Io e la pasta madre: un rapporto disastroso.
La prima volta decido di realizzarla da me partendo dagli ingredienti base e seguendo i sacri testi per avere un buon lievito madre in vasetto, ma ovviamente l’unica cosa che riesco ad ottenere è un ammasso muffoso. Lascio perdere per un po’ e poi…
Seconda volta, in occasione di un incontro con il maestro Gandino, che me ne regala un pezzetto, ci riprovo, questa volta con il sistema del lievito in sacco, legato, però non solo non mi lieviterebbe nemmeno una gomma da masticare, ma riesco persino a farla ammuffire (di nuovo).
Terza volta, conservazione in acqua, grazie a Stefania che arriva al Food Fest di Oderzo con il bagagliaio della macchina pieno di vasetti di pasta madre: cresce, è stupenda, è quella che sino ad oggi riesco a gestire meglio, ma non riesco a farci (ancora) mezzo panino commestibile! Tuttavia gli esuberi dei rinfreschi si sprecano, quindi inizio ad utilizzarli: la prima volta faccio dei grissini, buoni ma non li rifarei poichè comunque insoddisfacenti, la seconda passo ai crackers, una massa non commestibile e tossica, probabilmente anche radioattiva 🙂
Oggi, sconsolata ma tenace, riprovo: FAVOLOSI!!! Alcuni un po’ troppo cotti ma ancora migliori nel sapore, altri più bellini, insomma… eccoli qua! Frutto di lacrime e imprecazioni.
Tempo di preparazione | 10 mins |
Tempo di cottura | 10 mins |
Porzioni |
2 teglie da forno
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- 200 g. pasta madre non rinfrescata
- 200 g. semola rimacinata
- q.b. acqua tiepida
- 1 cucchiaino sale fino (più un po' per la copertura)
- 40 g. olio evo più un po' per la teglia e per spennellare la superficie dei crackers
Ingredienti
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- Inserire nell'impastatrice la pasta madre e la farina, iniziare a mescolare aggiungendo piano piano e fino a completo assorbimento l'acqua necessaria, tenendo conto che la quantità dipende estremamente dal tipo di farina; poi aggiungere l'olio e alla fine il sale. Impastare bene sino a completa incordatura e stendere molto sottile: io ho usato il tirapasta (vista la pessima esperienza precedente in quanto erano venuti troppo grossi) sulla posizione 4. Trasferire il tutto sulla leccarda del forno unta con l'olio evo, tagliare a quadrotti con la rotella della pizza e bucherellare con una forchetta anzichè non gonfino in cottura. Spennellare con un po' di olio e spolverizzare con del sale. Infornare a 180° ventilato per dieci minuti o sino a doratura.
10 Comments
Emmettì
15 Novembre 2017 at 18:23“…una massa non commestibile e tossica, probabilmente anche radioattiva: ahahahahhahahahahahahahhahahahahahahahaaha!!!!! Addirittura????
Dai, sento che sei sulla strada giusta. Questi crackers, stupendissimi, ti apriranno la strada per entrare nel mondo dei lievitati!!! ;-))
Ecco, arrivano giusti giusti per l’aperitivo: quello spalmato con il formaggio mi fa una gola pazzesca!!!!
Grazie per averceli offerti!
Un abbraccio! :-)))))))))))))
Tatiana Bruni
17 Novembre 2017 at 10:25E sì, questi sono proprio buoni, ne sforno in quantità provando ogni volta a cambiare qualcosa: ieri sera li ho fatto un po’ più grossi e meno cotti, anche se in casa mia li vogliono proprio bruni e tostati come quelli della foto (ed è vero che così sono proprio favolosi), ma è bello cambiare e ora vorrei provare a metterci i semini, poi prima o poi forse la finirò di buttare pagnotte tossiche e mi riusciranno anche quelle. Anche se per ora mi sembra ancora impossibile…
Un abbraccio a te!
Stravagaria
16 Novembre 2017 at 9:16Dei crackers posso solo ammirare la tua tenace determinazione, le foto invece mi hanno ricordato le nature morte di Rembrandt ? un bacione!
Tatiana Bruni
17 Novembre 2017 at 10:29La cosa che più mi fa piacere è l’accostamento alle nature morte rinascimentali perché è il periodo pittorico che più amo e Rembrandt per me è sempre stato il top, l’esempio di tale periodo che più mi sta a cuore: le tele sue e dei suoi allievi mi hanno sempre conquistata ed affascinata con quegli olii dai chiaroscuri impeccabili!
Poi apprezzo anche il fatto che i crackers mi siano riusciti :), ma in questo caso la foto ha la preminenza perché valorizza il contesto di un alimento povero quale è il pane.
Un bacio 🙂
Mile
16 Novembre 2017 at 17:07Dai alla fine sono sudate e ben meritate soddisfazioni! Io adoro le “robe” salate croccanti e ben cotte 😉
E adoro anche le foto “scure”.
Tatiana Bruni
17 Novembre 2017 at 10:32Almeno la pasta madre mi sta servendo a qualcosa poiché con il fatto di rinfrescarla a manetta per irrobustirla ne ho quintali da utilizzare e i crackers durano a lungo ben chiusi in una scatola (non tanto per la conservazione, quanto perché se sono a vista dopo cinque minuti… puf… non ci sono più)! 🙂
Un bacio e grazie perché alla foto tengo parecchio, quasi più che ai crackers, ahahah!
Un bacio 🙂
saltandoinpadella
16 Novembre 2017 at 21:20Mi ha fatto sorridere il racconto delle vicissitudini con la pasta madre. Mi ci sono parecchio ritrovata. Io ci ho provato diverse volte e poi sono passata al licoli. E li mi si è aperto un mondo, secondo me è mille volte più facile da gestire, almeno per me. Anche io faccio spesso i cracker con l’esubero, e li adoro. io di solito li insaporisco con l’origano o paprika affumicata.
Tatiana Bruni
17 Novembre 2017 at 10:34Oh non sai quanto mi rincuori, sto facendo dei pasticci incredibili, sono proprio negata visto che a me il pane non riesce nemmeno se uso il lievito di birra: sono un pericolo ambulante ma non demordo! Intanto con i quintali di esuberi riempirò il pianeta di crackers, e anch’io li vorrei variare come tu suggerisci e se ancora non l’ho fatto è stato solo per carenza di tempo…
Un bacio!
saltandoinpadella
17 Novembre 2017 at 12:54Beh se ti avanzano dei cracker io li prendo volentieri 😉
Tatiana Bruni
17 Novembre 2017 at 13:06😉