Arte, storia ed architettura/ Viaggi

Fortezza di Hohenwerfen, un gioiello tra i monti

Ritornando verso casa, quindi faccio un salto temporale all’ultimo giorno di questo bellissimo fine settimana, abbiamo optato per rifare una tappa già percorsa più di vent’anni fa, un po’ perché io non ricordavo nulla e un po’ per la curiosità di ritornarci.

A dire il vero abbiamo avuto l’occasione di poter godere di una visita completa ed approfondita, lontana anni luce da quella precedente, quindi ho pensato di condividerla con voi quale tappa da non perdere.

La fortezza venne edificata dall’arcivescovo Gebhard Graf von Helstein (1060-88) nel corso della lotta per le investiture tra Impero e Papato, insieme con le fortezze Hohensalzburg e Freisach: l’aspetto era molto semplice, si trattava di una costruzione non molto estesa e circondata da una semplice recinzione lignea.

Aspetto originario dell’attuale fortezza

Nel periodo tra il 15060 e il 1586 intervenne l’opera dell’arcivescovo Johann Jakob von Kuen-Belasy, considerato il secondo costruttore del complesso a seguito della ampie trasformazioni apportate, della costruzione del nuovo arsenale, della torre della cappella e della torre campanaria, gettando le basi per la vera fortezza con l’aspetto odierno, che è tale dal XVI secolo.

Le casematte, utilizzate quale deposito alimentare
Ricostruzioni nelle casematte

Successivi importanti cambiamenti sono riconducibili al periodo tra il 1125 e il 1145 quando l’arcivescovo Konrad von Abensberg ne fece ampliare il perimetro e fece erigere le mura fortificate. Successivamente tra il 1519 e il 1540 l’arcivescovo Mattäus Lang von Wellenburg provvide ad effettuare alcuni interventi riparativi ma in maniera alquanto sbrigativa.

Alloggio della guardia

Purtroppo nel corso degli anni un incendio provocò dei danni irreparabili, incendio originato quando Rupert Schweiger, custode del castello, mise in funzione l’affumicatoio generando accidentalmente una scintilla che appiccò le fiamme al pavimento in legno e, mancando l’acqua, il disastro avvenne in pochissimo tempo. Accorsero quindici unità di vigili del fuoco dei dintorni, trenta pionieri da Salisburgo e molti volontari per cercare di salvare qualcosa pompando l’acqua dalla Salzach, ma il palazzo, il campanile e la casa del cappellano andarono completamente a fuoco, con la conseguente perdita di molti pezzi d’antiquariato e di opere d’arte.

Ricostruzione di un processo per stregoneria, che ci riporta alla mostra sulla magia

Nel 1898 la fortezza, oramai in rovina, venne rilevata dall’arciduca Eugenio d’Austria, che la fece rinnovare trasformandola in una residenza principesca, ricca di collezioni di opere d’arte e di armi. Nel periodo più difficile egli provvide a far ricostruire gli oggetti andati distrutti secondo antichi modelli, ma per finanziare l’impresa, dovette vendere molti pezzi d’antiquariato. Tale ricostruzione terminò nel 1932, anno in cui si ebbe una cerimonia inaugurale nel cortile della fortezza.

Mostra relativa alla farmacopea della magia bianca
Mandragola
Sezione dedicata ai riti voodoo
Tristi strumenti di tortura

Ad oggi il maniero è assolutamente stupendo, curato nei minimi particolari e visitabile sino alla campana della torre, inoltre ospita una bellissima mostra “Mythos Jackl”, dedicata alla contrapposizione tra magia bianca e magia nera, oltre ad una breve esposizione dedicata al lungometraggio “Là dove osano le aquile”, in quanto venne girato proprio alla fortezza, pur se con qualche lieve libertà espositiva.

Piccola esposizione cinematografica
Qui si evidenzia come nel film sia apparsa una funivia al posto della funicolare
Locandina
Oggetti utilizzati nel corso delle riprese

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2 Comments

  • Reply
    Daniela Gambarin
    19 Agosto 2022 at 15:06

    Che meraviglia il post e le tue foto..
    È stato un po come viaggiare con te tati

    • Reply
      Tatiana
      1 Settembre 2022 at 11:40

      Nell’attesa di poter ritornare ai fornelli mi sono sfogata viaggiando 🙂

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