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Un piccolo premio: il Press Lunch a Portorož

Dalle tantissime iniziative sorte grazie ad Ifood è nata questa giornata, assegnatami in quanto tra le varie bloggers ero la più vicina, geograficamente, alla Slovenia: ho accettato con gioia di partecipare al Press Lunch organizzato dal Kempinski Palace di Portorož, meravigliosa location che sorge in una posizione strategica della cittadina, lungo la via principale che costeggia il litorale.

Per me è stata quasi una sorta di premio per consolare la disperazione di aver perso, la sera antecedente, la mia cagnolina, morta improvvisamente per un’infezione fulminante nonostante la giovanissima età e devo ammettere di aver portato avanti la giornata con molta fatica, trattenendo spesso le lacrime che uscivano prepotentemente dalla voragine che avevo nel cuore; eppure questa è stata l’occasione, seppur intempestiva, per comprendere che c’è tanta vita davanti e che la bellezza e la felicità continuano perchè il mondo non finisce al primo dolore che ci lacera il cuore.

Sono arrivata con mezzora di anticipo, il che mi ha permesso di rilassarmi passeggiando sul lungomare per percorrere il pontile e godere della magnifica vista sull’Adriatico e, sì, vedendo quella distesa di sabbia ovviamente il primo pensiero è volato alla felicità che avrebbe provato la mia Polly nel poter correre a perdifiato su quella distesa soffice, quindi ho preferito recarmi al Kempinski per affrontare il Press Lunch.

Non ho parole per descrivere l’eleganza e la raffinatezza dell’hotel, come si evince in minima parte dagli scatti che corredano l’articolo e che non rendono assolutamente giustizia alla bellezza di altissimo livello, pur non ostentata, che ho avuto modo di ammirare; raffinatezza rinvenibile immediatamente dal primo impatto con il personale, di educazione squisita e riservata, pur senza quell’aura di falsità che sovente si inspira nella quasi totalità degli ambienti pluristellati… e detto da me che sono una tipa da trattoria di campagna è una garanzia!

Sono entrata molto timidamente, un po’ per carattere, un po’ per il dolore che mi portavo dentro e un po’ perchè l’ambiente mi incuteva soggezione, a partire dal non sapere quale lingua usare per comunicare con il personale: l’italiano, essendo un comune bilingue? L’inglese,  a costo di sembrare un po’ spocchiosa? Lo sloveno, pur parlandolo molto male? Alla fine un buon inglese mi ha salvato la situazione, come al solito 🙂

Sono stata accolta con una coppa di delizioso champagne, ero totalmente digiuna dalla sera precedente, ma a delle bollicine di quella qualità non ho saputo resistere… ciò a preludio della presentazione della dirigenza dell’hotel, nella persona del General Manager Thies Bruhn, e del relativo personale, di una professionalità elevatissima ed ineccepibile!

Non sto a tediarvi con la presentazione delle portate che sono seguite all’aperitivo di benvenuto poichè le foto parlano da sole: l’eleganza della presentazione, l’equilibrio dei sapori presenti in ogni piatto, l’originalità e la ricerca estetica… più che un pranzo è stata una galleria di opere d’arte volta a sfamare soprattutto la ricerca della bellezza.

Purtroppo, unica nota stonata, pur essendo in pochissimi, siamo stati sistemati in più tavoli a sè stanti, cosicchè è mancata la convivialità che, almeno per gli unici due italiani presenti, sarebbe stata auspicabile: mi sono trovata in compagnia di un connazionale, gentile ed educato, tuttavia lontano anni luce dalla mia idea di cucina fatta per sfamare tutti i sensi e non solo fine ad una recensione (oltretutto molto critica da parte sua, in quanto ha demolito quel povero cuoco -bravissimo- immeritatamente, a mio avviso). E’ stato anche molto diretto nel velare di una vena critica la mia attività di foodblogger, da lui vista non secondo il mio (e nostro) punto di vista che cuciniamo e “blogghiamo” per la gioia di metterci i nostri bei visi infarinati ma felici, ma quale dovessimo per forza essere delle influencer di stampo critico-gastronomico e giornalistico con una preparazione tecnica alle spalle, imprenscindibile da esperienze di ristorazione sul territorio e fortemente correlate ad istituzioni imprenditoriali quali Eataly.

Ebbene, la mia esperienza sul territorio c’è, ma preferisce essere legata ai piccoli produttori a chilometro zero piuttosto che, spesso, a pessima ristorazione con dei prezzi spropositati rispetto alla qualità offerta, così come la mia conoscenza del vino è sensoriale essendo legata alla mia infanzia trascorsa sotto le ali di un nonno viticoltore e della sua saggezza contadina, in netta contraddizione ad eventuali corsi di sommelier che, pur propagandati, mi possono interessare ma non se posti quale “condicio sine qua non” per potermi fregiare del titolo di foodblogger. Perchè lo spirito di Ifood è questo e la fuffa appariscente ed inconsistente la lasciamo agli altri.

 

Al momento della valutazione ho elogiato l’elevatissima qualità del servizio offerto, con sincerità e lealtà poichè chi lavora bene e con passione deve avere il giusto riconoscimento, tant’è che mi sarebbe piaciuto mettere ai fornelli i fautori delle critiche poste all’operato dello chef, Daniel Pause, e vedere i risultati 🙂 Insomma, questo piccolo momento di “bastardaggine acuta” me lo dovete concedere poichè durante il pranzo il dolore che provavo aveva preso il sopravvento anche sulla mia consueta vena polemica, però non mi andava di tacere: sono stati dei grandi. Punto.

Ultimo tocco di eleganza: la sala Sophia in cui è stato servito il pranzo, un raffinato tributo alla nostra Sophia Loren… ma godetevela guardando le foto!

Grazie Ifood per l’opportunità che mi è stata data, graditissima nonostante la giornata per me difficile da affrontare, e alla grandissima disponibilità offerta da Petra Zierer che ha gestito l’organizzazione dell’evento e l’attività di PR alla perfezione!

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16 Comments

  • Reply
    Affy
    27 Aprile 2017 at 13:01

    Un’eleganza ed una presentazione dei piatti che merita un grande applauso ma anche la sala del ricevimento è stata all’altezza dell’evento.
    Sophia Loren potrà essere orgogliosa di quanto le è stato dedicato.
    Mi spiace tanto per la perdita che ti ha colpita, so bene cosa significa perdere un caro amico e perderlo così improvvisamente lascia un vuoto che nessuna parola è in grado di colmare.
    Un grande abbraccio ♥

    • Reply
      Tatiana Bruni
      12 Maggio 2017 at 7:37

      Ciao Affy,
      ti chiedo scusa per il ritardo forzato cui sono costretta a risponderti, ma a casa sono senza connessione da un paio di settimane e non avevo alcun pc a portata di mano per poterlo fare: è stata una giornata strana e accolta senza un briciolo di gioia (ovviamente), ma per me ha rappresentato comunque un’esperienza degna di nota nel campo della ristorazione. E comunque ne è valsa la pena poiché se non fosse stato per Ifood non avrei mai avuto un’opportunità di questo livello.
      Ora sono trascorse tre settimane dalla perdita della mia piccola pelosa e ancora mi manca da impazzire, ma conto sul tempo e sul suo potere lenitivo… passerà anche questa nonostante la rabbia che provo perché una cagnolina così giovane avrebbe dovuto avere una vita intera davanti a sé.
      Un abbraccio.

  • Reply
    Stravagaria
    27 Aprile 2017 at 19:30

    Che bello Tatiana! Un’opportunità davvero interessante che spero ti sia goduta al meglio nonostante i criticoni e il dispiacere ancora troppo vivo per Polly. Io penso che il mondo dei foodblogger non debba necessariamente sposarsi con quello degli influencer… la cucina non è solo business, è soprattutto convivialità e condivisione. Bacioni

    • Reply
      Tatiana Bruni
      12 Maggio 2017 at 7:42

      E’ stata dura e lo è ancora: mai avrei pensato di amare tanto una creatura adottata un po’ per caso, senza alcuna convinzione da parte mia, ma almeno le ho regalato quattro anni di gioia pura, anche se avrei voluto poterla accompagnare sino alla vecchiaia e non vederla andar via così piccina.
      Per il resto è stata un’esperienza che mi ha fatto toccare con mano un mondo lontano anni luce dal mio modo di vivere, dalla mia classe sociale (diciamocelo chiaro), un mondo in cui non vorrei affatto vivere, ma che per me ha costituito un episodio formativo non di poco conto.
      Un bacio!

  • Reply
    Mile
    28 Aprile 2017 at 17:19

    Sembra essere stata davvero una bella esperienza e direi anche opportunità anche se (un “anche se” gigantesco) con il cuore appesantito dalla perdita di Polly… Tutto sommato i criticoni ci tornano comodi per poter dire “Che bello io non sono così rompiscatole!”. Quanto alla connotazione da “influencer” per un “food blogger” ovviamente ognuno la vive come crede e sente (e sarebbe bello se questo credere e sentire fosse libero e non condizionato). A me – modesto parere – tutto ciò che “influenza” o fa “tendenza” sta piuttosto stretto. Scelgo non perché questa è la scelta dei più e mi, con inerzia, associo ai più così come una pecora si unisco al gregge. Scelgo perché sento di andare in quella direzione che sia anche quella del gregge, ovviamente. Questo presuppone una volontà e una libertà di ricerca di informazioni che sappiamo ahimé essere non totale. Alla fine quindi mi accontento di provare a pensare con la mia testa e a non disdegnare – anzi – se il mio pensiero coincide o no coi più… Ecco ho fatto un romanzo. Pardon e buon lungo fine settimana!

    • Reply
      Tatiana Bruni
      12 Maggio 2017 at 8:23

      E’ vero, ho fatto una fatica terribile ad affrontare la giornata, ma mi ero presa l’impegno con il gruppo e non potevo deludere nessuno… del resto è stata un’esperienza notevole, lontana anni luce dal mio mondo e dalle mie abitudini, nonostante il commensale un po’ particolare con il quale non condividevo mezzo pensiero: ho notato una mentalità molto ristretta, nonostante le (sue) evidenti aspirazioni di grande apertura mentale, in merito al ruolo della foodblogger. Noi di Ifood ci teniamo ad essere genuine, lontane dagli schemi e dai luoghi comuni, ma le stesse caratteristiche le ho trovate nella maggior parte dei blog che frequento: non costituiamo testate giornalistiche e, a dire il vero, ritengo che molte di noi farebbero sfigurare molti giornalisti sia per la capacità di scrivere, sia per la passione, per non toccare il discorso della fotografia, in quanto alcune bloggers sono delle autentiche artiste. Insomma, almeno per quanto mi concerne preferisco starmene lontana dalla spocchia degli annoiati che passano da un pranzo di lavoro ad una cena di rappresentanza e che si permettono di criticare e di demolire un pasto creato con passione, sapienza ed eleganza; preferisco apprezzare i buoni sapori di chi cucina con il cuore anche se non titolato dai corsi che fanno tendenza, preferisco stupirmi davanti ai livelli, per me irraggiungibili, che ho avuto modo di apprezzare nel corso di questo evento. Insomma, anch’io ti ho steso un romanzo, ma più ci penso a mente fredda e più mi danno fastidio certe mentalità.
      Un bacio ed un abbraccio!

  • Reply
    ipasticciditerry
    28 Aprile 2017 at 18:14

    Di sicuro una bellissima esperienza e io, lo sai quanto ti sono amica, sono certa che ti ha fatto bene, in quel momento particolare. Nulla accade per caso, io ne sono convinta. Detto questo ottimi piatti, raffinati e eleganti. Mi fido di te e se dici che erano buoni, non faccio fatica a crederti. Purtroppo di persone che non vedono di buon occhio le foodblogger ce ne sono tante e ne ho conosciuti un paio anche io. Certo anche fare recensioni a eventi di questo genere ci vuole una certa capacità e queste persone credo siano troppo generiche nei loro giudizi. Ne fanno di tutta un erba un fascio ma non è così. Tu hai saputo spiegarci con competenza quello che hai vissuto e questo a me basta. Un abbraccio cara e buon fine settimana

    • Reply
      Tatiana Bruni
      12 Maggio 2017 at 8:31

      Eh sì, ci sono sedicenti giornalisti che godono nel distruggere sia dei cuochi eccellenti sia i foodbloggers: diciamo che ogni occasione era buona per gettare una palata di fango, ma non avevo alcuna voglia di discutere, avevo il cuore a pezzi e di sprecare fiato proprio non ne avevo l’intenzione. Non conosco personalmente determinati cuochi visto che sembrava una condizione essenziale, certo è che se li conoscessi ne approfitterei per apprendere qualcosa e non certo per demolirli, non vado da Eataly perché non me ne frega una cippa, non frequento i ristoranti perché in casa mia si mangia meglio e comunque il mio stipendio non mi permetterebbe nemmeno certi lussi, l’essere foodblogger è provare, sperimentare, creare, annusare ed assaggiare nuovi equilibri di sapori e non certo fare i fighi da un evento all’altro beandosi della propria asserita superiorità. Certamente sono stata trattata alla stregua di una ragazzina alle prime armi, acerba e necessitante di adeguata istruzione, cosa che ogni tanto mi capita visto che l’età che dimostro è molto inferiore a quella reale, ma alla fine mi sono fatta una gran risata poiché vorrei vedere tutta questa fuffa a cosa porta, anzi appena ne avrò l’occasione vedrò di leggermi un articolo redatto da questo signore… chissà se oltre ai contenuti nobili è anche in grado di usare un bel italiano intelleggibile e ricco di stile.
      Un bacio mia cara amica.

      • Reply
        ipasticciditerry
        16 Maggio 2017 at 18:57

        Mannaggia … da come lo descrivi mi sa che lo conosco e l’ho incrociato anche io … è perfino amico mio su fb … ammesso sia lo stesso personaggio. Bacissimi

        • Reply
          Tatiana Bruni
          19 Maggio 2017 at 20:57

          Mi sa che li fanno con lo stampino, vero? 🙂
          Un bacione!

  • Reply
    Serena
    3 Maggio 2017 at 11:01

    Un posto senza alcun dubbio raffinato e con una cucina di elevato rango, mi dispiace tanto che tu non abbia potuto godertela al meglio. Ho perso la mia cagnolina anni fa ricordo il dolore che riaffiora ogni volta che penso a lei, grande amore della mia vita e compagna fedele a te pertanto il mio abbraccio sincero e solidale

    • Reply
      Tatiana Bruni
      12 Maggio 2017 at 8:37

      E’ stato un dolore immenso poiché da una cagnolina così giovane mai mi sarei aspettata una fine repentina ed improvvisa, mi sono sentita persa e disperata, piena di dubbi, sensi di colpa e tutto ciò che puoi ben immaginare… ancora ci convivo e posso solo cercare di farmene una ragione e di andare avanti.
      Per il resto posso dire solo che per me è stata un’esperienza, assolutamente utile dal punto di vista formativo, quasi a livello sensoriale più che per il gusto di mangiare dei piatti diversi dal solito: è stato un po’ come visitare una galleria d’arte, un’esperienza dalla quale apprendere ancora qualcosa di più.
      Un abbraccio di cuore.

  • Reply
    Francesca
    6 Maggio 2017 at 11:24

    Oddio, Tatiana, leggo adesso… mi dispiace tantissimo, solo chi ha animali può davvero capire il dolore che si prova! In questi giorni più che mai mi abbraccio i miei felini, scacciando via i pensieri cupi che a volte vengono, perchè sto facendo tutto un giro di analisi e che ansia… ma più si ama e più è così…
    Ti abbraccio, forte, senza dire altre parole, perchè servono a poco… ma so che ti arriva, la mia stretta.
    (meno male che c’è il mare…)

    • Reply
      Tatiana Bruni
      12 Maggio 2017 at 8:40

      Franci, è stato tremendo vederla morire senza capire il perché, il giorno prima era un proiettile che correva per la casa facendoti ridere a crepapelle e l’indomani era dal veterinario che si stava spegnendo: l’avevo adottata piena di speranza di poterle offrire una vita stupenda, lunga e confortevole e sono riuscita nell’intento per soli quattro anni, dopo tanta fatica per strapparla al canile di Brindisi, così lontano dalla mia città… forse era il suo destino, devo prenderla così altrimenti finirò con il tormentarmi per sempre con tanti “se” inutili…
      Grazie stella, meno male che ci siete tu e il mare… (lo sai che lei lo amava tanto?)

  • Reply
    Alessia
    19 Maggio 2017 at 19:44

    Quando si tratta di dolore per la perdita di un piccolo amico, è difficile trovare le parole. Rabbia, vuoto, tristezza… e alla fine l’unica consolazione che resta è sperare che almeno abbia potuto provare con noi la stessa felicità che ci ha saputo dare.
    Ti abbraccio forte

    • Reply
      Tatiana Bruni
      19 Maggio 2017 at 21:00

      Posso dire solo di essere riuscita a regalarle quattro anni da regina… avrei tanto voluto poterle dare una vita lunghissima perchè cinque anni appena compiuti sono davvero pochi, specie dopo aver fatto di tutto per tirarla fuori da un canile del sud. Ci ho lasciato un pezzo di cuore con lei… Oggi è un mese esatto da quando è volata sul ponte lasciandomi nelle lacrime e nel dolore e persino l’altra cagnolina che vive con noi, da fredda e distaccata qual’era, è diventata una coccolona quasi a voler compensare una parte di perdita.
      Grazie Alessia, sei un tesoro 🙂
      Ti abbraccio fortissimo.

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