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Vegetariane

Economiche/ Primi/ Ricette vegetariane

La vellutata di zucca nella zucca

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C’è odore d’autunno nell’aria, un profumo di cui nemmeno mi era resa conto visto il periodo turbolento che sto vivendo, eppure domenica nell’attraversare l’altopiano di Trieste mi sono persa a guardare incantata il tripudio di colori che tingono i boschi, tutta una gamma cromatica che dal verde dei pini marittimi vira verso il rosso acceso del sommaco passando per l’ocra.

Uno splendore unito al mio rammarico perchè questo bellissimo autunno mite me lo sto perdendo, perchè mi sto privando di tante belle passeggiate in mezzo alla natura, ma proprio il tempo non c’è: rincaso dal lavoro e ho appena il tempo di pranzare prima di correre dalla mamma che, fortunatamente, migliora ogni giorno sempre di più.

Ho voluto rendere onore a questa stagione così dolce a modo mio, con le prime zucche che ho acquistato: questa volta le ho comperate in Slovenia per non ripiegare sulla solita mantovana verdognola… non sono bellissime?

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Ingredienti:

mezzo porro

mezza cipolla rossa

una patata

300 g. di zucca

40 g. di burro

100 g. di Asiago

sale un pizzico

200 g. di acqua

35 g. di farina

crostini di pane per rifinire

olio evo q.b.

Procedimento:

tritare il porro e la cipolla ed imbiondirli nel burro fuso, aggiungere la patata e la polpa della zucca precedentemente ammorbidita (4 minuti alla massima potenza in microonde sono sufficienti), unite l’acqua, la farina, l’Asiago a dadini e il sale e cuocere per circa venti minuti (se usate la pentola a pressione o il Bimby, altrimenti regolatevi aumentando il tempo di cottura), poi frullare il tutto e servire con il pane tagliato a cubetti e saltato nell’olio extra vergine di oliva.

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Etniche/ Ricette vegetariane

Zuppa con i noodles (senza alcuna cognizione di causa)

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Finalmente è arrivata la bora a spazzare via la nebbia dai cieli della mia Trieste, dopo giorni di umidità intensa e coperti da una coltre di nebbia da far concorrenza alla Val Padana, un vento fortissimo che ci ha regalato l’aria tersa, il cielo privo di nubi, un sole che è una meraviglia: raffiche a 120 chilometri orari che hanno iniziato a mettermi a dura prova nei miei spostamenti in scooter, nonostante chi lo usi sempre sappia quali sono i punti “caldi” (per modo di dire… 🙂 ) in cui prestare maggiore attenzione, dove le raffiche si incanalano creando dei vortici d’aria pericolosi e in grado di rovesciare chiunque.

Però fa freddo, tanto freddo, le raffiche si insinuano ovunque, non servono abiti caldi se il vento è in grado di oltrepassarli, sono necessari giubbotti lunghi a tenuta perfetta, guanti, sciarpe e tutto ciò che aiuti a bloccare gli spifferi gelidi; in questa settimana ho usato tanto lo scooter tra le corse in ufficio e tutti i colloqui con i docenti di mio figlio, tre pomeriggi a raggiungere una scuola ubicata in una zona dove la bora soffia ancora più forte rispetto al centro cittadino… erano anni che non soffrivo così tanto il freddo!

Poi uno si aspetta di rincasare e trovare un ambiente caldo e confortevole, di sentire immediatamente le guance andare in fiamme per il calore domestico… e invece niente, tiè! Da quando ci hanno applicato le termovalvole l’impianto di riscaldamento non funziona più a dovere e in casa a stento si raggiungono i 18 gradi, che per una freddolosa come me è un dramma, quindi vivo di the caldo e zuppe a volontà 🙂

Spesso rincaso molto tardi rispetto alle ore canoniche dei pasti, quindi bisogna organizzarsi prima e siccome non sempre ci riesco, stavolta ho provato a rendere “zupposi” dei noodles che richiedevano solo quattro minuti di cottura (meglio di così…), usando un po’ gli ingredienti a casaccio, senza alcuna cognizione di causa, per l’appunto, ma ottenendo un pasto caldo buono buono che ho poi ripetuto più volte!

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Ingredienti:

olio di sesamo q.b.

mezzo porro (ho usato la parte verde)

una manciata di funghi (quelli che volete, qui ho usato i porcini freschi, ma la volta precedente ho utilizzato quelli essiccati in casa dell’anno precedente)

salsa di soia q.b.

fish sauce q.b.

un pizzico di sale

125 g. di noodles di frumento

acqua a volontà (con un litro ne escono tre belle scodelle piene)

Procedimento:

Tagliare il porro a rondelle e farlo saltare nell’olio di sesamo caldo, poi unire la salsa di soia (io ho utilizzato gran parte di fish sauce e poca di soia perché sono intollerante a quest’ultima), aggiungere l’acqua, versare anche i funghi affettati, aggiustare di sale e coprire per pochi minuti; versare anche i noodles e cuocere per il tempo indicato sulla confezione (4 minuti nel mio caso)… pochi minuti per una zuppa saporita e appagante!

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Etniche/ Primi/ Ricette vegetariane

Finalmente i soba (con il risucchio!)

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Da lungo tempo nella mia dispensa risiedevano alcune confezioni di soba, ultimo ricordo di una meraviglioso pacco di golosità etniche regalatemi da mio cugino, legato al Giappone oramai da anni a seguito di un matrimonio internazionale e che conosce bene la mia passione per il cibo tipico di tale paese.

Ci ho pensato tantissimo perché temevo di sbagliare la cottura, pur avendo avuto da lui la ricetta da utilizzare, poi alla fine,  come al solito, ho fatto a modo mio, in particolar modo in vista della prossima scadenza del prodotto.

I soba sono una sorta di spaghettini marroncini realizzati con la farina di grano saraceno, vengono confezionati a mazzetti (le dosi citate in ricetta), tant’è che solitamente si considera un mazzetto a testa: noi siamo in tre e prima di sentirmi dire che son pochi ne ho usati quattro 🙂

Avendoli preparati caldi ho usato la versione “zupposa”, ma  si tratta fondamentalmente di un piatto da gustare freddo e quindi perfetto per l’estate, oltretutto  ogni boccone andrebbe accompagnato da una sorta di risucchio per gustare al meglio anche la parte brodosa, che a noi sembra comico, ma nella cultura orientale ha un significato, legato al gradimento, più profondo; io l’ho voluto preparare caldo e anche un po’ a modo mio,  secondo i miei gusti, pur senza stravolgere alcuni degli ingredienti cardine della cucina nipponica.

La mia è una preparazione un po’ occidentalizzata per carenza di materiale, tuttavia andrebbero serviti sugli zaru, una sorta di piccoli vassoi in bambù, e accompagnati da una teiera cubica contenete l’acqua di cottura da utilizzare, a termine del pasto, per allungare ciò che rimane del condimento e farne un brodo leggero molto gustoso da bere.

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Ingredienti:

4 dosi di soba

1 porro (ho utilizzato la sola parte bianca perchè era molto grosso, ma personalmente trovo che anche quella verde stia benissimo)

2 cucchiai di semi di sesamo

3 cucchiai di salsa di soia

2 cucchiaio di aceto di riso

4 cucchiai di olio di sesamo

acqua q.b.

Procedimento:

Cuocere i soba in acqua non salata per il tempo indicato sulla confezione (la mia indicava quattro minuti), nel frattempo tostare i semi di sesamo in un padellino antiaderente, poi metterli da parte e affettare il porro; nel frattempo, in una ciotola, mescolare la salsa di soia, l’olio di sesamo, l’aceto di riso e un po’ di acqua per ottenere la parte liquida (se fossero stati preparati freddi ne sarebbero bastate un paio di cucchiaiate); scaldare il wok e versarvi il condimento in cui andremo a far saltare il porro affettato, successivamente vi aggiungeremo i soba e, solo da ultimo, il semi di sesamo. Far saltare ancora un po’ sino ad amalgamare gli ingredienti e servire.

PS: ho beccato il marito che, zitto e nascosto, tentava di grattugiarci sopra il parmigiano!

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Arte, storia ed architettura/ Primi/ Ricette vegetariane

Mantova e i casoncelli nascosti!

Sabbioneta

Sabbioneta

E’ deciso: si parte per un fine settimana, ancora increduli di aver ottenuto tutti un giorno libero dal lavoro e dalla scuola… siamo una famiglia fortunata! La scuola è chiusa grazie ad un ponte con la giornata del santo patrono, al lavoro sono piovute suppliche e scene madri, non si sono verificati cataclismi, né influenze, né epidemie né tanto meno catastrofi naturali… non siamo nemmeno più in bolletta del solito, un pieno di gasolio lo possiamo fare… infilo in borsa un paio di abiti di ricambio e riempio una sacca di cibo da sistemare sugli scaffali del camper (persino il frigorifero funziona… ovvio, mica siamo ad agosto, stagione in cui notoriamente si rifiuta di partire)!

Destinazione? Dopo tante discussioni? Abbiamo ipotizzato Parma, Sabbioneta e Mantova, poi rammento al marito che non si può partire un giorno prima, pena il linciaggio da parte del figlio derubato di Halloween, quindi tagliamo Parma e si avvia il motore in direzione Sabbioneta.

Il mercatino

Il mercatino

Ci troviamo dinanzi un piccolo borgo, oltretutto Patrimonio dell’Umanità, molto curato e fortunatamente provvisto di un bellissimo mercatino dell’antiquariato (sorvolo sugli occhioni dolci fatti al marito affinché cedesse un paio di banconote alla sottoscritta… momentaneamente…ehm…sprovvista di contante): non abbiamo visitato alcun palazzo all’interno perché doversi sempre organizzare a turni avendo due cagnette che ci accompagnano, beh… diventa faticoso ed impegna troppo tempo! Abbiamo gironzolato con calma lungo le pulitissime stradine di Sabbioneta, chiacchierato con alcuni abitanti del luogo di una gentilezza squisita, osservato i palazzi e approfondito gli aspetti più interessanti grazie all’ufficio turistico locale, per poi rientrare all’area di sosta che ci ha ospitati, completa di acqua e di scarichi e totalmente gratuita… una chicca!

A parte il divieto violato... è proprio carino!

A parte il divieto violato… è proprio carino!

L’indomani mattina siamo ripartiti alla volta di Mantova, una piccola città deliziosa, pulita, con un’atmosfera provinciale molto rilassante ed un centro storico di tutto rispetto, dove abbiamo avuto modo di passeggiare, con il naso all’insù,  osservando i bellissimi palazzi, anche se molti dei quali totalmente coperti a seguito dei restauri in corso d’opera; purtroppo noi ci siamo trovati in città nella giornata del lunedì, turno di chiusura dei musei (ma porca miseria… se uno ha solo il lunedì viene totalmente punito!), pertanto abbiamo cercato di concentrare le uniche visite cui non intendevamo rinunciare al martedì mattina seguente, in vista del fatto che la sera dovevamo rientrare a casa, focalizzandoci unicamente sul Castello con il Palazzo Ducale e sul Palazzo Te.

La casa di Rigoletto

La casa di Rigoletto

Un piacevole tocco di antichità sul palazzo delle Poste

Un piacevole tocco di antichità sul palazzo delle poste

Il Castello di Mantova

Il Castello di Mantova

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Una delle splendide sale di Palazzo Te: la stanza dei giganti, un affresco a tutto tondo da lasciare senza fiato!

Una delle splendide sale di Palazzo Te: la stanza dei giganti, un affresco a tutto tondo da lasciare senza fiato!

Naturalmente non ho omesso la ricerca, caldamente consigliata da una cara amica, dei casoncelli alla zucca e amaretto, ma non sono stata in grado di trovarli in alcun negozio, pertanto ho pensato di farmeli da sola e di offrirveli per il pranzo di oggi!

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Ingredienti:

Per la sfoglia:

300 g. di farina di grano tenero

3 uova

Per il ripieno:

500 g. di zucca mantovana

80 g. di parmigiano

100 g. di amaretti

100 g. di mostarda mantovana

sale q.b.

noce moscata q.b. (io però ho usato la cannella perchè la preferisco)

pepe q.b.

un tuorlo per sigillare i dischetti di pasta ripiena

Procedimento:

Impastare tutti gli ingredienti previsti per la sfoglia e riporla a riposo per almeno un’ora; nel frattempo tagliare la zucca a cubetti ed infornarla a 180° per circa 30-45 minuti (fate attenzione perché dipende dal forno) o fintanto che si possa ridurre in purea, poi unire gli altri ingredienti rimasti. Mescolare bene e versare delle piccole quantità, a intervalli regolari, sull’impasto: tagliare poi dei dischetti di pasta e ricoprire la parte farcita con dei dischetti di uguale misura, sigillandone bene i bordi con del tuorlo d’uovo spennellato.

Cuocerli in acqua salata per circa 4 minuti e condirli con burro, salvia e parmigiano: deliziosi!

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Bimby/ Economiche/ Primi/ Ricette vegetariane

La creatura del bosco e la sua zucca magica

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Sono una creatura del bosco, è indiscutibile: oramai sono prossima al letargo e i risvegli mattutini sono diventati un incubo, al lavoro ho gli occhi sbarrati davanti al computer e appena apro un codice mi si incrocia lo sguardo e le palpebre si rifiutano di collaborare. Ascolto con attenzione chi si siede davanti a me e mi espone i propri problemi e le relative necessità, ma la mente tende a volare al divano di casa mia e ai cuscini soffici che lo ricoprono… che poi se mi ci siedo con un libro tra le mani è matematico che mi addormento  nel giro di cinque minuti al massimo.

La sera sono talmente stanca che preparare la cena diventa un’impresa ciclopica, mi prefiggo puntualmente le verdure, ma si sa che vanno lavate e ripulite e finisce che mi trovo stravolta davanti ad una scodella di latte, incapace di fare alcunché: solo la domenica sono pimpante e piena di energia e ciò a causa degli orari massacranti che mi allietano tutta la settimana. Non ce la posso fare sino all’estate prossima.

E allora ho affinato la tecnica delle zuppe, delle vellutate, ovviamente con l’aiuto esclusivo del Bimby che me ne prepara tre scodelle alla volta, una che mi riscalda la pancia nell’immediato e altre due da riporre nel frigorifero per l’indomani: sono sane, economiche, ricche di verdure, confortevoli e scendono che è una bellezza. Ora ho il “trip” della zucca, che ho scoperto essere un prodotto fantastico, io che la guardavo di brutto ogni inverno, non sapendo bene cosa farmene con quella buccia dura da scalfire, tutti quei bitorzoli impossibili da togliere, poi ho avuto un’illuminazione e ho iniziato a sperimentare, scoprendo un ortaggio incredibilmente versatile seppur difficile da tagliare, con quel suo colore allegro e simpatico, arancione come un tramonto d’estate, con il suo tocco dolciastro perfettamente abbinabile ad ogni piatto se ben equilibrato con gli altri ingredienti. Insomma, la magica zucca sa il fatto suo e questa volta l’ho voluta mettere nella vellutata.

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Ingredienti:

una cipolla piccola

400 g. di zucca a pezzetti

400 g. di patate a pezzetti

20 g. di olio evo

un cucchiaino abbondante di dado vegetale (meglio se fatto in casa)

un pezzetto di zenzero di 1 cm. circa (io ho usato quello secco perché l’avevo terminato)

15/20 g. di burro

una spolverata di paprika dolce (facoltativo)

Procedimento:

Chiaramente la cottura in pentola a pressione è assolutamente perfetta, dopo aver imbiondito la cipolla tagliata fine in poco olio extravergine, e in circa venti/trenta minuti si cuoce tutto (fate qualche prova perché molto dipende dal tipo di zucca): basteranno poi pochi colpi di frullatore ad immersione avendo però l’accortezza di inserire il burro solo a fine cottura e prima di frullare il tutto.

Io ho usato il Bimby, nel cui boccale ho inserito la cipolla tagliata in quarti, frullata brevemente a vel.5 e poi ripassata nell’olio per 10 minuti a 100° a vel.1; successivamente ho inserito tutti gli ingredienti tagliati a pezzi grossolani e ho impostato la cottura a 100°, vel.1, per 30 minuti; alla fine ho aggiunto il burro frullando per 30 secondi a velocità 10.

Versare nelle fondine e spolverizzare con della paprika dolce.

Ed ecco fatto, in barba a pigrizia e stanchezza da bradipo!

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Ricette vegetariane/ Salse e sughi

Le ultime zucchine e un pesto alternativo

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Finalmente il giorno della partenza tanto atteso si sta avvicinando, con quel tocco di ansia perché il ritorno a casa coinciderà con il ritorno a scuola, e la mia stanchezza sta toccando il massimo storico: mai più farò l’estate tutta tirata senza un solo giorno di ferie, questa è una regola che mi sono imposta perché ho lavorato come una matta sostituendo colleghi e senza mai un aiuto, perché ho avuto dei cari amici in visita e mi sono trovata bloccata tra casa e ufficio, perché è passato a trovarmi anche un provvidenziale mal di denti a scombinarmi i piani, perché ho trascorso giornate dense di preoccupazioni a causa della salute della mamma.

Sono riuscita a trascorrere un solo fine settimana lontana da casa, due giorni meravigliosi a Oberdrauburg, in Austria, del quale mi sono rimasti un ricordo incantevole e qualche scatto fatto da mio figlio, tre tra tutti che mi hanno incantata e che lascio anche qui…. perché Federico ci tiene davvero e anche a me piacciono proprio tanto!

Prima della partenza voglio far fuori un po’ di zucchine, sia mai che il frigorifero del camper non faccia problemi come sempre e mi tocchi vederle appassire… è un pesto alternativo che mi permetterà di godermi uno strascico d’estate mediterranea anche nell’atmosfera nordica che ci accoglierà a breve… Berlino arriviamo!!! E noi ci si vede un po’ più in là……

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Ingredienti:

350 g. di zucchine (2 zucchine grosse)

90 g. di parmigiano (se avete del pecorino ben venga…)

250 g. di olio evo

75 g. di mandorle pelate

1 spicchio grosso di aglio

basilico q.b. (io qui ci vado un po’ pesante… lo adoro!)

sale q.b.

Procedimento:

Per prima cosa ho pelato le mandorle tuffandole per pochi minuti in acqua bollente, poi le ho tritate e messe da parte insieme al formaggio grattugiato, ho tritato le zucchine a crudo e le ho lasciate un po’ a colare per togliere un po’ dell’acqua che inevitabilmente rilasciano, alla fine ho riunito tutti gli ingredienti nel boccale del Bimby (o del frullatore) e ho macinato tutto insieme, non troppo finemente perché amo sentire sotto i denti un po’ di consistenza.

Ho versato tutto nei vasetti e messo nel congelatore perché se ci si mette il formaggio da subito c’è sempre il rischio di fermentazione (mi accadde anni fa… da allora congelo il pesto non destinato ad un consumo immediato).

Un pesto alternativo ed economico anche se (non me ne vogliano i liguri) non potrebbe definirsi con tale nome, ma delicatissimo anche se spalmato su una fetta di pane casereccio.

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Etniche/ Primi/ Ricette vegetariane

A passi lenti sotto la pioggia

IMG_3196Il tempo è cambiato e, nonostante ci si stia affacciando appena al mese di agosto, in queste giornate di pioggia e di estrema variabilità sento già un pizzico di autunno incombente e con un po’ di tristezza mi rendo conto di essermi giocata giugno, il mese più bello, alle prese con i libri scolastici, e di essermi bruciata una parte di luglio, mese stupendo, a causa dell’eccessivo calore che mi ha tolto ogni briciola di energia.

Tra un mese sarò già lontana, finalmente a godermi le vacanze e al cui ritorno non potrò più nuotare nel mio mare: ecco l’aspetto che più mi deprime, non tanto la mancanza dell’estate in sé quanto quella dell’acqua salata, del profumo di alghe, del riemergere tra gli scogli evitando le cozze e gli anemoni, dell’aroma nel naso perché è vero che il mare profuma di estate e libertà.

Allora mi affaccio al panorama strano di questa giornata, sotto un cielo plumbeo in cui le nuvole scure rotolano incessantemente, sferzate da un vento insistente e gelido, e passeggio lentamente nonostante le goccioline di pioggia quasi autunnale, a passi lenti per arrivare all’autunno più tardi possibile perché l’estate voglio che duri ancora un po’, perché ho ancora bisogno di annusare il mare, perché un mese scarso voglio farlo durare almeno sessanta giorni.

Ho voglia di un comfort food che però non risulti autunnale, un qualcosa che mi coccoli più di una insalata estiva senza però farmi sentire pronta per l’inverno perché non lo sono affatto, un qualcosa che possa coniugare le verdure di cui sono ghiotta con il tocco esotico degli altri ingredienti usati, che sia di velocissima preparazione perché ho ancora tanta vita da godere e mi serve molto tempo libero, che sia leggero e che mi faccia sentire già un po’ in vacanza.

Ecco i miei noodles di riso semplici semplici ma pieni di sapore 🙂

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Ingredienti:

noodles di riso (le boccucce di casa mia richiedono 100 g. a testa)

zucchine (da qui in poi le quantità sono a gusto personale)

carote

aglio (uno spicchio)

zenzero (circa 1 cm)

buccia di lime (parte esterna)

erba cipollina

olio di sesamo

salsa d’ostrica (un cucchiaio)

Procedimento:

Far saltare in padella l’aglio tritato con lo zenzero in poco olio di sesamo e successivamente aggiungere le zucchine  e le carote a striscioline (le mie sono state tritate perché erano piccolissime e bitorzolute) facendole saltare appena il tempo di avere un minimo di cottura senza però che perdano la croccantezza; aggiungere da ultimo un po’ di buccia di lime tritata grossolanamente e una piccola quantità di salsa d’ostrica.

Lasciar rinvenire i noodles di riso nell’acqua calda non salata appena il tempo indicato sulla confezione, scolarli delicatamente e aggiungerli alle verdure, mescolando il minimo indispensabile per non scuocerli e rovinarli: impiattare con qualche filo di erba cipollina sminuzzata ad insaporire il tutto.

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Antipasti e stuzzichini/ Economiche/ Ricette vegetariane/ Secondi

Il profumo di settembre

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E’ trascorso del tempo oramai da quando detestavo settembre, povero mese maltrattato solo perché rappresentava la fine della mia stagione preferita, perché segnava la fine delle giornate trascorse a sguazzare nel mio mare, la fine di pomeriggi pigri a godersi le carezze del sole sulla pelle e anche l’inizio degli impegni, di un lungo inverno di fatica e lavoro, senza nemmeno un giorno di ferie se non qualche giorno libero dall’ufficio solo per studiare o per sostenere qualche esame. Ora gli impegni sono diversi, forse seguire mio figlio con la scuola è ancora più faticoso e frustrante perchè l’impegno non è più in prima persona, perché ogni giorno devo mediare tra le spesso eccessive richieste scolastiche e la sua esasperazione che alla fine si concretizza in rifiuti che ledono solo la sua posizione… e l’estate comunque finisce, la temperatura è più mite, però ho imparato che si può godere della giornata di sole e scendere al mare ugualmente, che il fresco della sera può essere piacevole, che i colori cambiano e anche le nuove sfumature hanno una loro poesia perché la natura è viva e come tale va recepita.

Penso sia una consapevolezza diversa di sé, un’accettazione del momento, un saperlo cogliere lontano anni luce dall’arroganza dei vent’anni, quando tutto o è bianco o è nero, quando esistono solo la spensieratezza estiva e le calde serate a fare baldoria, quando la passione è alle stelle e si vive al ritmo della musica e nell’intensità dei tramonti… ora è diverso, ci sono i silenzi contemplativi, anche quelli in piena solitudine, se nessuno mi chiama per uscire mi sta benissimo, finalmente posso prender fiato e riprendere il contatto con la mia vita senza la frenesia che contraddistingue ogni istante del quotidiano. Posso sedermi sul balcone, annusare l’aria e sentire il profumo che cambia e che, ieri sera, era quasi lo stesso che sentivo nelle sere di primavera avanzata, quando eravamo già proiettati verso la “mia” stagione… perché io vado sempre ad olfatto, l’aria profuma di odori diversi a seconda della stagione e le mie sensazioni si agganciano sempre ai ricordi olfattivi, quelli potenti che riescono a metterti in subbuglio l’anima.

Sento sempre più profumo di rinascita, anche se si sta virando verso il freddo dell’inverno, e ritorna prepotente la voglia di passeggiare lungo il mio mare, quello che d’inverno è meraviglioso nel suo bianco e nero, quello che ti regala la sensazione di affacciarti sul Baltico perché se il nord Adriatico viene spazzato dalla bora la sensazione è la stessa, il freddo intenso, l’aria tersa e il profumo di sale appena accennato, gli spruzzi bianchi dei marosi che si infrangono sulla scogliera… ecco, questo è diventato per me settembre, non un mese di transizione ma da assaporare nella sua pienezza.

La cucina di settembre può essere un compromesso equilibrato di sapori e di freschezza e di consistenze tiepide, perché no? E allora ho preparato questi spiedini rigorosamente vegetariani, ma non vegani perché la cosa mi è un po’ antipatica, a base di polpettine di lenticchie ancora tiepide e di ciliegine di mozzarella fresche, inframmezzate da pezzettini di peperone bianco dolce per evitare la commistione tra i due e mantenere l’equilibrio, per godere di un boccone fresco come l’estate e di una polpettina tiepida del colore dell’autunno, il tutto su un letto di verdura mista, di ciò che il mio orticello casalingo ancora mi ha offerto, un misto tra vari tipi di verdura a foglia verde e di portulaca, erba spontanea che mi ha invaso mezzo balcone e che però è parecchio gustosa, specie se ravvivata anche da un pizzico di menta fresca…. ecco, qui c’è tutto ciò che settembre ancora mi ha generosamente offerto!

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Ingredienti per circa 35 polpettine:

150 g. di lenticchie pesate a crudo

180 g. di pane raffermo grattugiato

1 uovo medio

un pizzico di fiocchi di sale affumicato Falksalt

tre spicchi d’aglio

3 peperoncini di Cayenna essiccati

olio evo q.b. per le polpettine e altrettanto per la cottura in padella

una manciata di prezzemolo dolce appena colto

Preparazione:

  • cuocere le lenticchie in pentola a pressione calcolando 15 minuti dal sibilo, con l’aggiunta di un pizzico di sale;
  • poi mescolare tutto con il robot da cucina, “impolpettare” le biglie e passarle in una padella con un velo di olio evo finchè avranno un aspetto dorato;
  • infilzare tutto in uno spiedino alternando polpettine, mozzarella e peperone bianco crudo;
  • adagiare gli spiedini sull’insalata precedentemente condita.Immagine 013

Dopo tanto tempo vi lascio con un po’ di musica, si tratta di uno dei brani che preferisco in assoluto da sempre e che trovo si adatti perfettamente a questo momento….

 

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Antipasti e stuzzichini/ Autoproduzione/ Etniche/ Ricette vegetariane

Contaminazioni mediterranee

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Ogni viaggio per me diventa un’occasione per annusare il mondo, dove profumi e sensazioni si mescolano in un vortice di emozioni assolutamente inscindibili, dove incontro culture diverse e umanità di ogni tipo, da conoscere, da approfondire e dalle quali imparare sempre qualcosa di nuovo, in una commistione culturale che possa allargare i miei orizzonti e rendere la mia mentalità più aperta ed elastica.

Ogni viaggio diventa un’esperienza sensoriale prima di ogni altra cosa, prima di ciò che posso apprendere da chiese, palazzi e musei perché la cultura di un popolo passa innanzitutto per i profumi e i sapori della cucina… solo dopo aver annusato ed assaggiato le spezie di un mercato riesco a collegarle ai colori di un affresco o alle stuccature dorate di un palazzo, solo allora posso capirne le radici storiche, l’esegesi culturale, come solo dopo aver capito la storia di un popolo riesco ad entrarne nella relativa mentalità e ad assimilare tutto ciò che possa ampliare i miei limiti mentali.   

Quando lessi la ricetta pubblicata da Margherita iniziai a pensarci su, con la tentazione di provarci perché mi sembrava una cosa semplice e realizzabile, una bellissima idea fare il paneer in casa, poi comunque mi feci un giretto nel web per saperne di più perché alla fine io sono una curiosona! E ho appreso che si tratta di una ricetta sudasiatica (पनीर  in Hindi), diffusa in India e Pakistan, preparata senza l’uso del caglio, senza il sale e perfetta sia al naturale che come base per altre preparazioni, oltretutto molto diffusa anche in altri paesi in mille varianti e dai molteplici nomi… insomma, perfetta e versatile anche per i miei pasticci in cucina! Non che con un litro di latte ne esca molto, però alla fine si ottiene un ottimo formaggio spalmabile a basso costo, specie se si parte dal latte del discount che alla fine si acquista con pochi centesimi.

La preparazione è semplicissima in quanto è sufficiente far arrivare il latte a bollore, aggiungere 3/4 cucchiai di aceto bianco (o limone) e mescolare: il latte si caglierà subito e, non appena raffreddato, basterà versarlo in un colino rivestito con una pezza di cotone o di garza e strizzare la parte solida; il caglio rimasto potrà essere riciclato per una successiva cagliatura, anche se meno decisa rispetto a questa ottenuta con l’acidificazione oppure tenerlo da parte per la preparazione di crepes salate.

Una volta versato il paneer in una ciotola l’ho mescolato con del prezzemolo tritato (io ho usato quello del mio balcone, molto dolce e delicato), ma avendo del coriandolo penso si ottenga il massimo del risultato, poi ne ho fatto delle palline e le ho ripassate nella farina di pistacchio di Bronte, acquistata alla Vucciria di Palermo e dal sapore delicatissimo e particolare.

Volevo utilizzare alcune delle chicche acquistate in vacanza, ma l’idea di limitarmi a replicare delle ricette tipiche, che sicuramente i siculi preparano meglio di me, non mi interessava particolarmente… al contrario mi si sono illuminate le papille gustative quando ho conosciuto il pistacchio di Bronte, così versatile sia nei piatti salati che in quelli dolci.

Con il paneer si possono fare delle “biglie” dolci altrettanto strepitose e delicatissime, ma queste ve le preparerò la prossima volta!

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Ingredienti:

1 l. di latte intero (che sia fresco o UHT non cambia)

3 o 4 cucchiai di aceto bianco (dipende dal grado di acidità) o di limone

un mazzetto di prezzemolo

q.b. farina di pistacchi di Bronte

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Primi/ Ricette vegetariane/ Salse e sughi

Il verde più bello

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Mi affaccio al balcone e c’è il bosco, tanto vicino che lo posso toccare, è di un verde vivo perchè è vero che la pioggia rende i verdi più intensi, grosse gocce stanno scendendo da un cielo plumbeo, tuona, l’acqua scende a catinelle, soffia una brezzolina gelida.

Lo stesso bosco che a primavera inoltrata mi apre il cuore quando guardo il suo verde, quando mi siedo e fisso incantata quel quadrato di prato che sorge a poco più di un metro dalla mia mano, sembra una distesa infinita e con la fantasia sto passeggiando in quota, su una cresta dolomitica, dove il verde è lo stesso, vivo e incontaminato.

L’estate è turchese come il mare e verde come i monti, questa è la mia idea dei colori ideali… la voglia di partire talvolta è tanta, ma amo la mia casa, il mio nido, specie ora che l’ho un po’ rivisitato lavorandoci molto e scovando dei complementi vintage, giocando con pochi soldi e tanta fantasia, allora la mia passeggiata dolomitica la faccio a pochi metri da casa, sempre accompagnata da Bubu e Polly, e la campagna la vivo raccogliendo bruscandoli, che dopo la pioggia spuntano in un’esplosione di gemme e il verde più bello lo metto nel piatto.

Questa ricetta la preparava la mia mamma quand’ero una ragazzina, lasciando i bruscandoli sbollentati nel piatto, mescolati alla pasta, ma in casa mia vivono due omini che apprezzerebbero il verde solo se si trattasse di Nutella colorata, quindi ho dovuto frullare il tutto e preparare una cremina, ma il sapore è rimasto lo stesso, con una gradevole punta di amarognolo nel piatto mitigata dalla dolcezza della panna!

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Ingredienti:

un mazzolino di bruscandoli (gemme di luppolo selvatico)

qualche cucchiaio di panna da cucina

sale q.b.

una manciata di pinoli tostati (circa 15 g.)

400 g. di linguine

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Procedimento:

Sbollentare per pochi minuti i bruscandoli in poca acqua salata in modo da togliere l’eccesso di amarognolo, poi frullarli con il minipimer utilizzando un cucchiaio di acqua di cottura, mescolare poi la crema ottenuta con un po’ di panna da cucina e condire la pasta. Servire immediatamente la pasta cosparsa di pinoli leggermente tostati.

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