
Un libro che ho voluto fortemente leggere, che ami oppure odi, e che ho affrontato nel periodo di Halloween, perfetta “stagionalizzazione” per l’atmosfera dark academia che questo romanzo regala.
Alle prime pagine sembra di essere catapultati in un universo parallelo, in una biblioteca infinita ricca di statue, di volumi, da una stanza all’altra, in un susseguirsi interminabile di spazi da esplorare ricchi di eleganti librerie decorate e di sculture bianche; si tratta di un contesto del quale nulla è spiegato in relazione all’origine, allo scopo o alle dimensioni dello spazio, l’unica certezza è che vi vive Piranesi, una sorte di custode del quale non si conosce il nome, nemmeno l’origine, ma si sa solo che vive in perfetta sudditanza rispetto a “L’Altro”, un soggetto che ha il potere, le capacità decisionali e direttive su tutto. La Casa sembra quasi una biblioteca perduta in cui gli esseri umani sono raffigurati solo in veste di scheletri e corpi senza vita, che Piranesi ogni giorno accudisce portando loro piccoli oggetti in memoria, con grande cura e rispetto; egli vive perpetuando una serie di azioni ripetitive ed abitudinarie, segnando ogni passaggio sui proprio diari, meticolosamente, secondo una propria progressione temporale.
Il lettore si chiede chi sia Piranesi, da quanto tempo egli viva nella Casa ma soprattutto per quale motivo egli vi si trovi, si chiede quale sia il significato della Casa e dove si trovi questo mondo alienante minuziosamente descritto dall’autrice e di cui Piranesi ogni giorno si accinge a scoprire nuove stanze, riportandone con dovizia i particolari all’Altro, il quale sfrutta ciò che gli viene riportato per comprendere una conoscenza nota solo ad egli, la Grande e Segreta Conoscenza.
Nel corso del progredire della trama la quotidianità inizia a lasciare spazio alla diffidenza, al dubbio che L’Altro non sia il compagno ideale e che una minaccia possa essere in arrivo e ciò porta Piranesi a dubitare, a voltare le spalle all’ordine precostituito, generando un’ansia feroce nell’Altro. Non proseguo oltre, ma pongo l’accento sul fascino di questo strano mondo di saloni e maree e sul senso costante di freddo ed umidità che la bravura dell’autrice riesce ad instillare nel lettore, al punto da generargli fastidio.
Ho trovato una buona parte del libro assolutamente noiosa, non perchè sia scadente la narrazione (anzi, è geniale), ma perchè mi aspettavo un libro diverso, poi qualcosa cambia, inizia il sospetto e allora il livello di interesse cresce, il lettore vuole finalmente capire… e si legge tutto d’un fiato!
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