Già da qualche mese sto sognando il caldo, l’estate e il suo mare, lo svegliarmi il mattino con il sole già alto, le colazioni sul balcone e l’uscire di casa prima che il sole scotti, vestendo solo con un abitino di lino e delle infradito, i pigri pomeriggi in riva al mare e le mie lunghissime nuotate.
Invece in questi ultimi giorni la mia città è stata flagellata da una bora intensa e continua, vento che da brava triestina amo moltissimo, ma a 150 chilometri orari ha dato dei problemi non da poco, tra cui anche la portiera della mia macchina che è stata scardinata dalle cerniere e il portavasi del balcone che ha centrato la parabola dei miei vicini di casa, con conseguenti spese a mio carico.
Oggi mi sono imposta un pomeriggio di pace casalinga (anche se non sono mancate le proteste di mia madre, ma oramai l’ho viziata con le visite quotidiane), fortemente voluto essendo arrivata al limite con la stanchezza, lo stress e l’esigenza di ritagliarmi qualche spazio invalicabile… una tentazione troppo forte per non mettermi ai fornelli 🙂
Avevo ancora alcuni mirtilli avanzati dalle pavlove e non volevo appassissero, avevo anche i tuorli avanzati dalle meringhe e allora perchè non accendere il forno (così mi riscaldo pure)? Del resto uno degli obiettivi che mi sono posta per questo 2017 è proprio quello di sperimentare, di mescolare gli ingredienti, annusare, assaggiare, coccolare tutti con qualche dolcetto diverso dai soliti.
Avevo memoria dei brownies, così umidi, gradevoli, golosi e anche pieni di cioccolato, che però non amo affatto, quindi perchè non provare i blondies, che di cioccolato non ne contengono nemmeno l’ombra? Ugualmente soffici, velocissimi, umidi e golosissimi!
18 Comments
Francesco
20 Gennaio 2017 at 13:12Idea meravigliosa, carissima Tatiana, ma non parlo semplicemente di questo meraviglioso dolce, quanto della tua voglia di rallentare.
Qui, da noi, non c’è stata la bora, ma un freddo glaciale che ci ha congelati, bene, oggi anche il gelo ha rallentato e, finalmente un caldo sole sta deliziando il nostro corpo e la nostra anima.
Una fettina di dolce e un buon caffè, mi dispiace, ma tra il tè e il caffè, preferisco il secondo,delizieranno anche il nostro rallentamento dal freddo.
Tatiana Bruni
26 Gennaio 2017 at 8:27Sull’esigenza di rallentare… beh… ce n’era davvero bisogno poiché sono mesi che corro al limite delle mie possibilità e, passata l’emergenza immediata, ho cercato di mollare un po’ in quanto la peggior cosa è perdere di vista se stessi; quando mi rilasso il mio desiderio corre ai fornelli oppure ai libri (sono una lettrice accanita), che sono perfetti in un pomeriggio casalingo al calduccio sul divano con il plaid come d’estate in riva al mare.
Amo rilassarmi cucinando dolcetti, anche se poi non li mangio e li lascio a tutta la famiglia, però mescolare, impastare, annusare e assaggiare un mondo fatto di vaniglia, cioccolato e frutta secca è gratificante e solo a sentire il profumo che esce dal forno mi fa star bene, quindi… ai prossimi esperimenti! E, a proposito, la bora è ritornata più gelida che mai…
Un bacione!
Affy
20 Gennaio 2017 at 16:49Che golosità, voglio anch’io coccolarmi così!
La cucina è sperimentazione e tu hai sperimentato in modo superbo stando al calduccio ed utilizzando ingredienti che sarebbe stato un peccato perdere.
Complimenti, un grande abbraccio da Affy
Tatiana Bruni
26 Gennaio 2017 at 8:31E’ vero, è proprio sperimentazione, quella che va oltre la certezza dei piatti classici, di quelli che ti danno la sicurezza di un pasto veloce e che può andar bene a tutti, la per me la magia è mescolare, assaggiare, dosare qualche nuovo ingrediente: infatti amo le pentole grandi, quelle in cui puoi buttarci di tutto ammirando i colori degli ingredienti, assaporando l’aroma che si sprigiona, adoro cucinare le verdure proprio per questo motivo… e i dolci, beh quelli sono sempre gratificanti! Questo è un dessert fresco, limonoso, come piace a me, senza fronzoli, né cioccolato, non stucchevole né troppo dolce e il mirtillo fa la differenza.
Un abbraccio 🙂
ipasticciditerry
20 Gennaio 2017 at 16:52Ma va? Addirittura si è scardinata la portiera dell’auto???? Pazzesco! Io sono stata a Trieste una volta sola, tantissimissimi anni fa e c’era un vento che a momenti mi portava via. La gente si attaccava alle ringhiere .. come si chiamano? penso ringhiere … e mi avevano detto che non era niente, che eravate abituati a ben altro. Ora posso solo immaginare! Buono questo dolcino, veloce veloce.
ps. Avevi ragione, non era enorme lo strudel: finito! in nemmeno 24 ore. Un pezzo l’ho dato a mia figlia e fortuna che era un pò briciacchiato! Nemmeno le foto sono riuscita a fare, mi toccherà rifarlo. Grazie della ricetta. Un bacione
Tatiana Bruni
26 Gennaio 2017 at 8:38Eh, purtroppo sì, una botta da mezzo stipendio… gli è scivolata dalle mani e si è rotta la cerniera, ma a 160 chilometri orari che pretendi? Sarebbe da stare chiusi in casa, ma siccome al lavoro bisogna andarci… Sai, rammento ancora qualche anno fa quando, lungo le rive cittadine, un camper venne completamente rovesciato dalle raffiche 🙁 Avrai notato che la città è disseminata di paletti con le catenelle: è proprio a questo che servono, a reggersi forte nei punti peggiori, quelli in cui il vento raggiunge livelli pericolosi, anche se negli ultimi decenni la forza del vento si dice sia scesa, ma secondo me in questi ultimi due anni siamo ritornati alle punte elevate del secolo scorso e anche le catenelle levate sarebbero da rimettere.
Hai visto lo strudel “di famiglia” che riuscita, eh? Anzi, quasi quasi mi sa che lo rifaccio, è una ricetta tanto semplice eppure la riuscita è sempre garantita, impossibile sbagliare!
Un bacione a te cara Terry!
Stravagaria
20 Gennaio 2017 at 19:29Caspita! La bora ti ha lasciato un paio di regali non richiesti, i dolcetti ci volevano proprio per bilanciare e i mirtilli stanno davvero bene ovunque! ?
Tatiana Bruni
26 Gennaio 2017 at 8:41Guarda, certi danni questa volta… non mi ci far pensare che proprio oggi devo andare in carrozzeria a riprendermela e mi vien da piangere a pensare alla spesa… (dovendo pagare il dentista capirai che proprio non ci voleva): è inutile, quando si ha motivo di preoccuparsi tanto vale fare un dolcino e consolarsi un po’ 🙂 Così le cose le vedi sotto una prospettiva un po’ migliore 😉
Un bacio!
ConUnPocoDiZucchero Elena
20 Gennaio 2017 at 23:49ecco appunto parlavamo del riciclo e del non sprecare no? meglio di così!!! ps: l’unica cosa che non mi quadra da quando ti conosco è questa storia che non ti piace il cioccolato!!!! 😀
Tatiana Bruni
26 Gennaio 2017 at 8:42Verissimo Elena, infatti inizialmente avevo dosato diversamente le uova e poi ho provato ad usare quanto mi era avanzato dalla ricetta precedente: le dosi sono state assolutamente perfette! Diciamo che per i miei fastidiosissimi familiari avrei dovuto togliere un po’ di limone, ma a me è piaciuto moltissimo, insomma lascio a loro il cioccolato e per me vai di frutta! (Sì, per me solo cioccolato bianco, non c’è nulla da fare, proprio non mi va… anche se non ti quadra, ahahah!!!).
Un bacione stella!
carmen
21 Gennaio 2017 at 13:14Nemmeno io sono molto amante del cioccolato…proverò questi “blondies”; mi spiace per tutti i guai che ti ha provocato la bora…un abbraccione!
Tatiana Bruni
26 Gennaio 2017 at 8:45Oh finalmente c’è chi mi capisce… quindi ci facciamo un dolcetto alla frutta con una bella tisana fumante? E glielo spieghiamo al mondo che non esiste solo il cioccolato nei dolci?
Un bacione 🙂
Patalice
21 Gennaio 2017 at 22:55mai assaggiate le blondies, perché non ho mai assaggiate le blondies vacca di quella gallina!?
Tatiana Bruni
26 Gennaio 2017 at 8:45Perché nessuno te li ha proposti? E allora prova, magari inserisci altri ingredienti a tuo gusto personale e poi mi dici come son venuti, ti va?
Un bacio!
Serena
27 Gennaio 2017 at 0:11un ottimo modo per rallentare fare questi blondies, allontanare i piensieri e lasciare alle mani la cratività il risultato è invitante ancor più presentato con qeusta penobra quasi.. in “controluce” 😉 bravissima Tatiana buono il dolce e belle le foto
Tatiana Bruni
1 Febbraio 2017 at 10:43Più che penombra sono costretta a scattare le foto la sera poiché quando rincaso dal lavoro oramai è scesa la notte, però ce la metto tutta per renderle decenti 😉
E’ vero che mettersi in cucina rilassa perchè sono giorni che non riesco più a farlo e mi manca: sto correndo dal mattino alla sera e il blog è di nuovo fermo anche se con mille idee in cantiere, ma non demordo!
Un abbraccio 🙂
Silvia
1 Febbraio 2017 at 17:09Mi trovo, purtroppo, nella situazione di essere di nuovo a casa a cercare lavoro, quindi di tempo ne ho fin troppo e di rallentamenti anche! Cavolo la Bora deve essere pazzesca, noi a Milano ci facciamo problemi per un pochino di vento, ma niente a confronto! Ci sarà tempo per arrivare all’estate, godi del piacere delle belle cose invernali, come accendere spesso il forno!
Tatiana Bruni
6 Febbraio 2017 at 9:44Cara Silvia,
purtroppo la situazione lavorativa attuale è tragica, lo vedo direttamente proprio perché lavoro nel campo: diciamo che se vuoi lavorare qualcosa lo trovi sempre, almeno al nord, ma si tratta comunque di impieghi di pessima qualità e contraddistinti dal consueto sfruttamento fino all’osso… mi sa che oramai c’è da viverci alla giornata senza angosciarsi e con una buona dose di ottimismo e fatalità, adattandosi a tutto e con la massima flessibilità, del resto che vuoi fare? Sarebbe da cambiare completamente il sistema per cercare di ridurre i danni fatti da decenni di scelte sbagliate ed opportuniste da parte di chi purtroppo sta avendo potere di vita e di morte sulla società.
Beh, noi abbiamo la bora e voi la nebbia, penso che tutto abbia il proprio fascino: non che ami la nebbia, però sabato la mia città è stata investita da dei banchi paurosi e che invece hanno ammantato i boschi di poesia pura: sembrava di vivere in un mondo incantato! E rientrare a casa infilandosi diretta in cucina è stato tutt’uno… è proprio il bello dell’atmosfera invernale, hai ragione!
Un abbraccio di cuore con un grandissimo in bocca al lupo per il lavoro 🙂