Arriviamo finalmente alla tappa più temuta per problemi organizzativi in quanto Belgrado offre un unico punto in cui poter sostare con il camper, ovvero una piccolissima area di sosta che non siamo riusciti a prenotare in quanto non hanno mai risposto alle nostre mail, oltre ad essere lontanissima dal centro (e i bus non accettano animali a bordo).
Riusciamo ad incastrarci nel caos che affolla il piccolo parcheggio, fiduciosi nel fatto che, come consigliatoci dai gestori, utilizzando un servizio taxi simile ad Uber, dotato di mezzi pet friendly, saremmo riusciti a raggiungere il centro, motivo per il quale ci apprestiamo a scaricare l’app, prenotiamo la chiamata, paghiamo il sovrapprezzo prioritario altrimenti nemmeno ti rispondono, attendiamo il mezzo inviatoci che, appena vede i nostri “pets” si rifiuta di offrirci il servizio di trasporto; dopo una lite furiosa con il servizio clienti ci viene reso l’importo pagato per il prioritario con mille scuse ma noi siamo ancora lì, fermi sotto il sole cocente e senza sapere come fare. Dopo aver deciso di comunicare ai gestori la nostra volontà di andarcene, chiedendo quindi il rimborso di due notti di sosta, finalmente si offrono di portarci e venirci a riprendere, con tariffa taxi, che a noi ovviamente sta benissimo (magari dircelo prima di farci perdere quasi tre ore…).
Polemica fatta, ora procediamo con la visita alla città: meravigliosa!!! Si tratta di una città tra le più antiche d’Europa, situata nella Serbia centrale, proprio alla confluenza dei fiumi Sava e Danubio, all’incontro della penisola balcanica con la Pannonia: dal 1919 al 1929 fu la capitale del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, per poi rivestire il ruolo di capitale della Jugoslavia sino al 1992. E’ una vera e propria metropoli, con più di un milione e mezzo di abitanti, capitale economica, finanziaria, culturale e scientifica del paese, il cui nome in origine fu Singidun, di origine celtica, ma conosciuta anche come Alba Bulgarica, stante i decenni in cui i Bulgari dominarono il territorio. Il nome Beograd significa “città bianca” e le venne dato da Papa Giovanni VIII, nonostante venne usato per un brevissimo periodo, subendo l’assegnazione di nomi diversi a seconda delle dominazioni e delle occupazioni presenti sul territorio, tra cui Prinz-Eugenstadt durante l’occupazione tedesca subita nel corso del secondo conflitto mondiale.
La storia che ha accompagnato Belgrado è vastissima, motivo per il quale c’è tanto, tantissimo da vedere, oltre alla possibilità di vivere una città estremamente moderna e giovane, quindi vi accompagnerò nelle visite più rilevanti senza tediarvi, magari dividendo il tutto in due post, così come del resto la abbiamo visitata noi in due giornate.
Questo post tocca solo “Lei”, la bellezza assoluta, poichè le foto sono tante e non voglio appesantire l’articolo: il Tempio di San Sava, la più grande chiesa ortodossa dell’area balcanica, che si innalza per 70 metri e che in realtà vorrebbe imitare la cattedrale Hagia Sophia di Istanbul e che anche per questo ha subito pesanti critiche, tuttavia l’interno è di una bellezza da togliere il fiato.
Il tempio sorge al centro di Belgrado, collegato alla vasta piazza Slavija, ed è dedicato a San Sava, venerato in tutta l’Europa orientale e le cui spoglie vennero bruciate dai turchi su una pira proprio nel punto in cui sorge il tempio, che nacque un decennio dopo la liberazione dall’oppressione turca, inizialmente quale chiesa commemorativa e poi successivamente ampliato a partire dal 1906. I lavori però subirono svariati rallentamenti, prima a causa del conflitto con la Bulgaria, poi del primo conflitto mondiale, per riprendere nel 1919 e subire una ulteriore interruzione nel 1941 a seguito dei bombardamenti tedeschi; dopo altre sospensioni di varia natura si arrivò alla ripresa dei lavori ad opera del patriarca German, che negli anni proseguirono anche se ad oggi non risultano essere ancora terminati.
Il tempio presenta una struttura a pianta centrale sulla quale si apre la maestosità di una cupola dalla bellezza mozzafiato, mentre i lati corti, quattro in totale vista la struttura a croce greca , sono sormontati da altrettante semicupole, ottenendo una struttura abbastanza omogenea di 91 metri di lunghezza e 81 di larghezza, esternamente in marmo travertino e con la capienza per ospitare diecimila persone.
La cripta sono riuscita a vederla per un mero miracolo e di corsa in quanto, al momento della visita, era chiusa; ero rientrata per un attimo avendo dimenticato di cercare un particolare e, miracolo, la cripta era stata aperta… purtroppo di lì a pochi minuti il nostro accompagnatore ci sarebbe passato a prendere per riaccompagnarci all’area camper e, detto tra noi, guai a ritardare di mezzo minuto in quanto molto puntiglioso e pressante. La cripta, oltre alla bellezza, contiene il tesoro di San Sava e il sepolcro del despota Stefan Lazar Hrebeljanović.
Da dire ce ne sarebbe ancora moltissimo, ma ho voluto darvi solo qualche informazione per la comprensione del luogo, il resto come al solito lo lascio alle immagini con la promessa di accompagnarvi a visitare il resto della città quanto prima. Purtroppo ultimamente vado al rallentatore perché ho un periodo pesantissimo dal punto di vista lavorativo, ma prometto di provarci ad accelerare un po’, nonostante ogni tanto inserisca qualche intervallo di lettura.
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