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La magia della pasta

Collaborazioni/ Ricette vegetariane/ Rigoni di Asiago

Testaroli al cacao con noci e confettura di mandarino e curcuma

 

Sto attraversando un periodo strano, dopo un’infinità di preoccupazioni passate e vissute oltre ogni limite di tollerabilità umanamente possibile tutto mi scivola addosso, ogni qualvolta mio figlio prende un votaccio nemmeno mi scompongo, sono cosciente di avere dinanzi a me circa 1400 pagine da studiare per un concorso inerente alla mia professione ma non mi agito proprio, ogni qualvolta mio padre si inventa un nuovo malanno gli rispondo che passerà, in sostanza continuo a cucinare fregandomene un po’ del resto e tenendo la casa pulita ed accogliente, accendendo candele profumate e bruciatori… è come se dopo la tempesta che ho vissuto con la malattia di mia madre nulla mi toccasse più di tanto…

Sicuramente nel corso della settimana corro come una trottola tra lavoro, spesa, studio ed impegni familiari, ma nel fine settimana mi alzo tardi e giro per la casa a passi felpati, ancora in pigiama indugio nel gustarmi una colazione tranquilla, lunga, calma… io e solo il silenzio fuori dalla finestra, il balcone che guarda il bosco, l’aria ancora tiepida, le cagnette che reclamano un paio di snacks spingendomi con il naso finchè non cedo alle loro richieste.

Ancora davanti alla tazzina del caffè sistemo sul cellulare la lista spesa in maniera tale da non dimenticare nulla, lista che mano a mano che la dispensa si svuota provvedo a stilare, ma il sabato punto all’essenziale per non massacrarmi di pesi, allora l’idea prende forma, mi rendo conto di aver terminato la farina integrale e so di avere appuntato la ricetta dei testaroli, mi aveva colpita, devo averla letta non so dove ma mi sembrava perfetta per un piatto gustoso e veloce, con quel tocco un po’ rustico che si sposa bene con il dolce della frutta.

Ho una confettura Fiordifrutta mandarino e curcuma Rigoni di Asiago, una cosa strepitosa che volevo valorizzare al meglio, ottima con i sapori dolci, ma vuoi mettere l’accoppiata dolce-salato? Estasi allo stato puro poiché la confettura viene esaltata al massimo livello. Proviamoci. A me è piaciuto tanto.

Post in collaborazione con Rigoni di Asiago.

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Testaroli al cacao con noci e confettura di mandarino e curcuma
Tempo di preparazione 20 mins
Tempo di cottura 6 mins
Tempo Passivo 30 mins
Porzioni
3 persone
Ingredienti
Tempo di preparazione 20 mins
Tempo di cottura 6 mins
Tempo Passivo 30 mins
Porzioni
3 persone
Ingredienti
Istruzioni
  1. Versare le farine in una ciotola capiente, aggiungervi un cucchiaio raso di cacao amaro, unirvi il sale e l'acqua, un po' alla volta e mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi. Lasciare la pastella a riposo in luogo fresco per almeno trenta minuti.
  2. Trascorso il tempo di riposo, ungere leggermente una padella antiaderente e versarvi una mestolata di pastella, in maniera da ottenere una crepe abbastanza spessa (dai 2 ai 4 mm.), cuocerla per bene su ambo i lati (circa un paio di minuti a lato) e poi proseguire sino a terminare l'impasto.
  3. Tagliare le crepe, una volta fredde, a rombi regolari e, dopo aver portato ad ebollizione una pentola d'acqua, aggiungervi un pizzico di sale e tuffarvi i testaroli, facendoli cuocere per un paio di minuti.
  4. Scolarli e impiattarli, condendoli con qualche cucchiaiata di confettura al mandarino e curcuma Rigoni di Asiago (eventualmente ammorbidita con un po' di acqua di cottura) e cospargendoli con una manciata di noci tritate grossolanamente tra le mani.
Primi/ Ricette vegetariane/ Salse e sughi

Pasta fredda al pesto di zucchine e mandorle con pomodorini arrostiti e olive

 

Luglio. Tradizionalmente il mese meteorologicamente più stabile dell’anno, ma questa volta lo vivo alla giornata, prendendo i momenti di sole cocente per un tuffo in mare e godendo delle giornate come oggi per prendere fiato: per me luglio significa colazioni alle sei del mattino, in pigiama sul balcone, a piedi nudi sulla pietra fredda, mentre i primi raggi di sole iniziano ad accarezzarmi il viso. Stamani invece gironzolavo per la casa sentendo il legno bianco del pavimento insolitamente fresco mentre, affacciandomi, cumuli neri si addossavano inondando il cielo di una luce anomala che faceva sembrare irreale il bosco davanti casa. Non mi dispiacciono momenti così, mi rendono più energica dopo la pigrizia delle giornate più cocenti e, volendo, anche un tuffo in mare e quattro bracciate sotto il cielo cupo mi regalano sempre un’emozione unica, una sorta di unione con la natura vista in tutte le sue sfaccettature.

Non lo so se al rientro dal lavoro troverò il sole o la pioggia, tuttavia il pranzo dev’essere pronto in quanto i miei orari male si conciliano con qualsiasi preparazione, quindi ho optato per un piatto fresco e gradevole comunque, a prescindere dal caldo intenso o da un eventuale abbassamento della temperatura.

Una pasta fredda, condita con un pesto diverso da quello tradizionale genovese, unita ad una manciata di pomodorini arrostiti (o, a scelta e per una versione più estiva, freschi e tagliati a cubetti) e di olive nere: anche qui potete sbizzarrirvi usando quelle greche o di Gaeta, più amarognole, oppure le dolci spagnole come ho fatto io, oppure addirittura passarle al forno e condirle con olio, peperoncino e aglio. Anche le dosi sono molto generiche perché va tutto a gusto personale, l’importante è che si crei un’armonia di sapori tipicamente estivi e profumatissimi!

 

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Pasta fredda con pesto di zucchine e mandorle
Tempo di preparazione 10 minuti
Tempo di cottura 20 minuti
Porzioni
2 porzioni
Ingredienti
Tempo di preparazione 10 minuti
Tempo di cottura 20 minuti
Porzioni
2 porzioni
Ingredienti
Istruzioni
Per il pesto di zucchine
  1. Frullare con il minipimer la zucchina tagliata a cubetti insieme con le mandorle leggermente tostate, l'aglio, il sale, l'olio evo e il parmigiano, tutto a piacere e secondo gusto (io prediligo abbondare con le mandorle).
Per la pasta
  1. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata per il tempo indicato sulla confezione e, nel frattempo, arrostire i pomodorini; scolare bene la pasta conservando un cucchiaio di acqua di cottura per stemperare il pesto e mescolarla con quest'ultimo finchè è calda. Non appena sarà raffreddata unirvi i pomodorini (se preferite potete anche utilizzarli a crudo e tagliati a cubetti), la mozzarella a dadini, il basilico e le olive. Mescolare bene e mangiarla a temperatura ambiente.
Economiche/ Ifood/ Primi

Pasta melanzane, tonno e limone… e l’estate in arrivo

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La voglia di primavera si fa sentire prepotente, il balcone inizia a rallegrarmi le giornate con i primi fiori che, nonostante le piastrelle mancanti ancora da risistemare, regala una sensazione di benessere, di colore e di allegria.

In realtà la mia mente va già oltre immaginando un balconcino colorato, con le tende a strisce bianco e giallo, quelle che da anni desidero ma che ancora rimangono nella lista dei desideri, con un tavolino rotondo come un bistrot all’aperto, in ferro battuto e con le sedie coordinate ricoperte da cuscini a strisce come le tende, molto bohemien , dove poter sorseggiare un’aranciata fresca godendo del panorama o scorrendo le pagine di un libro, immersa nel profumo intenso delle acacie e del sambuco.

Mi immagino durante un tramonto estivo, dopo una giornata di mare, a godere della brezza del bosco con la pelle che ancora profuma di sole, mentre mi rilasso e prendo fiato, magari in compagnia di mio marito mentre ci concediamo un aperitivo o un gelatone ricco di frutta.

Quest’anno la voglia di rinnovamento è iniziata già ai primi albori della primavera, con sacchi e sacchi di ciarpame buttati, con tantissime cose regalate, con un contestuale trasloco dell’ufficio che ha contributo a soddisfare la mia voglia di novità e di rinascita.

Ho faticato molto e il blog ne ha risentito, ma alla fine ho voluto ricominciare proprio con una ricetta tratta da Ifood, una meraviglioso e velocissimo piatto di pasta pasta che ben si è accordato con la mia necessità di stringare al massimo i tempi per potermi concentrare sui lavori lunghi e faticosi che ho intrapreso, senza per questo rinunciare al gusto e alla voglia di (quasi) estate!

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Ingredienti:

una melanzana

una scatola di tonno all’olio di oliva

mezzo limone

un pizzico di sale

olio evo q.b.

qualche fogliolina di basilico

Procedimento:

tagliare la melanzana a cubetti e farla saltare in padella con un po’ di olio e, non appena sarà cotta a puntino, sarà sufficiente aggiungervi il tonno (se volete sgocciolarlo fate pure, ma io che sono una ghiottona ho preferito versare in padella tutto il contenuto della scatoletta) ed un pizzico di sale; amalgamare bene il tutto e, a fine cottura, aggiungervi qualche fogliolina di basilico (che io non avevo) e una generosa spruzzata di limone.

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Arte, storia ed architettura/ Primi/ Ricette vegetariane

Mantova e i casoncelli nascosti!

Sabbioneta

Sabbioneta

E’ deciso: si parte per un fine settimana, ancora increduli di aver ottenuto tutti un giorno libero dal lavoro e dalla scuola… siamo una famiglia fortunata! La scuola è chiusa grazie ad un ponte con la giornata del santo patrono, al lavoro sono piovute suppliche e scene madri, non si sono verificati cataclismi, né influenze, né epidemie né tanto meno catastrofi naturali… non siamo nemmeno più in bolletta del solito, un pieno di gasolio lo possiamo fare… infilo in borsa un paio di abiti di ricambio e riempio una sacca di cibo da sistemare sugli scaffali del camper (persino il frigorifero funziona… ovvio, mica siamo ad agosto, stagione in cui notoriamente si rifiuta di partire)!

Destinazione? Dopo tante discussioni? Abbiamo ipotizzato Parma, Sabbioneta e Mantova, poi rammento al marito che non si può partire un giorno prima, pena il linciaggio da parte del figlio derubato di Halloween, quindi tagliamo Parma e si avvia il motore in direzione Sabbioneta.

Il mercatino

Il mercatino

Ci troviamo dinanzi un piccolo borgo, oltretutto Patrimonio dell’Umanità, molto curato e fortunatamente provvisto di un bellissimo mercatino dell’antiquariato (sorvolo sugli occhioni dolci fatti al marito affinché cedesse un paio di banconote alla sottoscritta… momentaneamente…ehm…sprovvista di contante): non abbiamo visitato alcun palazzo all’interno perché doversi sempre organizzare a turni avendo due cagnette che ci accompagnano, beh… diventa faticoso ed impegna troppo tempo! Abbiamo gironzolato con calma lungo le pulitissime stradine di Sabbioneta, chiacchierato con alcuni abitanti del luogo di una gentilezza squisita, osservato i palazzi e approfondito gli aspetti più interessanti grazie all’ufficio turistico locale, per poi rientrare all’area di sosta che ci ha ospitati, completa di acqua e di scarichi e totalmente gratuita… una chicca!

A parte il divieto violato... è proprio carino!

A parte il divieto violato… è proprio carino!

L’indomani mattina siamo ripartiti alla volta di Mantova, una piccola città deliziosa, pulita, con un’atmosfera provinciale molto rilassante ed un centro storico di tutto rispetto, dove abbiamo avuto modo di passeggiare, con il naso all’insù,  osservando i bellissimi palazzi, anche se molti dei quali totalmente coperti a seguito dei restauri in corso d’opera; purtroppo noi ci siamo trovati in città nella giornata del lunedì, turno di chiusura dei musei (ma porca miseria… se uno ha solo il lunedì viene totalmente punito!), pertanto abbiamo cercato di concentrare le uniche visite cui non intendevamo rinunciare al martedì mattina seguente, in vista del fatto che la sera dovevamo rientrare a casa, focalizzandoci unicamente sul Castello con il Palazzo Ducale e sul Palazzo Te.

La casa di Rigoletto

La casa di Rigoletto

Un piacevole tocco di antichità sul palazzo delle Poste

Un piacevole tocco di antichità sul palazzo delle poste

Il Castello di Mantova

Il Castello di Mantova

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Una delle splendide sale di Palazzo Te: la stanza dei giganti, un affresco a tutto tondo da lasciare senza fiato!

Una delle splendide sale di Palazzo Te: la stanza dei giganti, un affresco a tutto tondo da lasciare senza fiato!

Naturalmente non ho omesso la ricerca, caldamente consigliata da una cara amica, dei casoncelli alla zucca e amaretto, ma non sono stata in grado di trovarli in alcun negozio, pertanto ho pensato di farmeli da sola e di offrirveli per il pranzo di oggi!

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Ingredienti:

Per la sfoglia:

300 g. di farina di grano tenero

3 uova

Per il ripieno:

500 g. di zucca mantovana

80 g. di parmigiano

100 g. di amaretti

100 g. di mostarda mantovana

sale q.b.

noce moscata q.b. (io però ho usato la cannella perchè la preferisco)

pepe q.b.

un tuorlo per sigillare i dischetti di pasta ripiena

Procedimento:

Impastare tutti gli ingredienti previsti per la sfoglia e riporla a riposo per almeno un’ora; nel frattempo tagliare la zucca a cubetti ed infornarla a 180° per circa 30-45 minuti (fate attenzione perché dipende dal forno) o fintanto che si possa ridurre in purea, poi unire gli altri ingredienti rimasti. Mescolare bene e versare delle piccole quantità, a intervalli regolari, sull’impasto: tagliare poi dei dischetti di pasta e ricoprire la parte farcita con dei dischetti di uguale misura, sigillandone bene i bordi con del tuorlo d’uovo spennellato.

Cuocerli in acqua salata per circa 4 minuti e condirli con burro, salvia e parmigiano: deliziosi!

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Primi/ Ricette vegetariane/ Salse e sughi

La pasta alla crudaiola (con le olive travestite da melanzane!)

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Mio figlio ha sempre fame, mangia cose che nessun bambino forse apprezza, va pazzo per le frattaglie e il fegato, per le carni affumicate e piccanti, per le spezie, per il grasso del prosciutto (santo subito! finalmente qualcuno che ha capito quali sono le parti migliori…), ma odia la Coca Cola, le patatine, le bevande gassate (e fin qua mi sta benissimo)… i funghi e le olive (ahiahiahi…)!

Colta da un impeto di ispirazione grazie a lei sono riuscita a rimediare un pranzo in pochi minuti, uno di quei pranzetti freschi che ti salvano all’ultimo secondo di una giornata caotica in cui il termometro sfiora i 35°C. all’ombra, condizione climatica che dovrebbe togliere l’appetito ai più ma che a mio figlio gli fa un baffo, purtroppo… Ci sono quelle giornate in cui rincasi stremata e fai la fatidica domanda: “Con questo caldo vi andrebbe un gelatone o quattro cosucce fredde con una birretta ghiacciata?”, domanda alla quale il marito aderisce senza grossi problemi ma che nel figlio provoca un (a parte la birretta da evitare) “ho tantaaaaaa fameeeeee” e ti cade il mondo addosso insieme ad ogni speranza di cavartela con quattro ovetti sodi, un paio di grissini, la fantomatica birretta e un gelato!

Bene, per una volta me ne sono fregata alla grande del suo odio per le olive e ci ho provato con molta temerarietà, sminuzzando bene l’oggetto del suo fastidio e mettendogli un bel piattone di spaghetti davanti al naso: la prima reazione, all’assaggio, è stata di gioia, poi la fatidica domanda: “Cosa sono questi pezzetti neri?”…. sudori freddi e poi l’illuminazione! “Stellina, sono melanzane!”… immediatamente apprezzate dal goloso! A fine pasto gli ho chiesto se l’avesse gradito, così tanto per avere un minimo di substrato di certezza a darmi il coraggio di confessare, poi per onestà eccomi con l’exploit: “Ciccio, ti sono piaciute le olive travestite da melanzane?”…. l’ho visto impallidire e iniziare a sputacchiare urlando al tradimento, ma sotto sotto la soddisfazione di averle gradite non me l’ha voluta dare!

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Ingredienti (dosi a piacere):

rucola

pomodori

olive nere al forno

sale

olio evo

peperoncino a piacere (che io ho clamorosamente dimenticato in quanto distratta nell’intento di camuffare le olive a mio figlio)

Procedimento:

sminuzzare il tutto grossolanamente con un coltello, salare e aggiungervi l’olio extra vergine di oliva, tutto a crudo e condirvi una bella spaghettata!

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Primi

One pot pasta (cioè la rivoluzione della pasta italiana)

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Quando lessi questa ricetta ebbi dei dubbi, moltissimi dubbi, da purista della pasta italiana, di ottima semola e rigorosamente al dente (cioè: meglio tirarla sul muro e abbatterlo che non lasciarci la pentola appiccicata sopra), però le immagini viste in giro per il web erano parecchio invoglianti… Meravigliose pentole in cui il rosso dei pomodorini illuminava d’estate il color oro della pasta, il verde del basilico sprigionava il suo profumo anche con la sola fantasia, con quel piccolo spicchio d’aglio bianchissimo a strizzare l’occhio dal fondo di una pentola leggermente imbiondita dal meraviglioso colore del nostro olio extravergine di oliva; insomma, alla fine ho deciso di provarci, complice la presenza di una bella pentola di ghisa dal fondo pesante che mi ha permesso di sperimentare questa metodologia di cottura al meglio!

Per prima cosa ho acquistato delle fettuccine splendide, però alla fine ho usato dei paccheri che proprio non sapevo dove mettere: mi erano stati regalati a Natale in un cesto alimentare, ma la quantità della confezione (250 g.) non mi permetteva di portare in tavola tre piatti di pasta, quindi ho approfittato di un giorno di assenza del figliolo per provare… anche perché per gli esperimenti è meglio evitare la sua presenza… se riescono male sto fresca! 🙂

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Ingredienti:

250 g. di paccheri (ho usato i Gragnano, semola ottima!)

250 g. di pomodorini in scatola (o freschi di stagione)

750 g. di acqua

qualche fogliolina di basilico (che io conservo sott’olio durante l’inverno)

sale q.b.

uno spicchio d’aglio

Procedimento:

Mettere tutto nella pentola e coprire: al bollore scoprire la pentola e cuocere ancora per circa 10 minuti (controllare perché ogni pasta ha i proprio tempi di cottura).

Il rapporto consigliato tra pasta e parte liquida è sempre di 1:3, quindi sarà bene verificare che l’eventuale eccedenza di liquido di vegetazione dei pomodorini sia compensata da una minore quantità d’acqua e, comunque, rimango del parere che una controllatina ogni tanto alla pentola male non faccia 😉

Ne uscirà un piatto dal sugo saporito e cremoso grazie all’amido rilasciato dalla pasta, facile e veloce da preparare… e vi assicuro che anche i paccheri mi sono piaciuti moltissimo!

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Primi/ Ricette vegetariane/ Salse e sughi

Il verde più bello

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Mi affaccio al balcone e c’è il bosco, tanto vicino che lo posso toccare, è di un verde vivo perchè è vero che la pioggia rende i verdi più intensi, grosse gocce stanno scendendo da un cielo plumbeo, tuona, l’acqua scende a catinelle, soffia una brezzolina gelida.

Lo stesso bosco che a primavera inoltrata mi apre il cuore quando guardo il suo verde, quando mi siedo e fisso incantata quel quadrato di prato che sorge a poco più di un metro dalla mia mano, sembra una distesa infinita e con la fantasia sto passeggiando in quota, su una cresta dolomitica, dove il verde è lo stesso, vivo e incontaminato.

L’estate è turchese come il mare e verde come i monti, questa è la mia idea dei colori ideali… la voglia di partire talvolta è tanta, ma amo la mia casa, il mio nido, specie ora che l’ho un po’ rivisitato lavorandoci molto e scovando dei complementi vintage, giocando con pochi soldi e tanta fantasia, allora la mia passeggiata dolomitica la faccio a pochi metri da casa, sempre accompagnata da Bubu e Polly, e la campagna la vivo raccogliendo bruscandoli, che dopo la pioggia spuntano in un’esplosione di gemme e il verde più bello lo metto nel piatto.

Questa ricetta la preparava la mia mamma quand’ero una ragazzina, lasciando i bruscandoli sbollentati nel piatto, mescolati alla pasta, ma in casa mia vivono due omini che apprezzerebbero il verde solo se si trattasse di Nutella colorata, quindi ho dovuto frullare il tutto e preparare una cremina, ma il sapore è rimasto lo stesso, con una gradevole punta di amarognolo nel piatto mitigata dalla dolcezza della panna!

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Ingredienti:

un mazzolino di bruscandoli (gemme di luppolo selvatico)

qualche cucchiaio di panna da cucina

sale q.b.

una manciata di pinoli tostati (circa 15 g.)

400 g. di linguine

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Procedimento:

Sbollentare per pochi minuti i bruscandoli in poca acqua salata in modo da togliere l’eccesso di amarognolo, poi frullarli con il minipimer utilizzando un cucchiaio di acqua di cottura, mescolare poi la crema ottenuta con un po’ di panna da cucina e condire la pasta. Servire immediatamente la pasta cosparsa di pinoli leggermente tostati.

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Primi/ Ricette vegetariane

Fusilli freschi e veloci con pomodoro, borlotti ed erba cipollina

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Le mie pause pranzo sono sempre da funambola, correndo a casa come una pazza (un sentito ringraziamento a chi ha inventato lo scooter) e facendo mille cose contemporaneamente: solitamente ricevo un valido aiuto dal marito che, essendosi alzato all’alba, rincasa ben prima di me, ma talvolta capita qualche turno traditore e mi trovo nel panico con il figliolo che ritorna da scuola affamato!

Questa ricetta l’avevo letta tempo fa da qualche parte, forse su una rivista, non lo so, qualsiasi cosa scriva potrebbe essere una sciocchezza, ma mi era rimasta stampata nella memoria per la sua disarmante semplicità e velocità di esecuzione, tant’è che non ho nemmeno la grammatura degli ingredienti, si va ad occhio e via!

E’ sufficiente (mentre si attende che l’acqua per la pasta arrivi all’ebbollizione), dorare un paio di spicchi d’aglio, anche vestiti e tagliati semplicemente a metà, in una padella con olio evo e, non appena inizia a sprigionarsi il profumo, gettarvi dei pomodorini ciliegino o piccadilly tagliati in pezzotti grossolani, successivamente versare nella padella un po’ di fagioli borlotti, scolati dell’acqua di vegetazione, far amalgamare il tutto e aggiungendo un pizzico di sale e un po’ di peperoncino.

Io ho lasciato la pasta un po’ indietro di cottura, proprio un paio di minuti, poichè me la sono messa da parte già ieri sera per il pranzo di oggi, l’ho travasata nella padella, ho rimescolato il tutto e ho coperto, senza dimenticare di mettere da parte un po’ dell’acqua di cottura; oggi ho riscaldato il tutto con un paio di mestoli dell’acqua messa da parte, ricca di amido e perfetta per mantecare  e, non appena spento il fornello, vi ho tagliuzzato sopra un po’ di erba cipollina appena raccolta e vi ho spolverizzato del parmigiano (il pecorino sarebbe stato meglio, ma non ne avevo).

Tutto qua, in tavola in cinque minuti!

Riepilogo degli ingredienti (dosi a gusto personale):

fusilli

olio evo

aglio

pomodorini pachino o piccadilly

fagioli borlotti in scatola

erba cipollina

pecorino (o parmigiano)

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Primi

Quadrotti di pasta con foglioline di salvia

ImmagineEro solo una bambina, ma il suo ricordo è ben vivo, nonostante lei non fosse dotata di una particolare personalità, di quelle che si ricordano, nè di un piglio tale da rimanere impresso nel tempo… ma la sua forza, la sua energia che tramutava il suo corpicino minuto in un uragano, quella sì che la rammento.

Era una donnina piccola, magra, pallida nonostante la pelle coriacea di chi vive dei frutti della propria terra, veniva da chiedersi come fosse riuscita a mettere al mondo due figli, di come riuscisse a tenere a bada un cane grosso il doppio di lei, di come riuscisse a mantenere vivi quattro terrazzamenti di campagna; la ricordo con il suo grembiulino, falcetto in mano, china su un appezzamento di radicchio, la ricordo sollevare a braccia il secchio dal pozzo, la rammento bella e vestita a festa, con la retina sui capelli, mentre si apprestava a farsi a piedi tutta la collina per assistere alla funzione della domenica, quella rigorosamente in lingua slovena, quella alla quale la accompagnavo e che seguivo a fatica a causa di una lingua a me ostile, poi premiata dalla visita al panificio e da un profumatissimo krapfen alla marmellata, lei che di spiccioli ne aveva ben pochi e che comunque è riuscita a mettermi da parte un bel gruzzoletto sin dalla mia più tenera età.

La ricordo in cortile, china sulla tinozza in legno, una tinozza enorme, con l’asse da bucato appoggiato al grembo mentre, in pieno inverno e con le mani nodose immerse nell’acqua gelida, faceva la “lissia” e strizzava le lenzuola in un modo tale che nemmeno la centrifuga più potente riesce ad eguagliare, la ricordo mentre spignattava sullo “spargher”, aggiungendo ciocchi di legna appena il calore scemava, la ricordo d’estate, seduta in cortile, mentre separava il radicchio dall’erba “matta”, sedeva sui gradini della veranda e teneva sulle ginocchia una tavoletta di legno marrone, poi la riappoggiava sul tavolo del cortile… era bianco il tavolo del cortile ed era sempre ricoperto di pagine del quotidiano che leggeva, era il “Primorski Dnevnik”, e veniva regolarmente riciclato per stendervi la pasta all’uovo ad essiccare.

Era buona la tua pasta all’uovo nonna… ne sento ancora il sapore e io non sarò mai brava come te, ma ci voglio provare… tutta per te, nonna Tona!

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In effetti non è certamente un piatto difficile, ma, se presentato bene, fa davvero la sua bella figura, quindi ci ho provato unendo a 500 gr. di semola rimacinata un paio di cucchiaini di sale fino e 6 uova e impastando sino ad ottenere un bel composto omogeneo che ho fatto poi riposare; la fase di riposo è fondamentale per tutti i tipi di impasto per poterli poi lavorare meglio, anche se in questo caso la durata del riposo non è stata molto lunga, in quanto il tempo stringeva.

Comunque sia sono riuscita ad ottenere una pasta soda che ho steso con il mattarello il più sottile possibile, in quanto non possiedo un tirapasta che mi aiuti nel lavoro: ho ritagliato poi dei rettangoli nel mezzo dei quali ho posto una fogliolina di salvia, ho poi ripiegato su se stessa la sfoglia e l’ho tirata ancora un po’, rifilando poi bene i bordi del quadrotto. Io ho utilizzato un semplice coltello, ma anche con la rotellina seghettata l’effetto visivo è molto gradevole (confesso: non la trovavo….); a chi piace la pasta ripiena può essere un’ottima idea per farne dei ravioloni con una farcia a scelta, secondo me con la zucca ci sta da favola, ma non amo la pasta ripiena, quindi mi sono mantenuta sul semplice.

Ho cotto i quadrotti di pasta in acqua salata per cinque minuti e li ho conditi con un po’ di burro fuso, aromatizzato alla salvia e spolverizzato poi il tutto con un po’ di parmigiano: buonissimo nonostante la semplicità di esecuzione.

Questa vuole essere un’idea carina da utilizzare anche qualora si raccolga qualche erba selvatica commestibile, perchè con poco lavoro si ottiene davvero un piatto sfizioso!

Con la restante parte dell’impasto ne ho fatto comunque delle fettuccine poichè non a tutti in famiglia piace trovarsi la fogliolina nel piatto… buone, saporite, economiche e assolutamente sane!

Mai avrei pensato, da bambina, di ritrovarmi ad apprezzare tutte le belle cose che la mia nonna riusciva a realizzare con le proprie mani: è questa la realtà che amo, quella che profuma di famiglia e di focolare domestico.

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