Le friselle furono amore a prima vista nel corso delle mie prime vacanze pugliesi quando, complice una collega di Sternatia, prendevamo una settimana di ferie insieme e partivamo con il primo treno alla volta di Lecce, lei per fare visita alla famiglia e io per scoprire una terra nuova: giornate di sole cocente, di pomodori stesi al sole ad asciugare, di case di un bianco abbacinante, di pomeriggi assolati seduti nel cortile di casa, tutti insieme attorno ad un secchio e armati di scopino in saggina per ripulire i fichi d’india dalle spine.
Non erano solo giornate di mare, un giorno sulla costa adriatica e l’altro su quella ionica, ma erano anche vere e proprie fughe turistiche, un giorno a visitare le grotte, un giorno a macinare chilometri su una vecchia 126 scassata blu notte che bolliva come un paiolo per raggiungere qualche meta sconosciuta e, si sa, la Puglia è bella lunga!
Serate in paese a fare capannello chiacchierando tra feste e musica, sgranocchiando pistacchi salati e pucce con le olive, strafogandosi di gelati in riva al mare, passeggiando nell’aria sempre cocente che diveniva troppo fresca in prossimità del mare aperto, serate di cene povere e gustose, con i pomodori dell’orto e l’olio di casa stesi su un pane secco e duro che al solo contatto con un po’ d’acqua diveniva il piatto più buono del mondo!
Allora scoprii la frisella e iniziai a portarmene dei sacchi da un treno all’altro, perché da quella volta le vacanze pugliesi con l’amica del cuore divennero la regola: ora lei vive a Como per lavoro, a Sternatia ci va solo quando può ma io quelle estati le ho ancora nel cuore, tant’è che quest’anno quel mare, quell’olio e quei pomodori li ho fatti conoscere alla mia famiglia… e con le friselle è stato di nuovo amore a prima vista!
Ingredienti:
260 g. di farina di grano duro *
150 ml. di acqua
1 cucchiaio di olio evo
5 g. di lievito di birra
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaino di sale
* (oppure utilizzare un mix di grano tenero ed integrale)
Procedimento:
Sciogliere il lievito con lo zucchero nell’acqua tiepida e poi aggiungerli alla farina, impastando bene e avendo cura di far riposare un po’ l’impasto per circa mezzora; a questo punto aggiungere anche il sale e l’olio continuando ad impastare, poi ricoprirlo e lasciarlo lievitare fino ad arrivarne al raddoppio.
Ricavare, sulla spianatoia infarinata, dei rotolini che andranno tagliati in modo da ottenere, richiudendoli su se stessi, delle ciambelline (a voi la scelta del diametro, ma io le frise le preferisco grandi), poi appoggiarle sulla leccarda del forno ricoperta dall’apposita carta e lasciare lievitare nuovamente, in ambiente caldo (il forno spento è perfetto), fino al raddoppio.
Preriscaldare il forno a 200°C. per qualche minuto e metterle a cuocere finchè assumeranno un aspetto leggermente dorato, estraetele e lasciatele raffreddare, poi tagliatele a metà longitudinalmente e rimettetele a cuocere nel forno a 170/180°C. per circa 30/40 minuti o comunque finchè assumeranno l’aspetto biscottato.
L’olio si può omettere, tuttavia a mio parere se viene usato si ottiene una frisella più friabile e profumata.
Si conservano a lungo e, per consumarle, basterà bagnarle un attimo sotto l’acqua corrente e farcirle con olio, sale, pomodori a pezzetti e una spruzzata di origano!
14 Comments
Antonio
27 Settembre 2016 at 18:56le friselle sono anche tipiche della mia Napoli, chi non le ha assaggiate non può sapere di cosa stiamo parlando….
buon prosieguo culinario 🙂
Tatiana Bruni
28 Settembre 2016 at 21:52A Napoli non le avevo viste, pensa te! Però concordo sulla bontà di un piatto così semplice e povero: in qualsiasi parte si mangino sono sempre di una bontà unica!
Benvenuto in questo angolino 🙂
Stravagaria
27 Settembre 2016 at 20:00Caspita non le ho mai assaggiate! Viste così sembrerebbero ciambelle di pane secco tagliate a metà ma deve esserci sotto molto di più. Devo scoprirlo! 🙂 bacioni
Tatiana Bruni
28 Settembre 2016 at 21:55Pressapoco ci sei, ma il sapore è particolare e il principio del loro utilizzo originario segue un po’ quello dell’acquasale che i pescatori portavano con sè nei lunghi periodi in mare: un biscottone duro da ammollare direttamente nell’acqua di mare e condire con ciò che c’era. La povertà assoluta, ma un concentrato di sapore unico.
Bacio 🙂
Francesca P.
28 Settembre 2016 at 0:05Amica paroliera, eccomi! Torno al tuo blog dopo la pausa con molto piacere… 🙂
Tu lo sai che se mi parli della Puglia evochi sapori, luoghi e profumi che porto nel cuore! Bello trovare le freselle, sia perchè non mi sono mai lanciata nel farle, ma le adoro, sia perchè prolungano il senso d’estate, legato a pranzi assolati in cui si spaccano pomodori a metà e si rompono foglie di basilico con le mani… e così, con questo pensiero, l’autunno tarda ad arrivare! 😉 I tuoi ricordi poi “li sento”, conditi da un olio tra i buoni: quello aromatizzato al vintage, con tono forte, deciso, che lascia il segno…
Tatiana Bruni
28 Settembre 2016 at 22:00Ancora un piccolo strascico di estate ci voleva, vero? Perchè il clima ancora ci regala pomeriggi assolati e se non fosse che di tempo libero non ne ho mi troveresti ancora in spiaggia nelle ore più calde della giornata a fare lunghe nuotate, quelle che adoro e che mi rilassano come null’altro. Ed è proprio quella l’immagine che ho dei miei ricordi: pomodori che ti lasciano la scia profumata sulle mani, basilico a profusione e l’olio torbido e denso a colare sulle frise come oro liquido… messa così come lo affrontiamo ora l’autunno?
Un abbraccio Franci cara 🙂
Melania
28 Settembre 2016 at 1:12Mi hai portata indietro nel tempo. Alcune immagini, ferme lì, come fotografie che si ha voglia di rivedere,
Parli di una terra che trovo meravigliosa, e spero prima o poi, di concretizzare il mio desiderio di vederla.
Le friselle le ho viste, ma non ne conosco il sapore.
Saranno deliziose e tu bravissima con questo scatto un po’vintage.
La segno questa ricettina, così da poterla provare.
Un abbraccio :))
Tatiana Bruni
28 Settembre 2016 at 22:03E’ davvero una terra meravigliosa, altrimenti non ci sarei tornata così tante volte, specie considerando che vivo esattamente al capo opposto del paese, dove la cucina è semplice e saporita, dove i colori e i sapori dell’orto creano un quadro appetitoso e che ti rimane nel cuore anche quando oramai le vacanze sono solo un lontano ricordo. E’ una terra aspra, brulla, selvaggia e indimenticabile!
Un abbraccio a te 🙂
Laura
28 Settembre 2016 at 9:15Le vacanze della nostra giovinezza hanno il sapore dolce della spensierata ingenuità. Le ricordiamo con gli occhi di allora e i posti in cui siamo stati ci sembrano ancora più belli e magici di quanto non siano in realtà.
Per questo io ho sempre “paura” a tornare nei luoghi delle mie vacanze da ragazzina, paura di vederli diversi, con gli occhi dei miei quarant’anni ormai imminenti.
Meglio rievocarli con una ricetta, un sapore, un ricordo sensoriale che ci riporta esattamente dov’eravamo tanti anni fa.
Bellissimo post Tati cara. Un abbraccio.
Tatiana Bruni
28 Settembre 2016 at 22:08Un po’ di ragione ce l’hai poichè l’ultima mia visita al Salento mi ha lasciata delusa dallo scempio perpetrato ai danni di alcuni posti che rammento incontaminati e meravigliosi, distrutti dalla speculazione e dal guadagno facile, ma non mi sono arresa e anche quest’anno son voluta ritornare in Puglia pur essendomi fermata al Gargano, che non conoscevo. I sapori sono sempre là, legati indissolubilmente a ricordi bellissimi che rammento con tanto affetto dopo più di vent’anni e che ancora mi portano a fare delle grandi risate quando sento la mia amica di allora ed è sempre un momento particolare quando in cucina riesco a riallacciare il filo dei ricordi.
Un bacio 🙂
zia Consu
29 Settembre 2016 at 10:59Che bei ricordi..i sapori sanno far riaffiorare delle emozioni che nemmeno le fotografie ci riescono! Le tue frise sono da sballo, ne vorrei proprio una adesso x spezzare la fame di metà mattinata ^_^
Benritrovata Tati e felice giornata <3
Tatiana Bruni
30 Settembre 2016 at 12:47Ho un periodo tiratissimo, ma ti pare che almeno uno strascico d’estate non provavo a metterlo in pratica? Questo è uno dei migliori modi per gustare gli ultimi pomodori della stagione, quelli che ancora profumano di sole e di aria buona!
Un bacio cara Consu 🙂
ipasticciditerry
29 Settembre 2016 at 17:31Che meraviglia! Sai che io mi sono accorta di non averle mai pubblicate? Ero convintissima ci fossero sul mio blog e volevo confrontare la mia ricetta con la tua … Niente, mi toccherà rifarle … se trovo il mio foglietto bene, altrimenti mi toccherà usare le tue dosi. Mi sembrano venute benissimo Tati! Io sono figlia di pugliesi e le conosco bene. Anche io ho più o meno gli stessi tuoi ricordi ma ancora più bambina e con i miei cugini. Le vacanze, da piccola, si facevano tutte lì. si andava a trovare la nonna e da lei non mancavano mai le Freselle. Brava davvero. Un bacio tesoro
Tatiana Bruni
30 Settembre 2016 at 12:50Allora proviamo a rifarle insieme? Questa ricetta mi è stata data all’epoca da un’amica pugliese, ma dopo averla letta un’altra amica pugliese mi ha bacchettata per l’uso della farina di grano duro, quindi ho messo ambedue le versioni… vogliamo vedere qual è la migliore? Con una panificatrice seriale come te sono certa che la troviamo!
Un bacione ed un abbraccio 🙂