Letture

“La casa sul mare celeste” di T. J. Klune

Oggi vi parlo di un libro verso il quale avevo grandi aspettative, benchè purtroppo in parte deluse, ma trattandosi di un volume in merito al quale le opinioni concordano sull’elevata qualità del romanzo ho ritenuto possa essere comunque interessante parlarvene. Io l’ho letto grazie ad un gruppo di lettura, essendo il cosiddetto “libro del mese”, altrimenti non lo avrei mai affrontato facendo parte di un genere letterario che non mi appartiene, ma concordo sul fatto di essere scritto bene, nonostante un paio di passi verso la fine mi abbiano infastidita moltissimo e che, casomai, ve li metto alla fine premettendo la parte spoilerata.

Il protagonista è Linus Baker, un assistente sociale impiegato presso il Dipartimento della Magia Minorile, compito che esegue con assoluta dedizione, rigidità e scrupolo, assicurandosi che i bambini magici crescano in apposite strutture, separati da quelli comuni; egli vive una vita monotona al limite della noia, in compagnia di una gatta schiva al pari suo e di una collezione di dischi in vinile, almeno finchè non viene convocato, senza alcun preavviso, nell’ufficio della Suprema Dirigenza, notizia che lo accoglie con non poca agitazione e preoccupazione.

Scopre così di essere stato scelto per un incarico segreto sull’isola Marsyas al fine di stabilire se il direttore dell’orfanotrofio, tale Arthur Parnassus, abbia i requisiti per gestirlo e se quindi questo debba o meno rimanere aperto; appena sbarca sull’isola, oltretutto stupenda, verdeggiante e in riva, appunto, al mare celeste, si rende conto che i bambini che occupano l’orfanotrofio sono molto diversi da quelli dei quali si è occupato sino a quel momento e che Parnassus in realtà, dietro ai proprio modi affabili, nasconde qualcosa di molto doloroso.

Il romanzo scorre molto bene e tratta i temi della diversità e dell’accettazione, ma lo fa in maniera divertente senza sminuire il valore della narrazione, i personaggi sono tratteggiati in maniera molto accurata e ironica, a tratti risulta essere commovente e tutto ciò cambia in qualche modo l’atteggiamento di Linus che, abbandonando la propria rigidità, svela una parte di sè dolcissima ed inaspettata. Quindi, come vedete, il motivo della delusione è esclusivamente personale: il romanzo è scritto benissimo nonostante alcune critiche feroci ricevute in quanto sembra che l’autore, per sua stessa ammissione, lo abbia ideato ispirandosi ad una crudele storia di cronaca nera, il che a molti non è andato giù avendolo visto quasi come una sorta di sciacallaggio e di sfruttamento del dolore altrui.

ATTENZIONE SPOILER.

E veniamo alla parte che mi ha infastidita moltissimo: alla fine vengono piazzati i consueti rapporti queer, perchè sembra quasi che attualmente se non ci metti la storia omosessuale non si sia in linea con il pensiero dominante e non si possa vendere; per me, pur nel consueto rispetto di tutti (e chi mi conosce sa quanto io abbia sempre difeso i diversi e gli emarginati), questa l’autore se la poteva anche risparmiare.

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2 Comments

  • Reply
    Terry
    2 Aprile 2025 at 7:23

    Non l’ho mai “incrociato” come titolo ma sembra interessante. Buona giornata amica mia ❤️

  • Reply
    Daniela Gambarin
    2 Aprile 2025 at 14:20

    Non lo conoscevo grazie tati dell accurata recensione💋

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