In questo periodo che precede il Natale la mia cucina vive una fase di caos e di artigianalità che in tutto l’anno non abita in questa casa, sono in piena produzione di liquori golosissimi e di biscotti, tutti destinati all’impacchettamento selvaggio e alla decorazione tra quintali di stelline, di fiocchi di neve e di candy canes.
Ho un’amica, una di quelle conosciute un po’ per caso, ma tanto cara, una di quelle che ci sono sempre e che al primo messaggino si appalesano come per incanto, amica che (accidenti a lei) è una maga del biscotto… quindi mica potevo pensare di inviarle un pacco pieno di frollini…
Ci ho pensato a lungo, desideravo davvero coccolarla con qualcosa di dolce, di speciale, qualcosa uscito dalla mia creatività e che reggesse i disagi di una spedizione, poi ho avuto la tentazione di provarci, di affrontare una di quelle ricette del cuore, uno dei dolcetti che in assoluto amo di più.
Ci penso da anni, ma il rispetto che porto ai mastri pasticceri senesi da quando ne ho incontrati alcuni è sempre stato troppo forte per rischiare di insultare un mostro sacro dell’arte pasticcera.
Questi biscottoni si ritiene siano nati nel XIV secolo nelle corti toscane quando il cavaliere Ricciardetto della Gherardesca, ispirato da alcuni dolcetti orientali, li introdusse attribuendo loro tale nome in quanto gli ricordavano le scarpe con la punta arricciata tipici delle calzature mediorientali, da cui il nome “ricciarelli”; ciò avvenne in occasione del suo ritorno dalle crociate al proprio castello sito nei pressi di Volterra.
Alla fine la curiosità e l’amicizia hanno preso il sopravvento e ci ho provato, devo dire con estrema facilità e con un risultato insperato, assolutamente da fare e rifare: spettacolari!
Partiamo dal presupposto che io ho utilizzato le mandorle non spellate, motivo per cui le ho passate pochi minuti in acqua bollente per poi tuffarle in acqua fredda, così lo shock termico ha fatto sì che si spellassero senza difficoltà alcuna; successivamente le ho lasciate pochi minuti in forno tiepido per asciugarle e poterle tritare. A questo punto ho mescolato gli albumi con il succo di limone, la vaniglia, la buccia di arancia e l’estratto di mandorla, fino ad ottenere un composto ben amalgamato; successivamente ho unito anche lo zucchero a velo, il sale e le mandorle tritate. Il composto dovrà riposare nel frigorifero , ben avvolto nella pellicola, sino all’indomani, affinché gli aromi si possano fondere armoniosamente tra di loro. Trascorso tale periodo ho formato dei rotoli di impasto, aiutandomi con lo zucchero a velo per non far attaccare l’impasto alla spianatoia, e ho tagliato con il tarocco dei tozzetti cilindrici, che ho successivamente lavorato con le mani a formare la classica geometria dei ricciarelli (operazione di non scontata facilità, almeno per me, come potete ben notare dalle immagini). Li ho disposti sulla teglia del forno, spennellati con dell’acqua e fatto aderire dello zucchero a velo, poi ho inserito la teglia nel forno preriscaldato, mantenendoli nella posizione centrale a temperatura statica a 150 gradi per 5 minuti, poi a 170 gradi per altri 5 minuti ed infine a 160 gradi per circa 6 minuti. Una volta estratti li ho lasciati raffreddare sulla teglia affinché induriscano il necessario per poterli staccare senza danni.Ricciarelli
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