Letture

“Parti e omicidi” di Murata Sayaka

“In un mondo in cui l’amore e il sesso non conducono più alla riproduzione della specie, l’omicidio rappresenta lo stimolo principale alla procreazione. L’intento di sopprimere una vita diventa la chiave di volta per crearne altre”.

Voglio parlarvi di un romanzo “deviante”, di un distopico che alla fine, pur nel suo eccesso, non si discosta di molto dalla realtà, di una raccolta di quattro racconti ambientati a Tokyo in un futuro prossimo ma non poi tanto lontano da quanto potrebbe accadere, stante la realtà malata che osserviamo ogni giorno.

Il fulcro della narrazione è il parto quale unico modo per uccidere legalmente una persona, con modalità ben codificate previa notifica alla potenziale vittima, la quale subirà ogni sorta di tortura, sebbene sotto sedazione in quanto “siamo in una società civile”: agghiacciante, vero? Eppure è a questo scopo che nascono i “gestanti”, donne e uomini debitamente forniti di utero artificiale e disposti a subire dieci gravidanze consecutive e programmate al solo fine ultimo dell’omicidio, ciò al fine di garantire la natalità, ovviamente ferma restando la possibilità di ritirarsi dal progetto prima della scadenza del programma, sempre che nel mentre morte non sopraggiunga visto lo sforzo fisico (e psicologico) richiesto per portare a termine il tutto.

Oltre a tutto ciò la maggior parte delle persone non creano delle comuni coppie bensì delle “troppie” in cui il rapporto a tre costituisce la normalità, nonostante una minima parte di popolazione dalla mentalità retrograda continui a condannarle alla stregua di perversioni.

Non ne avete avuto abbastanza? Allora passiamo ad un altro punto difficile da digerire per una mente sana e normale: chi muore può essere resuscitato, indipendentemente dalle condizioni del corpo, pertanto chiunque non sia interessato a quanto sopra necessita di una formale dichiarazione presentata all’ufficio comunale in cui si richiede esplicitamente la “non resuscitazione”. Demenza pura? No. Ma analizziamo un paio di cose qui di seguito.

Non esistono più i generi uomo e donna: si supera il problema mediante il trapianto uterino… vi dice qualcosa?

La critica al sistema delle “troppie”? In realtà non si tratta di una critica alla monogamia bensì alla resistenza bigotta di una parte della popolazione che potrebbe ambire ad influenzare le scelte della società intera.

E la presenza del matrimonio di convenienza, sulla base di una relazione platonica, sorto esclusivamente sulla necessità di far fronte ai costi crescenti che in tal modo vengono divisi? Magari poi può capitare l’eventuale desiderio di un figlio, che però non verrà mai concepito in maniera naturale, viste le limitazioni poste dalla procreazione assistita imposta da una società eteronormata e di come venga posto in evidenza il valore di un rapporto platonico rispetto ad una relazione basata sui sentimenti.

Sostanzialmente leggendo questo libro, non molto spesso e scorrevolissimo, ci si rende conto quanto poco sia sufficiente a distruggere i pilastri della nostra società e di come, purtroppo, il loro scardinamento sia già iniziato da qualche anno, senza rivoluzioni cruente ma passando per la legislazione e la sanità, il tutto nell’assordante silenzio dell’essere umano che china il capo ed obbedisce.

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