Decisamente questa parte di vacanza non è proprio la mia idea di ferie, ma per quanto riesco cerco di seguire il programma, fatto sta che oggi è iniziata malissimo: durante i mesi estivi i camper non possono salire al parcheggio (semivuoto) del castello, ma rimanere ad un’ora di cammino dal medesimo. Quindi abbiamo iniziato la salita, ripidissima e sotto il consueto sole cocente, io comoda comoda con le Birkenstock dopo le bolle lasciatemi giorni fa dalle pedule, finché il genio (mio marito) ha avuto la splendida idea, da me osteggiata e da lui ovviamente ignorata, di prendere la classica scorciatoia nel bosco (mai vista una scorciatoia che non faccia faticare il doppio) che mi ha fatta arrivare alle lacrime grazie ad una salita quasi verticale sulla terra battuta (sempre con le Birkenstock ai piedi, ribadisco). Morale sono arrivata al castello già cotta, esausta, accaldata, assetata e parecchio incazzata, poi dalla cassa al castello mi sono nuovamente massacrata con l’ennesimo sentiero dissestato… alla mia gioia di incontrare finalmente l’agognato ingresso, il tempo di arrampicarmi ancora un po’ e mi si è aperta allo sguardo un’altra scalinata paurosa che portava alla seconda parte del maniero. Scontato precisare che mi è caduta la mandibola…
Ma al di là di questa giornata infernale, oramai che ci sono arrivata, vi fornisco qualche informazione più tecnica delle mie disperazioni giornaliere (ah, a proposito, a metà strada del ritorno, con un piede sanguinante e il ginocchio oramai disperso, mio marito ha infranto il divieto ed è venuto a raccattarmi con il camper… anche i pazzi hanno un cuore!).
Il nome del castello deriva da “petra pertuse”, che in occitano significa pietra forata, a indicare la perfetta compenetrazione tra la struttura della roccaforte e la roccia; la fortezza si stende lungo uno sperone calcareo del massiccio delle Corbières, nel Dipartimento dell’Aude. La fortificazione è complessa, occupa un’area lunga circa 300 m.e larga 60 ed è costituita da un ampio bastione a pianta triangolare con, in basso, il vero e proprio castello feudale il cui accesso è difeso da un barbacane costituito da due torri circolari. All’interno del recinto principale vi sono i magazzini e le latrine, a strapiombo sulle rocce, mentre il cammino di ronda è ancora visibile, formato da lastroni di pietra posati su supporti sporgenti. A corredo del tutto vi sono il “donjon” e la cappella dedicata a Santa Maria, datata 1115. La parte alta, cui si accede per il tramite della ripida scala di S.Luigi, è costituita dal Castello di Saint-Jordi, eretto 60 m.più in alto rispetto al primo incontrato, accessibile solo per il tramite di suddetta scalinata… la fatica è tanta ma dalla cinta muraria e dal mastio centrale si gode di una vista mozzafiato sui Pirenei! La fortezza fu eretta nel periodo in cui la Languedoc venne unita alla corona di Francia e il possesso del maniero passò dai conti catalani di Besalù ai conti di Barcellona e da qui al vescovo di Narbonne. All’epoca della crociata contro i Catari essa era formata unicamente da un villaggio fortificato, poi nel 1240 esso passò alla Corona di Francia per poi, nel 1251, vedersi aggiungere il mastio e la Cappella di S.Giorgio. Dopo vari restauri, con il trattato di Corbeil del 1258, Peyrepertuse divenne una delle fortezze reali francesi poste a difesa dei confini con il Regno di Aragona, per poi perdere importanza strategica con il trattato dei Pirenei del 1659 ed essere definitamente abbandonata durante la Rivoluzione Francese del 1820. Dal 1950 sono iniziati gli interventi di restauro che ce l’hanno portata all’aspetto attuale.
Diciamo che alla fine ne è valsa la pena… lo rifarei? No, questo no, ho apprezzato una porzione di storia non da poco, ma la fatica (soprattutto a causa della mancanza di collegamento dal parcheggio camper alla cassa) è stata insostenibile, specie sotto il sole cocente che ci sta accompagnando fino alle dieci della sera…
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