognuna in otto pezzi uguali per poter poi comprendere a quanto corrisponda una banana intera, le ho congelate tutte in un sacchetto e, appena ottenuta la consistenza desiderata (cioè ghiacciate), ne ho messa una (i famosi otto pezzi) nel Bimby, assieme ad una generosa spruzzata di cannella in polvere e ad un cucchiaio circa di latte, iniziando a velocità bassa per non distruggere il gruppo coltelli sino ad arrivare a 5 e poi mantecando bene.

Se non avete il Bimby fatene dei pezzettini più piccoli  e frullatela con quello che avete perchè il risultato lo si ottiene ugualmente: è buonabuonissimissima e mi fa sorridere nell’affrontare le rinunce che mi porteranno di nuovo a volermi bene.

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Dolci e desserts

Ultima puntata con Unsaccomoras… al sapore di cioccolato!

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IMG_2371IMG_2370Siamo arrivati al termine di quest’avventura, durata due ore, ma che ho voluto esporre con calma e con dovizia di particolari perché la chef Clara ci ha regalato moltissime informazioni preziose e sarebbe davvero un peccato dimenticarle per la strada!

Oggi la proposta è golosa e molto cioccolatosa, quindi so che sarà gradita nonostante io non ami il cioccolato: a giudicare però dall’assalto di cui sono stati oggetto a casa mia questi tortelli… beh, ci sono ancora dubbi?

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Tortelli al forno al cioccolato e cocco

Ingredienti:

300 g. di farina Moras 00 sfoglia

100 g. di farina di riso Moras

50 g. di cacao amaro

80 g. di zucchero semolato

70 g. di burro

2 uova intere

2 cucchiai di brandy o altro liquore a scelta

scorza di arancia grattugiata

un pizzico di sale

un cucchiaino di lievito per dolci

q.b. di cioccolato fondente per il ripieno

q.b. di crema di cacao e nocciole per il ripieno (QUI)

q.b. di cocco grattugiato per il ripieno

Procedimento:

Tritare il cioccolato fondente, aggiungere il cocco grattugiato e lasciare a riposo affinché il cocco si ammorbidisca a contatto con il cioccolato; solo prima di farcire i tortelli aggiungere la crema di cacao e nocciole.

Nel frattempo disporre la farina a fontana assieme al cacao, al centro rompervi le uova e iniziare ad impastare con l’aiuto di una forchetta, sino ad arrivare ad una consistenza che permetta di utilizzare le mani (o, come sempre, vai di planetaria!); anche in questo caso l’impasto richiederà un tempo di riposo di almeno trenta minuti, ovviamente coperto.

Stendere la pasta con il mattarello sino ad arrivare ad uno spessore non eccessivamente sottile e spolverizzando bene la spianatoia con la farina di riso, successivamente ritagliare dei quadrati, porvi al centro un cucchiaio di ripieno e chiudere il tortello (la nostra cuoca, bravissima, l’ha chiuso correttamente utilizzando le dita sulle quali avvolgere il tortello, ma sappiate che io non ce la farò mai… quindi non sentitevi imbranati perché ho detto tutto).

Adagiarli sulla leccarda, spolverizzarli con dello zucchero a velo ed infornarli a 185° c. per circa 10/15 minuti: potranno essere serviti con della salsa vaniglia che ne stemperi il sapore deciso del cioccolato oppure mangiati semplicemente così.

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Dolci e desserts

Due golosissime ricette Unsaccomoras con un unico impasto

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Chiacchiere al forno

Il minicorso della settimana scorsa, organizzato sempre da Unsaccomoras, ha portato anche alla possibilità di realizzare ben due dolcetti diversi utilizzando il medesimo impasto: soluzione non da poco volendo presentare in tavola qualcosa di più vario in occasione del Carnevale, e anche questa volta senza appesantirsi con la frittura (praticamente queste ricette le “lovvo” a mille vista la mia ritrosia nel confronti del fritto).

La prima preparazione è quella delle chiacchiere, o cenci o crostoli… insomma, in ogni zona d’Italia prendono un nome diverso, ma ci siamo capiti lo stesso, mentre la seconda ci permette di realizzare le cartellate usufruendo degli avanzi dell’impasto delle chiacchiere… un bel vantaggio per non faticare più di tanto e per risparmiare comunque del tempo.

Chiacchiere al forno

Ingredienti:

300 g. di farina Moras 00 sfoglia

150 g. di farina di riso Moras

70 g. di zucchero semolato

50 g. di burro

2 uova intere grandi ed un tuorlo (oppure 3 uova piccole)

2 cucchiai di brandy o altra base alcoolica a piacere

scorza di limone grattugiata

un pizzico di sale

un cucchiaino di lievito per dolci

Procedimento:

Disporre le farine a fontana sulla spianatoia, al centro rompervi le uova ed iniziare ad impastare con una forchetta, aggiungendo tutti gli altri ingredienti sino ad ottenere un impasto che si possa lavorare con le mani, fermo restando che chiunque possegga una planetaria potrà chiaramente semplificarsi la vita (e non mi stancherò mai di dirlo: sono affascinata dalla lavorazione manuale, così come ho avuto modo di vedere dalla lezione di Clara, ma per chi, come me, lavora tutto il giorno, la tecnologia è una manna dal cielo). Anche qui l’impasto dovrà riposare almeno trenta minuti coperto, per far sì che il glutine lavori a dovere e che si ottenga un materiale perfetto per la lavorazione successiva.

Stendere poi la pasta con il mattarello sulla spianatoia leggermente spolverata con la farina di riso così da dare una sorta di continuità agli ingredienti usati, visto che tale farina conferisce una delicatezza ed una leggerezza senza pari: lo spessore non costituisce una costante ed è a propria esclusiva discrezione… io la prediligo sottile e, successivamente, ben cotta, ma è solo una scelta personale. Una volta ritagliate le strisce o le forme che si prediligono, porle sulla placca del forno e cuocerle a 180/185° c. per cica 10/15 minuti.

Servirle con una generosa spolverata di zucchero a velo

Cartellate

Con lo stesso impasto delle chiacchiere è possibile ottenere dei rettangoli sufficientemente estesi da poterci spalmare della marmellata (noi abbiamo nuovamente usato quella al sambuco… deliziosa!), con l’unica accortezza di lasciare qualche centimetro di impasto libero per poter arrotolare il tutto senza fare danni (dalle fotografie si capisce alla perfezione).

Piegare l’impasto steso nel senso della lunghezza e poi, successivamente, arrotolarlo con molta delicatezza e senza premere sino ad ottenere delle roselline, che andranno poi infornate per circa dieci minuti scarsi: con minimo sforzo otterrete dei dolcetti meravigliosi e di una bontà che, almeno a me, ha incantato (quasi come le girelle)!

Ci rivediamo per la prossima, ed ultima, ricetta del corso Unsaccomoras!

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Preparazione delle cartellate

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E ecco il risultato finale... golosissimo!

Ed ecco il risultato finale… golosissimo!

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Dolci e desserts

Un’altra leccornia Moras… girelle con marmellata di sambuco e frutta secca!

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Il giorno in cui ho pubblicato la prima ricetta proposta da Clara e da Unsaccomoras è stato quello in cui ho avuto un picco incredibile di visualizzazioni, quindi, visto il gradimento, propongo subito la seconda… così poi non mi dite che a Carnevale dovrete friggere! Quindi organizziamoci per tempo e vai con quella che a me è risultata la ricetta più gradita 🙂

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Girelle con frutta secca

Ingredienti:

150 g. di burro

150 g. di zucchero semolato

200 g. di farina Moras 00 sfoglia

100 g. di farina di mais Fioretto gialla

3 uova intere

un pizzico di sale

la scorza grattugiata di un limone

un pizzico di lievito per dolci

marmellata di sambuco per il ripieno

frutta secca mista per il ripieno

base alcoolica per il ripieno

cacao in polvere per il ripieno

Procedimento:

Innanzitutto preparare il ripieno in maniera tale che i sapori si amalgamino alla perfezione, utilizzando della frutta secca mista a piacere (Clara ha usato noci, mandorle e pinoli), tritata grossolanamente e mescolata con la marmellata, in quantità tale da avere un impasto denso che in forno non coli sulla leccarda; a ciò aggiungere della scorza di limone, qualche cucchiaio di liquore (qui è stato usato il brandy in quanto molto profumato, ma la scelta è assolutamente libera), mentre il cacao andrà aggiunto solo alla fine per mantenere perfetto il ripieno.

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Nel frattempo procedere con l’impasto, amalgamando il burro a pomata e lo zucchero, unendo poi le farine e gli altri ingredienti, impastare velocemente e lasciare a riposo nel frigorifero.

Stendere l’impasto con il mattarello ottenendo uno spessore di circa mezzo centimetro, ricavarne un rettangolo, stendervi il ripieno spalmandolo uniformemente, poi arrotolare formando un rotolo, senza premere per non far uscire il ripieno; tagliare a fette rettangolari e disporle sulla leccarda del forno, premendo leggermente, successivamente infornare a 180° C. per circa venti minuti.

Clara nelle sue preparazioni ha sempre rifinito i dolcetti con una spruzzata di zucchero semolato prima della cottura e, comunque, con una nevicata di zucchero a velo a cottura ultimata… uno spettacolo!

L’idea in più è stata quella di infilzare le girelle su un bastoncino di legno prima delle cottura per ricavarne dei cake-pops: già così sono favolosi, figuriamoci vestiti a festa!

La ricetta originale prevedeva l’uso di marmellata di prugne che, mescolata alla frutta secca, avrebbe dato una nota di sapore tipicamente austriaca a queste girelle, ma la proposta di usare il sambuco, un po’ asprigno, è stata azzeccatissima!

Queste provatele assolutamente… sono una cosa divina!!!!

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Dolci e desserts

Due ore in compagnia di Clara e del Molino Moras

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Pochi giorni fa sono stata invitata ad un incontro dedicato ai dolci di Carnevale in versione light, cioè senza alcun fritto e integralmente cotti al forno, da Unsaccomoras, splendido negozio nel cuore del centro storico di Trieste nel quale, tanto per dirla tutta, ci ho lasciato il cuore! Delizioso, rustico, di un’eleganza femminile particolare, con quel sentore di farina già nell’aria e nell’estetica: avrei acquistato di tutto (e infatti ci ritornerò nei prossimi giorni perchè, terminato l’incontro, avevo mio figlio nel mezzo della strada che mi tempestava di messaggi in quanto aveva freddo e, mio malgrado, son dovuta fuggire in maniera ignobile), c’è una varietà di farine ottime che finalmente mi ha risolto il problema del “e questa dove la trovo”?

Gli appuntamenti in questo angolo di web saranno uno per ricetta perchè, pur nella loro semplicità, si tratta di piccoli dolci davvero unici nel gusto e in cui la scelta della farina si è rivelata fondamentale (mamma mia quante cose nuove ho appreso oggi!).

Le preparazioni sono state tutte frutto delle mani esperte di Clara Zamparo, personal chef e pasticcera ottima, oltretutto di una cordialità e di una simpatia rare: seguirò l’ordine seguito da lei stessa, anche se la mia golosità mi farebbe iniziare da tutt’altra ricetta… 🙂

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Ravioli dolci con ricotta

Ingredienti:

300 g. di ricotta

150 g. di burro

100 g. di confettura a scelta (qui è stata usata quella di fragole)

200 g. di farina Moras 00 sfoglia

100 g. di farina di mais Fioretto gialla Moras

un cucchiaino raso di lievito per dolci

un pizzico di sale

Procedimento:

Lavorare il burro a pomata con la ricotta, aggiungere entrambe le farine e il lievito, impastare velocemente e riporre il panetto a riposare nel frigorifero per almeno 30 minuti; nel nostro caso l’impasto è stato aromatizzato con della buccia grattugiata di limone e arancia e devo dire che, a mio avviso, sono gli aromi più indicati.

Stendere la pasta o il mattarello su di una spianatoia leggermente infarinata sino ad arrivare ad uno spessore di circa mezzo centimetro, ricavarne dei rettangoli, porvi al centro un po’ di confettura e chiuderli pressando leggermente l’impasto: spolverizzarli con dello zucchero semolato ed infornarli a 180°C. in forno ventilato per circa venti minuti.

Una volta estratti dal forno servirli cosparsi di zucchero a velo.

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A parte alcuni particolari appresi in quest’occasione, l’ingrediente che mi ha colpito al cuore è stata la farina di riso: innamoramento a vista… così leggera, impalpabile e delicata (acquisto compulsivo in vista), vale davvero la pena “tagliare” alcuni impasti con questo prodotto delizioso!

Con lo stesso impasto si può spaziare con la fantaasia....

Con lo stesso impasto si può spaziare con la fantasia….

Potevo, tra una farina ed un dolcetto, farmi mancare un po’ di musica?

[youtube=http://youtu.be/vt_3yms1PcM]

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Contest e giveaway/ Dolci e desserts

Un mondo speziato sotto l’albero

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Finalmente sono operativa, pc acquistato e consegnato a tempo di record grazie ad Amazon… ora non vi mollo più, promesso!

E sono anche tornata in cucina, nel relax di una giornata finalmente trascorsa in casa dopo aver lavorato per settimane come un somaro, dopo aver corso ovunque come una pazza per rincasare all’ora di cena stravolta: la cucina è il mio angolo di pace dove mettere in funzione il Bimby e preparare impasti profumati come questo, dove infornare e nel contempo spadellare glasse deliziose.

Ora il risultato del mio lavoro me lo sto godendo sul divano, con un plaid scozzese a scaldarmi, una tazza di infuso speziato e questi dolcetti deliziosi che, una volta freddi, sono irresistibili… il coronamento di un pomeriggio perfetto sotto l’albero di Natale illuminato!

La ricetta nasce da una stupenda proposta di Margherita, da me inizialmente modificata a causa dell’irreperibilità di un paio di ingredienti, e poi definitivamente stravolta perchè in cucina non ho regole fisse e mi lascio guidare dalla passione.

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Ingredienti:

Per la base:

110 g. di burro morbido

80 g. di zucchero di canna o semolato

190 g. di farina

2 uova da 40 g.

1 cucchiaino di noce moscata

2 cucchiaini di cannella

1 pizzico di chiodi garofano macinati

1 pizzico di zenzero macinato

1 pizzico di pimento

1 pizzico di pepe nero

1 pizzico di sale

Per la glassa:

75 g. di burro

2 cucchiai di miele di castagno

100 g. di zucchero a velo non vanigliato

3 cucchiai circa di zenzero macinato

Per la finitura:

q.b. di pistacchi di Bronte macinati finemente

Procedimento:

Lavorare il burro, lo zucchero e il sale sino ad ottenere un composto cremoso, poi aggiungere il resto degli ingredienti continuando ad impastare sino ad amalgamare il tutto alla perfezione; foderare una teglia con della carta da forno e travasare il composto livellandolo bene con le mani inumidite.

Infornare in forno preriscaldato e cuocere a 180° (ho usato il ventilato) per circa 20 minuti, controllando la doratura del dolce e, nel mentre si cuoce, preparare la glassa in un padellino antiaderente mescolando sino ad ottenere la consistenza di un caramello; appena estratto il dolce dal forno cospargerlo immediatamente con la glassa e, subito dopo, con la farina di pistacchio.

Una volta raffreddato toglierlo dalla teglia, levare la carta forno e tagliarlo a quadrotti: se ce la fate a non divorarlo subito si conserva in un vaso di latta per alcuni giorni.

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Con questa ricetta partecipo al contest “Raccontami il tuo Natale in una ricetta di Tortedinuvole” con la seguente motivazione, come da regolamento:

Non si tratta di una ricetta della tradizione della mia terra, ma contiene in sè tutte le spezie e il profumo del miele che ho sempre amato e che ancora ritrovo in molti dolci diffusi nella mia città, frutto di contaminazioni con i paesi dell’est che hanno sempre contemperato la nostra cultura di zona di confine; Trieste da sempre ha avuto una forte presenza di esponenti greci e ora la cultura serba spopola, con forti contrasti ideologici ma con una sapienza pasticcera di tutto rispetto… ecco, sono questi i profumi che ho voluto riprendere e riproporre a modo mio!

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Contest e giveaway/ Dolci e desserts

Sformato ai ceci con crema di nocciole, mandorle e miele d’acacia

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E’  raro che io partecipi a dei contest o ad iniziative di qualsiasi genere che poi alla fine mi fanno sentire “costretta” da termini di pubblicazione, da banner che mi complicano la mia scarsa vita informatica o da ingredienti che non sempre ho il tempo di andare ad acquistare; eppure questa volta sono qui, nemmeno io so bene il perché di questa decisione arrivata di getto, senza pensarci troppo… probabilmente perché l’estate appena trascorsa ha visto il mio primo assaggio di Abruzzo grazie ad una sosta in camper nel corso del rientro a casa dalle vacanze, una sosta non troppo studiata, quasi casuale che però mi ha permesso di conoscere una terra bellissima, ricca di verde lussureggiante, piena di piccole città ordinate, pulitissime, dai servizi ineccepibili e in cui il contatto con la gente è stato molto piacevole e ricco di cordialità. Ho avuto modo di toccare con mano quel rapporto speciale con le persone umili, con la realtà semplice dei piccoli centri non ancora divorati dall’egocentrismo dei più o dal consumismo dell’apparenza e proprio a questo “bel vivere” voglio dedicare la mia ricetta, ad una regione da valorizzare perché i frutti della sua terra non meritano nulla di meno di altri prodotti ben più conosciuti. Grazie per l’ospitalità Abruzzo!

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Ingredienti:

200 g. di ceci ammollati e lessati con un pizzico di sale

350 g. di latte

60 g. di miele di acacia (più un cucchiaio per la copertura di mandorle)

5 cucchiaini abbondanti di crema di nocciole (volendo fatta in casa)

3 cucchiaini di caco amaro

1 cucchiaio scarso di agar-agar

1 manciata di mandorle non pelate

Procedimento:

Riscaldare 300 g. di latte e farvi sciogliere l’agar agar mentre, a parte, i ceci andranno frullati con 50 g. di latte, la crema di nocciole, il cacao e il miele, per poi unire il tutto all’agar agar mescolando con una frusta sino ad addensamento; far riposare, una volta raffreddato, il tutto nel frigorifero per qualche ora. Prima di servire tostare in padella, per pochi minuti, una manciata di mandorle e poi  tritarle grossolanamente in un mortaio, senza spellarle come ho fatto io, per ottenere un sapore più intenso e rustico, mescolarle con una cucchiaiata di miele di acacia e versare il tutto sullo sformato.

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Con questa ricetta partecipo al contest “Taste of Abruzzo – It’s Xmas Time”:

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Dolci e desserts

La merenda di “Aulin” di Federico

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Halloween, ci siamo! E, come ogni anno, ci sono i bimbi che si divertono, c’è la chiesa (per me volutamente con la minuscola visto l’atteggiamento chiuso ed ostile) che lo demonizza e lo demolisce sistematicamente, ci sono i finti italiani che ne parlano male, malissimo perché è una festa importata dall’America; chiariamo una cosa… innanzitutto non accetto critiche da parte di coloro i quali fanno briefing, meeting, steps, la cui giornata inizia con il lunch e la sera indossano il pijama, no, proprio non ci siamo perché iniziate ad essere italiani nella lingua che usate, specie quando i sinonimi nazionali esistono e poi ne riparliamo. Poi chiariamo che trattasi di una festa di origine celtica, che non ha nulla a che fare con l’America, quindi di origine anglosassone e specifichiamo anche che a me piace parecchio!

Da anni mio figlio mi chiede di organizzargli la “merenda di Aulin” (come la chiamava lui quand’era piccino) e da allora ogni fine ottobre spignatto pizzette, scodello popcorn, sforno brownies, esco dal supermercato con una carrellata di marshmellows, di cornetti al formaggio e di bibite di ogni tipo; ora i ragazzi sono cresciuti ma lui non molla e si limitano a rompere le scatole a mezzo quartiere con il consueto dolcetto o scherzetto, tornando spesso con un buon bottino, passando però da casa quando il brontolio allo stomaco si fa presente.

Oramai i compiti si sono divisi: già quando manca un bel periodo al giorno fatidico il nano inizia a decorare la casa… in breve tempo mi sono ritrovata zucche, festoni, ragnatele, teschi e pipistrelli ovunque, cosa che spesso ha provocato in mio marito, che si sveglia all’alba, dei coccoloni galattici trovandosi un pipistrello appeso di fronte agli occhi nella penombra del corridoio, mentre io mi continuo ad occupare della cucina.

Quest’anno ho iniziato ad “halloweeniare” anche prima della sua merenda di Aulin, volendo allietare anche le nostre cene, sconvolgendo il marito che odia la zucca e al quale, invece, ieri sera ne ho propinata una cotta al forno, a fettine, con una manciata di sale grosso al peperoncino e una generosa spruzzata di profumatissime erbe provenzali (a proposito: mezzoretta a 200 gradi con forno ventilato e vi mangiate un’ottima zucca compresa di buccia commestibilissima e deliziosa), accompagnata da una paio di patate dolci (le cosiddette “batate”) bollite e, almeno per salvargli l’umore, da questi deliziosi muffins alle carote viola (ovvio, mica potevo fare Halloween con delle carote normali, no?)!

Che poi, per le foto, ho voluto un tocco più allegro, quasi primaverile (e infatti i muffins gironzolavano allegramente nella cameretta del piccolo protagonista)… perché chi l’ha detto che Halloween debba essere necessariamente cupo? Per avere l’umore funereo a me è bastata l’assenza di luce naturale che mi ha fatta impazzire…. 🙁

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Ingredienti:

260 g. di farina

120 g. di zucchero

1 bustina di lievito per dolci

1 cucchiaino di cannella

mezzo cucchiaino di zenzero

un pizzico di pimento

sale q.b.

2 uova

150 g. di latte

55 g. di burro

3 carote viola

50 g. di uvetta bollita in acqua e rhum

Procedimento:

Mescolare la farina, il lievito, le spezie, lo zucchero e il sale e mettere da parte; mescolare le uova, il latte e il burro fuso; unire le due parti, quella secca e quella umida, aggiungere le carote grattugiate e l’uvetta.

Versare il tutto nei pirottini e cuocere a 190°C. per 35 minuti a forno ventilato.

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Dolci e desserts

Rosso d’autunno

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Mi sveglio tardi alzandomi dal letto pigramente, stiracchiandomi come un gatto, appoggio i piedi nudi sul parquet riscaldato dal sole; dalle imposte filtrano gli ultimi raggi di un’estate tardiva, mi dicono che giovedì ci risveglieremo al gelo di un inverno improvviso, sto pensando solo che i maglioni e i soprabiti sono ancora in cantina e che alcuni acquisti si renderanno necessari.

Mi voglio godere quest’ultima domenica di sole caldo, salgo sulla cyclette e mentre fatico guardo il bosco dalla finestra aperta sul balcone, traendo piacere dai raggi caldi sul volto, mi immergo nel getto della doccia, sotto l’acqua caldissima come piace a me e, per una giornata ancora, posso permettermi di uscire di casa con i capelli umidi.

L’aria è tiepida, dolce e per una volta mi allontano dal mare: in venti minuti di macchina sono in Slovenia, immersa nei suoi boschi stupendi, mi guardo intorno e annuso l’aria… l’autunno è alle porte, lo sento nelle narici, le tinte degli alberi iniziano a virare verso l’arancione, il ruggine, inframmezzati dal rosso sanguinolento del sommaco, l’aria è fresca e umida mentre il sole si tuffa nel mare ancora una volta, mentre lascia il posto ad una nuova stagione e ad un nuovo profumo.

E’ stagione di cucina rustica, di colori tiepidi, di arancioni caldi ed avvolgenti, di bocconi confortevoli che ci accolgono con il loro profumo appena entriamo in casa, è stagione di tepore e di famiglia, dopo il calore della passione estiva, è un momento da vivere lentamente coccolandosi e io ho provato a rappresentarlo così.

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Ingredienti:

110 g. di farina autolievitante mista (a vostra scelta, io ho usato la Vollkorn della Lidl)

90 g. di farina bianca

100 g. di zucchero

3 susine grosse

una manciata di uva passa

mezzo bicchiere di rhum

tre cucchiaini di cannella

un pizzico di zenzero in polvere

un pizzico di pimento

una manciata di semi di sesamo tostati

mezza bustina di lievito per dolci

sale q.b.

Procedimento:

Tagliare a cubetti le susine e mescolarle agli altri ingredienti, dopo aver bollito per qualche minuto l’uva passa in acqua e rhum: con l’impastatrice si fa in un attimo… il risultato dev’essere un composto abbastanza solido, speziato e molto scuro.

Cuocere a 180°C. (io ho usato il ventilato) per circa 45-50 minuti o comunque finchè la crosta non diviene un po’ croccante.

Qualsiasi variante può risultare gradevole poiché questa alla fine è una “non ricetta” realizzata con quanto mi avanzava in dispensa.

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Tramonto a nord-est

Tramonto a nord-est

 

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Dolci e desserts

A passi lenti verso l’autunno

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Sono settimane che cerco di portare a termine una ricetta da pubblicare la cui bozza giace in archivio da troppo tempo, una ricetta tutto sommato fresca e ancora adatta a questa coda d’estate che non vuole lasciarci, ma non ci riesco perchè la temperatura alta si somma alla stanchezza della settimana lavorativa, della cura della casa e, ora, anche della scuola, delle liti al mattino con un dormiglione che mi fa arrivare tardi in ufficio tutti i giorni e che mi costringe poi a recuperare l’orario non svolto, alle preoccupazioni costanti,  nonostante debba ammettere che finalmente mio figlio si è messo a studiare seriamente, poichè a quanto pare è sufficiente un solo voto scarso (ovviamente già arrivato) per scatenare le ire del consiglio di classe, con conseguenti minacce di bocciatura nemmeno tanto velate  (ad un mese dall’inizio dell’anno… tanto per farmi innervosire da subito).

Per farla breve la ricetta è ancora a riposo in archivio, quindi mi sono consolata nel fare i biscotti perchè un dolcino è sempre consolatorio: il biscotto è sinonimo di autunno, ma qui c’è la leggerezza dell’olio e il profumo intenso del limone in quanto io ancora sogno l’odore del mare e degli agrumi, perchè a tutt’oggi sul desktop del pc con il quale lavoro ho un bellissimo scatto dell’Egeo e di parlare di zucche e caldarroste nemmeno mi sfiora l’idea!

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Ingredienti:

150 g. di farina bianca

80 g. di farina di mais (da polenta)

100 g. di olio di semi di girasole

80 g. di zucchero

1 pizzico di sale

1 uovo intero e 1 tuorlo

la buccia di un limone grattugiata

Procedimento:

Ho inserito nel frullatore lo zucchero, l’olio e il limone e li ho mescolati per un paio di minuti (se usate il burro fate montare a spuma il composto), poi ho aggiunto le uova, ho mescolato ancora un po’ e, infine, le farine e il sale.

Ho steso la frolla non troppo sottile (ok, andava lasciata un po’ nel frigorifero, almeno mezzora, ma io non l’ho fatto per mancanza di tempo e perchè l’impasto era abbastanza freddo) e l’ho tagliata con l’orlo di un bicchierino, per poi stampare i biscotti prima di metterli a cuocere; li ho messi nel forno ventilato a 190°C. per un quarto d’ora e poi ce li ho lasciati ancora qualche minuti (a vista!) per farli dorare.

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