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Sogni di carta

Letture

“Io prima di te” di Jojo Moyes

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Immagine tratta dal web

E’ il secondo libro uscito dalla penna di questa autrice che mi trovo a leggere, ne avevo sentito parlar bene, l’ho iniziato con curiosità e per due giorni non mi sono mai staccata dal Kindle: posso proporlo a questo punto, vero?

E’ un romanzo, semplicemente un romanzo, una storia meravigliosa e piena di sensibilità che narra il difficile e complicato rapporto tra Louisa e Will, lei modesta e coloratissima ragazza di provincia e lui giovane uomo che compare nel prologo quale iperattivo e ricco carrierista e che ben presto si ritrova a fare i conti con la sua vita spezzata da un imprevisto infortunio fortemente invalidante.

Louisa, chiamata semplicemente Clark da Will, si ritrova assunta dai genitori di Will, incapaci di affrontare il dolore del figlio per la perdita della propria autonomia, allo scopo di distrarlo dalla ferrea volontà di smettere di vivere, di fuggire per sempre dal dolore fisico, dalla totale dipendenza dagli altri anche per i minimi bisogni personali, dalla perdita della propria dignità.

Nello svolgimento di tale incarico inizialmente fatica moltissimo a rapportarsi a Will, al suo pessimo carattere inasprito dalla sofferenza, alla sua determinazione e al suo carattere autoritario, ma non si dà per vinta poichè a tutti i costi vuole riuscire ad instillare nuovamente in Will l’interesse per la vita, l’amore per quanto lo circonda.

L’energia e la voglia di vivere di Lou piano piano si fanno strada nell’anima di Will facendo breccia nel suo cuore, così come lei stessa inizia a cambiare grazie a lui e in breve tempo le loro vite, pur con piccoli passi impercettibili, saranno cambiate per sempre.

E’ la storia di un incontro tra un uomo che ha conosciuto il successo, il potere e la ricchezza, per poi perdere tutto improvvisamente, ed una donna che ha scelto di rimanere nel proprio mondo sicuro, senza colpi di scena, banale e ripetitivo, eppure tra di loro c’è una sorta di rimettersi in gioco, senza rinunciare mai a se stessi, ma imparando sempre l’uno dall’altra, sfidandosi continuamente, tra battute ironiche e momenti di tenerezza; è la storia di un amore profondo che va al di là delle barriere fisiche e che si nutre di gesti di profonda generosità, di comprensione, di altruismo.

E’ un libro tenerissimo e doloroso, in grado di affrontare un tema difficile senza alcuna retorica nè banalità, bensì con moltissima sensibilità, sono pagine leggere ma costantemente permeate di sentimento, commoventi sino all’ultima riga… che lo abbia terminato con i lacrimoni era scontato (avevate dubbi?)… è davvero solo un romanzo, senza nessun’altra pretesa, ma realizzato con una scrittura semplice, lineare e pulita, eppure bello, tanto tanto bello.

Letture/ Un po' del mio mondo

Mille baci, e ancora cento…

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Non ho mai amato la cultura classica, non ho frequentato studi liceali, vengo da una scuola tecnica (che poi sia finita a giurisprudenza è un caso della vita, lo giuro…. volevo frequentare ingegneria!), so poco o nulla di greci e latini, preferisco discorrere di trasformatori e altiforni piuttosto che di poesia, pertanto quando mi sono trovata tra le mani questo romanzo di Laura Sciolla sono rimasta interdetta, stavo per chiuderlo, invece mi sono detta che un paio di pagine non mi avrebbero fatto male… solo che poi le pagine sono diventate tre, quattro, dieci, venti…. mentre divoravo le righe e sognavo, con il fiato sospeso, totalmente presente nella Roma dell’amore infinito tra Lesbia e Catullo, un amore totale, fisico, mentale, denso di tenerezza e foriero di liti, anche furiose, ma rimasto vivido anche negli anni della separazione.

Lei è una nobildonna romana, bellissima, ricca, ma sposata ad un uomo che non ama, che le fa ribrezzo, ma con il quale riesce a concepire una figlia stupenda, lui è un giovane mingherlino, un poeta squattrinato con un cuore immenso  che dona l’anima a Claudia, da lei chiamata Lesbia e come tale cantata nei suoi versi, la ama come non mai, la vorrebbe tutta per sè, attende pazientemente la morte del marito e, quando ciò avviene, Lesbia commette l’errore più grande, quello di allontanarlo, aspirando ad un rapporto leggero e fresco, non comprendendo di ferire così a morte il sentimento di Catullo, che vive per lei.

Talora si è parlato di quest’opera come di un romanzo erotico e forse lo è, ma non è solo questo: è un’opera molto bella, scritta divinamente dalla penna di una docente fantasiosa e di gran talento, in cui anche l’erotico non è mai volgare, ma poesia pura… non c’è mai alcuna allusione priva di finezza, ogni riga è permeata da una dolcezza infinita, di una tenerezza che commuove…. Non voglio stendere tutta la trama del romanzo perchè non intendo in alcun modo recensirlo, ma solo darne un’opinione personale e, soprattutto, di cuore…

A me sono uscite le lacrime perchè in una storia romanzata di quanto accaduto migliaia di anni fa ho ritrovato le tracce di una gran persona che non ho mai dimenticato, di una persona che, come Catullo, ha saputo amare in maniera totale e forse, talora, sbagliando atteggiamenti… anche la fisicità è la stessa, anche la tenerezza unita alla passione, e non solo quella dei sensi… la passione caratteriale e la timidezza di Catullo mi hanno colpita al cuore. Un’altra volta.

Però, al di là delle considerazioni personali, ho voluto dedicare queste poche righe ad un’opera bella, da leggere, anche se la rubrica delle letture è ferma da molti mesi: non che nel frattempo non abbia letto nulla, anzi, ma è raro che mi innamori di un libro a tal punto… questa volta è accaduto.

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Letture

Liebster Award… per chiunque ami la lettura in maniera viscerale!

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Questo non vuol essere il solito premio virtuale che passa da un blog all’altro, ma un qualcosa che Stravagaria è riuscita a rendere alquanto particolare: un testimonial da passare in modo tale da aprirsi per il tramite della lettura e delle scelte che vi sono necessariamente correlate.

E’ un premio ideale poichè può essere ritirato da chiunque ami la lettura e che, passando di qua, si ritrovi un po’ nelle domande che ci sono state rivolte e che io non voglio cambiare, tramandandole tali e quali in quanto mi sono piaciute moltissimo e le ritengo assolutamente perfette se girate nei confronti di chi con la scrittura ha un rapporto viscerale.

Queste sono le domande proposte da Stravagaria, molto particolari perchè mi mettono in crisi nel valutare le risposte che fornisco adesso, rispetto a quelle che avrei fornito in passato o che, probabilmente, darei in un prossimo futuro… mi fanno riflettere su me stessa e sull’evoluzione che presenta il mio carattere, forgiato da esperienze, delusioni, soddisfazioni….

1. Quale libro mi regaleresti per farmi capire qualcosa di te?

Domanda terribile perchè il “mio” libro segue il mio essere intimo, in cambiamento continuo, ma ho appena finito di commuovermi sulle pagine di “Finchè ci saranno stelle in cielo” di Kristin Harmel: lei è perfettamente in sintonia con l’ambiente circostante, tra cupcakes e dolcetti all’acqua di rose e miele, nell’atmosfera provinciale e rassicurante di Cape Cod, lei è nel suo dolore di donna delusa, lei conoscerà da vicino quello che è l’amore della vita, quello che “senti” che da qualche parte al mondo vive ancora, nonostante tutto e tutti.

 
2. Qual è il romanzo che non dovrebbe mai mancare nella libreria di tutti noi?

Quello che ci fa sognare, che ci fa star bene… non è una regola, il libro va “sentito”. Punto.

3. Tanto per sfatare un mito, qual è il classico più sopravvalutato, a tuo giudizio?

A mio avviso tutti i grandi classici, quelli scritti con perifrasi ridondanti e anacronistiche: saranno anche emblemi culturali, ma se un libro non mi piace non lo leggo.

4. Cosa ne fai dei libri che non ti sono piaciuti?

Mi è capitato di rado, ma li ho regalati… a completa scelta di chi li ha ricevuti sul cosa farne! Confesso però di aver utilizzato qualche edizione, di scarsa qualità, per la realizzazione di pacchetti regalo carinissimi ed originali!

5. Come vivono i tuoi libri? Ammassati a casaccio o ordinatamente suddivisi per autore, edizioni ecc…

I miei libri vengono religiosamente ordinati per genere prima e per autore poi… finchè non passa mio marito e rimescola tutto causando le mie reazioni più iraconde…

6. Quale autore scegli quando hai bisogno di una “boccata di ossigeno” dopo una serie di letture sfortunate?

Non mi è mai capitato di collezionare delle letture sfortunate in un’unica soluzione, ma probabilmente mi ributterei sul mio mito di sempre: Oriana Fallaci.

7. Quale libro ti sei pentita di aver letto?

Nessuno, tutto è esperienza.

8. Cosa c’è sul tuo comodino in questo momento?

Dopo il romanticismo della Harmel sono passata direttamente alla truculenza di Kathy Reichs con “Le ossa del ragno”.

 

A voi la scelta se continuare questa catena simpaticamente tramutata in un invito alla lettura e in uno scambio di opinioni e, se ne avete voglia, è ben accetto anche uno scambio di titoli, scelte editoriali, consigli, pareri e opinioni!

Buon mondo di sogni stampati a tutti….

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