Letture

“Il piccolo negozio della felicità Hygge” di Rosie Blake

Ultimamente vi ho proposto una quantità di libri molto belli, ma non proprio pregni di gioia o di leggerezza, quindi oggi ho deciso di condividere uno di quei libri coccola che, pur non costituendo esempi di alta letteratura, comunque mi hanno regalato dei momenti di calma e di serenità impagabili; avete presente quei libriccini invernali che vi fanno apprezzare un divano, una copertina ed una tisana calda? Ecco, nei momenti di maggiore caos mi sono rifugiata tra queste pagine e il relax ed il benessere che ne ho ricavati sono stati salutari.

Clara Kristensen è una giovane donna danese che approda, per una semplice vacanza dopo un periodo non proprio dei migliori, a Yulethorpe, nel Suffolk: qui vi è un negozio di giocattoli sulla via della chiusura per mancanza di clienti, il che rispecchia lo stato di abbandono in cui inizia a versare la località, e verso il quale prova immediatamente una sorta di attrazione. Il negozio è gestito da una proprietaria in procinto di partire per la Spagna, una donna dallo spirito nomade e un notevole caos interiore, come si può notare sin dal primo capitolo (che, vi avviso, non invoglia a proseguire nella lettura in quanto confusionario e di scarsa qualità, a mio avviso, ma non demordete e proseguite, ne sarà valsa la pena); Clara prova un tale trasporto verso l’occasione che le si presenta davanti e avanza alla proprietaria la proposta di mantenerle il negozio aperto, gratuitamente, in cambio della possibilità di alloggiare nel piccolo appartamento sito al di sopra della bottega, facendosi quindi anche carico del pappagallo (una sagoma!) e del gatto che diversamente dovrebbero venire affidati a delle cure esterne, rimanendo quindi soli tutto il giorno. La sua proposta viene accettata a da qui si apre il mondo magico che Clara, con la sua delicatezza, la sua sensibilità e la fantasia enorme che la caratterizza, riesce a creare, partendo da una caotica bottega malandata, da un appartamento in condizioni deplorevoli e da un magazzino che è l’apoteosi del caos e la rappresentazione della vita della proprietaria.

La magia che Clara riesce a compiere sugli abitanti di Yulethorpe è incredibile, non fosse per le cattiverie che le vengono rivolte da una compaesana intenzionata ad acquistare l’immobile e per l’improvvisa presenza di Joe, il figlio di Louisa, la proprietaria, un giovane che si è perso per la strada barattando la propria felicità per la carriera e per gli affari; tuttavia piano piano Joe riesce ad ammorbidirsi e inizia a ricordare le piccole gioie dell’infanzia, la spensieratezza provata prima di iniziare la scalata al successo al fine di compiacere un padre assente, comincia quindi ad osservare le qualità di Clara con occhi diversi, apprezzandone la calma e quella costante ricerca del benessere mentale che a lui manca completamente.

Non si tratta di alta letteratura, ma è un libro che infonde una tranquillità incredibile, già a partire dalla copertina, che ci porta davvero a comprendere quali siano il potere di un’atmosfera rilassata, del bagliore di una fiamma di candela, di una torta appena sfornata e del suo profumo, il potere del calore di una famiglia, quella che abbiamo sempre data per scontata e che ultimamente si sta perdendo tra pensieri rivolti alle problematiche professionali, agli orari sballati a causa dei quali qualche membro di casa manca sempre, allo stesso mondo lavorativo che ci ha oramai derubati della giusta pausa pranzo tra le mura domestiche. Queste pagine sono un inno alla calma, al calore dell’anima, alla giusta attenzione per le piccole cose, allo spazio per la creatività, all’infanzia collocata nell’ambiente domestico e non parcheggiata in strutture asettiche.

Se la sola lettura un romanzo di questo tenore infonde così tanta calma proviamo a pensare ad una vita di questo tipo, a rallentare e rivalutare i nostri ritmi, senza appellarci a scuse e a presunte impossibilità di mettere in atto un modo di vivere diverso da quello socialmente imposto, ma imponendo le nostre necessità davanti a tutto il resto, con buona pace degli altri e godendoci il nostro ritrovato benessere.

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