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Dolci coccole

Dolci e desserts

Gelato allo yoghurt di ciliegia sotto il sole di ottobre

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E’ il primo giorno di ottobre e il sole nuovamente splende cocente sulla mia città, il mare luccica e invitante è il suo richiamo per una nuotata tardiva nonostante l’autunno sia iniziato da pochi giorni, l’aria è insolitamente calda, nemmeno un alito di brezza fresca a ricordare che luglio è trascorso da un po’ e che le vacanze sono già lontane… di tempo libero per una nuotata non ne ho e solo io so quanto mi sarebbe piaciuto trascorrere un’ora rilassante a forza di lente bracciate nell’acqua salata. Purtroppo il mio tempo libero è molto limitato nonostante sia sabato, ma i problemi familiari non sono ancora risolti e si sa che per arrivare a dei risultati bisogna spenderci del tempo e delle energie; io comunque di ignorare un sole così caldo ed un cielo tanto terso non ne voglio proprio sapere e allora me lo godo a modo mio con un gelato di una facilità estrema ma il cui risultato è qualcosa di incredibilmente buono e cremoso.

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Ingredienti:

2 vasetti di yoghurt da 150 g. alla ciliegia (possibilmente con i pezzi di frutta)

150 g. di zucchero semolato

200 g. di panna

Procedimento:

Quasi non c’è: basta mescolare tutto e versare nella gelatiera, ma se non la usate sarà sufficiente congelare il composto e poi spezzarlo e mantecarlo con un buon frullatore.

Insomma, un dessert da fare al volo con pochi mezzi e pochissimo tempo a disposizione, ma il risultato è sorprendente!

Io l’ho decorato con dei pistacchi di Bronte che con l’aroma della ciliegia stanno benissimo, ma a voi la scelta tra panna, liquori, toppings o ciò che più vi piace.

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Dolci e desserts

Biscottini al limone ed un soffio di felicità

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Sono iniziate le giornate piovose, alternate a pochi raggi di sole che ancora riscaldano gli animi e non fanno temere troppo l’autunno incombente, ogni tanto il cielo diviene nero come la pece e l’acqua inizia a scrosciare senza pietà rendendo i boschi più verdi e l’aria più pulita e respirabile.

Non ne sono affatto dispiaciuta perchè la cosa più bella del vivere a queste latitudini è proprio il cambio delle stagioni, il poter godere di estati mediterranee e di inverni al limite del gelo costante, almeno nella mia zona dove gli inverni sono rigidi e si fanno rispettare.

La stagione è cambiata che nemmeno me ne sono accorta, presa da corse, preoccupazioni ed arrabbiature e dal vedere la sacca del mare penosamente abbandonata in un angolo della camera, trascurata da pensieri ben più pressanti, mi sono ritrovata alla ricerca di giacchini impermeabili, di sneakers e di calzoni lunghi, quasi con la voglia di riprendere ad accendere il forno e di mettere in tavola qualcosa di buono e di confortante.

Ho voluto lasciare l’estate con una carezza, con una scia di profumo di limone e con un soffio di felicità dinanzi alla speranza di avere davanti a me un futuro migliore dell’oggi che sto lasciando dietro le spalle con i suoi dolori e le sue angosce.

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Ingredienti:

la buccia di un limone

il succo di mezzo limone

1 uovo

100 g. di zucchero

100 g. di olio di semi

1 cucchiaino di lievito per dolci

300 g. di farina più un po’ per la spianatoia

zucchero a velo q.b.

Procedimento:

Impastare tutti gli ingredienti, tranne lo zucchero a velo, nella planetaria, poi lasciare l’impasto a riposare per almeno mezzora dopo averlo lavorato ancora un po’ sulla spianatoia infarinata e successivamente formare delle palline: ripassarle in una ciotola con lo zucchero a velo, disporle sulla leccarda ricoperta da carta forno e cuocere a 180°C, per circa 20 minuti.

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Dolci e desserts/ Ifood

Crostata al limone e cocco… come in un piccolo bistrot!

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Questo giugno non ne vuol sapere di ingranare, continua a piovere e, almeno qui al nord, fa anche piuttosto freddino: sono tranquilla a casa in un giorno di festa, ma non importa e approfitto per ricaricare ancora un po’ le pile in attesa delle follie estive. Ogni tanto mi godo il piacere di alzarmi con calma, senza la sveglia delle sei a farmi venire il mal di testa e a ricordarmi di avere davanti a me delle interminabili ore di discussioni infinite, di pratiche e di codici di procedura civile, è bello gironzolare per la casa in pigiama e passare dal letto al divano con una tazza di the, un po’ di tv e un bel libro… anche oggi diluvia, tuona e si gela, accendo il pc e ascolto un po’ di buona musica prendendo fiato prima del fine settimana tra i monti, con partenza domani anche se mi sa che la pioggia continuerà ad accompagnarci senza sosta.

Però come sempre la mia tranquillità la trovo creando tra i fornelli, in tutto relax, come nella cucina di un piccolo bistrot parigino, pesando, mescolando, fondendo tegamini di burro e grattugiando bacche di vaniglia, infornando teglie profumate di limone come già pochi giorni fa con la fluffosa, oggi aggiungendovi anche il cocco, preparandomi almeno nei profumi per un’estate di sole e di mare.

La ricetta l’ho presa nuovamente dal suo blog, praticamente fedele ma ho sostituito lo yoghurt alla vaniglia con uno al cocco, tanto per accompagnare gli altri ingredienti… e comunque avevo in casa solo quello 🙂

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Ingredienti per la frolla:

300 g. di farina

180 g. di burro morbido

120 g. di zucchero a velo

50 g. di tuorlo d’uovo

1/2 bacca di vaniglia

la buccia grattugiata di 1/2 limone

Ingredienti per la crema:

180 g. di burro a temperatura ambiente

200 g. di zucchero a velo

4 uova intere

90 g. di cocco rapè

la scorza grattugiata di un limone

il succo di mezzo limone

uno yoghurt al cocco

Procedimento:

Mescolare velocemente tutti gli ingredienti per la frolla fino ad ottenere un composto ben amalgamato e metterlo nel frigorifero finchè non sarà pronta la crema.

Mescolare con le fruste o la planetaria tutti gli ingredienti per la crema, aggiungendole le uova una alla volta e fino ad ottenere in composto molto cremoso ed amalgamato, stendere la frolla nello stampo e versarvi la crema, poi infornare a 180° C. per 30/40 minuti.

A crostata raffreddata servirla con un’abbondante spolverata di zucchero a velo.

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Bimby/ Dolci e desserts/ Ifood

Attimi per un respiro nuovo e per una fluffosa al limone glassata

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Attimi di vita in cui ti perdi a rincorrere una miriade di punti senza riuscire a collegarli perchè tu sei qui e loro laggiù, attimi in cui sei senza forze e non comprendi perchè non ce la puoi fare, attimi in cui capisci che dopo tanto lavoro, tanta fatica, tanto impegno a tenere a posto una casa, tenere in equilibrio una famiglia nonostante le difficoltà quotidiane… beh, non ce la fai più.

Attimi in cui desideri solo un periodo di dolce far niente, pur sapendo che quest’anno nemmeno l’estate porterà alla tanto sognata tregua, attimi in cui l’unica soluzione è chiuderti in te stessa, nel tuo mondo di fantasia e di sogni perchè quando chiudi gli occhi il mondo esterno scompare e scivoli nel sonno.

Attimi in cui ci provi e non ci riesci e qualunque minima occupazione ti sembra un ostacolo insormontabile e il mattino diventa una corsa ad ostacoli, attimi in cui a fatica organizzi tutta la famiglia, arrivi faticosamente alla tua scrivania e vieni aggredita dal collega polemico, attimi in cui vorresti mollare tutto e volare lontano.

Attimi in cui sai di avere tutto ma di avere chiesto troppo a te stessa, attimi in cui ti rendi conto che tutti fanno affidamento su di te senza capire che nessuno è privo di limiti, attimi in cui alla fine molli tutto perchè sai che non si vive per uccidersi di lavoro, attimi in cui finalmente ti stendi e dormi quasi per due giorni di fila, attimi in cui finalmente qualcuno si rende conto che sei allo stremo e ti tende una mano.

Attimi in cui inizi a vivere di nuovo, a rientrare in cucina e a vivere senza sopravvivere, attimi in cui, pur sempre in compagnia del tuo mondo magico, riprendi a pesare, mescolare, impastare, annusare, assaggiare ed infornare… ed è di nuovo vita!

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Ingredienti per uno stampo da cm.17,5 (adattati da una ricetta di Monica Zacchia):

150 g. di zucchero

145 di farina 00

5 uova piccole (oppure 3 grandi)

80 g. di succo di limone filtrato

la buccia grattugiata dei limoni da spremere

120 g. olio di semi di girasole

1/2 bustina di lievito per dolci

un cucchiaino raso di cremor tartaro

1 pizzico di sale

i semini di mezzo baccello di vaniglia

Ingredienti per la glassa al limone:

il succo di mezzo limone

200 g. di zucchero a velo

un albume

acqua q.b. (io ho abbondato poichè volevo venisse assorbita dalla torta))

Procedimento:

separare i tuorli dagli albumi  montare a neve ferma questi ultimi con un pizzico di sale; in una ciotola versare la farina con il lievito e il cremor tartaro, setacciati, poi unire al centro della farina, nell’ordine, l’olio, i tuorli, la spremuta di limone, le scorze di limone grattugiate e i semi di vaniglia. Dopo  aver mescolato bene con le fruste fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungere gradualmente e con una spatola, mescolando dal basso verso l’alto, gli albumi a neve, facendo attenzione a non sgonfiare il composto.

Versare in uno stampo da angel cake, non imburrato nè infarinato (invece fatelo se usate uno stampo di diverso tipo) e ponete ne forno statico a 165°C. per circa 40-45 minuti.

Trascorso il tempo di cottura estraete la fluffosa e capovolgete lo stampo sugli appositi piedini fino a completo raffreddamento.

Per la glassa al limone ho unito l’acqua, il succo di limone, lo zucchero e l’albume e ho sbattuto tutto con il Bimby a vel. 6 per 20 secondi, poi l’ho versato sulla fluffosa raffreddata e ho atteso che solidifichi.

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Dolci e desserts/ Ifood/ Un po' del mio mondo

La mia fluffosa all’arancia per il primo compleanno di Ifood

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Quando ho iniziato a scrivere su queste pagine non avevo ben chiaro dove sarei andata a parare vista la mia naturale reticenza nell’aprirmi agli altri, la mia riservatezza, la mia timidezza che spesso mi blocca in situazioni inamovibili.

Però alla fine mi sono trovata a chiacchierare con molte di voi, ad aprirmi in tranquillità come non mai, senza timori nè tremarelle inutili: quindi iniziamo a spiegare le cose per bene che è meglio.

Io sono figlia unica di due genitori anziani, almeno per l’epoca in cui sono nata, per giunta figlia femmina, estremamente controllata al fine di plasmare una bimba a propria immagine e somiglianza: ero la classica brava figliola da esibire perchè “non mi ha mai dato un problema” mentre in realtà dentro di me soffrivo come un cane in quanto crescevo insicura e in totale solitudine. Mi hanno dato tanto, tantissimo amore, ma sempre tenendomi sotto una campana di vetro, vietandomi qualsiasi esperienza che mi potesse anche minimamente allontanare da loro, magari facendo crescere dentro di me qualche possibile istinto di ribellione.

Mi hanno aspramente disapprovata ogni qualvolta tentavo di seguire la mia natura riprendendomi se usavo la mano sinistra anzichè la destra perchè mi sarei discostata dalla normalità, mi hanno fatta vestire come loro credevano, preferibilmente di rosa (puahhhh), vietandomi jeans e scarpe da ginnastica: le prime che sono riuscita ad ottenere erano rosa e non aggiungo altro! E le liti per avere le prime lenti a contatto? Potrei scriverci un libro…

Non è un post di critica il mio , ma solo una riflessione del perchè io abbia sviluppato una tale insicurezza da cercare sempre rifugio in rapporti sbagliati che mi facevano unicamente stare peggio, una riflessione sul fatto che delle volte i nostri genitori ci amano come sono in grado di fare e che mettono il massimo del loro impegno, anche se talora combinano dei gran pasticci! Non è un post di critica anche perchè grazie ai loro errori oggi per mio figlio sono una madre abbastanza equilibrata (e parecchio easy…) quindi alla fine ho appreso qualcosa che mi è tornato utile 🙂 … ho capito che la libertà dell’individuo è il bene più prezioso e che per mio figlio desidero solo la sua felicità, anche se ciò si discosta dal mio modo di vedere le cose. E non è poco.

Il mio essere me stessa è iniziato nel momento in cui ho preteso la possibilità di conseguire la patente (orrore, una donna che guida… e pure bene!) e con la mia ribellione verso mio padre che mi voleva apprendista parrucchiera e sposata ad un bravo operaio: non solo ho ottenuto la possibilità di diplomarmi (purtroppo a patto che la scuola la scegliessero loro), ma ad un certo punto della mia vita ho turbato l’idillio familiare iscrivendomi all’università (mantenendomi da sola, ci mancherebbe) e trovando pace solo a laurea conseguita e dimostrando loro le mie capacità grazie al master che ho voluto frequentare a completamento della mia formazione.

Questo è un breve riassunto della mia vita, non come l’avrei voluta anche se meglio di tante altre, ma voglio arrivare alla conclusione che anche sputando sangue e ingoiando lacrime si può arrivare a qualcosa e che uno degli obiettivi che ho conseguito grazie alla mia caparbietà è stato l’ingresso in questo meraviglioso mondo di Ifood (e se mi chiedete quale vantaggi concreti io ne abbia tratto potrò solo dirvi: nessuno, tranne la mia soddisfazione personale… e mica è poco!).

Oggi non solo ho vinto le mie battaglie ma ricorre il nostro compleanno, il nostro primo momento di entusiasmo unito a volare fino alle stelle perchè, soprattutto grazie a chi ha avuto la possibilità di fare da portavoce più di altri, ma in prima battuta grazie ad una comunione di anime e di intenti, abbiamo realizzato degli obiettivi che mai avrei pensato si potessero raggiungere in un anno di vita insieme. Ciò grazie ad un gruppo prevalentemente femminile costituito da persone con grandi passioni, lontane centinaia di chilometri l’una dall’altra, ma che hanno unito i loro cuori con grande generosità per crescere tutte insieme!

Buon compleanno Ifood!

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Ovviamente lo voglio festeggiare con il nostro simbolo: la Fluffosa (alias Angel-cake o Chiffon-cake).

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La ricetta è quella di Monica, pur avendo ridotto le dosi.

Ingredienti per la torta (per uno stampo da cm.17,5):

  • 150 g. di zucchero
  • 140 g. di farina 00
  • 4 uova (io ne ho usate 5 perchè erano molto piccole)
  • 105 g. di spremuta di arancia
  • scorza di un’arancia non trattata
  • 60 g. di olio di semi
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • 1/2 bustina di cremor tartaro
  • 1 pizzico di sale
  • 1 baccello di vaniglia

Ingredienti per lo sciroppo (a me ne è avanzato tanto, quindi riducete almeno l’acqua):

  • 3 cucchiai di zucchero semolato
  • la spremuta di un’arancia filtrata
  • 200 ml. di acqua
  • più 250 ml. di panna da montare per la copertura e qualche fettina di arancia  per decorare

Procedimento:

Separare i tuorli dagli albumi montando questi ultimi a neve ferma con un pizzico di sale e metterli da parte in un’altra ciotola versare la farina, i tuorli, l’olio, il succo d’arancia, lo zucchero, la scorza grattugiata e i semi di vaniglia, sbattendo bene il tutto in maniera tale che incorpori aria, poi aggiungere il lievito e il cremor tartaro amalgamando bene. A questo punto aggiungere gli albumi mescolando con una spatola, facendo in modo che l’impasto non smonti.

Versare tutto nello stampo da angel cake senza imburrare assolutamente: deve assolutamente attaccare un po’!

Cuocere in forno a 165°C. per 55 minuti e successivamente a  175 per ulteriori 10; estrarre lo stampo e capovolgere sugli appositi piedini senza girare sino a completo raffreddamento.

A questo punto procedere con la preparazione dello sciroppo, utilizzando un pentolino e mescolando continuamente a fuoco lento: andrà versato tutto sulla torta (magari aiutandovi con un pennello) perchè comunque sarà completamente assorbito.

A raffreddamento avvenuto decorare con la panna montata e con qualche fettina di arancia.

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Dolci e desserts

Torta cioccolatosa al latte caldo con camy cream per un secondo compleanno

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Alla fine mio marito il compleanno lo festeggia due volte perché quando tra famiglie di origine non si va d’accordo è l’unica strada per la serenità di tutti, quindi dopo averlo tormentato per giorni senza riuscire a fargli capire che una torta non si organizza con soli cinque minuti di anticipo… finalmente ha organizzato le visite parentali e io mi sono tolta un problema!

E’ passato qualche anno dal momento in cui , dopo aver ingoiato molte mancanze di tatto e parecchie umiliazioni, mi sono stancata di abbassare sempre il capo, cosa a me non congeniale visto il mio carattere molto forte e dominante, e ho fatto saltare tutti i rapporti, complice l’ennesima palata di fango addosso; non ne sono affatto pentita e avrei dovuto farlo molto prima, ma per amore di mio marito ho tenuto duro (o saltavano loro o saltava il matrimonio). Adesso i rapporti sono un po’ più distesi poichè alcuni membri della sua famiglia hanno fatto un primo passo dimostrando una certa dose di umiltà e di buona volontà, tuttavia io continuo a vivere la mia vita finchè anche l’ultimo di coloro i quali mi hanno ferita non sarà in ginocchio… e se ciò non avverrà mai andrà bene ugualmente poichè sono felice e serena anche in compagnia di me stessa. Ciò però quest’anno non mi ha impedito di omaggiare mio marito e la sua famiglia di una torta uscita dalle mie mani: un piccolo segno di collaborazione nonostante tutto.

L’idea iniziale era di cuocere una angel cake, la nostra mitica fluffosa (Bloggalline docet), tuttavia sarebbe risultata troppo alta per un trasporto sicuro (ce li vedete marito e figlio con una torta in perfetto equilibrio che arrivi sana a destinazione? Io no. Appunto 🙂 ), quindi serviva qualcosa di semplice dopo il lavoraccio della Sachertorte. Proviamo con questa accoppiata di delizie spesso proposte da molte amiche bloggers? Non rammento quante e quali proposte io abbia visto sino ad oggi, posso solo dire che erano tutte splendide, ma un grazie particolare lo devo ad Enrica, la cui ricetta avevo appuntato mesi fa e che oggi ho avuto modo di sperimentare.

Ingredienti per la torta:

3 uova 170 g. di zucchero

60 g. di burro

120 ml. di latte intero

140 g. di farina

30 g. di cacao amaro

una bustina di lievito per dolci

farina di cocco e scaglie di cioccolato per la farcitura

Procedimento:

Montare le uova intere con le fruste elettriche o la planetaria con un pizzico di sale e con lo zucchero sino ad ottenere un composto spumoso, con molta pazienza poiché le uova devono incorporare aria, quindi procedere pure per circa cinque minuti.

Incorporare la farina setacciata con il cacao e il lievito, utilizzando una spatola  e con movimenti dal basso verso l’alto; nel frattempo riscaldare il latte con il burro senza farlo bollire e unendolo successivamente all’impasto utilizzando una frusta e versando il latte a filo, mescolando poi delicatamente con la spatola  e sempre con movimenti dal basso verso l’altro per non smontare il composto.

Imburrare ed infarinare uno stampo di diametro da 20 cm., versarvi il composto e far cuocere in forno preriscaldato, statico, a 170°c. per circa 35-40 minuti, facendo la consueta prova stecchino prima di toglierlo dal forno.

Lasciar raffreddare la torta e nel frattempo procedere con la camy cream.

Ingredienti per la camy cream:

500 g. di mascarpone

250 g. di panna fresca non vegetale

un tubetto di latte condensato (170 g.)

Preparazione:

Montare la panna molto fredda con le fruste e rimetterla nel frigorifero; montare con le stesse fruste il mascarpone con l’aggiunta, a filo, di latte condensato, finchè il composto sarà sodo. A questo punto aggiungere la panna con movimenti lenti e dal basso verso l’alto per non smontare il tutto.

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Assemblaggio:

Tagliare in tre sezioni orizzontali la torta oramai ben raffreddata e farcire le basi con la camy cream, aiutandosi con una sac à poche, eventualmente farcendo con una manciata di scaglie di cioccolato, ciò per tutti gli strati interni, mentre l’esterno andrà spalmato di sola camy cream e spolverizzato con la farina di cocco per rifinire il tutto.

Con poco si otterrà una torta di tutto rispetto senza grossa fatica né ingredienti impegnativi, visto che la torta al latte è talmente morbida ed umida da consentire una farcitura immediata senza l’utilizzo di alcuna bagna.

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Nota:

queste dosi sono indicate per uno stampo da 20 cm, che io non avevo, pertanto ho dovuto usarne uno da 24, rinunciando ad un risultato più sviluppato in altezza e quindi ho tagliato la torta in due sole sezioni.

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PS: per l’ottima riuscita della torta sono stata ringraziata con un video a mezzo Whats App… chi l’avrebbe detto? 😉

 

Dolci e desserts

Una Sacher Torte per un uomo speciale (e santo subito)

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A te che appena mi hai vista non ti sei più voluto allontanare, a te che mi hai voluta a tutti i costi, senza se e senza ma, a te che sei andato contro il mondo intero pur di avermi al tuo fianco, a te che hai sopportato ed esaudito ogni mio desiderio, a te che ogni giorno lo trasformi in una scoperta, che riesci a stupirmi in ogni istante, che ti metti a ridere anche se ti mando a quel paese perchè lo sai che comunque faccio le cose di testa mia e continuo a ripeterti che quello che mi può dare degli ordini deve ancora nascere.

A te che mi hai sempre sostenuta, nelle difficoltà fisiche, economiche e morali, a te che dopo turni di lavoro massacranti la sera lavavi i pavimenti mentre io facevo crescere dentro di me il nostro bimbo senza potermi reggere in piedi, a te che sei stato un super papà mentre io durante la notte preparavo gli ultimi esami, a te che nei periodi economicamente più bui hai fatto l’impossibile per noi, a te che sei talmente aperto e tollerante da ascoltare i miei sproloqui ideologici pur collocandoti agli antipodi rispetto al mio pensiero costantemente anticlericale.

A te che sopporti i miei malumori, il mio pessimo carattere e il tenerti testa in ogni discussione, il mio impormi senza mai mollare anche dinanzi all’evidenza, a te che continui a brontolare perchè lascio il frigorifero aperto, a te che apri le finestre mentre io le chiudo infilandomi sotto una montagna di coperte, a te che alzi il volume dello stereo mentre io lo abbasso infastidita, a te che guardi film demenziali mentre io guarderei solo pellicole d’autore, a te che sei così diverso da me perchè tanto lo so che ami i formaggi di malga mentre io vivrei di pecorini e ti strafogheresti di tutto il cioccolato che a me non piace 🙂

A te che piaccio tutta ciccia e che mi ostacoli la dieta in tutti i modi, a te che continui a gasarti solo per essere (leggermente 😉 ) più giovane di me, a te che di inglese non capisci una cippa e in vacanza mi mandi avanti ridendo della mia timidezza, a te che sei un gran chiacchierone ma che comprendi i miei silenzi, a te che sei un festaiolo eppure hai accettato di sposare una solitaria, a te che alla fine sei sempre orgoglioso di ciò che sono anche se mi chiami “cotechino” e che dopo diciotto anni volati in fretta ancora mi regali i fiori, a te… buon compleanno amore!

Con amore, gratitudine e con la tua torta preferita 🙂

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Ingredienti per la base:

6 uova

160 g. di zucchero

160 g. di burro

160 g. di farina

200 g. di cioccolato fondente

200 g. di confettura di albicocche

1 pizzico di sale

1 bustina di lievito per dolci

Ingredienti per la glassa:

200 g. di cioccolato fondente

2 cucchiaini di zucchero a velo vanigliato

acqua q.b.

latte q.b. (a piacere)

Procedimento per la base:

In una boule sciogliere a bagnomaria il burro, il cioccolato fondente e metà dello zucchero; nel frattempo separare gli albumi dai tuorli e montarli a neve ferma con un pizzico di sale, aggiungendo poi lo zucchero rimanente.

Quando la crema si sarà sciolta grazie al bagnomaria lasciarla a raffreddare senza che però solidifichi e, nel frattempo, sbattere grossolanamente i tuorli, che andranno incorporati alla crema raffreddata utilizzando lo sbattitore elettrico; a questo punto aggiungere gli albumi a neve utilizzando una spatola e mescolando, con molta delicatezza, dal basso verso l’alto.

Aggiungere anche la farina setacciata insieme al lievito, sempre mescolando con la spatola e versando poca farina per volta in maniera tale da amalgamare il tutto alla perfezione.

Imburrare ed infarinare uno stampo a cerniera da 24 cm, versarvi l’impasto e cuocere a 150°C., forno  statico, per un’ora e un quarto, controllando la cottura con la consueta prova stecchino.

A base raffreddata tagliarla a metà con un filo e spalmare l’interno con della confettura di albicocche (se è troppo densa riscaldatela con un goccio d’acqua, ma se vi becco a cambiarla con un altro gusto vi insulto in qualsiasi lingua vietata), spolverizzare con un po’ di cacao amaro e richiudere con il disco superiore, poi procedere con la glassatura.

Procedimento per la glassa:

Innanzitutto spalmare tutta la superficie della torta con dell’altra confettura (la minaccia vale ancora 🙂 ) e, a parte, sciogliete il cioccolato fondente con dell’acqua (io ho aggiunto anche un po’ di latte perchè aiuta a stemperare il fondente), ma sempre tenendo d’occhio la densità della glassa, per la quale purtroppo non c’è una regola che batta l’esperienza; appena la glassa sarà pronta aggiungervi due cucchiai di zucchero a velo setacciato.

A questo punto appoggiare la torta su una gratella appoggiata su di un piatto e iniziare la glassatura versando  piano il cioccolato e lavorando molto velocemente in quanto solidifica presto: è la fase peggiore, rassegnatevi, perchè il cioccolato colerà da tutte le parti 🙁

Soluzioni? Io non ne ho ancora trovate a parte lo sfogo di imprecare in aramaico… (infatti l’estetica lascia a desiderare, ma aspettate di addentarla 🙂 )

Ora lasciate raffreddare circa 45 minuti e poi godevi questa bomba calorica! Ovviamente con un bel ciuffo di panna montata… come da tradizione viennese 🙂 (Per i viennesi dell’epoca la torta risultava troppo asciutta e quindi la panna era d’obbligo per mandarla giù meglio…)

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Infatti (giusto per tediarvi con un po’ di storia):

Una delicatezza principesca
Vienna nell’anno 1832. La leggenda narra di Franz Sacher, giovane apprendista cuoco alla corte del Principe Metternich, che a causa dell’improvvisa malattia del capo cuoco dovette improvvisare un dessert speciale per alcuni ospiti di riguardo… Lui creò una delicata torta al cioccolato con la farcitura di marmellata di albicocche leggermente speziata e ricoperta con una ricca glassa di cioccolato. Il gradimento degli ospiti si rivelò stravolgente. In breve tempo il dolce, chiamato appunto Original Sacher-Torte, divenne famoso e richiesto in tutti i casati nobilari e alle feste dell’alta società europea. (Informazioni tratte dal web).

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A te uno dei brani più dolci ed intensi mai sentiti…

Dolci e desserts

Crostoli triestini ed è di nuovo Carnevale

Capiamoci, detesto il Carnevale, non l’ho mai amato, tranne la volta in cui salii su un treno e dopo due ore mi ritrovai in una Venezia da sogno, un angolo di mondo rimasto fermo agli sfarzi settecenteschi, dove i volti nascosti dietro immobili ed enigmatiche maschere variopinte di sprecavano.

Ero infagottata dentro un bellissimo abito di Pierrot, cucito dalla mia mamma, maschera che ho sempre amato, coperta da uno spesso strato di cerone bianco e con una lacrimuccia glitterata, un po’ agitata perchè raffreddatissima e con il timore di non riuscire a soffiarmi il naso 🙂

La soddisfazione però fu immensa poichè, proprio a me tra un esercito di costumi meravigliosi, un fotografo mi chiese il permesso di scattare una fotografia… a me, ad un piccolo Pierrot tra tante dame dagli abiti di raso e broccato e cavalieri in calzamaglia e tunica di velluto!

Per il resto il Carnevale ancora oggi mi coglie di sorpresa perchè non so mai quando arriva e in pochi giorni vengo invasa di richieste di dolci, perfetto per me che odio friggere, ma tant’è… mica posso cuocere al vapore in questo periodo vero?

Le richieste della mia mamma sono sempre le stesse: i crostoli! Che poi li si chiami chiacchiere, frappe, cenci… sempre loro sono, delicati e scrocchiarelli!

Non potevo non prepararglieli, lei ora non ce la fa più ma con quel bellissimo abito da Pierrot se li è guadagnati per la vita 🙂

La ricetta è tratta da “La cucina triestina” di Maria Stelvio (cioè il nostro testo sacro per non perdere le tradizioni locali), pur se con qualche leggerissima variazione e con il raddoppio delle quantità previste (mica vorrete morire di fame?).

Ingredienti:

 100 g. di burro

80 g. di zucchero

latte q.b.

un pizzico di sale

500 g. di farina

3 uova

3 cucchiai di rhum

qualche goccia di o.e. di limone o buccia grattugiata

olio di girasole per friggere

Procedimento:

Sciogliere il burro e aggiungere gli altri ingredienti lavorando in modo da ottenere un impasto morbido ma lavorabile senza fatica (io impasto sempre a macchina, se ne avete la possibilità fatelo), poi stenderlo sulla spianatoia infarinata e ripassarlo con il mattarello sino ad ottenere una sfoglia molto sottile, avendo sempre cura di usare la farina necessaria a non fare attaccare il tutto al mattarello; tagliare i crostoli con la rotellina seghettata praticando un’incisione al centro sia per migliorare il risultato in cottura che per abbellirli, poi friggerli in olio ben caldo e abbondante. In brevissimo tempo saranno dorati: sgocciolarli e lasciarli su carta assorbente per farli asciugare dall’olio in eccesso. Prima di servirli spolverizzarli di zucchero a velo vanigliato… e il giorno dopo saranno ancora più croccanti!

Conserve/ Dolci e desserts

Confettura di cachi vaniglia e pepe rosa (e la gentilezza di un’amica)

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Ci sono delle persone che con la loro semplicità ti incantano, che dentro di sé hanno una magia da regalare a piene mani, che spendono una parola gentile con tutti e che postano ricette lineari, senza grosse complicazioni, delle volte quasi scontate ma che in mano loro divengono magia, mentre talora giocano con gli ingredienti, provando accostamenti quasi impensabili che alla fine si fondono in una delicatezza magistrale solleticando appena il palato.

Lei è una di queste persone gentili, che si affacciano nel web in silenzio e senza sensazionalismi, con la raffinatezza della semplicità, con la luminosità dei suoi scatti che ti fanno sentire la freschezza della primavera anche nelle giornate più plumbee e questa volta ho voluto davvero provare una delle sue ricette, complice un sacchetto di cachi che non maturavano appieno senza sciuparsi ed una manciata di pepe rosa che ancora colorava il fondo di un vasetto nella mia dispensa.

Ne è uscita una confettura delicata, non stucchevole grazie alla ridotta quantità di zucchero, ma con un piglio deciso a seguito della presenza del pepe rosa, nonostante le sue note lievi: l’ho stesa sul pane, sulla crostata e sui formaggi e non mi ha mai delusa!

Grazie Francesca per aver condiviso questa delicatezza da gourmet!

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Ingredienti (mi sono permessa qualche leggera variazione):

750 g. di cachi vaniglia sbucciati

150 g. di zucchero

1 mela sbucciata

1 limone (succo)

mezza arancia (succo)

q.b. pepe rosa

Procedimento:

Pelare i cachi e tagliarli a pezzi, togliere i semi, metterli in una casseruola aggiungendo anche il resto degli ingredienti tranne il pepe, mettendo a sobbollire per il tempo necessario ad addensare la confettura (a me sono serviti 50 minuti); quando la frutta inizia a sfaldarsi frullare con il minipimer e solo dopo aggiungere il pepe rosa, in maniera tale che rimanga intero a colorare il tutto e a rilasciare lentamente il proprio sapore.

Non appena la confettura si è addensata fare la consueta prova piattino e travasare nei vasetti sterilizzati, capovolgendoli per creare il sottovuoto. In pochi giorni il pepe rosa conferirà un tocco particolare e sarà piacevolissimo da sgranocchiare!

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Dolci e desserts

Il dolce perfetto: crostatine al limone con la crema Maskarponev

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Quando penso al dolce perfetto so che dev’essere una coccola con la consistenza perfetta, con una base burrosa che mi accarezzi il palato e ricco di una crema goduriosa del colore del sole perché le mie giornate invernali iniziano sempre con tanta fatica e sapere di poterle affrontare con pigrizia e sognando il colore dell’estate mi regala un sorriso.

Queste crostatine sono state farcite con la Maskarponev, una crema tipica slovena molto diffusa nella mia zona e dall’intenso sapore di limone: che c’è di meglio per sognare il mare e il sole che lo illumina?

Tempo di preparazione: 30 minuti

Tempo di cottura: 30 minuti

Tempo totale: 60 minuti

Difficoltà: bassa

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Ingredienti (per una teglia da crostata oppure per sei mini porzioni):

Per la base:

240 g. di farina 00

135 g. di zucchero semolato

1 uovo

1 tuorlo d’uovo

130 g. di burro

Per la crema:

3 tuorli

120 g. di zucchero semolato

135 g. di burro

3 limoni

Per la decorazione:

qualche fettina di limone tagliata sottile

q.b. di zucchero ed acqua per caramellare

Istruzioni:

  1. Impastare la farina con lo zucchero e il burro tagliato a cubetti;
  2. Aggiungere l’uovo intero e il tuorlo;
  3. Impastare velocemente e stendere immediatamente e senza lasciar raffreddare;
  4. Stendere la frolla e cuocerla, rivestita di carta forno cosparsa di fagioli per non farla gonfiare, per circa 15 minuti in forno preriscaldato a 180° C.;
  5. Nel frattempo preparare la crema mescolando con una frusta le uova intere, i tuorli, lo zucchero, la scorza esterna grattugiata dei limoni e il loro succo;
  6. Aggiungervi il burro a pomata e sbattere ancora energicamente;
  7. Non appena intiepidita versarvi la crema e infornare nuovamente per ulteriori 15 minuti;
  8. Guarnire con fettine di limone caramellate in poca acqua e zucchero lasciando rapprendere lo sciroppo a fuoco lento in un padellino antiaderente finchè non brunisce;
  9. Sognare un agrumeto affacciato sul mare…..

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