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Bodenwerder, Polle e Trendelburg… da una fiaba all’altra! – giorno 9

Il Barone di Münchhausen posto all’ingresso del museo a tema

Stamani lasciamo Hameln e continuiamo la nostra strada delle fiabe, anche se da questo momento in poi i post li leggerete in differita avendo quasi terminato i giga di internet e le foto pesano parecchio, quindi solo a trasferirle dal telefono al tablet faccio danni.

La prima tappa della giornata la facciamo a Bodenwerder, la città del Barone di Münchhsusen, fantasioso personaggio noto per le proprie fantasie di narratore; egli infatti nacque a Bodenwerder l’11 maggio 1720, in quello che è l’odierno municipio ed allora casa padronale, prestando successivamente servizio militare per l’esercito russo, alla corte dello zar, per ben dodici anni. Nei pressi di Riga conobbe anche Jacobina von Dunte, che ebbe in moglie per ben 46 anni, sino alla morte di quest’ultima e fu con lei che ritornò nella propria città natale all’età di trent’anni, assumendo la guida del podere paterno ed ingrandendolo e fu proprio qui che, tra il fumo della pipa e il vapore del punch caldo, che iniziò a raccontare agli amici le sue fantastiche avventure.
La sua fervida fantasia raggiunse tali livelli di popolarità che esse iniziarono a viaggiare di bocca in bocca, finché il verbo, ad opera di autore anonimo, venne riportato su carta ed uscì la prima raccolta con il titolo “I fantastici viaggi e le avventure del Barone di Münchhausen”, ben presto tradotto in più lingue. Tuttavia il barone se ne ebbe parecchio a male, ferito nel proprio onore di ufficiale e gentiluomo, ma oramai il danno era fatto e il manoscritto si diffuse a livello mondiale, rendendogli un successo planetario.

Ma siccome la fama del barone ha raggiunto tutti tranne la sottoscritta che ne sapeva ben poco… eccomi qui al museo che lo celebra e in cui l’intero primo piano gli è dedicato, mentre quello superiore è interamente ispirato alla seconda moglie, al suo libro di ricette e alle sue passioni, nonostante egli ben presto provvedette a divorziare dalla medesima, molto più giovane del barone e alla fine estremamente ambiziosa e poco dedita alle incombenze familiari.

La fontana ispirata al barone nel centro della cittadina
I particolari della fontana
Le vie del centro con le casette a graticcio

Lasciata questa graziosa cittadina ci siamo diretti verso Polle, piccolo centro che ospita il castello che ispirò la fiaba di Cenerentola: purtroppo le poche notizie disponibili erano tutte in tedesco quindi mi limito a condividerne le foto, tanto la storia la conosciamo tutti, no?

L’ingresso del castello
Saliamo sulla torre
Il paesaggio è una meraviglia

Ultima tappa a Trendelburg, dove sorge l’omonimo castello con la torre di Raperonzolo, dalla quale ancora pende la sua treccia (e sì, lo confesso, anche qui sono un po’ impreparata e corro immediatamente a farmi una cultura raperonzolesca); c’è poco da dire in merito se non guardare la torre dal basso (ci si può anche salire ma non ero interessata a farmi altri gradini visto che il bello era proprio vedere la treccia scendere dall’esterno), dato che il paesino non offre null’altro.

La torre con la treccia

Domani proseguiremo nella lettura del nostro libro di fiabe e non avete nemmeno idea di quanto mi dispiaccia ritardare la pubblicazione di questi post (a meno che non riesca a trovare una connessione wifi)…

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Hameln, case a graticcio, topolini e pifferaio magico – giorno 8 (parte 2)

Le targhette che popolano la pavimentazione della città

Riprendiamo la nostra giornata turistica dopo un piatto di pasta, un caffè e qualche minuto di riposo, partendo dall’area di sosta di Hameln,, raggiunta brevemente dopo la visita al castello. Costeggiamo il fiume Weser, nuovamente, e raggiungiamo il centro in pochi minuti: è un centro da vivere tra stradine costeggiate da case a graticcio, passeggiando sopra migliaia di targhette bronzee raffiguranti un topolino, simbolo della città del Pifferaio Magico.

Il pifferaio
La casa in cui si narra visse il pifferaio

È un centro pieno di vita, di giovani che affollano il centro completamente e magnificamente pedonalizzato, pieno di biciclette con qualsiasi condizione meteorologica, dove i bambini non mancano e ciò è una gioia… vi lascio alle immagini perché non c’è nulla da aggiungere se non quella di viversi la città perché è deliziosa!

Una delle molteplici case a graticcio
Da camminare sempre con il naso all’insù

A domani per un’altra fiaba…

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Castello di Hämelschenburg – giorno 8 (prima parte)

L’ingresso principale

Questa mattina lasciamo la bellissima Brema alla volta di Hameln ma, prima di visitarla, sostiamo presso il castello di Hämelschenburg, che sorge nel Niedersachsen: l’impatto è assolutamente meraviglioso nonostante una parte sia in ristrutturazione, ma veniamo a qualche notizia in merito.

Quanto rimane del fossato

Il complesso sorge tra il 1409 e il 1414 ad opera dei conti di Everstein e viene eretto sul monte Waldau, sopra la valle del fiume Emmer e, dal 1437, esso diviene proprietà della famiglia Klencke, feudatari sufficientemente danarosi da riuscire a ricostruirlo nonostante esso venga distrutto dal duca Guglielmo IV di Braunschweig-Lüneburg nel corso di un assedio. Gli interni sono perfettamente mantenuti, anche grazie ad un recente restauro, e fanno ben comprendere la vita agiata degli abitanti del castello i quali spesso offrirono rifugio, soprattutto ad opera di Anna von Holle, a chiunque fosse perseguitato nel corso della Guerra dei Trent’anni, anche a rischio della propria sicurezza, fornendo cibo e conforto alla propria tavola, sempre facendo presente che ognuno “potesse mangiare a proprio piacimento, anche a costo di ingrassare, purché non parlasse di politica”.

Proseguiamo verso gli interni
La sala imperiale

Attualmente risulta visitabile una buona parte dell’edificio nonché il giardino che lo circonda, affiancato da un fossato, pur se oramai parzialmente interrato, mentre la sala principale ancor oggi è utilizzata per la celebrazione dei matrimoniali civili.

La sala utilizzata per i matrimoni

Non mi voglio dilungare sulle storie relative alla famiglia che nelle generazioni ha abitato queste magnifiche stanze, ma solo condividere alcuni scatti, quelli che sono riuscita ad estrapolare evitando la massa di persone che seguita la visita guidata perché mi sento di consigliarne la visita.

Terminata la passeggiata al castello e goduto del panorama spettacolare che lo circonda abbiamo pranzato per poi raggiungere Hameln (ho diviso il post in due parti a causa delle tante foto, nonostante si tratti di una minima parte di quelle che ho scattato)… ci vediamo tra un po’?

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La meravigliosa Brema tra modernità, tradizione e bellezza – giorno 7

Il Weser
Con le sue imbarcazioni utilizzate come ristoranti, alberghi e bar

Mi ha sempre incuriosita pur vedendola come una meta troppo lontana per una visita nell’immediato, un po’ un miraggio scaturito dalle letture dell’infanzia, da quei musicanti che mi hanno sempre attratta all’inverosimile.

Ti immergi nella modernità più assoluta
E passeggiando lungo la zona pedonale ti trovi davanti al monumento eretto in ricordo di un originale abitante che usava passeggiare con i propri maialini

Eppure ci sono arrivata, sono qui e l’aspettativa non solo è stata appagata ma addirittura superata, il tempo di arrivare al ponte sul Weser, attraversarlo, percorrere poche stradine e… rimanere a bocca aperta dinanzi alla maestosità del Markt! Mi sembrava uno di quegli scorci raffigurati sui volantini turistici di Edimburgo, quell’atmosfera magica, piacevolmente cupa, maestosa, da togliere il fiato… siamo in pieno centro e le foto non rendono giustizia, ma il centro era pieno di vita all’inverosimile e anche scattare con calma non era semplice.

Ma poi inizia la meraviglia del centro storico
Particolare della balena sulla sommità della Casa dei Dazi
Ed eccoli qui i Musicanti di Brema della nostra infanzia 😀
L’altes Rathaus, patrimonio Unesco

Ci si trova nel mezzo di una meraviglia e non si sa dove guardare, da una parte l’Altes Rathaus (il vecchio municipio), dall’altra i palazzi storici, la camera di commercio, la Sparkasse, la statua di Roland, il duomo di St. Petri, in un continuum stilistico di una maestosità inaspettata e che ti fa rimanere pietrificato a dire “wooowwww”… almeno è stato questo l’effetto su di me che, con il naso all’insù ho proferito solo mille volte la stessa esclamazione: che bello…..

La statua di Roland, patrimonio Unesco unitamente al Rathaus, il paladino Orlando raffigurato con la spada e lo scudo rivolti verso il Dom a simboleggiare la lotta della borghesia contro le pretese del clero
Con le ginocchia dotate di spuntoni, utilizzati dai commercianti di tessuti quale unità di misura per la stoffa
Il Dom St. Petri
Alcuni interni
La cripta
Gli interni

L’architettura incredibile coesiste con un centro modernissimo e, nel contempo, con lo Schnoor, una sorta di villaggio rimasto fermo nel tempo tra botteghe artigianali e vicoli nei quali passa a stento una persona, ricco di angoli deliziosi, di localini particolarissimi e di negozietti strepitosi.

Tra i vicoli dello Schnoor

E ancora non si è visto tutto perché, passeggiando lungo il centro, si raggiunge la Böttcherstrasse, un angolo del centro storico sorto grazie a Ludwig Roselius, commerciante di caffè ed inventore del decaffeinato, nonché finanziatore di strampalate indagini alla volta della ricerca delle origini della razza germanica nella scomparsa Atlantide, certamente visionario ma autore di questo meraviglioso angolo al tempo abitato dai lavoratori di rame e oggi sede di botteghe artigianali. Vi si accede da una porta sormontata dal rilievo dorato Der Lichtbringen (il portatore di luce) e ci si addentra in un’incantevole via racchiusa da edifici in mattoni rossi dove si può assistere allo spettacolo del carillon che illustra scene della storia cittadina accompagnate dal suono delle campanelle di porcellana di Meissen poste sulla sommità dell’edificio.

L’accesso alla Böttcherstrasse
Il carillon
Le campanelle di porcellana di Meissen

Il tutto è magia tra il profumo delle svariate botteghe di sapone, di quella di caramelle in cui è possibile ammirarne la lavorazione a partire da gomitoli di melassa, di un negozio in cui è sempre Natale, del tintinnio dei campanellini, dei vicoli da fiaba e dai palazzi stretti tra di loro a creare un villaggio fuori dal tempo.

Qui è Natale tutto l’anno
Brema è anche sede della fabbrica della Becks
Ovviamente era nostro dovere testarne la bontà
E dopo aver preso anche tanta pioggia non vuoi farla una tappa da Starbucks?🤣

Brema, piena di vita, di giovani, di allegria… ma quanto sei bella…

Germania/ Viaggi

Flensburg, incantevole fiordo sul Mar del Nord – giorni 5 e 6

Oggi vi accorpo due giornate perché sono stata male e il giro della città l’ho fatto con gran fatica, a dire il vero già la notte prima ho avuto la febbre, probabilmente a causa del gran freddo patito in Danimarca in quanto il tempo ha cambiato improvvisamente direzione poco prima che arrivassimo in camper, il che evidentemente è stato sufficiente a crearmi dei guai. Tuttavia ho affrontato la giornata imbottita di antipiretico, di certo non potevo rinunciare avendo organizzato le tappe fin nei minimi particolari e avendo già perso del tempo a causa dei rallentamenti stradali dell’andata, ma l’area di sosta camper distava più di tre chilometri dal centro, il che mi ha portato a percorrerne quasi dodici complessivamente.. lasciamo perdere come stavo la sera ma ne è valsa davvero la pena!

Flensburg si snoda lungo un fiordo che si affaccia sul Mare del Nord, non particolarmente ricca di attrazioni artistiche (sono riuscita a visitare solo una chiesa luterana, tutto il resto era chiuso), ma è tutta da vivere, con i localini che costeggiano la marina, deliziosi e a prezzi abbordabilissimi: mio marito si è fermato per pranzare con un piatto di pesce ed una birra locale, deliziosa, mentre io mi sono accontentata di un dolcetto alle mele a causa del malessere che continuava a disturbarmi, il tutto con porzioni abbondantissime.

Abbiamo passeggiato lungo tutto il fiordo, girellato nel centro pedonale, carinissimo, ricco di negozi e di locali con tavolini all’aperto… e grazie al cielo anche di panchine perché la mia resistenza è stata messa a dura prova!

Le vie del centro
Una porta della città

Vi lascio un po’ di scatti e, se siete in zona, fermatevi perché merita davvero una visita e, se doveste andarvi in camper, c’è ovunque la possibilità di sosta gratuita, noi abbiamo dormito in un’area camper in cima al fiordo e lungo il mare, tranquillissima e gratuita nel limite di una notte.

La banchina ospita imbarcazioni di ogni tipo, oltre a molti scafi storici

La mattina di oggi, ritemprata da un’altra dose di antipiretico (visto il febbrone post sfacchinata) e da una lunga notte di sonno ristoratore, siamo ripartiti alla volta di Brema, ma questa la vediamo domani!

Danimarca/ Jutland/ Viaggi

Sønderborg, un gioiello sul Mare del Nord – giorno 4

Ogni tanto decido di farmi vedere…
Qualche ora prima della pioggia…

Oggi è l’unica giornata piena da trascorrere nello Jutland, prima di iniziare la Strada delle Fiabe, in Germania, quindi ci siamo apprestati alla visita della cittadina, un autentico gioiellino.

La prima tappa è stata al Castello, in realtà esternamente ha l’aspetto di un edificio fortificato, molto squadrato e senza alcun tratto che uno si aspetterebbe da un castello: si tratta di una struttura difensiva, all’epoca situata su di un’isola ma che oggi è stato accorpato alla terraferma, risale al 1158 quando venne edificato proprio con il nome che oggi identifica la città e che significa “castello del sud”, a scopo difensivo, pur se di dimensioni notevolmente inferiori alle attuali. Al suo interno vi è un museo, strutturato su tre piani, che ci accompagna lungo i secoli, dalla nascita della città ad oggi, molto completo e per nulla noioso anche a chi, come me, non è avvezzo ai musei, pur se un appunto lo devo fare… qualche spiegazione in inglese sarebbe stata gradita visto che ce ne sono pochissime.

Il cortile interno del castello

Vi lascio una breve carrellata dei manufatti in esso conservati in quanto la cura che vi è stata impegnata è davvero notevole!

Si va dagli oggetti più antichi
Ai particolari delle sale
Ai manoscritti
Alla prima tecnologia
Ai reperti bellici
Alle sale
Per poi entrare nella cappella, situata in fondo al cortile
Con un’occhiata al panificio, sempre con l’accesso dal cortile
I sotterranei del panificio
In posa per lo scatto!
Mi butto o non mi butto?
Naaaa…troppo profonda!
Casette come nelle favole

Il resto della cittadina è da vivere e da respirare con il suo profumo di mare portato dal vento del nord, è davvero poesia da vivere con tutte le bizzarrie del tempo che passa dal sole alla gradine in pochi minuti, la gente è cordiale, rilassata e sorridente.

La marina sotto un cielo gonfio di pioggia
Mi sa che siamo rientrati al camper appena in tempo!

Domani ripartiremo per iniziare quello che è nato come percorso originale, in quanto questa volata danese siamo riusciti ad incastrarla all’ultimo momento ma, vi garantisco, ne è valsa davvero la pena per riempirci gli occhi di natura e di pace…

Danimarca/ Jutland/ Viaggi

Da Trieste verso la Danimarca – giorni 2 e 3

Come promesso sono nuovamente qui per il nostro appuntamento di viaggio, accorpando due giornate in quanto il viaggio è stato lunghissimo e faticoso, soprattutto a causa di un incidente stradale abbastanza serio che ci ha bloccati in autostrada poco prima di Lipsia per più di due ore, tant’è che, per capirci, c’era chi ha posizionato le seggioline pieghevoli nel mezzo della carreggiata come se nulla fosse.
Abbiamo guidato sotto acquazzoni da vedere poco o nulla, poi sotto il sole e sotto cieli tinteggiati di tutti i colori dell’arcobaleno, ci siamo fermati un’altra notte lungo l’autostrada in compagnia dei camionisti a riposare, abbiamo cenato a ore impossibili per ripartire stamattina prestissimo alla volta della Danimarca, tra incolonnamenti, rallentamenti e sfiancamenti sino al raggiungimento dell’agognata meta.

Gli ultimi chilometri prima della sosta notturna

Abbiamo raggiunto Dybbøl, un villaggio di 2.457 abitanti facente parte del comune di Sônderborg, nello Jutland, noto per la Battaglia di Dybbøl del 18 aprile 1864 e infatti, prima del pranzo, ci siamo recati al Dybbøl Banke, museo molto formativo per la comprensione del conflitto bellico occorso a seguito dell’invasione dello Jutland da parte dei prussiani e degli austriaci, oltretutto per lo più allestito all’aperto dove, sotto un sole inaspettato ed un piacevole soffio di brezza, ci siamo goduti la visita, la compagnia delle mucche e il blu del mare sottostante.

Il museo si estende soprattutto all’aperto
Particolari degli alloggi
L’ufficio postale
La cucina

Dopo un breve pranzo (con i mugugni di mio marito, vittima di una mia dimenticanza a causa della quale il parmigiano è rimasto a casa) ci siamo recati al mulino locale, oramai monumento a memoria della tecnologia dell’epoca, conservato magnificamente, nonostante abbia subito più incendi, e del quale vi lascio qualche scatto corredato dalle informazioni che sono riuscita a reperire in quanto la maggior parte delle tabelle, oltre al danese, riportava le didascalie in tedesco e io lo parlo poco. Trattasi di un mulino divenuto simbolo del coraggio dei soldati danesi durante la guerra sopra citata e ad oggi museo: al pianterreno vi è una rappresentazione del periodo 1744-2020 e delle famiglie che lo hanno abitato, mentre al piano superiore è celebrato l’aspetto bellico cui il mulino è eretto a simbolo; dal piano superiore è inoltre possibile l’accesso alla balconata che circonda l’intero edificio e dal quale si apre una incredibile vista sul panorama circostante che, credetemi, è strepitosa!

Questo è un assaggio dello Jutland, terra che non conoscevo ma che mi sta incantando, ricca di pascoli che scendono digradando dolcemente verso il Mare del Nord, dove l’erba è verdissima, il cielo è turchese e il mare luccica di diamanti…

Baviera/ Viaggi

Di nuovo in viaggio: dal Trieste verso la Danimarca – giorno 1

Lo so, manco da molto ma siamo rientrati dall’Islanda nel pieno di una ristrutturazione che ha reso la vita difficile a nostro figlio nel corso della nostra assenza e che ha continuato a complicarci la nostra sino a pochi giorni fa!

Finalmente siamo ripartiti, lasciando a malincuore il mio mare ad estate di fatto appena iniziata dopo il maltempo anomalo e il freddo che ce l’ha fatta desiderare, ma pazienza, spero di ritrovarne ancora un pezzetto al nostro rientro, tutto sommato l’anno scorso ho nuotato fino al primo di novembre, il che mi rende ottimista.

La mattina sono andata in ufficio, ho chiuso le ultime pendenze, ho partecipato ad una riunione, sono scappata a casa a pranzo e abbiamo acceso il motore del nostro Chewbecca, pieni di voglia di viaggiare di nuovo on the road e cercando di recuperare un altro dei viaggi rimasti fermi nella wish list da troppo tempo: la strada delle fiabe, ricca di tappe che i fratelli Grimm hanno reso protagoniste nella vita di tanti bambini, nei loro sogni ad occhi aperti davanti alla storia della buonanotte.

Grazie a qualche cambio di turno di mio marito abbiamo anticipato la partenza di qualche giorno, con lo scopo di ritornare in Danimarca dopo ventitré anni, di scoprire ancora un po’ questa magnifica terra, di toccare di nuovo con mano un pezzetto di quel nord che mi affascina da sempre.

Il primo giorno abbiamo percorso parecchia strada e ci siamo fermati solo in Baviera, nonostante avessimo desiderato raggiungere Monaco ci siamo fermati prima, non ce l’avremmo fatta a causa della stanchezza e delle ore che passavano: quello che vedete nelle foto è il Chiemsee, lago di origine glaciale risalente a circa 10.000 anni fa e chiamato anche il mare della Baviera (Bayerisches Meer), località turistica molto rinomata e che ho avuto modo di visitare più di una volta in passato e che c’è di più romantico che dormire vista lago?

Il lago al nostro arrivo
La Rastplatz Chiemsee che ci ha permesso il pernottamento

Domani ripartiremo, non so quanti chilometri ci saranno permessi percorrere vista l’imprevedibilità del traffico, ma l’importante è essere liberi e andare dove vogliamo! Al prossimo post per gli aggiornamenti e un abbraccio a voi che mi fate sempre compagnia 💖

Stamattina un bagnetto ce lo siamo concessi
Con la compagnia delle paperelle
E ce n’erano proprio tante…
Viaggi

Un fine settimana tra le malghe del Montasio

Di nuovo in giro, lo so, ma noi questa vita ce la vogliamo godere al massimo e quindi vi propongo un giretto bellissimo se siete in zona Veneto o Friuli Venezia Giulia, un luogo stupendo incontaminato dove poter fare delle bellissime passeggiate, non eccessivamente faticose, gustare degli ottimi prodotti di malga e sostare con il camper anche la notte, sotto le stelle e nel silenzio più assoluto.

Posto questo articolo che sono già sulla strada del ritorno in quanto sul Montasio non c’è rete che tenga, connessione nulla con qualsiasi operatore, insomma… la natura allo stato puro!

Ci arrivate agevolmente lungo una stradina un po’ tortuosa che si dipana dall’abitato di Sella Nevea, nei pressi del comune di Chiusaforte, in Carnia, quindi nell’udinese, ma se ce l’abbiamo fatta noi con sette metri di camper ce la fate tranquillamente anche voi, l’importante è mantenere una velocità adatta alla strada di percorrenza.

Tutta la zona della val Raccolana è stupenda, lontana anni luce dalle mete turistiche più conosciute, potere trovare degli angolini incontaminati in cui l’acqua si tinge di mille colori e, in effetti, la nostra prima meta sarebbe stata lungo un fiume della zona ma, in tutta onestà, per i nostri gusti l’affollamento era già eccessivo quindi abbiamo proseguito per le malghe che, pur se affollate, lasciavano un maggior respiro grazie ai molteplici sentieri percorribili.

Arrivo alle casere

Abbiamo intrapreso il sentiero meno affollato, quello delle casere, lasciando il caos di quello che porta al rifugio, percorrendo un totale di quasi dodici chilometri tra andata, ritorno e deviazione per la malga, dove abbiamo fatto scorta di golosità casearie.

Il resto del racconto lo lascio alle immagini: vi è venuta voglia di passeggiare tra pascoli e stalle?

Ancora pochi metri e potere acquistare un buon pasto freschissimo a base di latte

Scende la notte e ci siamo solo noi e le stelle
E con l’ultima stella vi auguro la buonanotte in questo silenzio puro e cristallino…
Baviera/ Viaggi

Romantische Straße – giorno 4: Schloß Harburg e Nördlingen im Ries

Siamo arrivati all’ultimo giorno di questa bellissima mini vacanza assolutamente soddisfatti e rilassati: oggi la giornata inizia con un sole cocente, dopo alcuni giorni di clima respirabile si inizia a sentire l’estate a tutto tondo.

Iniziamo la giornata affrontando una bellissima visita al castello di Harburg che, essendo situato in un’area un po’ rialzata, ci consente di godere di una piacevole brezza nonostante il sole scotti: si tratta di un complesso medievale risalente all’XI/XII secolo, periodo in cui esso era un castello imperiale, successivamente venne dato in pegno ai conti di Oettingen e rimase di proprietà della linea protestante degli Oettingen-Oettingen sino alla loro estinzione, per poi passare alla linea cattolica degli Oettingen-Wallerstein, alla cui fondazione appartiene tutt’ora.

Lungo il cammino di ronda
Feritoia semplice
Feritoia a sfera per una difesa migliore
Feritoia per il lancio di liquidi bollenti
Feritoia con appoggio per l’arma
L’esterno del castello è interamente decorato dai bambini

Vi posto un po’ di scatti dell’esterno dell’edificio in quanto gli interni, molto belli, sono coperti da divieto assoluto di riproduzione e divulgazione.

Dopo la consueta pausa pranzo ci siamo spostati di pochi chilometri e abbiamo raggiunto Nördlingen im Ries, bellissimo centro bavarese racchiuso dalla consueta cinta muraria turrita e bagnato da un corso d’acqua.

La porta della città e la cinta muraria

Gironzoliamo tra le case a graticcio, passeggiando lungo le strade a pavè fortunatamente ombreggiate perché il calore avanza di ora in ora e siamo sempre accompagnati da due cagnoline che patiscono il caldo; notevole è la Chiesa di S.Giorgio, evangelica, imponente nella maestosità e molto semplice nel suo interno, ovviamente con la tipica fisionomia delle chiese evangeliche che presentano l’altare al centro della navata centrale e gli interni molto lineari.

Case a graticcio
La casa più alta della città

Lo stile che la contraddistingue è tipicamente gotico (che io adoro quindi me la sono girellata tutta in totale visibilio), la torre che la accompagna è chiamata “Daniel” e, aspetto caratteristico di questo bellissimo centro medievale non da poco, esso sorge all’interno di un cratere meteoritico chiamato Ries, formatosi pressapoco 15 milioni di anni fa a seguito della caduta di un meteorite della dimensione di un chilometro che precipitò alla velocità di 70000 km/h, penetrando nel terreno e formando il suddetto cratere di circa 25 km.

La chiesa anglicana
Passeggiando per le vie del centro

Vi lascio agli scatti di quest’ultima giornata, stupenda come le precedenti pur se con un piccolo appunto: ho notato che negli anni (frequento la Baviera da più di vent’anni) si è perso quel bellissimo stile tradizionale che l’ha sempre contraddistinta, quello stile caratterizzato dalle botteghe di boccali in ceramica ad ogni angolo di via e di Stuben in cui poter gustare un’ottima Wienerschnitzel mit Pommes Frites… ecco questa costa mi è dispiaciuta poiché la rendeva unica!

Ancora cicogne…
La dolce vita

Domani affronteremo circa sette ore e mezzo di strada per rientrare quindi vi lascio con questi ultimi scatti e ci rivediamo a casa!

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