Oramai in questo piccolo angolo del mio mondo virtuale si cucina ben poco ma si nutre lo spirito in maniera piena e soddisfacente, tra viaggi e tanta lettura: i libri costituiscono un elemento che mai può mancare nella mia vita, ogni libro è una sorta di copertina di Linus che mi accompagna tutto il giorno, anche se con la consapevolezza che spesso non riuscirò ad aprirlo fino a sera.
Da sempre affascinata dal mondo delle parole, pochi giorni fa ho ripreso in mano un romanzo abbandonato in un momento in cui la mia vita stava attraversando un periodo troppo difficile per poterne apprezzare appieno la portata, poi è stato un flash immediato, me ne sono ricordata e l’ho ripreso iniziando dalla prima pagina con un’urgenza che non saprei spiegare, come se la mia vita fosse dipesa dalle sue pagine stampate.
L’inizio effettivamente disorienta, se il lettore non si trova in una situazione di equilibrio e stabilità può creare qualche problema, ma poi ci si trova dinanzi un capolavoro di parole, di sintassi, di emozioni indescrivibili, accompagnati nella vita di Theo Decker, dolce ragazzino amato da una madre devota e unica presenza genitoriale della sua giovane esistenza e che lascia un trauma lacerante nella sua fragile psiche nel momento in cui perde la vita in maniera violenta ed inaspettata a seguito di un’esplosione che distrugge il Metropolitan Museum di New York.
Dopo aver vagato nello smarrimento e nell’inutile inutile attesa della madre, lascia la casa di Park Avenue per essere accolto dalla benestante famiglia di Andy, uno dei pochi amici presenti nelle sue frequentazioni, ma non prima di aver portato con sé, sottraendolo alle macerie del museo, un piccolo quadro di Carel Fabritius raffigurante un cardellino e che, mentre manterrà in lui il ricordo dell’innocenza dell’infanzia, lo tormenterà fino all’epilogo del manoscritto.
Per un breve periodo la vita di Theo proseguirà tra i quartieri di New York, in una vita binaria divisa tra Andy e la figura di un antiquario, compagno di vita e socio di un’altra vittima dell’esplosione, nonché con la presenza costante di una ragazzina, Pippa, che a prima vista sembra avergli rubato il cuore.
La mite figura di Andy lo accompagnerà per una parte del suo percorso, finchè, a seguito di un padre distratto che ricompare improvvisamente nella sua vita, da New York volerà nel Nevada, al limitare della distesa desertica, dove la propria solitudine confluirà in quella di Boris, bellissimo personaggio che lo accompagnerà, pur se a tratti alterni, per tutta la vita, costituendo un porto sicuro per la sua anima, nonostante gli effetti devastanti dovuti alla vita sregolata del ragazzo, ma introducendolo ai primi battiti del cuore e alle prime emozioni di una potenziale relazione omosessuale, pur se ancora in fieri.
Ritroveremo Theo nuovamente a New York, in bilico tra un rapporto sentimentale incompiuto e fallimentare, l’amore per Pippa e la presenza costante di Boris, a parer mio la figura più affascinante del romanzo e che, alla fine e senza voler spoilerare alcunchè, è quella che meglio avrei visto accanto a Theo, quale compagno di vita, nonostante gli eccessi e la sregolatezza.
È un romanzo sul dolore ma che non ferisce, è un romanzo sul trauma e sulla ricerca della felicità anche nel buio più nero, è un romanzo di profonda riflessione che si chiude con una tirata urgentissima e sincopata sul senso di tutto ciò che si è vissuto, sull’aver sfiorato la morte troppe volte ed esserne sopravvissuti, è uno dei libri più belli che io abbia mai letto, che pur se corposo mi ha tenuta incollata alla lettura dal mattino alla notte, con il fiato sospeso e il cuore in subbuglio. Se ne esce diversi.
2 Comments
Daniela Gambarin
3 Dicembre 2022 at 21:11Che bella e approfondita questa tua recensione..non conoscevo questo libro .
Tatiana
4 Dicembre 2022 at 0:26Se ami leggere puoi provarci, è meraviglioso! Mi ha tenuta incollata sino all’ultima riga, per poi, arrivata al punto finale, lasciarmi un senso di mancanza, di lutto, come solo un libro stupendo può.