Browsing Tag:

Profumi mediterranei

Antipasti e stuzzichini/ Economiche

I taralli pugliesi, il dolore e la forza

Manco da tanto tempo e voglio trascorrere qualche momento con voi, un po’ perchè l’ho promesso e un po’ perchè ne ho bisogno: ho avuto (e ho) tanti problemi con la mia mamma, ogni giorno è una scommessa contro la malattia, la malasanità, i servizi pubblici inesistenti, ogni giorno è volto a regalarle un sorriso e un piccolo passo avanti, cercando tutte le informazioni che io possa rinvenire, tutti i contatti utili, imparando come si assiste una persona in cattive condizioni fisiche, affrontando la fatica fisica e quella psicologica, occupandomi dell’assistenza più umile, quella che non tutti farebbero, sorridendo a casa e piangendo dentro, faticando senza risparmiarmi e cercando sempre un sorriso sul suo volto stanco, certa di aver fatto la cosa giusta pretendendo ogni istante che vengano garantiti i suoi diritti e che non venga lesa la sua dignità, come purtroppo è stato fatto sino ad oggi; non passa ora che non debba fare il diavolo a quattro contro il qualunquismo di coloro i quali dovrebbero garantire il rispetto della salute delle persone e ciò mi stanca, mi debilita, mi sfinisce… avevo bisogno di passare un po’ in cucina con voi, per dimenticare tutto ciò almeno per un paio d’ore.
Questo è un post che vuole essere una continuità con le vacanze estive, al ritorno delle quali, prima che mi crolli il mondo addosso, sono riuscita a mettere in atto qualche esperimento in cucina, scattando le foto e lasciandole su una chiavetta per settimane prima di ritrovare il coraggio di postare nuovamente perchè qui ogni riga è parte di me e mai sarei riuscita a scrivere se dentro di me non avessi sentito di aver fatto la cosa giusta e di lottare per qualcosa che andava fatto!

img_6800

Ingredienti (per circa 90-100 pezzi):

Farina 500 g.

Olio evo 125 g.

Vino bianco secco 200 ml.

Sale 10 g.

Pepe q.b. (oppure un pizzico di finocchietto selvatico)

Procedimento:

Amalgamare bene la farina con gli altri ingredienti e mescolare sino ad ottenere un panetto liscio, poi lasciar riposare l’impasto al fresco per almeno mezzora, successivamente ottenere dei rotolini (io mi sono mantenuta sui 6-8 cm.), curvarli sino ad ottenere degli anelli (i miei sono un po’ stortignaccoli e non perfettamente lisci) che, una volta richiusi, verranno prima fatti bollire in acqua per pochi minuti e poi infornati a 200°C. per circa mezzora, controllando affinchè rimangano dorati e non brucino.

img_6799

img_6797

img_6801

img_6798

Viaggi

Puglia: una perla tra cielo e mare…

Vieste, un incanto!

Vieste, un incanto!

E’ la quinta volta che visito questa meravigliosa terra, ma sino ad oggi mi ero sempre diretta in Salento, quindi dopo aver scartato moltissime idee proposte da mio marito, il quale è sempre in difficoltà quando si sente chiedere di programmare una vacanza che contempli dei soggiorni al mare, abbiamo optato per il Gargano: la sua idea era di fare una capatina toccata e fuga per poi risalire lungo la costa adriatica con delle tappe intermedie, ma si sa che quando sento parlare di atmosfere mediterranee io raramente cedo, quindi gli ho letteralmente depennato le suddette tappe a favore di una permanenza più lunga in Puglia.

In realtà i giorni comunque erano pochi per poter visitare tutto ciò che avrei voluto vedere, specie considerando i due giorni di viaggio partendo in camper da Trieste: la volta scorsa facemmo una tirata unica, ma arrivammo morti di stanchezza e sinceramente iniziare già stressati così non avrebbe avuto senso, quindi abbiamo fatto il primo pernottamento a Loreto, con annessa visita al santuario e ripartenza, il mattino seguente, alla volta di Manfredonia.

I pescherecci a Manfredonia

I pescherecci a Manfredonia

Il centro di Manfredonia è carino, ordinato e pulito, mentre la spiaggia del campeggio non era proprio il massimo, anche se devo ammettere che siamo arrivati con il maltempo ed un vento fortissimo, non l’ideale per riposare sulla sabbia (che io già detesto di mio), mentre le tappe migliori sono state sicuramente Vieste, Peschici e le Isole Tremiti.

Panoramica dal castello di Vieste (adibito a zona militare interdetta)

Panoramica dal castello di Vieste (adibito a zona militare interdetta)

Vieste ha un centro storico che è una meraviglia, ci siamo stati nel tardo pomeriggio per poter scattare un po’ di foto senza la ressa serale, ma quando le luci hanno iniziato ad accendersi è cominciata la magia, resa unica da una meravigliosa cena vista mare in occasione del quindicesimo compleanno di nostro figlio; penso sia il centro più bello tra quelli che abbiamo avuto modo di visitare, nonostante anche Peschici abbia avuto il suo perché! Il momento più bello è stato quando abbiamo raggiunto i trabucchi e la scogliera posta alla punta estrema del paese, proprio di fronte al faro: amo moltissimo le scogliere, il mare deserto con il vento che ti soffia sul viso, ho una passione per i fari e su quel lembo solitario di terra c’eravamo solo noi ed un pescatore… poesia pura!

IMG_2070

Peschici è stata piacevole grazie al soggiorno presso l’area di sosta del signor Dattoli, un simpaticissimo vecchietto d’altri tempi che comandava a bacchetta tutti coloro i quali tentavano di parcheggiare e che dovevano sottostare ai suoi ordini imperiosi su come sistemare il camper… una sagoma! In compenso ci siamo ritrovati parcheggiati sotto un limone ed un ulivo… un profumo intensissimo e favoloso come gli agrumi che ci sono stati regalati! La costa aveva l’acqua più cristallina delle precedenti e la curiosità maggiore l’ho trovata grazie ad una porta posta a lato della spiaggia e dalla quale si accedeva ad un orto immenso, interamente coltivato nella sabbia, e ricco della verdura più bella che io abbia mai visto: ci hanno trattato benissimo e siamo tornati al camper stracarichi di ortaggi appena colti e profumatissimi.

IMG_6636

IMG_6686

Le Isole Tremiti sono un’esperienza da vivere assolutamente poiché rappresentano l’amore per il mare allo stato più puro e vivo, dall’imbarco sul traghetto al giro delle isole in barcone: l’idea era di partire da Rodi Garganico ma a seguito di un disaccordo tra la società dei traghetti ed il porto in merito al dragaggio del fondale mancava il trasporto per tutta la stagione, ragione per cui siamo partiti da Capojale, vicino a Torre Mileto, godendoci quarantacinque minuti di navigazione nel mare più cristallino che c’è sino all’Isola di San Nicola, dalla quale poi abbiamo fatto il giro delle isole in barcone, insinuandoci in grotte e calette meravigliose! Ho avuto quindi l’occasione di ammirare Capraia dal mare, bellissima oasi naturale protetta e sede del carcere, nonché tutte le isole minori, incontaminate e con un mare che virava dal turchese al verde cristallino.

IMG_6716

IMG_6711

Bellissima è stata l’esperienza di potersi tuffare dal barcone al largo di Capraia per ammirare la statua sommersa di Padre Pio: in quel punto il fondale è molto profondo ma l’acqua è talmente pura da permetterne la visione con una semplice maschera anche dalla superficie, nonostante i tredici metri di profondità.

IMG_6699

Mi è dispiaciuto vedere San Nicola così trascurata e sporca perché sicuramente ha un fascino ed una potenzialità non di poco conto, nonostante sia rimasta stupita piacevolmente dell’immensa pulizia dei centri che ho avuto modo di visitare, nonché dalla gentilezza e dall’onestà che ho incontrato negli abitanti del luogo e questa è una frecciata diretta a tutti i nordici che detestano il sud: è vero che alcune zone sono caotiche e disorganizzate, alcune anche sporche, ma è anche vero che se avessi lasciato in spiaggia la sacca non mi sarebbe stato sottratto nulla, mentre nella mia città non ti saresti ritrovato nemmeno il telo!

IMG_6598

E poi, la cosa per me più bella di tutte, è stata la frutta! Finalmente ho mangiato della frutta maturata sull’albero e non quelle schifezze che vendono quassù al nord e che vengono raccolte acerbe e lasciate giorni nei frigoriferi, a discapito completo della qualità: questa era frutta dal sapore e dal profumo unici ed inimitabili, un vero regalo della natura, un prodotto meraviglioso che non ti faceva nemmeno venire quell’insana voglia di dolci perché già il suo sapore zuccherino soddisfava il palato… penso sia la cosa che più rimpiangerò poiché un mare pulito e bellissimo ce l’ho comunque sotto casa, i taralli e le friselle si possono cuocere da sè senza difficoltà, ma la frutta qui fa schifo anche se cerchi di usarla per un gelato o per farci la macedonia, non c’è nulla da fare!

IMG_6597

Ho mangiato bene, molto bene, anche se cucinavo da me in camper, ma sempre con i prodotti locali e che c’è di meglio di una frisella condita con dell’olio buono (e quello prodotto dal signor Dattoli ve lo raccomando con tutto il cuore poiché già il colore è uno spettacolo), dei pomodori maturati al sole del sud e una spruzzata di origano profumatissimo? Nessun piatto da gourmet potrà mai eguagliare i prodotti della nostra terra…

IMG_6573

Questo viaggio mi ha portato un profondo senso di benessere psico-fisico, mi ha regalato molta serenità ed incredibilmente alla fine è stato apprezzata anche dal marito riottoso, ma soprattutto mi ha dato molti spunti in cucina e piano piano vi farò assaggiare idealmente i risultati.

IMG_6512

Per ora lascio la parola alle foto e riprenderemo il discorso del viaggio di ritorno e delle tappe intermedie, con delle visite altrettanto interessanti, tra qualche giorno!

IMG_6595

IMG_6524

IMG_6435

I faraglioni di Vieste in notturna

I faraglioni di Vieste in notturna

IMG_6529

IMG_6629

Bimby/ Dolci e desserts/ Ifood

Attimi per un respiro nuovo e per una fluffosa al limone glassata

IMG_6178

Attimi di vita in cui ti perdi a rincorrere una miriade di punti senza riuscire a collegarli perchè tu sei qui e loro laggiù, attimi in cui sei senza forze e non comprendi perchè non ce la puoi fare, attimi in cui capisci che dopo tanto lavoro, tanta fatica, tanto impegno a tenere a posto una casa, tenere in equilibrio una famiglia nonostante le difficoltà quotidiane… beh, non ce la fai più.

Attimi in cui desideri solo un periodo di dolce far niente, pur sapendo che quest’anno nemmeno l’estate porterà alla tanto sognata tregua, attimi in cui l’unica soluzione è chiuderti in te stessa, nel tuo mondo di fantasia e di sogni perchè quando chiudi gli occhi il mondo esterno scompare e scivoli nel sonno.

Attimi in cui ci provi e non ci riesci e qualunque minima occupazione ti sembra un ostacolo insormontabile e il mattino diventa una corsa ad ostacoli, attimi in cui a fatica organizzi tutta la famiglia, arrivi faticosamente alla tua scrivania e vieni aggredita dal collega polemico, attimi in cui vorresti mollare tutto e volare lontano.

Attimi in cui sai di avere tutto ma di avere chiesto troppo a te stessa, attimi in cui ti rendi conto che tutti fanno affidamento su di te senza capire che nessuno è privo di limiti, attimi in cui alla fine molli tutto perchè sai che non si vive per uccidersi di lavoro, attimi in cui finalmente ti stendi e dormi quasi per due giorni di fila, attimi in cui finalmente qualcuno si rende conto che sei allo stremo e ti tende una mano.

Attimi in cui inizi a vivere di nuovo, a rientrare in cucina e a vivere senza sopravvivere, attimi in cui, pur sempre in compagnia del tuo mondo magico, riprendi a pesare, mescolare, impastare, annusare, assaggiare ed infornare… ed è di nuovo vita!

IMG_6166

Ingredienti per uno stampo da cm.17,5 (adattati da una ricetta di Monica Zacchia):

150 g. di zucchero

145 di farina 00

5 uova piccole (oppure 3 grandi)

80 g. di succo di limone filtrato

la buccia grattugiata dei limoni da spremere

120 g. olio di semi di girasole

1/2 bustina di lievito per dolci

un cucchiaino raso di cremor tartaro

1 pizzico di sale

i semini di mezzo baccello di vaniglia

Ingredienti per la glassa al limone:

il succo di mezzo limone

200 g. di zucchero a velo

un albume

acqua q.b. (io ho abbondato poichè volevo venisse assorbita dalla torta))

Procedimento:

separare i tuorli dagli albumi  montare a neve ferma questi ultimi con un pizzico di sale; in una ciotola versare la farina con il lievito e il cremor tartaro, setacciati, poi unire al centro della farina, nell’ordine, l’olio, i tuorli, la spremuta di limone, le scorze di limone grattugiate e i semi di vaniglia. Dopo  aver mescolato bene con le fruste fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungere gradualmente e con una spatola, mescolando dal basso verso l’alto, gli albumi a neve, facendo attenzione a non sgonfiare il composto.

Versare in uno stampo da angel cake, non imburrato nè infarinato (invece fatelo se usate uno stampo di diverso tipo) e ponete ne forno statico a 165°C. per circa 40-45 minuti.

Trascorso il tempo di cottura estraete la fluffosa e capovolgete lo stampo sugli appositi piedini fino a completo raffreddamento.

Per la glassa al limone ho unito l’acqua, il succo di limone, lo zucchero e l’albume e ho sbattuto tutto con il Bimby a vel. 6 per 20 secondi, poi l’ho versato sulla fluffosa raffreddata e ho atteso che solidifichi.

IMG_6167

IMG_6172

IMG_6171

 

Carne/ Light/ Secondi

Petto di pollo limone e prezzemolo (mica il solito petto di pollo!)

Vi ho lasciati nell’ultimo post circondati da fiori appena invasati e da progetti idilliaci per un balconcino arredato come un bistrot all’aperto… e invece continua a piovere senza ritegno, con l’umidità che ti entra nelle ossa e congelando anche i sentimenti più ottimistici. Il riscaldamento oramai è solo un vago ricordo e nel mio nuovo ufficio si gela da paura, non ci sono nemmeno le tende e vedere tutto quel grigiore dalla finestra è assolutamente deprimente, ma si sa che io ho sempre la mia risorsa inaspettata: la fantasia! Quando non lavoro a contatto con il pubblico mi chiudo nel mio angolino, metto un magnifico sfondo estivo sul desktop, musica di sottofondo dal cellulare e lavoro serenamente nemmeno il mare fosse pronto ad aspettarmi nel pomeriggio 🙂

E magari anche a casa, con un pizzico di immaginazione in cucina, si riesce a sentire un po’ il profumo della stagione calda e di quel Mediterraneo che ho sempre nel cuore, quello dei limoni, degli ulivi e del prezzemolo fresco, degli aromi che si sprigionano sotto il sole cocente di mezzogiorno quando anche un semplice giardino profuma intensamente di rosmarino.

Ogni ricetta alla fine mi riporta ai dei ricordi, che incredibilmente si riallacciano sempre alla cucina e anche questa volta mi sono ritrovata all’estate di due anni fa, nell’ampio cortile del castello di Milazzo, a camminare su un selciato polveroso, l’aria secca ed immobile, un sole che ti toglieva la ragione e tanto, tantissimo profumo di rosmarino, di un’intensità che non pensavo potesse esistere, circondati da cespugli ovunque e, al di là di essi, una distesa d’acqua che più turchese di così non l’avrei immaginata… e rammento il sollievo quando, dopo la visita al castello, finalmente riuscii a raggiungere l’agognata spiaggia e l’acqua cristallina (la spiaggia un po’ meno, ma alla fine rimangono i ricordi belli, no?).

Ecco, ora sono spiritualmente pronta a proporre un piatto estivo, velocissimo, dal sapore fresco ed agrumato e assolutamente light! Per non avere il solito petto di pollo.

Ingredienti (parecchio ad occhio):

un petto di pollo

un limone grosso o uno e mezzo se piccoli (buccia e succo)

un pizzico di sale aromatizzato (a piacere, se ricco di rosmarino è gradevolissimo)

olio evo q.b.

un cucchiaio di farina

prezzemolo tritato q.b.

Procedimento:

Riscaldare un po’ d’olio in una padella ed adagiarvi il petto di pollo, salare leggermente e rigirare sino a completa doratura, poi aggiungervi la buccia del limone utilizzando la sola parte esterna (con il pelapatate è un attimo) tagliata a pezzettini e spremervi anche il succo (abbondate pure che male non fate). A fine cottura versarvi una bella manciata di prezzemolo e un cucchiaio di farina per addensare il rimanente succo di limone.

E poi non dite che i piatti light sono noiosi o complicati da preparare! 🙂

IMG_6143

 

Antipasti e stuzzichini/ Autoproduzione/ Ricette vegetariane

Nord chiama Sud: alivi cunzati (olive condite)

IMG_6044

La preparazione di questa semplicissima ricetta, povera eppure saporitissima, mi ha riportata ai miei viaggi estivi in terra salentina (nonostante la preparazione tipicamente sicula), quelli che affrontavo con una cara collega e durante i quali ci divertivamo come delle matte: partivamo la sera con il treno e l’indomani scendevamo a Lecce, rigorosamente senza cuccetta e arrivando stravolte a destinazione, ma già impazienti non appena la ferrovia iniziava a sfiorare i primi fichi d’india, maturi e succosi, splendidi nel loro color del sole.

Mi ha riportata ai pomeriggi nelle campagne attorno a casa sua, dove gli ulivi facevano da padroni con quelle meravigliose foglioline argentee ad aggraziare i tronchi enormi e massicci che le sostenevano, sono ritornata al ricordo di quel mare splendido in cui l’Adriatico e lo Ionio si sposano in una lieve scia bianca, di quelle case bianche in pietra leccese con le terrazze di un candore abbagliante sulle quali era impossibile salire senza gli occhiali neri a proteggere dal riverbero, tra i pomodori stesi ad asciugare come tante piccole bandiere rosse profumate.

Mi sono ritrovata sulla costa tra le palme quando, con lo zainetto pronto, affrontavamo delle grotte meravigliose in cui ogni centimetro di pietra sembrava un gioiello incastonato nella roccia, mi è tornata alla memoria una giornata meravigliosa al mare quando io, nata in riva alle scogliere, mi sono gettata tra i flutti agitati e spumosi mentre lei tremava solo a vedermi, quando prendevo l’onda per ritornare sulle rocce senza nemmeno un graffio, quando io, bruna e dalla carnagione scura, mi abbrustolivo al sole cocente mentre lei rimaneva vestita per non bruciare la sua pelle lattea di rossa naturale.

Penso queste siano state le mie vacanze più belle, quelle in cui con diecimila lire di benzina tirate fuori a fatica andavamo ovunque, turiste (super) fai-da-te, a bordo di una Fiat 126 scassatissima dotata di un’autoradio ancora più scarsa, tant’è che cantavamo a squarciagola per coprire il frastuono del motore, acuito dai finestrini spalancati visto il caldo torrido del luglio mediterraneo. E, sulle note di “Ci vorrebbe il mare” (nostro must del periodo), i miei ricordi volano ancora intrisi di dolcezza…

Tornando al presente, poco prima di Pasqua mi hanno regalato un barattolino di olive appena colte, provenienza Slovenia, cosa che mi ha fatto un immenso piacere ma che continuavo ad osservare con un misto di curiosità e terrore non sapendo che caspita farne.

L’idea migliore che potessi avere (meglio di Google!) era quella di rivolgermi alle Bloggalline per avere delle delucidazioni: non che ci sperassi molto visto che mi sembrava di trovarmi davanti ad un genere merceologico molto anomalo e invece… dopo una botta di incredulità delle amiche bloggers in merito al periodo della raccolta (boh, le olive istriane saranno diverse da quelle mediterranee, che ne so….) è accorso in mio aiuto un nutrito gruppo di gallinelle meridionali che (ancora non smetto di benedirvi) sulle olive sapevano tutto, ma proprio tutto! Ho visitato i loro blog, uno ad uno, non me ne sono perso mezzo, e alla fine eccomi qui con la mia personale versione di olive condite che, vi assicuro, sono qualcosa di incredibilmente buono, un concentrato di profumi mediterranei che solo a sentirli sembra di essere già in vacanza 🙂

IMG_6045

Ingredienti (quantità a piacere):

olive appena raccolte

aglio

peperoncino

origano

sale

buccia di arancia (senza la parte bianca)

Procedimento:

colpire le olive con un batticarne al fine di estrarne il nocciolo, risciacquarle bene finchè l’acqua risulta limpida e porle a bagno per una settimana, cambiando l’acqua quotidianamente, affinchè perdano il sapore amaro; preparare un battuto di aglio, peperoncino e buccia d’arancia (con il pelapatate è un attimo), aggiungerlo alle olive ben colate dall’acqua, metterci un po’ di sale, dell’origano e un po’ d’olio extra vergine, mescolare il tutto e lasciar insaporire qualche giorno, sempre controllando che non ammuffiscano (la mia mamma le ha dovute buttare 🙁 ).

Volendo conservarle per più tempo sarà sufficiente porle in un vasetto sterilizzato e ricoprirle completamente d’olio.

IMG_6047

IMG_6037

IMG_6036

IMG_6045

IMG_6040

Dolci e desserts

Il dolce perfetto: crostatine al limone con la crema Maskarponev

crostata2

Quando penso al dolce perfetto so che dev’essere una coccola con la consistenza perfetta, con una base burrosa che mi accarezzi il palato e ricco di una crema goduriosa del colore del sole perché le mie giornate invernali iniziano sempre con tanta fatica e sapere di poterle affrontare con pigrizia e sognando il colore dell’estate mi regala un sorriso.

Queste crostatine sono state farcite con la Maskarponev, una crema tipica slovena molto diffusa nella mia zona e dall’intenso sapore di limone: che c’è di meglio per sognare il mare e il sole che lo illumina?

Tempo di preparazione: 30 minuti

Tempo di cottura: 30 minuti

Tempo totale: 60 minuti

Difficoltà: bassa

crostata3

Ingredienti (per una teglia da crostata oppure per sei mini porzioni):

Per la base:

240 g. di farina 00

135 g. di zucchero semolato

1 uovo

1 tuorlo d’uovo

130 g. di burro

Per la crema:

3 tuorli

120 g. di zucchero semolato

135 g. di burro

3 limoni

Per la decorazione:

qualche fettina di limone tagliata sottile

q.b. di zucchero ed acqua per caramellare

Istruzioni:

  1. Impastare la farina con lo zucchero e il burro tagliato a cubetti;
  2. Aggiungere l’uovo intero e il tuorlo;
  3. Impastare velocemente e stendere immediatamente e senza lasciar raffreddare;
  4. Stendere la frolla e cuocerla, rivestita di carta forno cosparsa di fagioli per non farla gonfiare, per circa 15 minuti in forno preriscaldato a 180° C.;
  5. Nel frattempo preparare la crema mescolando con una frusta le uova intere, i tuorli, lo zucchero, la scorza esterna grattugiata dei limoni e il loro succo;
  6. Aggiungervi il burro a pomata e sbattere ancora energicamente;
  7. Non appena intiepidita versarvi la crema e infornare nuovamente per ulteriori 15 minuti;
  8. Guarnire con fettine di limone caramellate in poca acqua e zucchero lasciando rapprendere lo sciroppo a fuoco lento in un padellino antiaderente finchè non brunisce;
  9. Sognare un agrumeto affacciato sul mare…..

crostata1

crostata4

Autoproduzione/ Letture

“La custode del miele e delle api” di Cristina Caboni

Immagine tratta dal web

Immagine tratta dal web

Ho perso la strada.
Ma l’erica mi dona coraggio.
Con l’acacia ritrovo la forza.
Perché il miele è la mia casa.

Molte bloggers lo conoscono già molto bene, vista l’iniziativa legata al libro risalente allo scorso settembre, che io ovviamente mi sono persa in quanto ero all’estero priva di connessione wifi, ma la tentazione è stata talmente tanta che alla fine ho preso l’ebook, senza assolutamente pentirmene.

Mi sono quindi imbattuta in una lettura diversa dal solito, molto delicata e poetica, la cui protagonista è Angelica che, sin da quand’era una bambina, ha un rapporto speciale con le api, tant’è che ne ha fatto una professione itinerante in quanto viaggia ovunque con il proprio camper al fine di dispensare consigli agli apicoltori: in sua compagnia le api danzano perché lei le rispetta, mai ha prelevato più miele di quello che avanza all’alveare per la propria sopravvivenza, lei modula un canto e le api la seguono con una poesia ammaliante.

La meraviglia di quest’opera risiede nei riti antichi, nei luoghi intatti  dell’infanzia di Angelica, del contatto costante con il mare e della sua perseveranza nel difendere a tutti i costi la natura incontaminata dalla speculazione edilizia: lei sa opporsi con tutta l’anima al potere del denaro, essendo in grado di vivere solo grazie ai regali che le api le forniscono periodicamente, e alla fine trova sostegno proprio in Nicola, amore del passato mai dimenticato nonostante le loro vite abbiano preso delle strade divergenti ma che, inizialmente, sembra invischiato nei torbidi interessi finanziari e speculativi del fratello.

Nicola prende le distanze da tutto ciò, difendendo a spada tratta Angelica e il suo amore per l’ambiente, per le api, per l’origine di tanta bellezza che ammanta l’isola sarda in cui il romanzo è ambientato, perché capisce la passione della donna che ancora ama, perché comprende la poesia della natura che li circonda… ed è grazie alla sua caparbietà che l’ecosistema non subirà alcun danno lasciando le api al loro posto e il cuore di Angelica sereno.

La storia narrata è particolare, diversa dalle solite banali trame stereotipate, le parole dell’autrice scorrono dolcemente e con tanta poesia come solo una donna sarebbe in grado di fare, è un romanzo femminile a tutto tondo, ma ciò che più mi ha colpita è stato il rapporto ancestrale che si sviluppa tra la protagonista e i ritmi della natura, nonché la descrizione stessa dell’ambiente, di una magnifica terra bagnata dal mare; è un libro che profuma davvero di cera e di miele poiché la descrizione è talmente intensa da sentirne l’aroma tra le pagine e per rendere al meglio quanto potente sia la forza della natura ci vengono lasciate anche alcune ricette a base di miele e di cera d’api.

Già all’epoca avevo proposto queste preparazioni, ma ora ho voluto approfondire con una delle ricette proposte in calce al libro… visto che quale foodblogger non ho potuto partecipare all’iniziativa legata al romanzo, ho voluto interpretare in maniera un po’ diversa l’accostamento a quest’opera così bella.

Di solito sul viso uso solo una goccia di olio extravergine di oliva e devo ammettere che è meglio di qualsiasi crema vi sia in commercio: è adatto ad ogni tipo di pelle, anche tendente al grasso, perché riequilibra alla perfezione il suo aspetto; lo uso anche sul corpo, sui capelli… potevo non essere attirata da questa ricetta?

Crema per il viso (io ho raddoppiato tutte le dosi):

un cucchiaio di cera d’api purissima

un cucchiaino di miele (ho usato il millefiori)

qualche goccia di olio vegetale (ho usato l’extra vergine di oliva)

Procedimento:

sciogliere la cera a bagnomaria e poi aggiungere il miele e l’olio.

Crema per il viso

Naturalmente ho provato anche questa crema per le mani (raddoppiando anche qui le dosi), sempre in alternativa alla mia solita autoprodotta:

un cucchiaino di cera d’api

qualche goccia di miele (sempre millefiori)

un cucchiaio di olio extravergine di oliva

due gocce di olio essenziale di limone (che avevo terminato, quindi ho usato l”arancio amaro che con il millefiori si sposa alla perfezione)

Procedimento:

sciogliere la cera a bagnomaria e poi aggiungere il miele, l’olio e, da ultimo, l’olio essenziale.

Crema per le mani: uno scatto al volo prima che solidificasse perchè il giallo oro è splendido!

 

In questa nebbiosa giornata grigia la luce era pochissima per avere delle belle foto, ma il colore della cera e del miele è riuscito a dare un po’ di calore e a regalare un raggio di sole….

Primi/ Ricette vegetariane/ Salse e sughi

La pasta alla crudaiola (con le olive travestite da melanzane!)

IMG_3302

Mio figlio ha sempre fame, mangia cose che nessun bambino forse apprezza, va pazzo per le frattaglie e il fegato, per le carni affumicate e piccanti, per le spezie, per il grasso del prosciutto (santo subito! finalmente qualcuno che ha capito quali sono le parti migliori…), ma odia la Coca Cola, le patatine, le bevande gassate (e fin qua mi sta benissimo)… i funghi e le olive (ahiahiahi…)!

Colta da un impeto di ispirazione grazie a lei sono riuscita a rimediare un pranzo in pochi minuti, uno di quei pranzetti freschi che ti salvano all’ultimo secondo di una giornata caotica in cui il termometro sfiora i 35°C. all’ombra, condizione climatica che dovrebbe togliere l’appetito ai più ma che a mio figlio gli fa un baffo, purtroppo… Ci sono quelle giornate in cui rincasi stremata e fai la fatidica domanda: “Con questo caldo vi andrebbe un gelatone o quattro cosucce fredde con una birretta ghiacciata?”, domanda alla quale il marito aderisce senza grossi problemi ma che nel figlio provoca un (a parte la birretta da evitare) “ho tantaaaaaa fameeeeee” e ti cade il mondo addosso insieme ad ogni speranza di cavartela con quattro ovetti sodi, un paio di grissini, la fantomatica birretta e un gelato!

Bene, per una volta me ne sono fregata alla grande del suo odio per le olive e ci ho provato con molta temerarietà, sminuzzando bene l’oggetto del suo fastidio e mettendogli un bel piattone di spaghetti davanti al naso: la prima reazione, all’assaggio, è stata di gioia, poi la fatidica domanda: “Cosa sono questi pezzetti neri?”…. sudori freddi e poi l’illuminazione! “Stellina, sono melanzane!”… immediatamente apprezzate dal goloso! A fine pasto gli ho chiesto se l’avesse gradito, così tanto per avere un minimo di substrato di certezza a darmi il coraggio di confessare, poi per onestà eccomi con l’exploit: “Ciccio, ti sono piaciute le olive travestite da melanzane?”…. l’ho visto impallidire e iniziare a sputacchiare urlando al tradimento, ma sotto sotto la soddisfazione di averle gradite non me l’ha voluta dare!

IMG_3298

Ingredienti (dosi a piacere):

rucola

pomodori

olive nere al forno

sale

olio evo

peperoncino a piacere (che io ho clamorosamente dimenticato in quanto distratta nell’intento di camuffare le olive a mio figlio)

Procedimento:

sminuzzare il tutto grossolanamente con un coltello, salare e aggiungervi l’olio extra vergine di oliva, tutto a crudo e condirvi una bella spaghettata!

IMG_3299

IMG_3297IMG_3303-001

 

Ricette vegetariane/ Salse e sughi

Le ultime zucchine e un pesto alternativo

IMG_3286

Finalmente il giorno della partenza tanto atteso si sta avvicinando, con quel tocco di ansia perché il ritorno a casa coinciderà con il ritorno a scuola, e la mia stanchezza sta toccando il massimo storico: mai più farò l’estate tutta tirata senza un solo giorno di ferie, questa è una regola che mi sono imposta perché ho lavorato come una matta sostituendo colleghi e senza mai un aiuto, perché ho avuto dei cari amici in visita e mi sono trovata bloccata tra casa e ufficio, perché è passato a trovarmi anche un provvidenziale mal di denti a scombinarmi i piani, perché ho trascorso giornate dense di preoccupazioni a causa della salute della mamma.

Sono riuscita a trascorrere un solo fine settimana lontana da casa, due giorni meravigliosi a Oberdrauburg, in Austria, del quale mi sono rimasti un ricordo incantevole e qualche scatto fatto da mio figlio, tre tra tutti che mi hanno incantata e che lascio anche qui…. perché Federico ci tiene davvero e anche a me piacciono proprio tanto!

Prima della partenza voglio far fuori un po’ di zucchine, sia mai che il frigorifero del camper non faccia problemi come sempre e mi tocchi vederle appassire… è un pesto alternativo che mi permetterà di godermi uno strascico d’estate mediterranea anche nell’atmosfera nordica che ci accoglierà a breve… Berlino arriviamo!!! E noi ci si vede un po’ più in là……

IMG_3290

Ingredienti:

350 g. di zucchine (2 zucchine grosse)

90 g. di parmigiano (se avete del pecorino ben venga…)

250 g. di olio evo

75 g. di mandorle pelate

1 spicchio grosso di aglio

basilico q.b. (io qui ci vado un po’ pesante… lo adoro!)

sale q.b.

Procedimento:

Per prima cosa ho pelato le mandorle tuffandole per pochi minuti in acqua bollente, poi le ho tritate e messe da parte insieme al formaggio grattugiato, ho tritato le zucchine a crudo e le ho lasciate un po’ a colare per togliere un po’ dell’acqua che inevitabilmente rilasciano, alla fine ho riunito tutti gli ingredienti nel boccale del Bimby (o del frullatore) e ho macinato tutto insieme, non troppo finemente perché amo sentire sotto i denti un po’ di consistenza.

Ho versato tutto nei vasetti e messo nel congelatore perché se ci si mette il formaggio da subito c’è sempre il rischio di fermentazione (mi accadde anni fa… da allora congelo il pesto non destinato ad un consumo immediato).

Un pesto alternativo ed economico anche se (non me ne vogliano i liguri) non potrebbe definirsi con tale nome, ma delicatissimo anche se spalmato su una fetta di pane casereccio.

IMG_3288

IMG_3287

IMG_3292

IMG_3205

IMG_3277

IMG_3214

Dolci e desserts/ Light

Sogni che rotolano nel profumo di rosa

IMG_3187

Sono ritornata a poter vivere appieno i miei momenti, a sapere che ci sono finalmente anch’io, mi sono riappropriata dei miei spazi in un modo che nemmeno conoscevo più: la scuola è finita, un anno da incubo, mio figlio finalmente si prepara per le superiori, è rifiorito ed ha acquistato la propria autonomia, è circondato da pochi amici fidati e quando rincaso non so se lui sta da qualche compagno o se mi ritrovo la casa invasa da adolescenti. Non è un problema, sono bravi ragazzi e l’importante è lasciare sempre qualcosa di fresco e commestibile nel frigorifero, per il resto si arrangiano da soli, sono responsabili e se si discostano dalla routine quotidiana mi tempestano di messaggini!

Trascorro le mie bellissime giornate coccolando la casa che tanto amo, guardando il marito con occhi diversi, stiracchiandomi in riva al mare come una lucertola al sole, nuotando come se non ci fosse un domani mentre i pesci mi guizzano intorno e mi fanno sorridere, leggendo romanzi uno dietro l’altro e assaporandone le pagine rilassanti che narrano di luoghi lontani, di profumi esotici e di sapori delicati, dolcissimi ed intensi.

Rincaso nel tardo pomeriggio con la pelle calda che ancora profuma di sale, mi stendo sul balcone in compagnia delle cagnoline e delle piante di basilico godendo della fresca brezza del bosco… sono pause meritate dopo un inverno lungo, logorante, faticoso come non mai, denso di preoccupazioni e con i nervi tesi come le corde di un violino… ecco i miei momenti di pace che mi fanno godere il presente e che, ancora una volta, mi confermano che vivere è la cosa più bella!

IMG_3182

Ingredienti:

savoiardi q.b. per la base

300 g. di ricotta

estratto di rosa a piacere

acqua di rose a piacere

pistacchi di Bronte (una manciata)

farina di pistacchi di Bronte (2 o 3 cucchiaini da the)

rosolio q.b. per la bagna

Procedimento:

Spezzettare i savoiardi in maniera tale da ricoprire il fondo dei bicchieri, versarvi del rosolio e, nel mentre i biscotti si ammorbidiscono, mescolare la ricotta con un po’ di acqua di rose e dell’essenza, sino ad ottenere una crema morbida.

Stendere la crema di ricotta sulla base di savoiardi inzuppati e poi spolverizzare con la farina di pistacchio, alternando un paio di volte biscotti e crema, ultimando la preparazione con una spolverata di farina di pistacchio e con qualche pistacchio intero.

L’idea iniziale era quella di preparare una crema di ricotta ricca di uova e zucchero, ma viste le temperature elevate e la voglia di leggerezza ho provato questa versione più semplice e profumata 🙂 E’ un dessert da servire fresco ed è delicatissimo….

 

IMG_3188

IMG_3185

IMG_3173

 

IMG_3182

IMG_3175

 

This site is protected by wp-copyrightpro.com