Browsing Tag:

Un po’ del mio mondo

Autoproduzione/ Un po' del mio mondo

Primo post dell’anno con il sapone all’arancia e il regalo di un’amica!

2013-01-01 13.47.08

Ieri sera ho sformato il secondo sapone, prodotto secondo il solito procedimento, ma utilizzando, al posto del the verde, un infuso di scorze d’arancia essiccate e con l’aggiunta, al nastro, di scorzette essiccate e tritate: mi piace da matti fare il sapone e averlo sformato e tagliato proprio l’ultimo giorno dell’anno mi è sembrato di buon auspicio per una produzione futura ricca di possibili variazioni.

2012-12-31 18.13.412012-12-31 18.13.35

Oggi non ci sono ricette, solo riposo assoluto e un post di auguri che arrivi a tutti i miei affetti: il mio è stato un anno strano, spero l’ultimo di un concatenamento di delusioni e di dolori…  ho ricevuto manifestazioni di affetto da parecchie persone, meno del solito, ma sicuramente sincere… ho ricevuto dei pensieri inaspettati e questo della foto è stato uno di questi, un quadretto ricamato e speditomi da Claudia, una persona che nemmeno ho mai incontrato, un’amica di web, ma che a me piace un sacco! Non me l’aspettavo, eppure è il secondo Natale che riesce a stupirmi, cosa che a me accade di rado… dev’essere una tipa forte ad averla come amica “fisicamente” vicina!

2013-01-01 13.48.232013-01-01 13.47.40

Ho ricevuto delle riposte inaspettate da alcuni bloggers che pensavo nemmeno mi considerassero… e che invece mi hanno scritto delle parole bellissime e provenienti dal cuore…

Ho ricevuto da mio figlio la povera Bubu tutta infiocchettata, ma che ha pazientemente tenuto duro rassegnata sino alla “consegna” del dono alla mamma…

2013-01-01 13.51.21

Bubu infiocchettata! (e questo è un altro regalo: Libera mi ha telefonato e mi ha spiegato come usare i colori sul blog…. e poi lo dice a me che sono tecnologica!!!) Grazie amica mia!!!!

Ho ricevuto una rapidissima risposta ad una mail, inviata con tanto timore e timidezza, che forse può preludere al recupero di un rapporto al quale tengo moltissimo…

Ho sentito l’affetto vero di un’amica della quale ogni tanto dubitavo, ma che per me ha fatto un gesto bellissimo… grazie mia vecchia amica “di esami”!!!

Come posso dubitare del futuro? Mi aspetta un 2013 che può portare di tutto, ma certamente non mi leverà l’amore che mi circonda! Grazie a chi mi rende la vita più bella!

Autoproduzione/ Un po' del mio mondo

Il mio sapone al the verde e…. la storia di un’amicizia!

Immagine

Due ragazzine incontratesi grazie ad un’inserzione….

Avevo 15 anni, ero una ragazzina timida e solitaria, grandissima lettrice ed instancabile grafomane… però avevo un po’ di intraprendenza e chiesi di pubblicare un’inserzione su un giornalino (ricordate il “Cioè”?), in cerca di amici di penna… del resto mica c’era internet negli anni ’80!

Mai avrei pensato di ricevere tante lettere, la mia paghetta se ne andava tutta in francobolli, ma grazie a questa valanga di contatti ho conosciuto gente speciale, amiche sparse in tutta Italia… e una più speciale delle altre, una quattordicenne che mi aveva cercata dalla mia stessa città, non rammento nemmeno più come mi avesse contattata, forse mi aveva telefonato (all’epoca ancora si trovavano tutti sull’elenco del telefono); siamo diventate amiche per la pelle, abbiamo fatto tante cose insieme, intere estati al mare, gelati in compagnia, lei altissima, magra, bionda e io più bassa, mediterranea e mora… non abbiamo mai litigato per un filarino perchè eravamo sempre tanto diverse… finchè un giorno qualcosa si è rotto, non so più nemmeno il perchè, nessuna di noi due rammenta cosa sia accaduto… il problema è che poi di lei non ho più avuto notizie, nessuno che ne sapesse nulla…niente!

Pochi mesi fa mi connetto a Facebook ed ecco una richiesta di amicizia, un bel segnalino rosso che sempre mi mette una voglia pazza di vedere chi mi cerca, mi piace sempre ricevere nuove richieste di amicizia… era lei!!! La mia amica Marina, non ci potevo credere, si era trasferita per sposare il lui dei suoi sogni, il suo principe azzurro…. un’emozione unica! Ci siamo viste di volata quando è venuta a trovare un po’ di vecchi amici, l’estate passata, poi sapendo che sarebbe ritornata a Natale…beh, ero contenta, ma con la consapevolezza che l’avrei vista di volata come la volta precedente; invece ha avuto un contrattempo, non sapeva dove alloggiare, e l’ho portata da me, ero strafelice come una bambina, grazie a mio marito che con il consueto amore e cura per me e per la mia felicità si è prodigato per sistemarla al meglio… insomma, abbiamo fatto ciò che si poteva, ma ne è valsa davvero la pena, era proprio bello riaverla intorno, stare il pomeriggio a chiacchierare davanti ad una tazza di the fumante, uscire insieme, anche solo per portare il cane a fare un giretto, poterle confidare le mie piccole chiacchiere intime, come facevamo trent’anni fa! Per lei ho preparato la crema per le mani, perchè fatica tutto il giorno e la pelle le si secca, per lei ho cucinato allegramente, ho messo la sveglia il mattino anche se io amo alzarmi con calma stiracchiandomi come un gatto, ma sono stata contenta di farlo per lei, per noi.

Immagine

Con lei che mi guardava, forse pensando alla tipa stravagante che si è ritrovata davanti dopo tanti anni, ho fatto il sapone: questo è al the verde, approfittando di un the che non mi piaceva affatto e che ho quindi utilizzato così, perchè buttarlo? Sarebbe stato un peccato….

Ho versato in una caraffa in plastica 300 gr. di infuso di the verde (a temperatura ambiente), l’ho appoggiata nell’acquaio e, munita di un bel paio di guanti in gomma (e aperta la finestra per non intossicarmi con l’odore pungente della soda), vi ho versato, con molta cautela e mescolando con un cucchiaio, 128 gr. di soda caustica.

Non avendo il termometro ho calcolato che sono sufficienti 15 minuti di riposo per arrivare circa a 45°C. (basta poter appoggiare le mani all’esterno del contenitore e sentire un calore tale da potercele tenere appoggiate), mentre nel frattempo ho riscaldato un chilo di olio evo versato in un pentolone in inox; quando ambedue i liquidi sono arrivati alla stessa temperatura (sempre prova mani) ho versato l’acqua con la soda nell’olio e ho iniziato a frullare con il minipimer, con molta cautela per evitare di spruzzare della sostanza caustica fuori dalla pentola.

In realtà in molti siti le raccomandazioni sono pure eccessive: si raccomanda l’uso del grembiule, di fogli di giornale per tappezzare il tutto…insomma, un po’ eccessivo, il che finisce per demonizzare l’uso della soda: l’unica cosa che mi sento di appoggiare, oltre all’uso dei guanti, è la protezione degli occhi… io sono abbastanza miope, quindi non ho avuto problemi, tanto senza occhiali non vedo nulla!

Tornando ora al procedimento: dopo pochi minuti di minipimer si arriva alla fase del “nastro”, ossia quando il composto è talmente denso che ci si può “scrivere” sopra con uno stuzzicadenti: questo è il momento in cui ho aggiunto le foglie di the verde, per ottenere un sapone lievemente esfoliante.

Ho versato poi il composto in uno stampo da plumcake in silicone, leggermente oleato, ho sbattuto un po’ lo stampo sul piano di lavoro per togliere eventuali bolle d’aria e ho messo il tutto al calduccio, avvolto negli asciugamani, per 24 ore: poi ho sformato il sapone e l’ho tagliato a pezzotti… ora è al fresco del terrazzo per la necessaria stagionatura, almeno un mese, ma più stagiona e meglio è (io di solito faccio affidamento sui due mesi)!

Le briciole rimaste al momento del taglio verranno polverizzate con il frullatore e utilizzate per il bucato in lavatrice con l’aggiunta di un po’ di bicarbonato di sodio: lavano benissimo e non si butta nulla!

Immagine

Riepilogo degli ingredienti:

1 kg. di olio evo

300 gr. di acqua (thè verde, nel mio caso)

128 gr. di soda caustica

foglie di the verde da aggiungere al nastro (quantità a piacere)

Immagine

Un momento musicale da condividere con voi:

[youtube=http://youtu.be/gTIRuGx7uc4]

Un po' del mio mondo

Un abbraccio pieno di amore a tutti voi!

2012-12-23 16.36.03

A voi che mi siete stati vicini, a voi che siete in pochi, ma so che il vostro affetto è sincero, a voi che mi avete sostenuta in quest’avventura appena iniziata e ad alcuni di voi che mi hanno sostenuta anche nel corso di altre fasi della mia vita.

A voi che sapete che quest’anno sono circondata dall’amore e lontana dai veleni, a voi che mi conoscete e sapete che la serenità ancora mi è ostile, a voi che avete fiducia nella mia caparbietà nell’arrivare dove voglio, serenità compresa…

A tutti voi…. grazie di esserci!

Buon Natale!

2012-12-23 16.22.072012-12-23 16.27.142012-12-23 16.23.542012-12-23 16.25.162012-12-23 16.24.032012-12-23 17.06.462012-12-23 16.25.032012-12-23 16.24.252012-12-23 16.39.222012-12-23 16.23.21

Un po' del mio mondo

Questa è la storia di un regalo

Il titolo è degno di Maria De Filippi a “C’è posta per te”. Ma qui non abbiamo calciatori, attori, o vipssss. Qui abbiamo un gruppo di amici e una persona speciale.

Cosa si regala a una persona che ha tutto? Un’emozione. Ecco. Il senso di questo post è proprio questo. Regalare un’emozione.

C’era una volta una bambina che inventava mondi, insieme con la mamma. Questa bambina divenne una ragazza che iniziò ad appassionarsi alla rete. Questa ragazza conobbe un ragazzo, in rete. E insieme scoprirono di essere l’uno l’amore dell’altro. Per la vita. E lo scoprirono senza nemmeno essersi mai visti. E quando si videro decisero di vivere insieme. Una favola del XXI secolo. Come le favole che popolano i mondi che la ragazza continua a inventare.

Questa ragazza è nata il 12 dicembre alle 12. Il numero 12 la segue da quando è nata, e ovviamente quest’anno, il 2012, ha un fascino particolare. Perché la data si scrive 12.12.12. E allora, per regalare un’emozione a Iaia, che voleva tanto fare una rivista per Natale, ma ha dovuto occuparsi necessariamente di altro, la rivista gliela regaliamo noi. Perché dico noi? Perché questo è un progetto a cui hanno preso parte tante persone. Una redazione virtuale, un Comitato di Redazione per correggere, impaginare, coordinare, aiutare. E tanti contributi scritti col cuore.

Perché tutta questa partecipazione? Perché 30 persone si mettono a scrivere? Perché qualcuno si mette a fare le nottate per correggere e impaginare? Perché si gestiscono centinaia di email, messaggi whatsapp, linee di chat gtalk, comunicazioni skype? Chiaramente ognuno continuando a fare quel che fa, rubando tempo dove si può, e a volte dove non si può. Perché?

La risposta più semplice è che si vuole restituire un po’ di quel che si è avuto. Perché Iaia è un catalizzatore di emozioni positive. Un formidabile aggregatore di pensieri positivi e di bei sentimenti. Perché Iaia è una bella persona. E per una volta, vogliamo farle sentire cosa vuol dire sentirsi oggetto di affetto, proprio come tutti i giorni fa lei con quelli che la leggono.

Oggi, 12.12.12, tutti i partecipanti all’iniziativa che hanno un blog pubblicano un post esattamente alle 12.12. E la rivista. Che si può vedere qui sotto.

[gigya src=”http://static.issuu.com/webembed/viewers/style1/v2/IssuuReader.swf” type=”application/x-shockwave-flash” allowfullscreen=”true” flashvars=”mode=mini&embedBackground=%23000000&backgroundColor=%23222222&documentId=121211121236-46da5e699cd24cd6a5ea16ac3bba1d18″ width=”420″ height=”291″ ]

Ma siccome sappiamo che Iaia ha un’insana e smodata passione per i mela-device, e i mela-device purtroppo non leggono flash, c’è anche la possibilità di arrivare alla rivista tramite questo link.

Buon compleanno Iaia!

Etniche

Un ritorno al primo amore: sushi e cultura nipponica!

2012-12-04 19.19.52

Amante della cultura nipponica da sempre, vissuta e respirata in dieci lunghi e faticosi anni di karate shotokai praticato con un sensei di quelli “veri”, non un istruttore improvvisato, ma un maestro di fama internazionale, un purista grazie al quale ho apprezzato il valore della fatica, la lezione di un pugno in pieno stomaco per non averci messo la necessaria concentrazione, la forza della mente che prevale sul corpo e sulle sue vulnerabilità, l’andare al di là dei propri limiti, la consapevolezza che la disciplina è alla base di tutto se convogliata in maniera corretta verso l’obiettivo.

Rammento la cerimonia del the, rammento l’annuale tributo al grande maestro Murakami in sua memoria, rammento il praticare degli esercizi di riscaldamento ai limiti dello sfinimento in pieno agosto come al gelo di dicembre, senza climatizzatore nè riscaldamento, rammento il pavimento gelato e noi a piedi nudi saltando a pieno ritmo per tentare di riacquistare la sensibilità delle gambe… dieci anni meravigliosi in cui ho imparato che il corpo segue la mente, che siamo padroni di noi stessi, che con la volontà si arriva ovunque, dieci anni stupendi che mi mancano da quando, appena sostenuto l’esame per il primo dan, ho lasciato il dojo e i miei amici a causa di alcune vicissitudini contrarie al mio essere me stessa, che avrebbero svilito la mia dignità, che mi hanno costretta a cambiare strada.

Ho amato la magia dei kata, danze volteggianti nell’armonia del corpo e del ritmo, e ancora rammento un kata avanzato, complesso e bellissimo eseguito in maniera magistrale su una spiaggia, al tramonto, da un amico… sembrava salutasse il sole, sembrava un tributo silenzioso e magico al sole morente nel mare, prima di iniziare una danza vorticosa di ichi, ni, san, shi, go, roku…. prima di volare sulla sabbia nella perfezione assoluta di un corpo totalmente dominato da una mente allenata…

Ho amato i nomi di ogni singolo attacco o difesa, imparati a fatica in una lingua tanto distante dalla nostra, ho amato parole e suoni e frasi poi pronunciate spesso per aiutare i dialoghi tra me e la deliziosa e sfortunata  moglie di mio cugino, giapponesina doc, con la quale ho intavolto discorsi bellissimi in inglese misto a tedesco e a giapponese, lei che era di diretta discendenza samurai, lei che come un piccolo samurai ha lottato tanto eppure ha perso, sconfitta da un male più feroce di lei.

Oggi il karate mi manca da morire, ma il poco tempo che il lavoro mi concede è tutto dedicato a mio figlio, al mio strepitoso undicenne che amo alla follia e del quale mi innamoro sempre di più, ogni giorno che passa… chissà se mai tornerò a praticarlo perchè il karate non è uno sport, non è una disciplina, è un modo d’essere e di concepire se stessi… ma nel mentre aspetto di riavere un contatto con una cultura che amo visceralmente mi concentro, quando posso, su una cucina in cui ogni gesto è un’opera d’arte, in cui ogni piccolo particolare porta con sè un significato profondo e ancestrale, gesti che a me non riescono perfetti, tutt’altro… ma ci provo e poi sono felice!

2012-12-04 19.18.15
2012-12-04 19.20.45

Il sushi è il tradizionale riso acido, elemento base della cucina orientale, conservato sin dell’antichità grazie all’uso dell’aceto di riso, misto a sale e zucchero, che ancor oggi dona alle “pallotte” di riso quel sapore così caratteristico, ed è grazie al riso così trattato che veniva conservato anche buona parte del pesce, seppur utilizzato solo nelle grandi occasioni a causa del prezzo elevato e non accessibile al popolo, quindi quando si parla di sushi ci si riferisce a qualsiasi preparazione a base di riso e non di “pesce crudo” come spesso sdegnosamente sento dire in giro da chi non lo apprezza ed, evidentemente, nemmeno lo conosce.

Il sushi di pesce è sano, magro, gustoso, purchè si abbia l’accortezza di congelare il pesce freschissimo appena acquistato, per evitare pericolose infestazioni da Anisakis, ma per il resto fa parte di un’alimentazione assolutamente sana; sto parlando genericamente di “sushi”, ma intendo anche preparazioni quale il sashimi, l’uramaki, il futomaki o altre varianti relativamente alle quali non sto a dilungarmi tanto è tutto buonissimo e io non sono uno Shokunin, ma solo un pasticciona che ci prova!

Il riso è stato risciacquato molto bene per togliere l’amido e poi cotto (io ho usato la risottiera da microonde che cuoce “quasi” al vapore); va utilizzato un riso a grani piccoli e dopo la cottura deve rimanere privo di amido e ben sgranato, dopodichè per ciascuna tazza di riso cotto verso un cucchiaio di aceto di riso pronto all’uso, mescolo e lo stendo sull’alga nori, poi aggiungo un velo di maionese fatta da me (molto light), un bastoncino di avocado e uno di salmone… e qui inizia il dramma! Avete la stuoietta di bambù? Auguri…. io ho utilizzato inizialmente un tappetino di silicone per arrotolare il tutto,  imprecando in aramaico, poi ho acquistato il sushi-roll che mi ha aiutata parecchio!

Per fare le pallotte di riso, come le chiama mio figlio, ho imparato a mettere sul fondo di una tazzina da caffè un pezzetto di pesce (salmone, tonno, sgombro… quello che volete) e coprire poi con del riso sino a riempire la tazzina, poi verso la tazzina su un tagliere e il giochino è fatto (confesso di averci rimesso anche una tazzina)!
2012-12-04 19.24.59

Ho accompagnato la cena con della salsa di soia dolce in cui ho sciolto della salsa wasabi (salsa al rafano) e con dello zenzero in agrodolce, utilissimo per “ripulire” la bocca tra un boccone e l’altro; ovviamente non poteva mancare dell’ottimo sakè, distillato di riso da bere caldo e che ha un potere dissetante incredibile ed oltre ogni rosea aspettativa, ma se siete astemi un the al gelsomino è perfetto.
2012-12-04 20.16.46
2012-12-04 20.17.54
2012-12-04 19.14.56

I nipponici, di una saggezza incredibile, fanno precedere sempre il pasto da una minestra calda e brodosa, perfetta per rilassare le pareti dello stomaco e favorire la digestione, ma non sempre è semplice reperirne gli ingredienti e infatti io non l’ho fatta, però quella a base di alga e funghi è strepitosa!
2012-12-04 20.49.08

Un po' del mio mondo

La leggenda di San Martino

Immagine

“San Martino e il mendicante” di Giotto (tratto dal web)

Martino era un ubriacone, perennemente con il bicchiere in mano, ma, nel corso di una serata d’inverno in cui aveva nevicato, nel mentre rientrava in casa, ubriaco fradicio come sempre, Martino, pur desiderando accoccolarsi nel calore del corpo della moglie, si fece degli scrupoli in quanto ella era in attesa di un bimbo e non voleva crearle delle preoccupazioni rincasando sotto l’effetto dei fumi dell’alcool.
Decise quindi di coricarsi in cantina, accovacciandosi in una nicchia scavata all’interno del muro, proprio dentro una gande botte: sfortuna volle che morì assiderato la notte stessa.
Nel momento in cui la sua anima giunse davanti a Dio, questi ne riconobbe la bontà dallo scrupolo usato nei confronti della moglie e che gli causò la morte, il che gli valse la decisione di farlo santo.
La moglie lo attese invano in quanto non ebbe più alcuna notizia del marito, ma dal momento della sua scomparsa dalla botte in cui la vita lo abbandonò iniziò a sgorgare del vino, come se non vi fosse un fondo a decretarne l’esaurimento.
Ben presto la notizia si propagò, attirando l’attenzione dei paesani e del prete, il quale, volendo accertarsi della verità, si accinse ad esaminare la botte in ogni piccolo particolare: ritrovò il corpo del santo all’interno della nicchia e, guardando all’interno della botte, si rese conto che al suo interno era spuntata una vite, che a sua volta aveva generato l’uva e che questa produceva il vino senza intervento alcuno.
Ecco perché San Martino è il patrono del vino.

Immagine

La festa di San Martino allieta la mia terra con il rosso del sommaco, scalda i cuori con il profumo delle caldarroste e dei ciocchi al fuoco, rende il Carso degno della tavolozza di un maestro della pittura, allieta con le feste paesane e i calici di vino… ecco un assaggio di colore che la natura ci dona in questo bellissimo periodo!

Un po' del mio mondo

L’inizio di una nuova avventura…

L’inizio di una nuova avventura…

Dopo aver trascorso un periodo in un altro blog, dove ho imparato e mi sono divertita e in cui ho conosciuto molte belle persone, ho sentito l’esigenza di creare uno spazio in più, un angolino tutto mio dove poter postare qualsiasi cosa mi passi per la mente, dove potermi sfogare senza combinare guai in cui coinvolgere anche le mie compagne… questo è il senso di “Cucina in controluce”, un mondo fatto di immagini e di manicaretti, un salotto di buone letture e di cinema… un angolino di me! Siate i benvenuti e lasciatemi un soffio del vostro passaggio…

Tatiana

This site is protected by wp-copyrightpro.com