È innegabilmente un periodo in cui affronto letture non scontate, decisamente impegnative e spesso destabilizzanti; nonostante ciò ritengo, almeno per quanto mi riguarda, che attraversare una fase di stabilità emotiva aiuti molto ad apprezzare alcuni libri, senza necessariamente farsi trascinare in un vortice doloroso.
Inizio così questo argomento vista la tipologia di romanzo, che non traspare minimamente dal titolo, ma che è un romanzo sul dolore, sull’elaborazione del lutto e che trae la propria genesi dal 30 dicembre 2003, data in cui John Gregory Dunne, coniuge dell’autrice, decede improvvisamente, lasciando la scrittrice in un limbo che lei stessa definisce “l’anno del pensiero magico”.
Da questo istante inizia una fase in cui il lutto e i momenti onirici sovrascrivono la vita, in cui l’addio all’uomo amato sembra un atto impossibile da compiere, specie in quanto aggravato dalla malattia di Quintana, figlia della coppia; si apre, nel contempo, una sorta di profondo colloquio con la morte, un momento in cui un’intera vita viene riesaminata alla luce della sua caducità, dalla malattia alla fortuna, spesso data per scontata, dalle parole non dette alla consapevolezza dell’ineluttabilità della fine.
È più di un romanzo, è la celebrazione del parossismo e della rinascita, è un libro intimo che tratta di solitudine, di lutto, di dolore ancora pulsante che, ad ogni pagina, scopre nuove ferite con le quali dover fare i conti.
È un libro che dev’essere costato molto dolore nella sua stesura ma, si comprende, come sia stato un atto necessario per prendere coscienza del ruolo dei ricordi, dei rimpianti e delle possibilità del presente.
Affronto sempre dei testi dai quali io possa apprendere qualcosa e, in tutta onestà, ammetto di averlo iniziato con non poco timore, con il brivido di rischiare l’emotività che mi accompagna da sempre, specie ora che finalmente ho raggiunto un soddisfacente livello di serenità e consapevolezza, ma così non è stato e ne sono uscita tutta intera. Mi ha permesso però di riflettere su quali possano essere le situazioni personali di chiunque e di come sia essenziale rapportarsi a qualunque essere umano con gentilezza e rispetto perché non sia mai che chi ci sta di fronte possa essere una “Joan Didion” che cerca dignitosamente di rimanere a galla.
4 Comments
Daniela Gambarin
25 Gennaio 2023 at 15:34Molto profo ndo molto intenso…grazie tati della recensione…sono nella fase libri positivi e rilassanti quindi questo semmai me lo appunto x un futuro 😘
Tatiana
25 Gennaio 2023 at 21:17Hai ragione! Sono del parere che la strada giusta da seguire sia sempre quella che ci viene indicata dall’istinto; in questo periodo io sento il bisogno di riflettere quindi ne approfitto (sia mai che a breve mi ritrovo sui romanzi da spiaggia 😆)…
ipasticciditerry
7 Febbraio 2023 at 12:23Grazie della recensione, mi salvo il titolo. Anche io scelgo i libri, a seconda del momento che vivo. in questo momento sono serena e positiva verso il futuro. Buona settimana cara Tatiana
Tatiana
18 Febbraio 2023 at 14:13Di libri ne leggo in quantità industriale ma ogni tanto ne prendo uno che è davvero particolare: questo è uno di quelli, diverso, profondo e, soprattutto, scritto benissimo. Che purtroppo ultimamente tra stesure e traduzioni la qualità non sempre è garantita. Un abbraccio cara Terry 💖